Parole in confusione

splendida Sensibilità


Primo TempoHo ceduto, ceduto di schianto, domenica mattina. Il modo in cui riesco ad aggrapparmi alla nostalgia è qualcosa di insopportabile. Una foto, è bastata una sola foto, in mezzo a tante altre, a farmi ritrovare un’emozione intensa, che montava dentro come un mare, sempre più convinto di voler rovesciare quella barchetta su cui affrontavo il mio viaggio di naufrago d’amore. Non sono riuscito a trattenermi. Nessun giusto o sbagliato, nessuna ragione, solo l’impulso di recuperare quell’indirizzo e-mail per spedire tutto lontano, alla fonte del mio male, come per condividerne e abbatterne il peso o, semplicemente, per farlo e basta. Nessuna reazione e non ne aspettavo, forse, in fondo, non ne volevo neanche. Quasi provo piacere a rotolarmi in questo viscidume, come se fossi incapace a non sentire sempre qualcosa dentro di maledettamente intenso, nel bene e nel male, a provare tutto sulla pelle della mia splendida sensibilità che la vita mi ha portato a considerare, ormai, come difetto. Ma questa è l’onda del pessimismo e lasciarsi travolgere è così facile che posso arrendermi tra le sue braccia a tirare un po’ il fiato, e aspettare un altro po’ prima di tornare a combattere. Avere voglia di vivere, avere una bella giornata di sole partita dopo il mezzogiorno, a tagliare le gambe della partenza pensata per la mattina intesa a riabbracciare il mare. Non avere qualcosa da fare là fuori e non volersi disturbare troppo per mettersi a cercarlo anche per l’impegno irrinunciabile della serata. Avere voglia di sentire una voce al telefono che ti stupisce con l’entusiasmo di una follia momentanea… Niente. Silenzio muto. Sono l’unico forse? Strano certamente, a cercare l’imprevisto e a riuscire a benedirlo ogni volta, senza badare troppo alle intenzioni che porta con se. Telefono ad Elena. Sono appoggiato alla finestra, proteso verso la luce e l’aria che attraversa il mondo da chissà quanto tempo, per cercare la boccata giusta al mio presente. Le offro una passeggiata, circondata dalla bella giornata, ma i lidi, offerti e programmati in precedenza, con la sua amica, hanno vita facile nello spazzare via quell’ingenua proposta. Torno ad essere solo, con tanto da fare e senza niente dell’altro per cui l’avrei fatto volentieri aspettare e accumulare sui fogliettini sparsi degli appunti. Non mi resta che attendere la sera. continua...