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OLBIA,GALLURA, Carlo Palitta Il re del bisturi Morto in casa chirurgo plastico

Post n°110 pubblicato il 29 Dicembre 2009 da olbiesi

 da La Nuova Sardegna MARTEDÌ, 29 DICEMBRE 2009

Il re del bisturi Carlo Palitta

Morto in casa chirurgo plastico

291209 ol medOLBIA. Lui “allungava” la vita degli altri, quella di chi non si arrende al tempo che passa, quella di chi non accetta le proprie imperfezioni fisiche e, eliminandole, cura più la mente che il corpo. Di inestetismi ne ha cancellati a centinaia, negli ultimi 25 anni, lui primo e unico chirurgo plastico di Olbia. Ha rifatto visi, seni, anche nasi, come quello di un ragazzo che giusto ieri mattina lo cercava per farselo sgonfiare. Carlo Palitta, la sua vita, l’ha conclusa ieri a 53 anni, morto dal giorno prima nella sua casa-studio di via Menotti, una traversa di viale Aldo Moro.
 Ucciso da un infarto o dalle medicine, quelle che lui usava per professione, quelle che l’hanno tradito o a cui ha chiesto una mano per sempre. «Non possiamo assolutamente dire che è un suicidio, sarà il medico legale a stabilire domani (oggi, ndr) come è morto. Potrebbe averne preso una dose eccessiva per errore. Possiamo escludere con certezza che si tratti di morte violenta» dice Fernando Spinicci, capo della polizia.
 E’ una storia che ne porta dentro di sé altre, che può essere raccontata non tanto per il giallo che la circonda, ma per la vita stessa di Palitta, per il fatto che ha aiutato molte persone a trattenere l’illusione della giovinezza, o a mascherare qualcosa che disturbava il rapporto con se stessi e gli altri. Era una figura di riferimento sociale, a suo modo, con attività svolta a Olbia, Cagliari, Milano, Palermo. Ieri mattina, dopo che l’allarme era stato dato dai collaboratori cui non rispondeva al cellulare, a decine sono arrivati davanti alla sua casa, increduli, sgomenti, appunto come si può esserlo solo per qualcuno che ha un ruolo “pubblico”, riconosciuto. (g.pi.)

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OLBIA. Il Pdl è prigioniero politico. Ma vittima della sindrome di Stoccolma

Post n°108 pubblicato il 23 Novembre 2009 da olbiesi
 

 

 da La Nuova Sardegna LUNEDÌ, 23 NOVEMBRE 2009

Delogu: «Pdl, spettacolo pessimo»

Il coordinatore regionale boccia gli ultimatum e sdogana il gruppo ribelle

1 pol 231109 2 221109 3 221109

di LUCA ROJCH

OLBIA. Il Pdl è prigioniero politico. Ma vittima della sindrome di Stoccolma fa anche la parte del carceriere. L’ultimo capitolo della telenovela pulp del centrodestra fa sussultare anche l’imperturbabile Mariano Delogu. Il coordinatore regionale boccia gli ultimatum e cerca di bloccare i kamikaze azzurri pronti a fare saltare la maggioranza.
 Il coordinatore regionale del Pdl, con più equilibrio di un funambolo sul filo, fa capire di non gradire l’anarchia del Pdl in città. Difficile anche per lui ricordare la trama della teleromanzo delle libertà. Delogu ha fatto finta di non vedere le bottigliette volanti, ma davanti al partito che si frantuma e si lancia ultimatum, si scomunica, si sfiducia e si rimpasta senza sosta, sceglie di intervenire. «Forse c’è qualcuno che crede di essere il padrone del vapore a Olbia, ma non è così - dice Delogu -. Serve moderazione. In questo modo si fa tutti una figura pessima. Se vedo due che si picchiano non mi viene in mente che uno sia una brava persona e l’altra un delinquente. Gli ultimatum non possono essere dati da una parte della maggioranza all’altra, né si può chiedere di rinnegare a assessori. La lite va avanti da troppo tempo, da quando sono coordinatore. Uno dei miei primi atti è stato andare a Olbia, credevo si fosse tutto risolto grazie anche alla mediazione di Giovanelli. A questo punto siamo arrivati a un livello non più accettabile. Il punto principale è che qui si devono fare non gli interessi dei gruppi, ma della città. È questo che viene del tutto trascurato da chi lancia ultimatum. Alla gente non interessa sapere chi è il presidente di una commissione, vuole che la città cresca».
 Delogu interviene anche sulla possibilità di creare gruppi all’interno della maggioranza. «È chiaro che si deve tendere al gruppo unico del Pdl - spiega -. Questo non significa che non si possono fare altri gruppi se si sente la necessità. Sono convinto che si debba andare oltre. Non spetta a me giudicare o entrare nel merito di questa vicenda. Non è il compito del coordinatore. Io ho fatto per molti anni il sindaco a Cagliari. Questa lotta che paralizza la città da troppo tempo non piace e danneggia Olbia. Al cittadino non interessano diktat e ultimatum, né le piccole beghe dei consiglieri, ma solo quello che viene fatto». Intervento autorevole, non autoritario di Delogu. All’ombra di questa infinita lotta fratricida che vede le anime della maggioranza dilaniarsi e il sindaco Gianni Giovannelli in affanno nel cercare di tenere unita la squadra di governo rimane la città. Spettatrice che forse non ha più voglia di sorridere.

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OLBIA. Dalle bottiglie volanti alle secchiate di fango. La capacità autodistruttiva del Pdl

Post n°107 pubblicato il 22 Novembre 2009 da olbiesi
 

 

da La Nuova Sardegna DOMENICA, 22 NOVEMBRE 2009

Gianfranco Bardanzellu dà l’ultimatum: «O si scioglie il nuovo gruppo o sono fuori dalla maggioranza»

Comune, nel Pdl è di nuovo guerra

Gianni Giovannelli: «Nessun rimpasto per i Liberi nelle commissioni»

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di LUCA ROJCH
 OLBIA. Dalle bottiglie volanti alle secchiate di fango. La capacità autodistruttiva del Pdl non conosce ostacoli. Ora arriva a dichiararsi guerra da solo e darsi anche un ultimatum. Lunedì la maggioranza si autodistruggerà in consiglio comunale. Forse. Tutta colpa delle commissioni e di un partito che ha un concetto originalissimo della verità. Come dimostra la riunione di maggioranza che deve somigliare a un’esperienza mistica, ascetica, lisergica. Ognuno la ricorda e la racconta a modo suo.
 La riunione quasi sembra svolgersi in dimensioni parallele. Il sindaco Gianni Giovannelli ne dà una versione latte e miele. Il consigliere regionale Gianfranco Bardanzellu lotte e fiele. Non solo questione di sfumature. Sul tavolo la richiesta dei sei consiglieri di avere più spazio nelle commissioni. La risposta somiglia a un atto di guerra, che è difficile anche da capire. Il sindaco si limita a un elegante. «Nessuna concessione». Il consigliere, anima nizziana della maggioranza, va oltre. «Se entro lunedì non rientrano nel gruppo sono fuori dalla maggioranza». In mezzo una serie di interpretazioni, telefoni muti, silenzi imbarazzati, mezze verità. Il risultato è elementare. Il centrodestra è di nuovo in guerra, sempre che qualcuno abbia creduto alla pace. Alla riunione di maggioranza non si presentano i sei che hanno formato un nuovo gruppo “Liberi nel Pdl”. Nelle mani del presidente del consiglio Tonino Pizzadili la lettera con cui vengono comunicati i nuovi consiglieri da inserire nelle commissioni. La loro assenza alla riunione viene accolta con entusiasmo. Il capogruppo del Pdl, Settimo Nizzi, non sembra felicissimo della mossa dell’altra anima del Popolo delle libertà e guida la carica. La richiesta di modificare gli assetti delle commissioni per avere un consigliere in ognuna viene affondata da tutti in modo unanime. Ma si va oltre. «Abbiamo deciso che i sei consiglieri devono rientrare nel gruppo unico entro lunedì e di non accogliere la loro richiesta di modifica delle commissioni - dice Gianfranco Bardanzellu, Pdl -. Se questo non dovesse accadere saranno fuori dalla maggioranza. Abbiamo dato mandato al presidente del consiglio, Tonino Pizzadili, di preparare già le commissioni senza i nomi dei sei ribelli. Ma questo lo avrà detto anche il sindaco. I “liberi”, saranno liberi di andare con l’opposizione. Siamo determinati e uniti. Abbiamo anche chiesto che se non si dovessero ravvedere anche i loro assessori di riferimento dovranno pubblicamente rinnegarli». Galileo docet. In attesa di vedere gli assessori abiurare le tesi eretiche di una parte della maggioranza si fa quasi fatica a credere che il consigliere Bardanzellu e il sindaco abbiano partecipato alla stessa riunione. «Nessuna richiesta di sciogliere il gruppo “Liberi nel Pdl” - dice Giovannelli -. È lecito che un gruppo desideri distinguersi. Non entro in questa legittima esigenza. Ma la maggioranza ha deciso che un nuovo rimpasto delle commissioni non può essere fatto, per diversi motivi. Per prima cosa se i consiglieri seguissero questo esempio si potrebbero avere sette gruppi di maggioranza. Poi non si può continuare ad andare avanti con tatticismi e richieste che ci paralizzano. Bisogna lavorare. Se loro non dovessero accettare queste condizioni è evidente che si assumeranno gravi responsabilità. Ma sono sicuro che in loro non c’è una volontà scissionista. Ho parlato con loro e sono propositivo. È improprio anche pensare di chiedere a un assessore di rinnegare un gruppo. Gli assessori non rispondono a gruppi, ma al sindaco che li ha scelti». Giovannelli nega che ci siano stati ultimatum. Va oltre e cerca di spiegare il suo no al rimpasto delle commissioni. «Loro sono rappresentati in modo adeguato. Hanno due presidenti di commissione, Luciano Lombardo alla Cultura e Marco Buioni all’Ambiente - spiega il sindaco -. Non capisco perché portare avanti una richiesta simile. Se devo essere sincero sono stanco di queste contrapposizioni. Non posso curare i mal di pancia. Faccio il sindaco e non li dottore». Domani in consiglio comunale si rischia di assistere a una nuova puntata della telenovela al veleno nel Pdl. In una guerra che somiglia a una lenta agonia. Il sindaco cerca di mantenere in vita la sua maggioranza cadavere. Difficile riuscire a fare nello stesso tempo il generale di due eserciti in guerra tra loro. Il primo cittadino comincia a infilzarsi con la sua spada. Labirintite di massa. E ora nel gruppo dei sei qualcuno propone di cambiare nome da “Liberi nel Pdl” in “Gli orfani di Giovannelli”.
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 da La Nuova Sardegna DOMENICA, 22 NOVEMBRE 2009

Pino Masala: «Noi fedelissimi del sindaco»

Il capogruppo dei sei dissidenti sceglie la linea della diplomazia

5 221109OLBIA. Rimangono i fedelissimi di Giovannelli, anche se in questo momento si sentono un po’ come l’amante tradita. I sei consiglieri in fuga dal gruppo unico sembrano sereni. Come se la rivolta del resto della maggioranza non li riguardasse. Difendono le loro scelte, ma non vogliono lo scontro frontale. Anche il pirotecnico capogruppo, Pino Masala, predica pace come un asceta tibetano.
 «La nostra assenza alla riunione non era polemica - spiega Pino Masala -. Eravamo quasi tutti al lavoro, la convocazione è arrivata troppo tardi. Abbiamo informato il sindaco e abbiamo chiesto di spostare l’incontro nel pomeriggio o lunedì mattina. Non capisco perché ci si agiti tanto. Abbiamo presentato una banale richiesta al presidente del consiglio Tonino Pizzadili, che come prevede lo statuto deve ratificare i nomi nelle commissioni. Non capisco perché la maggioranza si agiti tanto». Masala mostra anche aperture. «Non ci vogliamo entrare a tutti i costi nelle commissioni - continua -, ma questa è una richiesta presentata al presidente del consiglio e non al sindaco. Se non lo farà significa che Pizzadili verrà meno ai suoi doveri istituzionali». Il capogruppo risponde anche alle accuse di voler spaccare la maggioranza. «Noi saremo sempre leali con Gianni Giovannelli - continua -, come abbiamo sempre fatto. In ogni momento. Se ci saranno cose che non ci piacciono lo diremo. Ma mi sembra faccia parte della normale dialettica di un partito forte. Non facciamo agguati, non è nel nostro stile. I frondisti ora sono rientrati nella maggioranza, non vogliamo subire la loro maggioranza. Mi sembra normale. Noi vogliamo fare politica. Rispondere alle priorità che ha la città, senza subire posizioni di chi si atteggia da leader. Siamo serenissimi e non cadremo in provocazioni che fanno male al partito e alla maggioranza». (l.roj)
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da La Nuova Sardegna DOMENICA, 22 NOVEMBRE 2009

Sole di Gallura, scatta l’allarme

Residenza per anziani: fra Fenice e Asl convenzione in scadenza

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di ALESSANDRO PIRINA
 OLBIA. Cinque anni di passione. Un mix di successi e di situazioni dolorose. La Rsa Sole di Gallura ha concluso la sua quinta stagione. Un percorso non sempre facile. L’inaugurazione in grande stile nel 2004, ma poi il rischio chiusura tre anni dopo.
 Oggi i numeri parlano a favore della residenza sanitaria assistenziale: 75 ricoverati tra portatori di handicap, anziani e pazienti psichiatrici, 60 tra dipendenti e collaboratori. «Siamo un patrimonio per l’intera Gallura», definisce la Rsa Gianfranco Nizzardo, presidente della cooperativa «La Fenice», che gestisce la residenza di via Tavolara. Un patrimonio che non può andare disperso, è il suo discorso sottinteso. Il 31 dicembre scade la convenzione della coop con la Asl, a sua volta titolare di un contratto con l’Inail, proprietario dell’immobile. Una scadenza che crea un pò di allarme all’interno della residenza. Nei giorni scorsi Nizzardo ha incontrato l’assessore regionale alla Sanità, Antonello Liori, e a breve si vedrà con Giovanni Antonio Fadda, commissario della Asl gallurese. Il presidente della Fenice farà valere non solo i numeri della Rsa, ma anche il fatto che tutti gli interni della struttura sono di proprietà della cooperativa, acquistati all’asta dopo la fine della precedente gestione. Insomma, la Fenice vuole continuare a guidare la Rsa di Olbia, che insieme a quella di Padru, è l’unica di tutta la Gallura.
 Una struttura che, oltre a ospitare i pazienti, ha al suo interno cinque associazioni (Avo, Soccorso sardo, Genesi, Acat, Alzheimer), più le aree per fisioterapia e attività educative, bar e cappella. «Ormai anche a Olbia - spiega Nizzardo - l’ospedale cura i casi acuti, come già avviene al Giovanni Paolo II e più avanti al San Raffaele, mentre le strutture residenziali, come le rsa, si collocano in una posizione intermedia, e accolgono le persone in fase sub acuta per riabilitarle e farle rientrale a casa. Con un notevole risparmio. Il costo sanitario a carico della Regione per gli anziani inseriti in Rsa è ora sui 65 euro al giorno contro i 700 per una degenza ospedaliera».

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OLBIA, l’hotel ristorante «Gallura»? Il celebre locale di Rita Denza e Arnaldo Pascal, incastonato in un palazzetto vecchio di d

Post n°106 pubblicato il 21 Novembre 2009 da olbiesi

da La Nuova Sardegna VENERDÌ, 20 NOVEMBRE 2009

«Ecco i veri conti del Gallura»

Battaglia in tribunale per lo sfratto del ristorante

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 OLBIA. Un mare di carte bollate e un quesito cruciale: ma quanto paga, o dovrebbe pagare, di affitto l’hotel ristorante «Gallura»? Il celebre locale di Rita Denza e Arnaldo Pascal, incastonato in un palazzetto vecchio di duecento anni, al Corso, si trova al centro di un’annosa querelle giudiziaria e ora rischia lo sfratto. Nessun accordo sulle cifre da pagare per un nuovo contratto, sui lavori da svolgere e su quelli già svolti nell’edificio malconcio, così i proprietari e i titolari dell’albergo sono ai ferri corti. Un braccio di ferro silenzioso per sette anni, ma ora finito sulle pagine del giornale e sulla bocca di tutti. «L’intenzione mia e di Rita Denza - spiega l’avvocato Angelo Achenza, difensore dei titolari del Gallura - non era alimentare polemiche con la controparte in giudizio, piuttosto sensibilizzare gli amministratori e la comunità sul serio rischio che un locale di enorme prestigio sia costretto a lasciare la sua sede storica».
 L’avvocato, sommessamente, ritorna sulle affermazioni dei proprietari dell’immobile (la famiglia Nurra) rivelando anche ulteriori dettagli sulle cifre in discussione. «In primo luogo - dice Achenza - stiamo parlando di un palazzo di circa 1000 metri quadrati e non di 540, come invece afferma la controparte sostenendo che il canone richiesto sarebbe 8.300 euro al mese. Cifra che non risulta negli atti giudiziari. Risulta invece una richiesta di 10.300 euro al mese, che però non tiene conto dei lavori di ristrutturazione effettuati nell’edificio. Lavori che l’impresa ha stimato in 250mila euro e che la proprietà non solo non intende effettuare ma neppure considera nel calcolo del canone d’affitto». Altro problema, il prezzo di una eventuale vendita. «I proprietari - precisa l’avvocato Achenza - parlano di due milioni e 100mila euro sostenendo che si tratta di un prezzo inferiore al valore di mercato. Peccato che proprio di fronte al Gallura, l’ex Banco di Sardegna è stata di recente venduta a un milione di euro per 1100 metri quadrati». Infine l’affitto pagato attualmente. «I proprietari farebbero meglio a non sfiorare neppure l’argomento», è l’unico commento dell’avvocato Achenza. (m.b.)

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OLBIA GALLURA Il sindaco: «Salvata la sede dell’ente foreste, i dipendenti lavoreranno all’artiglieria»

Post n°105 pubblicato il 27 Aprile 2009 da olbiesi

 

 da La Nuova Sardegna LUNEDÌ, 27 APRILE 2009

CRESCE IL PARCO FAUSTO NOCE

La Regione cede l’area del vivaio al Comune

Il sindaco: «Salvata la sede dell’ente foreste, i dipendenti lavoreranno all’artiglieria»

  2 ol 270409  3 ol 270409 1 ol  270409di Luca Rojch

OLBIA. Un Fausto Noce extralarge. Il giardino nel cuore della città diventa sempre più grande, ora ingloba anche l’area del vivaio forestale. La zona che a lungo è stata gestita dall’ente foreste, passa nelle mani del Comune. In cambio l’amministrazione cede alla Regione 70 ettari fronte mare a Cugnana. Terreni che erano stati confiscati alla mafia. Nell’epoca hi-tech si ritorna al baratto. Il Comune è certo di avere fatto l’affarone. La Regione pure. I forestali verranno spostati a Cugnana. Ma prende corpo un progetto portato avanti dal sindaco Gianni Giovannelli per trasformare la città in uno dei centri più verdi dell’isola.
 Accanto alla creazione di un super parco Fausto Noce, Giovannelli vuole coinvolgere l’ente foreste anche nella cura dei nove ettari dell’ex Artiglieria. «Non solo - aggiunge il sindaco - gli uomini dell’ente foreste sono già a lavoro in 21 cortili di scuole e aree comunali. Li trasformeranno in piccoli parchi. Un accordo che abbiamo trovato con la Regione, per la città un valore aggiunto. I cantieri sono già aperti e gli operai al lavoro. Basta osservare il cortile della scuola di via Vignola. Credo che l’ente possa intervenire anche per il recupero dell’area dell’ex artiglieria. Una sfida per tutta la città. Sono convinto che una zona così pregiata possa essere curata anche dagli uomini dell’ente foreste». La delibera della giunta regionale del 20 aprile ha formalizzato lo scambio delle due aree. Un percorso cominciato dalla giunta Soru e portato a termine da Cappellacci. Il sindaco è certissimo che l’assorbimento del vivaio nel parco non cancellerà il presidio della forestale in città.
 «Nessun dubbio - continua -. Per prima cosa ho avuto rassicurazioni dal presidente dell’ente foreste Carlo Murgia che la sede di Olbia non verrà soppressa. Ci sono diverse proposte che vengono esaminate. Per prima cosa il vivaio sarà inglobato, ma non cancellato. L’edificio resterà a disposizione dell’ente e potrebbe diventare un’area didattica in cui portare le scuole». L’amministrazione è in contatto con l’assessore provinciale all’Ambiente Pierfranco Zanchetta per far intervenire l’ente foreste anche per la gestione del parco del Pardongianus.
 «Il progetto lo portiamo avanti da un po’ di tempo - continua -. Se riusciremo a trovare un accordo con la Provincia si potrebbe rivitalizzare anche il parco del Padrongianus. Una delle aree naturalistiche più belle della città. A Olbia c’è un distaccamento dell’ente foreste, quando la cessione del Fausto Noce è diventata concreta ci siamo preoccupati di non perdere il presidio e i posti di lavoro. Abbiamo posto come condizione la difesa di chi lavora nel presidio. Per questo abbiamo cercato di conciliare la professionalità con le esigenze della città. I cortili delle scuole erano trascurati, in questo modo diventeranno dei giardini. Nello stesso tempo si potrebbero recuperare due aree vitali, il parco Padrongianus e l’ex Artiglieria».
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