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Post n°10 pubblicato il 05 Novembre 2009 da francescoperniola

http://www.equilibriarte.org/museohermetico/blog/pinocchio

PINOCCHIO


E' risaputo che Collodi fosse un assiduo frequentatore dei circoli degli ermetisti toscani. La favola di Pinocchio è infatti densa di simboli che descrivono le tappe della trasformazione della consapevolezza focalizzata sulla soddisfazione dei bisogni (il burattino di legno) nella consapevolezza di, mentale e autocritica, che contraddistingue l'individuo che ha cura di, del proprio corpo, così come della propria istruzione (il bambino vero)

Per la Neuroscienza contemporanea la coscienza corporea si distingue in primaria e secondaria. La coscienza primaria è uno stadio di consapevolezza in cui si hanno immagini mentali del presente a cui non si accompagna affatto la sensazione di essere una persona con un passato e un futuro. La coscienza del burattino è "intagliata" dall'ambiente, dalla cultura e dalla morale di riferimento (Geppetto), ma per diventare un vero individuo, dotato di consapevolezza sensoriale del tempo e dello spazio (i piedi bruciati dal fuoco), di riflessività e di creatività, Pinocchio deve "andare a scuola " e imparare l'abbecedario della natura umana, ovvero i fondamenti della coscienza umana e spirituale

L'uomo contemporaneo è apparentemente libero di pensare, agire e creare spontaneamente nel mondo (il burattino senza fili), ma in realtà ogni sua azione è condizionata dai modelli culturali e sociali che "permangono" nella memoria di "lavoro" di ogni individuo, anche quello più dotato di intelletto e comprensione della realtà. La trama della favola descrive il processo di trasformazione della coscienza primaria nella coscienza di ordine superiore" in cui l'individuo riconosce i propri atti e sentimenti (senso di e senso di responsabilità), incorpora un modello dell'identità del "passato" e del "futuro", oltre a quello del presente, e rivela una consapevolezza di episodi mentali."

Se si legge la favola a partire da queste considerazioni di fondo si possono cogliere particolari significativi di come avviene questo processo di trasformazione. Ogni essere umano, per propria natura (il peccato originale), ha l'istinto di disobbedire alle regole codificate dalla società, alle leggi e alle raccomandazioni dei genitori. Soprattutto nell'età adolescienziale c'è un naturale istinto di "rapportarsi" con il mondo in base al proprio modo di sentire che è il fondamento del "principio di individuazione" teorizzato da Jung. L'istinto di vivere, di evolvere, di diventare autonomi, originali e diversi dagli altri, spinge Pinocchio a disobbedire a Geppetto (la coscienza morale della società), a rifuggire dalla coscienza emotiva suscitata dall'anima (il grillo parlante), per ascoltare invece la "voce" proveniente dalla pulsione psichica (il gatto) e dalla propria libido (la volpe).

Questi passaggi "iniziatici" sono comuni a tutti gli uomini e rappresentano il viatico necessario per entrare nella società in cui sono dominanti i principi morali, etici e spirituali. Imparare dalle esperienze e dagli errori di valutazione della realtà e di giudizio critico è da sempre considerata la scuola di vita indispensabile per trasformare la coscienza egocentrica nella coscienza allocentrica in cui diventano prioritari i legami affettivi, le regole del rispetto e la difesa dei valori morali che emergono dalle esperienze del sacrificio, del conflitto e del tradimento.

Tuttavia il racconto di Collodi non è così perbenista come potrebbe sembrare. La vicenda di Pinocchio contiene una dura critica al sistema di potere vigente, incapace di educare i "propri figli" alla riflessione, all'autocritica e all'esame di coscienza, al fine di evitare, per quanto possibile, le esperienze spesso traumatiche causate dai cattivi maestri (il gatto e la volpe e i loro sostituti sociali, culturali, politici e pedagogici).

Collodi spedisce Geppetto (la coscienza civile fondata sulla coscienza del padre di famiglia) nel ventre della "Balena", metafora con cui gli alchimisti alludono, sin dai tempi di Giona, all'esame di coscienza. Pinocchio dal canto suo diventa consapevole di inseguire piaceri e godimenti effimeri (le orecchie e la coda di asino) che non soddisfano l'istinto evolutivo dell'anima creativa (il Se) illuminata da Fata Turchina (Venere Urania). Pinocchio, non diversamente dagli eroi epici, va così alla ricerca del "Vero Padre", metafora della verità che è riposta nella dimensione universale della coscienza evolutiva.

Si getta in mare, metafora dell'alchimia dei sentimenti, e la pelle d'asino che lo ricopre viene mangiata dai pesci, simbolo del processo di trasformazione dei sentimenti particolari (rabbia, ira, egoismo, gelosia..) nei sentimenti individuali (affetti, amore, rispetto, ecc). Attraversando l'oceano di coscienza immaginato dagli alchimisti, Pinocchio incontra, nel "ventre molle" dei maestri spirituali, l'essenza del "Padre" e completa il processo di trasformazione della coscienza conforme alle finalità sociali, nella coscienza dell'individuo finalmente libero (il bambino vero) di pensare con la propria testa, consapevole di, delle proprie azioni e di tutto ciò che lo aspetta nel tempo futuro.

15 maggio 2007 21:16 [modificato: 15 maggio 2007 21:39]

 
 
 
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