Creato da neviperenni il 22/05/2007

diario suicida

pensieri e racconti di una ragazza sull'orlo perenne del suicidio

 

 

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LISCIA COME L'OLIO

Post n°80 pubblicato il 24 Agosto 2008 da neviperenni

Ieri sera sono stata sul lago con alcuni amici. Tanto per cambiare.
Si pensava di fare il bagno notturno, ma s'è alzato il vento, troppo freddo. Così siamo rimasti seduti sulla spiaggia, ultime sere d'estate, a guardare l'acqua nera e la sagoma del monte che scende a picco.
Bellino andare a nuotare proprio sotto, sembra ti debba cadere in testa da un momento all'altro la Rocca con tutti gli alberi e le rocce.
Mi sono lanciata in fantasticherie, facendo le capriole tra i pensieri e le immagini che mi si paravano dinnanzi agli occhi, come al mio solito.
Ho iniziato a pensare a lui, a cosa stesse facendo, al suo comportamento nei miei confronti, al fatto che cavoli, è proprio vero che le donne e gli uomini sono costruiti da due diversi artigiani e che nel corso dei secoli hanno perso il libretto di istruzioni.
Ho iniziato a pensare alla mia vita, se riuscirò mai ad uscire da questo pantano in cui sono ora, seriamente preoccupata dalla mia salute psichica mi sono ordinata un gin tonic.
Pensando che seriamente per un momento sarei stata disposta anche a trasferirmi nella sua città, per lui, solo per lui, me ne sono presa un altro.
Pensando che tempo fa, solo per un momento, ho fantasticato sul fatto che sarei stata felice di farlo diventare padre dei miei (forse) futuri bambini (non so da dove sia spuntato sto istinto materno, visto che non l'ho mai avuto e che non sono neanche in grado di badare bene a me stessa) mi sono presa una birra.
Poi ho smesso, c'era la polizia ai bordi della strada al ritorno.
Nel frattempo però mi si era alzata la balla triste, e chi non conosce gli effetti della balla triste? Guardando lo specchio d'olio davanti a me con una coperta di stelle sopra sarei voluta restare lì per sempre, fermare il tempo.
Pensando all' ultima volta che ci siamo visti ho provato una fitta al cuore.
Pensando alle risate, ai miei occhi che sentivo ridere solo per lui, alla mia anima che si apriva e si chiudeva a ritmo delle sue parole e dei suoi abbracci.
Essere con lui è come una terapia per me o come una droga, in un istante dimentico tutto e mi sento in uno stato di rincoglionimento pacifico senza pari.
Ma cosa aspettarsi da uno che scrive: "l'anima, la prigione del corpo?"

Improvvisamente i miei amici mi hanno svegliata, siamo tornati alle macchine e ci siamo lanciati in un pub a ballare...di fronte al dispiacere si annegano anche i ricordi e si lascia spazio solo al futuro.


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