Creato da db_Donna_db il 23/03/2012

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CYBERSTALKING non diventare vittima, parlane

Post n°26 pubblicato il 07 Maggio 2012 da db_Donna_db
 

Cos'è il cyberstalking? Chi è lo stalker?

Cyberstalking e nuove tecnologie

Lo stalker, sebbene da poco abbia una nuova denominazione in inglese, fa riferimento a un individuo dai comportamenti ben noti. È colui che perseguita una persona (generalmente si tratta di colei o colui da cui è stato respinto) con telefonate, messaggi, inseguimenti che possono o meno sfociare in un contatto diretto. Non ci sono lesioni visibili a testimonianza di ciò che vive la vittima che vive in uno stato di malessere e di paura di qualcosa che incombe. Tutto ciò si traduce in ansia, l’attesa di una minaccia che potrebbe non concretizzarsi mai.

 

Quando le vecchie molestie incontrano le nuove tecnologie, nasce il cyberstalker.

 

C'è molta disinformazione sull'argomento, molti subiscono molestie di questo tipo perchè non sanno riconoscere lo stalking sul web;

POTREBBE SUCCEDERE ANCHE A TE...NON SUCCEDE SOLO AGLI ALTRI !!!

 

 

 

 

 

CYBERSTALKING non diventare vittima...parlane !!!

 

Cyberstalking è l’uso di internet per inseguire, pedinare, assediare, diffamare, minacciare, opprimere, molestare una persona.

Può comprendere la diffamazione, il costante controllo delle azioni virtuali della persona molestata.

Una serie di fattori chiave individuati nel cyberstalking sono:

- la diffamazione; molti cercano di danneggiare la reputazione della loro vittima e di volgere altre persone contro di essa (o esse). Pubblicano sovente informazioni false sui loro siti web. Creano pagine web, blog, siti allo scopo di danneggiare la reputazione della o delle vittime. Compiono affermazioni denigratorie e diffamatorie sulla vittima (o sulle vittime di un unico gruppo) su newsgroup, chat, forum, pagine facebook, social network , etc. Compiono affermazioni false e denigratorie su pagine pubbliche che rappresentano una immagine pubblica quali wikipedia e altre simili.

- lo stalker istiga altri a molestare la vittima (o le vittime); molti cercano di coinvolgere terzi nella molestia. Essi possono rivendicare di sentirsi danneggiati in qualche modo dalla vittima o da persone conosciute dalla vittima. In qualche caso lo stalker può postare informazioni private, non rintracciabili pubblicamente in nessun luogo, perfino il nome della vittima, la città e il luogo in cui abita, il suo numero di telefono, al fine di incoraggiare gli altri a unirsi nell’attività di stalking.

- lo stalker compie generalmente una falsa vittimizzazione; il cyberstalker sosterrà, al di là di ogni evidenza, che è la vittima ad averlo molestato.

 

Nella immagine gif, qui di seguito pubblicata, sono riassunte nozioni sui comportamenti dello stalker, per saper riconoscere e saper difendersi da queste molestie.

 

 

 

 

puoi copiare la gif e condividerla sulle tue pagine,

sul mio profilo, c è la gif adatta alle pagine con grafica sfondo bianco

 


Fonti:

http://www.criminalmente.it

http://femminismo-a-sud.noblogs.org/

 

 

I cyberstalkers anche sotto falso nome sono assolutamente individuabili

Quello di cui dovete tenere conto è che i criminali non sono delle cime e spesso non sanno che:

1] se attivano un profilo su un network in uganda sono comunque visibili anche al resto del mondo;

2] se attivano un profilo su un network o un qualunque account mail sotto falso nome e attraverso quello pensano di poter dire e fare quello che vogliono, sono rintracciabili a partire dall’utenza della quale si servono per le connessioni;

3] se anche sono in grado di anonimizzare il loro ip comunque sia si può tracciare un identikit di chi commette un crimine attraverso l’associazione di dati che solitamente vengono lasciati in giro, tutto cio' che si crede di aver cancellato, in realta' rimane indelebile e rintracciabile sul web;

4] il web è esattamente come il mondo reale e ciò che non si può e non si deve fare nel mondo reale non si può e non si deve fare neppure nel web;

5] la violenza sulle persone che si esercita attraverso il web è un crimine tanto quanto quella che si esercita sul piano reale. Chi pensa di avere garanzia di impunità perché si nasconde dietro l’anonimato o perché su internet lascia cadere tutte le briglie morali per dire e fare cose che nella realtà non direbbe mai (o che direbbe solo quando è certo di non avere testimoni), si sbaglia di grosso;

6] se mandano una mail minacciosa: quella mail parte da un ip, passa per l’azienda di telefonia dalla quale prendono la connessione, passa per il provider che gli ha concesso il servizio per mandare la loro mail, e nel frattempo lascia centinaia di tracce che portano dritto all’autore delle minacce.

7] se mandano un messaggio minaccioso su un network quel messaggio è associato all’ip dell’utente che ha attivato quel profilo, alla connessione dalla quale parte il messaggio, a mille altri luoghi sparsi fino ad arrivare, nel caso in cui usano un internet point invece di casa loro, ad un documento che obbligatoriamente deve essere consegnato nelle mani di chi gestisce il punto internet, e questo vale sia per i messaggi, per i pedinamenti  e gli appostamenti virtual;

Potremmo andare avanti per ore dicendo sostanzialmente che qualunque luogo i criminali frequentino per servirsene e mandare attraverso essi minacce, diffamazioni, ingiurie, persecuzioni, non garantisce loro nessuna impunità.

Di contro dovete sapere, e lo diciamo alle donne che possono subire violenza sul web, che la vostra privacy è sacra. Dovete fare attenzione a non usare internet come fosse casa vostra, facebook incluso.

Non vi stiamo chiedendo di mettere un burqa per la vostra sicurezza. Tutt’altro. Quello che tentiamo di fare è darvi le informazioni necessarie per garantirvi la possibilità di attraversare il web senza mai dover subire violenza da nessuno. Vi consigliamo però alcune strategie che usereste in qualunque altra circostanza.

Quando uscite la sera e andate in giro a socializzare non vi mostrate con la vostra carta d’identità appiccicata sulla fronte. Dunque non si capisce perché dovete fare conoscere alle persone che conoscete su internet non solo la vostra faccia ma perfino il vostro indirizzo, il vostro numero di telefono, la vostra data di nascita, la rete familiare che vi riguarda, i luoghi che frequentate, le scuole che avete frequentato, il vostro datore di lavoro, l’indirizzo del luogo in cui lavorate , i vostri gusti, etc etc etc. Non stiamo inventando nulla. Abbiamo soltanto elencato quello che vi chiede un network senza garantirvi alcuna sicurezza per la privacy, senza informarvi che quello che avete scritto può essere visibile a tutti, che il giochetto dell’amicizia a buon mercato vi può esporre alla presenza di persone che amiche non sono affatto.

Bisogna che ci facciate caso: tante donne, soprattutto quelle più consapevoli, quelle che temono per se e i propri affetti, non mettono alcuna foto, non scrivono alcun dato anagrafico, talvolta non usano neppure il proprio nome. L’anonimato, che abbiamo già spiegato non corrispondere ad un anonimato reale, in questo caso è una garanzia di privacy, una necessità per la propria sicurezza.

 

 

 

 
 
 
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