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RivalutazioniS. mi si avvicina ieri pomeriggio, dopo la pausa pranzo. Bionda di tinta appena ripassata, viso abbronzato da settimanali lampade, una scollatura profonda a mettere in risalto il bel seno. Seno che non nasconde mai, in nessuna stagione, in nessuna occasione. - e perché dovrei?- dice sempre. Poi tira fuori la lingua, come una bambina monella.
Mi si avvicina e io sono stanca, nervosa, raffreddata, stracarica di lavoro. Si siede sulla mia scrivania, porta i tacchi alti, accavalla le gambe, sfodera uno splendido sorriso.
- vieni a pranzo a casa, domenica? Mia madre ti fa la pasta con le polpette. Ti piacciono le polpette? No perché se non ti piacciono puoi semplicemente scartarle, eh! Ci vieni, a casa mia?
S. una volta mi ha chiesto chi era Napolitano. L’ha fatto con una tale ingenuità che non mi è venuto neanche da scandalizzarmi, perché S. è questa la reazione che provoca negli altri: tenerezza ma distacco. Come le ragazzine.
S. non solo ignora chi sia Napolitano, ma diverse volte ha dimostrato senza vergogna alcuna la sua totale mancanza di conoscenza su argomenti di attualità, costume, televisione, cronaca. La verità è che io mi sono sempre chiesta cosa cazzo facesse S. tutto il giorno, da non riuscire neanche che so… a sentire nominare la strage di Erba. Dove diavolo vivesse, S.
E così mi sono ricordata di tutte le volte che l’ho snobbata per questo, che la sua compagnia mi è risultata quasi un onere, di tutte le volte che ho rifiutato i suoi inviti di uscita, lei che cerca sempre di integrarmi con il suo gruppo di amici e portarmi a fare quelle cose che odio, tipo andare a ballare. Lei che mi pensa sempre, mi chiama per ogni evento, si preoccupa sempre che io non mi senta sola.
Mi è venuto in mente tutte le volte che sono stata spietata, quando la sua totale mancanza di cultura mi ha fatto alzare su un piccolo piedistallo e me l’ha fatta guardare dall’alto in basso, con il suo seno in fuori, la sua esuberanza un po’sciocchina. Di tutte le volte che mi sono vergognata di lei e per tutte le volte che mi vergognerò anche in futuro di farmi vedere con i suoi amici, così rozzi, così poco composti, così poco brillanti.
quante volte, sopravvalutiamo certe caratteristiche e ne condanniamo altre.
- S.- Le chiedo: - ci verresti con me al concerto dei Baustelle? - di chi? Cavolo… ma tu un Biagio Antonacci mai, eh??? E che palle!
Sorrido dolcemente
- ci vengo molto volentieri a mangiare le polpette da te. Grazie. - di niente, amorino. Scende dalla scrivania. |
Inviato da: oderc_c
il 11/11/2010 alle 14:23
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il 11/11/2010 alle 00:30
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