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A TUTTO CAMPO CON LUCA CHIABOTTI

Post n°37 pubblicato il 22 Settembre 2006 da JayVincent

L'Olimpia ma non solo.
Il campionato che sta per partire, i giocatori, le strategie.
Ne parliamo con Luca Chiabotti, caporedattore e prima firma sulla Gazzetta dello Sport per quanto riguarda il basket.


D: Ci avviamo verso l'inizio della stagione 2006/2007. Sembra cambiato poco, in realtà è successo molto.
Quali sono le tue impressioni sulle attuali forze in campo?

R: Nonostante i molti cambiamenti, le squadre migliori della passata stagione, alla fine, lo saranno anche quest'anno, con qualche incognità in più per la Fortitudo.


D: In casa Fortitudo, per anni, Seragnoli ha garantito investimenti, sicurezza, competitività.
Come cambiano le prospettive con l'arrivo di Martinelli?

R: Cambia soprattutto la struttura della società più della squadra che è comunque, come sempre con Martinelli, ottima. Il problema è capire quale tipo di futuro avrà la Fortitudo senza Seragnoli, e verificare se i tagli fatti non finiranno per pesare anche in campo.


D: A Treviso peserà di più l'assenza sul campo di Bargnani e Siskauskas o quella dietro la scrivania di Gherardini?

R: discorso simile alla Fortitudo. Gherardini è, per molti aspetti, l'unica perdita insostitubile di Treviso, visto che è stato unico il suo modo di concepire il lavoro di g.m. e organizzare la società. Per quanto riguarda la squadra in sé, Andrea Fadini ha sempre costruito ottime formazioni e mi sembra che, anche quest'anno, abbia pescato un buon jolly con Lyday (un po' meno con gli altri...). Complessivamente, Treviso è meno forte e non potrebbe essere altrimenti senza stravolgimenti di budget (Bargnani costava pochissimo...).


D: Roma ha passato l'estate a rincorrere Belinelli, poi sfumato. Ora sembra essere la meno pronta, nonostante il nuovo coach. Quali prospettive per la squadra di Repesa?

R: ovviamente bisogna aspettare di conoscere i due giocatori da quintetto che deve ancora prendere (dubito che Moiso resti). Repesa può piacere o meno ma è un allenatore. Cioè un tecnico che insegna il gioco e dà un'impronta originale alle sue squadre. Farà fatica ma andrà bene.


D: Dovendo stilare una griglia di partenza, chi vedi in pole position per lo scudetto? E chi subito dietro? Ipotizza le prime tre file.

R: Sulla carta, e con i giocatori presenti oggi, prima fascia con Fortitudo, treviso, Napoli poi Roma, Milano, Siena probabilmente la Virtus e Udine. Non so valutare ancora Siena, da come sta giocando, Napoli è quella che preferisco ma debutta in Eurolega e penso che sia troppo pesante darla favorita. Milano ne sa qualcosa. Quest'anno, non fare la coppa, darà problemi di abbondanza e gestione a Djordjevic ma anche un grande vantaggio rispetto alle avversarie scudetto. (P.S. peraltro, una grande squadra diventa tale solo facendo l'Eurolega con una mentalità diversa da quella dell'Armani 2005-06).


D: I tifosi milanesi contestano da tempo l'operato del GM Gino Natali. Non ritieni che il suo modo di costruire le squadre, inclusa quella di quest'anno, sia in controtendenza con le esigenze del basket di oggi?

R: Al contrario. Natali, come ormai molti manager in Italia, va a prendere giocatori conosciuti da altre squadre italiane. Mi sembra la tendenza degli ultimi anni. Che sia d'accorodo o meno, è un altro discorso. Di certo non è il modo per ottimizzare qualità e prezzo, perché così si spende di più. Ma in una società con un presidente-tecnico come Corbelli e Djordjevic allenatore, credo che le scelte strategiche di mercato siano condivise e quindi vadano bene a tutti.


D: Domanda secchissima. Bulleri: incompiuto o incompreso?

R: Né l'uno né l'altro. Bullo si trova nella delicatissima situazione di chi non è stato all'altezza delle aspettative negli anni in cui, prima Treviso, poi la nazionale, poi Milano, avevano puntato molto su di lui. Fossi stato Recalcati, anche per questo, lo avrei portato al mondiale ma, probabilmente, l'essere stato fermo lo ha aiutato a mettere in ordine le cose. Non sono convinto, invece, che l'acquisto di Garris e Green gli dia la necessaria serenità in campo. Comunque Bullo è un grande.


D: Sasha Djordjevic dice che vuole dare all'Olimpia 2006/2007 una fisionomia D'Antoniana. Corsa, aggressività, velocità.
Il roster attuale, a tuo parere, è funzionale allo sviluppo di questo gioco?

R: Sasha lo dice dal primo minuto in cui è diventato allenatore, poi ha dovuto subito cambiare strada. Tanto per cominciare, per essere dantoniani ci vuole Steve Nash... Al di la delle etichette, credo che Djordjevic tenterà di dare questa svolta ma che tutto dipenderà dal numero di palle perse e dalla difesa. Cioè dalla maturità e coesione della squadra. Non sarà un processo facile se, come abbiettivo, hai anche il lancio definitivo di Gallinari ala piccola.


D: Travis Watson e Joseph Blair: qualcuno li vede il 4 e il 5 della nuova AJ, qualcuno crede non possano giocare insieme. Da che parte stai?

R: Sono chiaramente in alternativa. Diciamo 20' a testa. Potrebbe essere la grande forza ma, anche, il grande equivoco di Milano come Bulleri-Garris. Tra l'altro, l'Armani, come n.4, ha due giocatori che, sulla carta, non valgono quelli delle avversarie scudetto (per intenderci, Goree, Sesay, Bluthenthal o Mancio etc.).

 
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