Parole in confusione

l'ultima pagina del diario


L’ultima pagina di questo diario virtuale è arrivata. Un viaggio del raccontare cominciato più di un anno fa, così, senza un perché premeditato, quasi per gioco. Una strada intrapresa col solito spirito di avventura e di curiosità che mi spinge sempre verso le braccia di qualche nuova esperienza, da accompagnare sempre al dono dell’ispirazione. Il proposito di raccontare un anno della mia vita, tra i 25 e i 26 anni, un diario personale dove mettere a nudo e in mostra i miei pensieri. Tutte quelle occasioni che la vita mi avrebbe concesso lungo il cammino, da documentare giornalmente attraverso le parole, senza saltare nessun numero del calendario, recuperando gli inconvenienti inevitabili e lottando contro quei momenti in cui la voglia di raccontare proprio non ne voleva sapere di fare capolino. Avevo deciso di terminare quest’avventura allo scadere del primo anniversario ma troppe cose dovevano ancora succedere, importanti, in procinto di arrivare a dare nuova forma al presente da vivere e da cui ripartire. La volontà di fissare tutto attraverso racconti bagnati ancora di vernice fresca, non mi lasciava altra alternativa che spingermi ancora un po’ oltre, per chiudere questa particolare esperienza come naturalmente doveva essere fatto. La parola “FINE” viene scritta dagli eventi in questo caso, anche se, riflettendoci bene, a meno di casi particolari, sono le persone che li determinano attraverso le proprie scelte. Ho atteso il mio ritorno alla libertà, da una vita, altrimenti costretta ad inaridirsi di quella passione per l’Espressione che mi accompagna sempre e che rappresenta la mia felicità, il mio sorriso, quello che sono. Ho deciso di non rinunciarci e di rimettermi in gioco, forse di sbagliare, mettendolo già in conto. “Due strade trovai nel bosco e io scelsi quella meno battuta. Ed è per questo che sono diverso.” Mi piace essere diverso perché mi fa capire e sperare di essere ancora me stesso, una volta in più indipendente da quello che sarebbe più conveniente apparire, come il piacere del vivere comune spesso vorrebbe esigere. Mi guardo indietro e ritrovo me stesso com’ero allora. Un ragazzo che aveva appena smesso di soffrire per quella ragazza che lo aveva lasciato alle sue colpe, al suo dolore, alla sua idealizzazione dell’amore perfetto. Con la più grande paura di non riuscire più ad arrivare a toccare certe emozioni, confinate al passato da tenere intenso con tutti quei ricordi. Poi una storia importante, folle, dopo tre anni passati a barcamenarsi tra avventure, porte date e chiuse in faccia, a sentirsi inadatto, perfino squallido all’occasione. Il ritorno all’amore, inaspettato, al sorriso più completo per poi cadere di nuovo nel baratro della sofferenza, del non essere corrisposto abbastanza, di non riuscire ad essere finalmente “giusto” per qualcuno. Qualcuno a cui fa piacere regalare una parte importante da recitare nella storia fantastica di una vita insieme. Il presente mi scopre di nuovo in carreggiata, con una cicatrice in più sul cuore che forse non si rimarginerà mai del tutto, ma con quel “bene” da ricordare che vale così tanto. Il lavoro da “consegna bollette” arrivato agli sgoccioli, l’esperienza da commesso e sei mesi da autista/magazziniere, rivolto  verso un’idea di stabilità a cui mi stavo abituando e che, per questo, riusciva a spaventarmi. La decisione di tornare sui libri, di arrivare un giorno a conseguire un titolo di studio che mi dia la possibilità di lavorare con quei bambini che riescono sempre a darmi un motivo per sorridere, con quegli occhi sempre pieni di sorpresa e di scoperta per tutto quello che in troppi non riescono più a vedere. La musica, e quel tempo che non riuscivo più a dedicarle. La strenua resistenza per non lasciare svanire nelle righe dei rimpianti qualcosa di cui sento di non poter fare a meno. Tante cose sono successe, in questo anno e qualcosa di storie attraversate dalla vita. Storie d’amore sperate,arrivate e ridotte ad un silenzio dai tanti non detti, amicizie svanite, scoperte o rafforzate, il matrimonio di Anna, il poter chiamare Nicola Avvocato, la nuova vita in Germania di Annalisa, la vita e la morte… Domani sarà un altro giorno e io non lo racconterò. Credo sia giusto che tutto questo abbia una fine e, anche per questo motivo, un significato ulteriore, se ce ne fosse bisogno. Il momento dei saluti è arrivato e ci sarebbero troppe persone da ricordare, anche se credo che tutto quello che mi sto lasciando alle spalle potrebbe pretendere l’ardire di riuscirci. Andrea spegne il riflettore, ringrazia, e fa calare il sipario. Note in bluNote in bluQui nelle strade doveSi perdonoMille storie, mille vociNote in bluSogno una dolce compagniaAccanto a leiNel caldo di questi giorni appiccicosiNote in bluSdraiato in fondo a questa notteRuvidaSorpreso, da un lieve zefiro d’estateNote in bluResto fermo tra le stelle (galleggiano) cheCadonoE non mi fanno più andar viaNote in bluDalla curva i fari in corsaCi salutanoLo sguardo si posa la più avantiNote in bluE gli occhi di lei finalmenteSorridonoPoi sale, chiude la porta e corre viaSono solo, sono altreNote in blu Per le strade della notte magiche Andrea Grossi ascolta...