Parole in confusione

Quanto basta


Seconda ParteRimango per l’uscita del dopo spettacolo con tutta la compagnia e la chimera di qualcosa da mettere sotto i denti, si trova d’accordo con quella cena saltata che sperava di essere recuperata all’ultimo. Mi faccio molto volentieri dare un passaggio e dopo una sosta alla “stanzetta”, dove stringo la conoscenza di Jessica, la fata cantante responsabile di una voce da ricordare, torniamo a muoverci. I suoi lineamenti mi ricordano qualcuno che non riesco ad afferrare immediatamente, ma del tempo ne rimane ancora un po’ e “potrebbe essere abbastanza”, penso. L’appuntamento, per tutte quelle macchine assemblate con riflessione, era stato deciso alle porte della Trattoria “QuantoBasta” che, grazie alla denominazione, già mi faceva pregustare qualsiasi cosa adatta a placare i piccoli crampi del digiuno. Ci sediamo ad un bel tavolo unito ad un secondo, in grado di alloggiare quella ventina d’anime affamate e aspettiamo per l’ordinazione. Un altro tavolo sta chiacchierando sulle posate e i resti della cena, per il resto ci avvolge la solitudine. Mi sorge l’atroce dilemma. Mi alzo e, pessimista come lo riesco ad essere nei momenti di evidente certezza, gli chiedo della cucina. Mi fa capire che è blindata e l’unica cosa che si può fare è iniziare a passarci lo straccio. Torno a cantare al resto della compagnia la cattiva novella e così, come tutte le cose brutte a cui non si vuole credere, qualcuno ripropone la domanda al cameriere, non tanto per poca fiducia ma per poter cullare ancora un po’ la speranza, almeno fino al passaggio delle parole sulle proprie orecchie. Siamo intorno alla mezzanotte e riguardando Jessica arrivo a capo di quella somiglianza, affidandola a Joss Stone. Sono soddisfatto e non me lo tengo per me. Mi ringrazia. Il cameriere e (credo) il proprietario, dopo un’attesa ingiustificabile, iniziano a servire da bere e quelle uniche miserie rimaste disponibili. Preferisco restare a digiuno. Sono stanco e mi aspetta il rientro verso casa, bramando l’inzuppata di latte e biscotti. Fortunatamente anche Denise e il suo ragazzo ci tengono ad arrivare ai saluti prima degli altri e così ce la sbrighiamo senza troppe difficoltà. Alla fine il nome della trattoria non avrebbe dovuto alimentare così tante speranze. Se chiami un posto dove si mangia “Quantobasta” non è difficile capire che di voglia di fare non ne devi avere troppa. Ritorniamo a San Vittore e dopo i saluti, posso finalmente riprendere la strada di casa. Tutto bene, la via Emilia è tranquilla anche se il sonno si fa un po’ sentire e il tempo da passare al volante è inevitabile. Arrivo a Castel Bolognese (RA) e iniziano i problemi. È quasi l’una del giorno nuovo e mi trovo costretto ad una velocità ridicola per colpa di certi frequentatori di puttane. Inizio a svegliarmi grazie al nervoso che si fa gioco in quattro e quattr’otto della mia sbandierata calma e comprensione. Ci sono cose che mi fanno perdere la pazienza. Inizio a superare a più non posso mettendo a rischio la mia incolumità (anche quella degli altri purtroppo) e la mia patente per questi amanti del sesso a pagamento “on the road” che hanno la cortesia di intralciare il traffico negli unici momenti in cui la via Emilia potrebbe risultare una strada vivibile, quasi romantica. Con i sensi sento risvegliarsi anche l’appetito e allora decido per una sosta al Forno Vassallo da due trecce col prosciutto. Appena la meta dei sogni entra nell’orizzonte dello sguardo la situazione che si presenta è tragiche. Parcheggio pieno senza alternative con condimento di macchine lasciate in doppia fila alle quattro frecce. Dalle pareti a vetri la fila per le paste alla moda, nel forno alla moda delle ore piccole, nell’imolese. Avrei voluto gridare: -“Pecore disperdetevi che ho fame!” ma mi sono limitato a pensarlo. Sveglio più che mai arrivo a casa e decido per il letto. La cena per questa sera, il destino non me l’ha concessa.----- La citazione a proposito...Tratto da "Quelli che benpensano"“... Quelli che la notte non si può girare più, quelli che vanno a mignotte mentre i figli guardan la tv ...” Frankie HI NRG -----quello che è mancato...Tratto da “Sogno di una notte di mezz’estate” Puck: "Se le nostre parvenze offesi v’hanno, immaginate, e poco sarà il danno, che quanto vi comparve qui davanti fu inganno, e che sognaste tutti quanti. E il pigro e ingenuo spunto che in sogno abbiamo assunto perdonateci, e noi sapremo fare del nostro meglio per riparare. È parola di Puck, di uomo onesto, se a noi felici capiti anche questo, di sfuggire alla lingua del serpente, rimedieremo, dico, immantinente. Finito è lo spettacolo e l’incanto. Ora, o signori, addio; ma siate umani: salutate col batter delle mani questa nostra fatica e il dio del canto."(Sparisce.) William Shakespeare