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IL PIU' GROSSO EQUIVOCO

Post n°3 pubblicato il 26 Agosto 2006 da bluastro

Le prime luci del mattino cominciano a filtrare dalla finestra squarciando tratti della coltre di buio nella quale sono ancora avvolto. Fisso i verdi numeri luminosi della sveglia calcolando quanti minuti di sano poltrire mi rimangono prima accettare la dura realtà. Li fisso e li detesto. Di nuovo mi capiterà spesso di fissarli e di detestarli, tutte le mattine di tutti i giorni feriali, ma oggi in particolare: oggi, 21 agosto, primo giorno di rientro al lavoro, quando più della metà della città se ne sta ancora beatamente in vacanza.
E' ora: colazione nutriente, rapidi tempi tecnici per darsi una sistemata, profondo sospiro di coraggiosa rassegnazone sulla soglia di casa e si parte. Il primo motivo di disappunto me lo forniscono alcuni ragazzi che incrocio per strada e coi quali ci azzecco come il giorno con la notte: loro allegri, chiassosi, maglietta, pantaloncini, sandali, zaini e meta balneare, io sbuffante, brontolone, camicia e cravatta stile "Un giorno di ordinaria follia" e meta lo squallido buco dell'agenzia. Il secondo motivo di disappunto me lo da invece una veloce analisi statistica dei negozi lungo la strada: 1 su 10 è aperto, gli altri riaprono il 27, il 28, fine agosto, settembre... insomma non riaprono davvero sta settimana! Un'attività commerciale su 10 è aperta e guarda un po' quell'attività commerciale è proprio la mia agenzia... Che culo: siamo il più grosso equivoco di tutto il quartiere!.
Ci siamo, sono giunto a destinazione: comincia il primo giorno di scuola e l'augurio è che sia leggero come di solito sono per l'appunto i primi giorni di scuola. La speranza fortunatamente andrà oltre le più rosee aspettative. Saluto i colleghi, un caffè insieme e un paio di battute prima di rendersi conto del da farsi. Sfortuna ha voluto che quest'anno non ho potuto farmi neanche un giorno di mare, ergo data l'abbagliante tintarella di luna che tengo evito come la peste di avvicinarmi ai più abbronzati prima che qualcuno mi batta il 5 come se fossimo i ringo-boys. Sulle facce di tutti campeggia il sorriso lentamente ma inesorabilmente calante di chi ha abbondonato i paradisi del dolce far niente per tornare ad incatenarsi alla propria scrivania. 
Nell'agenzia dove lavoro ci occupiamo di telemarketing, io sono il responsabile. Vi siete mai chiesti chi è l'oscura figura che ordisce le trame dei grandissimi scassa palle che vi martellano di telefonate alle più infelici ore perchè devono assolutamente vendervi qualcosa? Ebbene sì, sono io. La particolarità della nostra agenzia è che trattiamo offerte di telefonia e connessione internet rivolgendoci esclusivamete alle aziende. Dopo mezz'ora di audaci tentativi volti più che altro a giustificare la nostra presenza fra quelle 4 mura l'immancabile senso di frustrazione non tarda a farsi sentire: sono tutti chiusi, se sono aperti non c'è il titolare, se c'è il titolare ora più che mai non gliene frega un cazzo perchè o gli rode di non essere andato in vacanza o ha la testa rivolta alle sue imminienti ferie. Che culo: siamo il più grande equivoco del nostro settore! Ma porca vacca, ma poteva forse andare diversamente? Quale perversa e contorta ragione può avere il nostro capo per farci sgobbare quando è così evidente che le spese di questa settimana (telefonate, luce, operatori telefonici ecc.) supereranno di gran lunga l'infima produzione che saremo in grado di portare? Perchè quest'uomo mi deve convincere sempre di più che la sua esperienza imprenditoriale è paragonabile solo a quella di un ragazzino che si è giocato un paio di partite a monopoli (e ovviamente le ha perse)? O devo pensare che è davvero così sadico che, nonostante tutto quello che riesce a comprarsi con la sua fottutissima mastercard, costringere dei ragazzi ad impegnarsi inutilmente in un ufficio quando potevano fare i turisti  non ha prezzo? Ma oltre al danno di lì a poco la beffa: parli del diavolo e dalla cornetta del telefono spuntano le corna.
Lui: ciao, passato delle buone vacanze? Come vanno le cose lì?
Io: tutto bene grazie. Abbiamo parecchie difficoltà a contattare le aziende, questo particolare periodo è poco agevole.
Lui: sì, immaginavo che sareste riusciti a combinare ben poco. Vabbè, ora ti devo salutare che vado in barca. Qualsiasi cosa chiamami sul cellulare.
Lo immaginavi? LO IMMAGINAVI? E allora che cazzo ci stiamo a fare qui? E tu poi te la stai ancora godendo? Magari affondi!!!
Guardo le facce sconsolate dei ragazzi... Quel bastardo ci sta prendendo in giro... Ah, è così eh? Bene, adesso vedi come ti prendo in giro io. Pochi minuti dopo avevo organizzato la giornata lavorativa degli operatori:

Ore 9.00: torneo aziendale di scala 40
Ore 10.00: torneo aziendale di nomi, cose e città
Ore 11.00: pausa caffè
Ore 11.05: torneo aziendale di scopa
Ore 12.00: torneo aziendale di battaglia navale
Ore 13.00: torneo aziendale del gioco dei mimi
Ore 13.30: pausa pranzo e visione dei cartoni animati di Italia 1 o in alternativa telefonate libere agli amici sparsi per l'Italia
Ore 14.30: dibattito con tema del giorno: come allestire la propria squadra di fantacalcio per il prossimo campionato
Ore 15.00: torneo aziendale di scacchi e dama
Ore 16.00: torneo aziendale di videogiochi on line
Ore 17.00: proiezione di uno dei film scaricati nel frattempo da internet. In dotazione bevande e snack appositamente ordinati al bar sotto l'ufficio.A seguire dibattito e commenti
Ore 18.30: collegamento in chat
Ore 19.00: masterizzazione di tutti gli mp3 scaricati da internet

Lo so è un duro lavoro, ma solo io lo potevo fare: il più irresponsabile di tutti i responsabili, il più grosso equivoco di team leader del mondo.  Peccato che la settimana prossima ormai la pacchia sarà bella che finita...

Ps. Stesera si gioca la Supercoppa: Inter-Roma. Per me è un derby visto che il capo è pure neroazzurro. Daje regà, non famo scherzi: forza lupi! Poo-popopopo-poo-poo poo-popopopo-poo-poo

Pps: Ecco, come non detto: abbiamo perso 4-3 dopo che eravamo in vantaggio 3-0. Cominciamo bene sta stagione... Beh, almeno è stata una bella partita. Forza Roma sempre!

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