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LA COPERTA CORTA

Post n°69 pubblicato il 16 Febbraio 2007 da JayVincent
Foto di JayVincent


Arriva il derby contro Varese, domenica sera al Forum, e contemporaneamente arriva anche l’infortunio muscolare di Joseph Blair, che lo toglie di mezzo per circa un mese, almeno così si sussurra.
Infortunio coperto da un certo mistero, perché la notizio mi è giunta dal solito rovistamento in rete, dato che il nostro sito ufficiale non ne fa menzione.
Forse è uno scherzo architettato ai danni di Magnano, forse Gino Natali sta provando a riproporre uno degli scherzi che il buontempone Sabatini gli ha rifilato a raffica nella kermesse delle Final Eight.
Tatticamente l’infortunio di Blair è un problema, nel senso che grazie alla prodigiosa lungimiranza della nostra dirigenza ci troviamo a giocare con due soli lunghi di ruolo, Schultze e l’indemoniato TJ Watson.
E nella fattispecie è un peccato perché proprio i lunghi erano stati la chiave della vittoria a Masnago nel girone di andata, quando proprio Joseph servì la sua migliore prestazione in maglia Olimpia, con 26 punti, 8 rimbalzi e un irreale 11/12 dal campo.
Lo spot della sua prestazione fu quella volata sui 28 metri di campo in contropiede, chiuso in bimane su assist di Garris.
Quella azione fu davvero una tiepida speranza esplosa nei nostri cuori.
Da allora ne è passata molta di acqua sotto i ponti.
Il reclamizzato gioco in velocità è stato sostituito da una pallacanestro molto involuta, con tanti, troppi, momenti in cui più che la Philips di Mike D’Antoni sembravamo il Limoges di Bozo Malijkovic.
Il brillante Blair di inizio stagione ha via via perso impatto e condizione, un Tusek minimamente incoraggiante è stato scaricato senza sostituto e Danilo Gallinari ha continuato a crescere fino all’esplosione nei recenti giorni.
Insomma, come si può notare la coperta è corta nel reparto lunghi, ed è un peccato che proprio contro Varese non si possa approfittare di una superiorità molto marcata sotto le plance.
La differenza può farla, ancora una volta, Gallinari da 4? Forse si, dato che alla provvidenza del talento non c'è limite, ma secondo me meno che in altre partite.
E comunque a Milano si dice “offelee fa el to mestè”, e quindi non dovrebbe essere Danilo il paravento della situazione attuale.
Bensì bisognerebbe domandare al nostro GM come pensava di cavarsela nel momento in cui ha spedito il pur deludentissimo Tusek a Malaga senza un piano B.
Lasciando che Erazem Lorbek, propostoci come pedina di scambio per il nostro Barbapapà sloveno, andasse a Treviso.
Proprio quel Lorbek che, in questi giorni, ha messo a nudo l’ennesima pecca del movimento italiano.
La coperta è corta, cortissima, anche per il signor Prandi, sotto i cui occhi si è palesata l’ennesima figura imbarazzante: diciottesimo o diciannovesimo tesseramento?
Ora è tutto un fiorire di “mah” “boh”, “non so”.
La cosa grave non è certo la presunta buona o cattiva fede di Treviso e di Fadini, quanto il fatto che chi vede passare e depositare i contratti non si sia reso conto dell’anomalia.
E se l’anomalia era difficile da riscontrare, significa che le regole non sono chiare, o peggio, sono interpretabili.
E l’interpretabilità di una regola è l’anticamera del caos, visto che nel movimento pallacanestro nostrano si annidano personaggi che aspettano solo di scoprire il cavillo per trovare l’inganno.

 
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