Creato da: JayVincent il 07/03/2006
Tiri liberi sul mondo della Pallacanestro Olimpia Milano

Area personale

 

E-mail me @

starfish-and-coffee@libero.it
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
immagine
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 

 
« L'ERBA VOGLIOPALLE »

PER FARE L’ALBERO CI VUOLE IL SEME

Post n°42 pubblicato il 16 Ottobre 2006 da JayVincent
Foto di JayVincent

E forse, in data 15 ottobre 2006, il seme è stato messo nel terreno.
Se poi il terreno sia fertile, se il seme sia buono, se ci saranno intemperie e se i germogli saranno curati con amore e dedizione, questo non è dato saperlo.
Ma ieri sera, durante la partita di Varese, ho avuto per qualche istante la convinzione che sotto i miei occhi stesse nascendo qualcosa di importante.
Ben inteso, non sto parlando di qualcosa già pronta ad esplodere nella bellezza e nel fascino di un meraviglioso albero, bensì qualcosa di ancora giovane e delicato, in grado però di farsi immaginare.
Forse per la fluidità e la bellezza di quel meraviglioso giunco che risponde al nome di Danilo Gallinari, forse per la finalmente solida partita del baobab Joseph Blair.
O forse per la bontà del concime usato, non me ne voglia Kiwane Garris per l’accostamento.
Botanica a parte, il derby di ieri sera ha fatto vedere qualcosa di, per me, assolutamente inaspettato.
Una squadra che ha saputo uscire dalle difficoltà, ha lavorato ai fianchi l’avversario, mettendo insieme tante piccole cose che alla lunga sono risultate importantissime.
Fino al pugno del KO definitivo.
Molto, e di gran lunga, meglio rispetto al modesto esordio casalingo contro Livorno.
In questo bel collettivo c’è la firma di Garris, partito lento ma autore di un crescendo straordinario.
Ci sono quelle di Calabria, anche lui incerto all’inizio ma decisivo nel piantare due paletti nel cuore di Varese, e di Nate Green, molto più sprint rispetto alla prima e autore anche di 5 importanti assist.
C’è persino la firma di un Bulleri in versione utile, capace di accendere Blair e di dare un senso al suo palleggio spesso troppo infruttuoso.
E, uber alles, c’è un Joseph Blair da 26 punti, 8 rimbalzi e oltre 30 di valutazione.
La cosa che più mi ha fatto impressione sono state la rapidità e lo scatto con cui si è più volte fatto i 28 metri di campo - quella che per anni è stata la sua peculiarità - con grande freschezza e senza mai dare l’impressione di essere fisicamente in difficoltà.
Perché non può e non deve sorprendere che Blair vinca il duello nell’area pitturata contro avversari senza i centimetri e i chili per limitarlo; deve, anzi, diventare una normalità che spesso è venuta a mancare negli anni passati.

Tornando alla partita, un’altra cosa apprezzabile è il modo in cui siamo venuti fuori dalle difficoltà: nei primi due quarti l’inerzia è sempre stata dalla parte di Varese, con vantaggi elastici tra i 3 e i 10 punti.
Con Keys, Holland e Carter la Whirlpool fa canestro con troppa facilità, la difesa è lasca, l’attacco latita con il solito problema delle palle perse.
Ma all’inizio del terzo quarto, dopo essere sprofondati a -11, la partita gira.
Sono ragionevolmente certo che la squadra dello scorso anno, in quel preciso istante, avrebbe rischiato di disunirsi e imbarcare acqua, invece raccogliamo i frutti del lavoro fatto.
Varese cala in attacco, sale in cattedra Garris, Blair, Watson, Schultze e Gallinari tritano i lunghi di Magnano con una mattanza di punti in area colorata e non solo, con due triple devastanti di Kaiser Sven.
Il vantaggio si dilata rapidamente, Varese molla la presa e arriviamo spediti al +15, che si riduce nel garbage time anche a causa di un inutile fallo antisportivo commesso da Watson su Galanda.
A proposito di Jack… qualche argomento ce l’avrei, ma si dice che sia molto da signori non infierire.
È quello che farò.

In sostanza, ci sono più motivi di soddisfazione di quanto potessi immaginare, e senza lasciarsi travolgere dall'entusiasmo mi pare si possa essere ottimisti.
L'importante è che si dia continuità ai risultati e non si pensi nemmeno per un momento di bruciare le tappe.
Questa squadra ha ancora molto da lavorare, meccanismi da oliare e situazioni tattiche da chiarire.
Ma, come dicevo qualche tempo addietro, iniziare a mettere vittorie in cascina fa sembrare tutto più facile.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963