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NON AVER PAURA DELLE FOBIE

Post n°19 pubblicato il 20 Giugno 2008 da iltuopsicologo1964
 

Non aver paura delle fobie Grande rilievo è stato dato nei giorni scorsi, in seguito a un servizio pubblicato da «Time», a un sito Internet dove compare l' elenco di 500 forme di fobia. La faccenda è curiosa e quindi fa notizia, tuttavia la lista di quel sito (www.phobialist.com) contiene cose come la siderofobia (la paura delle stelle) o la suocerofobia (si commenta da sola) che nulla hanno a che fare con le fobie; senza contare l' inserimento della fotofobia che, nonostante il nome, niente c' entra con le fobie, trattandosi di un' avversione alla luce tipica di chi ha disturbi organici come una congiuntivite oppure un' emicrania. Ma che cosa sono, allora, le fobie? Sono disturbi psichici comuni; molti di noi convivono con le fobie senza aver mai pensato di soffrire d' una patologia: nella maggioranza dei casi, infatti, il fobico non si rivolge né allo psichiatra né al medico di famiglia. Eppure, parecchie sarebbero le possibilità di cura delle fobie, come hanno indicato di recente due psichiatri, Isaac Marks dell' Institute of Psychiatry di Londra e Reuven Dar del Department of Psychology della Tel Aviv University, in un articolo apparso sul «British Journal of Psychiatry». Psicoterapia comportamentale, cognitiva e tecniche di rilassamento sono tutte efficaci per superare queste avversioni esagerate. Vediamo, allora, di capire meglio di che cosa si tratta. Fino a qualche anno fa, per indicare le fobie gli psichiatri parlavano di «fobia semplice» e con questo termine il disturbo era indicato nel Manuale diagnostico e statistico dell' American Psychiatric Association, la bibbia della nosografia psichiatrica internazionale. Nella versione successiva di questo manuale si parla invece di «fobia specifica» e questo è il termine in uso. Il cambiamento è avvenuto per uniformare la dizione a quella presente in un' altra classificazione, la Classificazione internazionale delle malattie diffusa soprattutto in Europa. Si distinguono cinque diversi tipi di fobie. Vediamole una per una. Animali Alcuni animali sono oggetto di fobie più di altri e in cima alla lista ci sono certamente serpenti, insetti, uccelli, topi, gatti e cani. Tra gli insetti sono soprattutto i ragni a far paura e infatti per questa fobia esiste un termine preciso che è aracnofobia. È possibile che tali fobie siano un residuo dei tempi in cui l' uomo viveva a stretto contatto con l' ambiente naturale e questi animali rappresentavano una minaccia reale. Da tenere presente che durante l' infanzia può manifestarsi un timore verso alcuni animali che non necessariamente permarrà nell' adulto. Le fobie verso gli animali sono molto più frequenti tra le donne, mentre non si rileva una particolare tendenza familiare. Di solito si tratta di una fobia che non interferisce molto con la vita di chi ne soffre. Ambiente naturale Lampi, tuoni, vento, oscurità possono essere oggetto di fobie che rientrano nella grande categoria dell' ambiente naturale. Chi ne soffre può essere costretto a restare in casa quando l' evento naturale temuto è in arrivo. Questa condizione viene vissuta con angoscia e alla continua ricerca di figure di riferimento che possano svolgere un ruolo protettivo. Anche per questo tipo di fobie è valido quando detto prima sull' origine ancestrale. Sangue e ferite Una certa avversione verso l' esposizione alle ferite proprie e altrui è molto diffusa, tanto da poter essere considerata naturale. Si tratta di un timore frequente durante l' infanzia, ma questa è anche l' epoca della vita durante la quale si sviluppano le vere fobie che poi persisteranno nell' adulto. Questa fobia ha una peculiarità: chi ne soffre può reagire con ridotta frequenza cardiaca e abbassamento della pressione arteriosa, presupposto di una crisi lipotimica, in altre parole, uno svenimento. Accade esattamente il contrario di ciò che succede di norma nelle altre fobie, per le quali l' esposizione all' oggetto temuto provoca aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa. Nel 70 per cento dei casi, chi ne è affetto ha almeno un genitore che soffre dello stesso disturbo. Situazioni a rischio Si tratta del timore di trovarsi in situazioni vissute come potenzialmente pericolose, ad esempio andare in aereo, in automobile, in treno, in ascensore, ma anche trovarsi in luoghi chiusi o troppo aperti. Un tipo di fobia manifestatosi di recente è la fobia dello spazio: chi ne soffre teme di cadere quando si trova a non avere appoggi o sostegni vicini, come una parete o una sedia. Sembra che questa condizione abbia una precisa base organica costituita da un' anomalia funzionale dell' emisfero destro che causa un deficit visuospaziale. Altre cause È una categoria residua, nella quale finiscono tutte le fobie che non possono rientrare nelle categorie precedenti. Esempi sono l' evitamento fobico di situazioni nelle quale vi è un (anche remoto) rischio di restare soffocati, di vomitare o di contrarre una malattia. DANILO DI DIODORO DIAGNOSI Semplice avversione o patologia? I criteri per distinguerle D ato che quasi tutti hanno una repulsione verso qualche oggetto o situazione, come si fa a capire quando di vera fobia si tratta? Ecco alcuni caratteri distintivi che dovrebbero far pensare a un vero e proprio disturbo psicologico. L' esposizione, o anche solo l' attesa dell' esposizione, a un oggetto temuto provoca una condizione di paura marcata e persistente, che spesso la persona stessa riconosce essere eccessiva e irragionevole. Nei bambini l' ansia provocata dall' oggetto temuto può manifestarsi anche solo piangendo, con scoppi d' ira o irrigidimento, oppure aggrappandosi a una figura di riferimento, come un genitore. La situazione o l' oggetto sono accuratamente evitati, oppure sopportati, ma a prezzo di un' elevata ansia o di un estremo disagio. Questo evitamento può interferire in maniera significativa con le normali abitudini di vita. Molte persone affette da forme non gravi di fobia, convivono senza troppe difficoltà con questo loro problema, almeno fino a quando l' evitamento dell' oggetto temuto non va a intralciare troppo la loro normale esistenza. NOTEXT Cosa c' è all' origine di questi timori esagerati M a da dove vengono le fobie? Per molti anni si è dato credito a una complessa ipotesi psicoanalitica sull' origine delle fobie, fondata sulla convinzione che l' ansia sperimentata fosse una specie di segnale di allarme dovuto a una spinta inconscia proibita che premeva per potersi esprimere a livello dell' Io cosciente. Oggi questa ipotesi non trova più molto credito, mentre, più pragmaticamente, si tende a dare importanza ad altri fattori. Uno di questi è la tendenza al crearsi di un accoppiamento tra un oggetto o una situazione specifica e le emozioni di paura e panico. Si è ipotizzato che alcune persone potrebbero avere una tendenza di base ad avvertire paura o ansia; su questa predisposizione si svilupperebbe facilmente un accoppiamento con specifiche situazioni, ad esempio un animale, un mezzo di trasporto, che è stato causa di un' esperienza emozionale negativa, anche se non particolarmente grave. Un altro possibile meccanismo alla base delle fobie è il cosiddetto modellamento: una persona tendente alle reazioni d' ansia assiste a una reazione fobica di un' altra persona (spesso significativa affettivamente) e, per così dire, la fa sua. Altre volte la fobia può svilupparsi per l' esagerata identificazione con un avvertimento: ad esempio, una persona, più spesso un bambino, messa in guardia contro alcuni insetti, può introiettare talmente l' avvertimento da allargarlo fino a sviluppare una vera fobia anche verso insetti di per sé innocui. Per guarire Fai amicizia con i tuoi terrori L ' elemento di fondo della psicoterapia delle fobie è la cosiddetta desensibilizzazione. E' una tecnica di tipo comportamentale che consiste nell' esposizione programmata e graduale all' oggetto della propria fobia, alla presenza del terapeuta, che nello stesso tempo insegna alla persona alcune tecniche per il controllo dell' ansia. Spiegazioni Alla desensibilizzazione può essere aggiunto un approccio di tipo cognitivo, basato sul rinforzo della consapevolezza che la situazione temuta non comporta rischi reali. Il terapeuta quindi spiega alla persona affetta dalla fobia che lo stato di allarme provato non è giustificato, con l' obiettivo di giungere a una vera e propria ristrutturazione cognitiva, fino al punto in cui l' associazione automatica oggetto temuto-stato di allarme viene smontata. Per la fobia per il sangue, gli aghi e le ferite, piuttosto comune, alcuni terapeuti allenano i loro pazienti a contrarre l' intero corpo durante l' esposizione all' oggetto temuto, e a restare seduti, per contrastare la tendenza allo svenimento tipica di questo tipo di fobie. Rilassamento Le tecniche di rilassamento che hanno dimostrato di essere utili sono basate su un generale acquietamento delle funzioni fisiologiche, ma anche sull' allenamento a riconoscere le proprie reazioni, e quindi a controllarle. In questo caso non vi è esposizione diretta all' oggetto temuto né ristrutturazione cognitiva, ma soltanto lo sviluppo di nuove forme di autocontrollo. Farmaci Sebbene non esistano specifici farmaci per ogni situazione fobica, diverse sono le molecole che sono state sperimentate con qualche successo, così che in realtà oggi non è detto che si debba contare solo sull' apporto della psicoterapia. Discreti risultati sono stati ottenuti, ad esempio, con farmaci appartenenti alla categoria dei beta-bloccanti, come l' atenololo e il propanololo.

Di Diodoro Danilo

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(20 maggio 2001) - Corriere Salute

fonte www.corriere.it

 
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