« L'inizio del viaggio: a... |
L'ho rivista. Nel modo più casuale possibile, in auto, lontano dai posti che ci hanno visti vicini. Che ci facevo lì, che ci faceva lì, quale gioco inseguiva il fato, capriccioso come un bimbo? Mi è passata vicino, io nella mia auto, lei nella sua in direzione opposta... e soli 30 infiniti centimetri ci hanno separati per pochi istanti. Impossibile non riconoscerla, A. è rimasta uguale alla ragazza di 16 anni che incontravo nel parco, nei caldi pomeriggi di un agosto lontanissimo; il tempo sembra averla solo sfiorata, riempendo appena le sue guance un tempo scavate, non ha toccato i suoi lunghi e biondi capelli, quegli occhi azzurri che mi pareva facessero fermare il mondo intero. Il mio cuore ha smesso di battere, togliendomi il respiro, per quei secondi necessari perchè passasse, apparentemente quasi immobile mentre il panorama circostante accelerava il suo moto impossibile. Mi ha riconosciuto, ne sono certo, guardandomi attraverso i Ray-Ban di sempre, l'ho capito da quella curva appena percettibile che ha preso un angolo della sua bocca, un sorriso appena accennato. Ora che è tornata ho paura di rivederla, quei ragazzi persi nel sole dove sono? Quali pensieri hanno preso il posto dei loro sogni? Forse non c'è più spazio per i fantasmi del passato. |
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