Parole in confusione

Tra la radio e gli uccellini


Dopo pranzoAvevo voglia di rispolverare quel “Dark side of the moon” che di polvere non ne ha presa poi così tanta, ma sul quale avevo lasciato cadere qualche ricordo rimasto in sospeso, ad attendere il mio momento di calma. Adesso, nella pausa del mezzogiorno, è di nuovo li a girare e a tenermi compagnia ed aiuta a far mulinare dita e pensieri sulla tastiera. È tornata l’aria fredda, proprio quando sembrava che la primavera stesse per infliggere il colpo di grazia a questo inverno anonimo. E' arrivato il mio pessimismo momentaneo, con cui affrontare un piccolo inventario della mia vita nel pieno dei 26 anni. In amore, la donna giusta che continua a mancare o che sono io a non riuscire a tenermi stretto, sbagliando qualcosa, ogni volta, immancabilmente. In quella musica con cui credevo, un giorno, di riuscire a vivere della mia arte, nel lavoro, che non sono mai riuscito a mitigare con una passione personale, lasciandomi, ora, indifeso di fronte a quelle ore strappate al calendario della vita e gettate, come palline stropicciate, nel sacco della raccolta differenziata. Un bilancio negativo che non tiene conto di tutto il resto proprio perché figlio di quel pessimismo momentaneo e di quella voglia di piangersi addosso che fa piacere ogni tanto (1 o 2 volte l’anno) adoperare, nei momenti di estremo sconforto. Ho ripreso a guardare al futuro come ad una perenne opportunità, con la certezza che ogni giorno vissuto sarà un passo ulteriore verso l’esperienza più sorridente e importante, da vivere fino in fondo, continuando a rialzare quel sedere che picchia sempre per terra. Ero in palestra ieri. Ho ripreso ad allenare le gambe, dopo lo stop forzato legato al legamento infiammato. Ci vado sempre nella pausa pranzo per non doverla scontare quando fuori la sera ha iniziato a impadronirsi del giorno, quando i lavoratori ordinari, con quell’odore di fatica e sudore presente e passato, ne prendono possesso. Arrivo, quasi sempre in ritardo su dove avrei voluto leggere la lancetta, e saluto i tre affezionati dell’una. Inizio gli esercizi sperando di rimanere solo il prima possibile. Non per vergogna o per una vena antisociale che riconosco scorrermi leggera nello spirito ma per poter spegnere la radio senza obbligare nessuno alla mia scelta. Rispettando la volontà dei miei predecessori. A quel punto, con il sole che filtra nello scantinato, mi raggiunge un concerto di uccellini imponente, come se avessero cercato di gridare fino a quel momento per sovrastare la radio, per cercare di farsi sentire. Sento la tranquillità, un momento di pace che mi avvolge e mi fa piacere. La felicità, purtroppo, ha spesso i minuti contati da quando un altro personaggio ha preso la brillante abitudine di inserirsi nell’imminenza delle 14, rianimando lo stereo. Ieri attendevo l’ennesima replica ma è arrivato l’imprevisto. Mi chiede se preferisco lasciare tutto come sta, con gli uccellini ecc… e posso essere solo piacevolmente colpito. Finalmente, alla quarta volta, il dubbio ha sbirciato tra i suoi ragionamenti permettendomi di finire l’allenamento (e quelli a venire) in quel mondo che avevo scelto per me. Non bisogna mai perdere la speranza, è questo quello che mi ha ricordato un frangente altrimenti insignificante. Forse avevo solo bisogno di uno spunto per risalire ma questo non è importante. Da quel momento, con gli uccellini lasciati liberi di esprimersi, ho ricominciato a spandere ottimismo per tutta la mia quotidianità. Dopo cena (stesso album)Mi aspettava, ieri sera, quell’escursione faentina progettata da tempo, a cui non ero mai riuscito a ritagliare uno spazio tra i bordi degli impegni più o meno fissi e quelli del riposo indispensabile. Guglielmo mi aveva confermato la sua presenza nella nuova sede, a me ancora sconosciuta, nel centro di Faenza (RA), dalle 21 in avanti e non potevo rimandare oltre. Dopo un breve passaggio a casa di Samanta (motivo per il quale non avevo potuto accontentare Alex nella temporanea veste di dirigente in occasione dell’imminente partita di calcetto), per farmi prestare il minidisc, stringere tra le mani la tesi finita e rilegata e passare un po’ di tempo con Victoria, avevo imboccato la via Emilia per inseguire il mio appuntamento. continua...