Parole in confusione

il ma(e)ssaggio


Il sabato mattina parte con un messaggio decisamente incoraggiante scoccato alle 10:17 da un numero sconosciuto: - “Mi piace fare la cacca al buio… Cosa ne pensi?” Certe volte non so proprio come reagire… Comunque, nella pausa doverosa per decidere se e come rispondere, mi era tornato alla mente un altro episodio analogo (“anagolo… anagolo de che?!!!” - Citazione da “Un sacco bello” di Carlo Verdone) di qualche anno fa. Era una mattina d’inverno e stavo per salire in macchina, per raggiungere chissà quale posto di lavoro, quando, sul cellulare in agitazione per un nuovo sms facevo, mi trovavo a far volare la fantasia su quelle parole “Hai rovinato il mio matrimonio” che proprio non potevano appartenermi. Chissà quale storia lo accompagnava, che contorni la definiva e, soprattutto, chi poteva averlo spedito, inavvertitamente ad un numero sbagliato… il mio. In questi casi, forse per una speranza da deformazione professionale, mi viene spontaneo “dipingerlo col caffè” su di una figura femminile… è certamente più apprezzabile nonostante l’assoluta mancanza di indizi. Nell’ultima disavventura da trasmissione di parole già l’immagine che si presentava non era delle migliori, se poi dovevo attribuirla ad un uomo diventava insopportabile. Ho deciso di non rispondere e d’altra parte, cos’avrei dovuto rispondere? La sveglia delle 8 con quella radio sintonizzata sul niente, nonostante tutte le stazioni che l’affollano, non aveva potuto godere del piacere di farmi spalancare gli occhi ma stava lì a decretare, insolente e senza cedimenti, le mie 6 ore di sonno per cui dovevo ringraziare ancora quell’inflessibile orologio biologico che mi porto dentro. L’aspetto positivo era tutto quel tempo da poter occupare a mio piacimento, con le varie cose in arretrato che aspettavano di essere saldate. Il limite era fissato da un appuntamento particolare delle 11.45 di cui, quel cospicuo margine, non poteva risentirne affatto. Alle 11.30 non avevo ancora praticamente mosso un dito nella direzione che avrei dovuto fare. Influenza di un sabato mattina immerso nel dolce far niente. Una doccia veloce e la bicicletta da dominare con vigore, mentre la pedalata affonda, una dietro l’altra nella curiosità di quella nuova esperienza da cui mi sono lasciato affascinare un po’ per caso. Alice, la pittrice, mi aveva parlato abbastanza di Elena, la massaggiatrice a cui affidava spesso il suo corpo, facendo intendere la voglia ad atteggiarsi come un Cupido, teso a cucire insieme due cuori liberi e sufficientemente delusi dai vari precedenti. L’incontro, in occasione del suo compleanno, non aveva dato i frutti sperati e così tutto era finito li, ancora prima di cominciare. La mia curiosità però era stata stuzzicata e così ne avevo approfittato per lasciarmi massaggiare per la prima volta da mani femminili pubblicizzate con l’entusiasmo genuino che Alice riesce a trasmettere. Parcheggio la bici sulla via del teatro, suono il campanello ed entro. Ritrovo subito la figura di quella Marla Singer personale che mi fa subito accomodare, visto il mio arrivo contenuto nei piccoli minuti scappati appena più in là di quei ¾ accordati. Qualche dubbio, circa tutto il contorno alla portata principale della prestazione l’avevo avuto ma la sua frase: -“Ti puoi spogliare. Preferisci tenere gli slip o vuoi il perizoma maschile?” Mi aveva fatto sprofondare nel baratro dell’imprevisto e dell’imbarazzo più incredibile. Dopo avermi lasciato l’offerta promessa, esce dalla saletta per lasciarmi fare quel cambio, senza vestiti da provare, evitando un maldestro striptease e ritornando al pronto. Mi presento sdraiato sul lettino bollente (dalla parte sbagliata) con, non solo gli slip addosso, ma anche con quel famigerato perizoma maschile da aggiungere al pacchetto. Il suo viso trasmette tutta l’ilarità della situazione. Dopo essermi sistemato e aver chiesto delucidazioni riguardo l’elevata temperatura, che lei provvede immediatamente a far tornare ad un livello “ambiente”, il famigerato massaggio può cominciare. Parte dai piedi, mentre la mia pancia punta il soffitto tutto affrescato e che regala un mirabile spunto di interesse, decisamente estemporaneo al momento. Iniziamo a parlare di un po’ di tutto e l’imbarazzo, poco alla volta diminuisce anche se a mantenerne alto lo spessore basta e avanza quel perizoma maschile a cui ogni tanto lancio un’occhiata di tremenda sorpresa. È piacevole, anche se forse non mi lascio andare come dovrei. Mi giro offrendo la schiena, mentre continuiamo a parlare tranquillamente dei nostri interessi, a proposito di qualche riflessione, dell’arte cinematografica… Posso rivestirmi e al momento dei saluti sono 35Euro. Mi ha fatto piacere e lasciato più di un sorriso. Un’esperienza unica, penso.