Parole in confusione

Lavori in corso


Avevo sentito Nicola sabato. Domenica doveva essere la prima giornata di mare di questa estate che sembra già nel suo punto più alto, almeno per quanto riguarda il mio sentire e desiderare. Un’inaugurazione vittima di continui rinvii nella speranza che l’ennesima volta sia quella buona. L’idea di festeggiare il titolo di Avvocato sulla spiaggia mi era sembrata subito adeguata e già pregustavo tutto il sapore dell’esperienza da rinnovare anche quest’anno. Il cielo aveva distribuito pioggia da far cadere con gusto per tutto il weekend ma, come il miglior sordo che non vuol sentire, mi ero convinto a conservare intatte le mie certezze, diventate oggettivamente speranze, sulla trasferta tanto attesa. Nicola: - “Oggi pomeriggio andiamo, con mio padre, a montare i mobili dello studio comprati all’IKEA… vuoi venire a darci una mano?” Il tono della proposta faceva leva su quel dato di fatto che a questo genere di esperienze/sorprese faccio proprio fatica a dire di no. L’imprevisto mi attira ogni volta e Nicola mi conosce bene. Il sabato offriva i suoi impegni e non potevo esimermi. Nicola: -“Se ti va siamo là anche domani… “Me stesso: - “Scusa ma non dovevamo andare al mare?” Nicola: -“Onestamente di prendermi una broncopolmonite non ne avevo molta voglia” In effetti non aveva tutti i torti.Me stesso: - “Allora domani ci sono sicuramente!” Il pensiero di poter materialmente aiutare ad arredare lo studio era qualcosa che mi rendeva veramente felice. Lo facevo con entusiasmo anche quando si trattava di qualche saletta prova sparsa nella mia adolescenza o prima maturità. Avere un progetto a cui dedicarmi mi ha sempre appassionato e continua a farlo. Apro gli occhi alle 8.00 in punto di una domenica mattina. Ho anticipato la sveglia puntata esattamente di quel ritardo che le avevo assegnato e mi stupisco del caso o dell’assoluto rigore del mio orologio biologico. Alzo la tapparella ed è sole. Mi sento leggermente preso in giro ma ormai non posso più farci niente, a parte mettere nello zaino, oltre a qualche cd, il telo da mare e il costume del non si sa mai. Nicola e suo padre mi aspettano a Lugo (RA) per le 8.30. Tardo qualche minuto ma non da fastidio a nessuno. Iniziamo il viaggio verso lo studio in costruzione e vengo a sapere delle cattive relazioni diplomatiche avviate tra gli operai italiani e i prodotti svedesi. In un pomeriggio di lavoro sono riusciti a mettere in piedi solo una cassettiera. Mi spavento. Me stesso (memore dell’armadio della camera da letto di Giuseppe): - “Ma perché non hai chiesto all’Ikea che si occupassero anche del montaggio? Credo lo facciano…” Nicola cade dalle nuvole. Gli dico che non ne sono proprio sicurissimo ma questo basta a instillargli la speranza di potersi almeno togliere un pesante pensiero dalla testa. Arriviamo allo studio. La situazione è più grave di quanto mi aspettassi, considerando che lunedì tutto doveva già essere pronto per rispettare l’agenda degli appuntamenti. La telefonata all’IKEA per chiarire l’atroce dubbio si scontra con l’inevitabilità di una qualunque domenica di Maggio. Partiamo con i Green Day e il loro “American Idiot”. Piero, suo padre, si sistema nella stanza che vedrà il lavoro del figlio ad occuparsi della futura libreria mentre io e Nicola ci ritagliamo lo spazio nell’ambiente destinato alla segretaria e all’attesa dei futuri clienti. Arriviamo alla pausa pranzo con una sedia, la poltrona in finta pelle umana e la scrivania all’attivo. L’altro volontario intanto a già iniziato a scalare qualcuno di quei cinque piani che conterranno il sapere. Ritorniamo al piano terra, in strada, alla luce del sole. Il ristorante è proprio a pochi metri, sull’altro marciapiede e l’introduzione di Nicola mi fan ben sperare per il palato. Entriamo concedendoci un po’ di tregua dal sole ma non c’è posto. È tutto a disposizione di una comunione o cresima e noi non siamo stati invitati. L’idea del “portar via” non ricordo a chi sia venuta tra i miei due colleghi di straordinario ma sembrava un rimedio più che apprezzabile. Ordino gli gnocchi al pomodoro e basilico scartando a malincuore qualcos’altro con i pinoli e… non ricordo esattamente ma so che l’indecisione mi ha portato fino al limite dei supplementari. Individuiamo, nell’area urbana qualcosa che possa fare al caso nostro, per mangiare all’aria aperta e staccare, non solo la mente, dal luogo di lavoro. Purtroppo le sedie del bar sono state assicurate alla catena ma riusciamo ad arrangiarci decisamente alla grande. Sulle prime forchettate, all’altezza delle aspettative paventate, vediamo arrivare a piedi un tipo con un borsone a tracolla, canottiera con qualche scritta sopra e Jeans con D & G tatuati sul di dietro. È l’imminente compagno di cause di Nicola che è arrivato a dare man forte per cercare di chiudere in tempo utile il cantiere. Prende da mangiare al solito posto anche per la sua ragazza che ci raggiungerà da li a breve per la stessa compagnia d’intenti. Il pomeriggio porta presto la fine di tutto quello già portato a buon punto nella mattinata e si colora soprattutto di scopa e straccio, dovuti per restituire all’ambiente quella naturale cera da luogo di lavoro pronto ad essere vissuto. Dopo il battiscopa e qualche lavoro sull’apparato elettrico, affidato a Piero e alla sua esperienza in materia, buttiamo dentro un pezzo IKEA dietro l’altro e lo studio di Nicola prende vita come cosa sola. È emozionato e me lo dice e anch’io lo sono. Sulle 18.00 ritorniamo verso casa con l’impresa lasciata alle spalle. Sono loro ospite a cena e solo alle 21 passate ritrovo la porta di casa. Il suo ultimo messaggio mi fa piacere, oltre ai ripetuti ringraziamenti per l’aiuto ricevuti, anche se a me sarebbe bastata e avanzata quella distanza voluta di 4cm (in onore del mio compleanno), data con intenzione ai tappini antigraffio inchiodati sotto la scrivania, da manuale IKEA, “un mondo pieno di idee”.Pastime paradiseThey've been spending most their lives Living in a pastime paradise They've been spending most their lives Living in a pastime paradise They've been wasting most their lives Glorifying days long gone behind They've been wasting most their days In remembrance of ignorance oldest praise Tell me who of them will come to be How many of them are you and me Dissipation, race relations Consolation, segregation Dispensation, isolation Exploitation, mutilation Mutations, miscreation Confirmation to the evils of the world They've been spending most their lives Living in a future paradise They've been spending most their lives Living in a future paradise They've been looking in their minds For the day that sorrow's gone from time They keep telling of the day When the Savior of love will come to stay Tell me who of them will come to be How many of them are you and me Proclamation of race relations Consolation, integration Verification of revelations Acclamation, world salvation Vibrations, simulation Confirmation to the peace of the world They've been spending most their lives Living in a pastime paradise They've been spending most their lives Living in a pastime paradise They've been spending most their lives Living in a future paradise They've been spending most their lives Living in a future paradise We've been spending too much of our lives Living in a pastime paradise Let's start living our lives Living for the future paradise Praise to our lives Living for the future paradise Shame to anyone’s lives Living in a pastime paradiseStevie Wonderascolta...