Creato da: JayVincent il 07/03/2006
Tiri liberi sul mondo della Pallacanestro Olimpia Milano

Area personale

 

E-mail me @

starfish-and-coffee@libero.it
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
immagine
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 

 
« IL GIORNO DELLA MARMOTTAASFALTO »

MENS SANA IN CORPORE SANO

Post n°87 pubblicato il 25 Aprile 2007 da JayVincent

Milano finisce lunga distesa a Siena e fin qui non c’è nulla, ma proprio nulla di strano.
Anzi, volendo essere sinceri fino in fondo l’Olimpia che per due quarti sta attaccata alla capolista, ricucendo ogni tentativo di strappo, è stata ben oltre le mie aspettative.
Che non vogliono essere quelle di un pessimista, ma semplicemente quelle di chi ha preso coscienza da tempo del valore tecnico e morale della squadra.
In più, mentre i senesi sono Mens Sana di nome e di fatto, questa Olimpia non è sana nella tenuta mentale e tanto meno nel corpore.
Danilo Gallinari fermo per l’infiammazione al tendine rotuleo è un guaio di proporzioni notevoli, che ci leva contemporaneamente un terminale e un’arma tattica, seppur di minore impatto rispetto ad altri più marcati mismatch.
La partita finisce con l’intervallo, dopo il quale Siena cambia totalmente marcia, moltiplicando alla massima potenza l’intensità difensiva, perché offensivamente non rompono gli argini, tirando con percentuali nulla più che decorose.
Nel parziale di 20-4 ci sono molte (non) fischiate, c’è un cambio di metro piuttosto evidente, ma personalmente non me la sento di attribuire ai grigi il KO tecnico - perchè di questo si tratta - inflittoci dagli uomini di Pianigiani.
In quei due quarti da tregenda ci saranno anche fischiate tutte pro Siena, ma ci sono una cifra imbarazzante di palle perse, ci sono passaggi di una qualità tremendamente bassa, ci sono ricezioni approssimative, ci sono facce brutte e occhi vitrei.
Cose viste e straviste, cose che non cambiano da mesi nonostante coach Djordjevic mandi messaggi piuttosto chiari.
Plumari era stato il messaggio a Napoli, oggi ci sono Mercante e Marelli, passando per la conferenza stampa post Avellino: qui il problema è che a furia di mandare messaggi la stagione arriva alla fine senza che alcuno li abbia colti o, peggio ancora, che chi li deve capire li ha afferrati benissimo e anche da parecchio.
E allora?
E allora che Sasha Djordjevic si accomodi dietro i microfoni e spari le sue dimissioni oppure prosegua la stagione senza farsene un cruccio, ma con la consapevolezza di essere complice.
Perché, in fondo, è un po’ questo il ruolo che gli attribuirei se stessi scrivendo una sceneggiatura:
il complice
.
Sasha non è colpevole degli acquisti sbagliati, delle nefandezze compiute in sede di mercato, non è colpevole se i giocatori fanno la fronda o non seguono le sue direttive perché in società nessuno lo difende.
Non è colpevole se due personaggi a caso lo mettono sulla panchine della più gloriosa squadra d’Italia con la funzione di paravento di lusso.
E anche se avesse remato per esautorare Lardo, anche se avesse fatto la ronda, di certo non avrà puntato una pistola ai poveri Giorgio e Gino.
Però se si decide di stare in questo contesto si finisce inevitabilmente per sporcarsi le mani.
Allora, o di qua o di là. Le vie di mezzo non esistono.
Oggi l’Olimpia vede scoppiare il bubbone infetto che la affligge da settembre (ma in realtà, da molto prima), perché questa squadra non è neppure fortunata.
Forse sarebbe bastato qualche episodio più arridente, sarebbe bastato che gli infortuni non fossero una catena incredibilmente nefasta e magari si sarebbe potuti arrivare alla fine senza scoprire apertamente il bluff.
Più che probabilmente non si sarebbe vinto lo scudetto ma, ipotizzando uno scenario fittizio, a Europa e magari finale conquistata, si sarebbe potuto dire che l’Eurolega torna in città, si sarebbe affidato agli amici del re del marketing Galliani il compito di sbrodolare un po’, minimizzando le questioni meramente tecniche.
Invece siamo qui a patire, mettendo a repentaglio un secondo posto che, calendario alla mano e sullo slancio della vittoria contro la Virus, doveva essere poco meno di un obbligo.
Perché la fortuna aiuta gli audaci e non quelli poco capaci.
E se la sfiga ci vede benissimo, colpisce chi le cose non le fa per bene: le bugie hanno le gambe corte.
E forse è giusto così.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963