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PALLE

Post n°43 pubblicato il 23 Ottobre 2006 da JayVincent

Palle che girano.
Palle che non girano.
E palle che si perdono.
Le palle che girano sono quelle mie, perché quando credi di esserti tolto di dosso quel brutto vizietto di compromettere un cammino con topiche colossali, ci ricaschi come nel peggiore degli incubi.
Le palle che non girano sono quelle loro, cioè quelle della coppia Garris-Bulleri, che in due mettono insieme 48 minuti e 3 assist, creando – a quanto ho letto e sentito – tanto pompaggio e pochissimo gioco.
Le palle che si perdono, sono quel problema cronico che non riusciamo a risolvere, ma che almeno nelle prime tre partite si era provato a limitare.
I dati non erano stati eccellenti, ad esempio a Varese 20 palle perse nonostante la vittoria, ma già contro Scafati si era scesi sotto le 10, come obiettivo prioritario fissato da coach Djordjevic.
Invece? Invece ieri sera la squadra ne ha perse 24, un numero mostruoso, abbastanza ben distribuite tra lunghi e piccoli.
Record di giornata le 5 di un Bulleri in netta valutazione negativa (-8), anche se ciò che più fa male è la prestazione complessiva dei lunghi, assolutamente deficitari.
Inaccettabile che Blair e Watson, che devono garantirci una caratura maggiore in termini di peso e qualità, vengano fatti a pezzi dai mezzi lunghi della Sutor, sia detto con il massimo rispetto.
Il dubbio che si insinua è: fu vera gloria? Quella vista nelle prime giornate, intendo.
Non c’era da esaltarsi prima, non voglio abbattermi ora, però finchè non incontreremo squadre di peso, non so esattamente cosa pensare.
La sconfitta di Montegranaro fa male perché riapre vecchie ferite, vecchi modus perdendi.
Potrebbe essere invece un semplice incidente di percorso, e starà solo e soltanto a noi dimostrarlo tra una settimana a Udine, contro una squadra ferita che è lontana parente della splendida Snaidero che fu lo scorso anno.
Ripartiamo da lì, ripartiamo da una vittoria per consolidare classifica e sfruttare al meglio l’inizio di campionato piuttosto morbido.
In attesa di confrontarci con le grandi: perché probabilmente, solo scontrandoci contro i giganti capiremo quanto siamo alti.

 
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