Creato da: mr.moho il 08/05/2005

Oltre la notte...
  ci sono viaggi che cominciano con uno scopo, altri che non hanno meta, non conoscono regole, semplicemente sono.

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Messaggio N° 6
16/05/2005 

 

Lilith

Nella confusa dimensione nella quale dimorava, il demone non poteva rendersi conto esattamente del concetto del tempo. Galleggiava  tra l'essere ed il non-essere, sospeso nella sua prigione, da tempo immemorabile. I tre angeli mandati dal Signore l'avevano incatenata con incantesimi potenti. Molto potenti. Semangelaf in particolare era stato efficace nel vincolarla al non ritorno. Il demone chiamato Lilith, spirito dell'oscurità in perenne ricerca di bambini da molestare, voleva fuggire. Lo voleva con tute le sue forze, memore del momento in cui il Signore, per punirla del suo amoreggiare con gli abominevoli demoni che dimorano nell'oscurità, le aveva tolto i suoi figli. Dio aveva decretato che lei, prima ed indomita moglie di Adamo, avrebbe dovuto scegliere, o tornare dall'uomo e generare con lui la popolazione della terra, o rimanere separata da tutto, priva dei suoi figli, dei suoi amanti ultraterreni, isolata nel suo nulla. Incatenata da incantesimi che non le permettevano neppure di comprendere la sua prigionia, Lilith rimase in attesa di qualcosa. Nella speranza di potersi vendicare. Bellissima e crudele, si avvolse nelle sue ali nere, ottenute pronunciando il vero nome di Dio, rabbiosa e fremente nella sua perfezione fragile, coprì le sue nudità con le soffici piume di quelle ali maledette ed attese.

I quattro ragazzi erano appena tornati da scuola. Il terzo anno del Liceo era più noioso ed impegnativo dei precedenti, forse perchè le loro vite si stavano facendo via via più complesse. Emil, il più vivace dei quattro, era entrato da poco in una fase della sua vita in cui tutto ciò che era sovrannaturale lo incuriosiva, contagiando i suoi amici con la sua bramosia di conoscere la demonologia e chissà quali segreti arcani. Aveva accumulato libri su libri in quell'ultimo anno, tutto ciò che aveva trovato sull'evocazione dei demoni. Molta era spazzatura, ma era comunque affascinante per lui e gli amici ficcanasare tra i testi polverosi trovati nelle bancarelle dei libri usati. Il grasso Philippe era stato a Parigi la settimana precedente, ed era entrato come suo solito in una delle botteghe che preferiva, un vecchio negozietto di libri e cianfrusaglie di Rue De Bordonne, gestito da un arcigno vegliardo che osservava tutti con distacco. Il vecchio non parlava quasi mai, osservava ed aspettava, quando qualcuno comprava qualcosa, giusto buongiorno buonasera e via. Philippe aveva trovato un piccolo tesoro, un paio di vecchi libri sporchi e maltrattati dal tempo contenenti un sacco di formule in lingue antiche, alcune in latino, altre addirittura in ebraico! Li aveva pagati poco ed aveva preso anche un paio di romanzi horror per confondere il vecchio, casomai questo sapesse cosa stava comprando, anche se questi si era limitato ad un secco " cinquanta franchi. Buongiorno". I ragazzi si diressero a casa di Jerome, il ragazzo figlio del droghiere. Suo padre era vedovo e loro solevano starsene nella casa deserta dove Jerome aveva l'abitudine di invitare sempre qualcuno, per non star solo, visto che tra le altre cose era figlio unico. La vecchia villetta era male in arnese, soprattutto perchè nessuno si degnava mai di perder tempo a ridipingerne gli infissi. Il droghiere aveva troppo da fare in negozio ed al bar per interessarsene, Jerome invece non se ne curava. A lui bastava sapere che c'era quello spazio dove nessuno li disturbava e lui poteva fare il "padrone di casa" invitando i suoi amici (e magari qualche ragazza se ne aveva l'occasione).

Nella cantina sotto la sua bottega, il vecchio mago attendeva. Osservava il lento evolversi degli eventi. In uno specchio d'acqua sotto la città egli sapeva evocare le immagini dei mondi e dei piani. Aveva lavorato bene, la sua oscura padrona lo avrebbe ricompensato. Ora non restava che aspettare che quegli inutili marmocchi mettessero in atto il portale, cosa che con i dovuti preparativi (che lui aveva opportunamente provveduto ad espletare) non esigeva che la lettura di una formula contenuta nel libro di Obaxumatilak, quello che lui aveva rifilato al ragazzino grassottello il giorno prima. Il mago era furente perchè i quattro ragazzi bighellonavano in giro per la casa del droghiere invece che mettersi al lavoro. Dannazione! Se solo avesse potuto occuparsene personalmente...ma doveva essere una creatura non corrotta dal peccato ad evocare la Madre Oscura, la luna nera che imprigiona in sè e mai restituisce. Solo così poteva funzionare.

Mentre i ragazzi iniziavano a parlare dei libri e ne leggevano brani sconosciuti ed affascinanti, da qualche parte Lilith socchiuse i bellissimi occhi neri. Sbagliava o le era parso di udire qualcosa?

Una delle immagini del libro era rimasta nella mente di Jerome. Era un demone o qualcosa di simile. Si presentava in forma di donna alata ed era raffigurata sul libro. Era incredibilmente attraente. Le sue forme perfette, quel volto al contempo innocente ed enigmatico, che pareva invitare al sesso, quel viso e quel corpo perfetto...Jerome non riusciva a togliersela dalla mente. Gli amici se ne erano ormai andati e lui era rimasto solo a casa. Suo padre non sarebbe rincasato prima delle otto di sera. Jerome scese al piano di sotto ed entrò nella stanza dove teneva i suoi libri. Tra questi vi era quello con la figura in questione. Jerome lo prese con elicateza (se lo avesse rovinato Philippe lo avrebbe pestato a sangue, lo sapeva bene)e lo aprì sfogliandolo piano. Jerome leggeva quà e là, ma la sua curiosità era tutta volta alla bellissima creatura. Madre del dolore, cavalcatrice del vento della notte, la chiamavano in tanti modi...Jerome si ritrovò a guardare l'immagine della dea oscura, nuda, bellissima. Mentre leggeva sovrappensiero le formule accanto alla foto si rese conto di essere eccitato oltre misura. Appoggiò il libro al tavolo e cominciò a toccarsi lentamente, nel silenzio della casa. Poi si rese conto di non essere solo e si vergognò come se fosse stato preso in flagranza di chissà quale reato, ma intorno a lui non c'era nessuno. Il ragazzo decise di andarsene a schiacciare un pisolino, l'inquietante sensazione di essere osservato gli aveva fatto passare ogni velleità ononistica. Ripose il libro, salì in camera sua e si coricò. Mentre si addormentava sentì un fruscìo, come un battito d'ali lontano, ma stava scivolando nel sonno profondo e non si destò. Il sogno lo avvolse, lei era lì, bellissima, fremente, il suo corpo perfetto, quei seni sodi e bellissimi contro il suo torace, quella sua bocca meravigliosa sul suo collo, sulle sue labbra. Lilith, signora della lussuria.

Il vecchio mago fu svegliato dal proprio succubo. La creatura lo trascinò in laboratorio e gli mostrò la polla di visione. Il mago ancora semiaddormantato, fece un gesto e le immagini presero forma nell'acqua. Lilith? Ma cosa stava succedendo? Non erano mica riusciti ad evocarla quei quattro deficenti, no? Eppure, lei era lì, con uno di loro e stavano...Il mago non credeva ai suoi occhi, il ragazzo stava facendo l'amore con la dea oscura! Ma se lei avesse preso la sua innocenza l'incantesimo non poteva durare, dannazione. DOveva avvertirla, doveva fermarla, tutto quel lqvoro, anni di preparazione, doveva provarci. Mentre cercava di mantenere un contatto con la signore del piacere illecito l'immagine gli rivelò l'agghiacciante verità. Lilith, ottenuto il piacere per sè e per il giovane amante, stava già svanendo.

Quando all'arrivo del padre Jerome, il ragazzo si svegliò, il ricordo del sogno era ancora vivido. Si vestì e scese a salutare il suo vecchio. Ciò che non vide, in quel preciso momento, ma che lo avrebbe lasciato stupefatto in seguito...fu la piuma nera e soffice che era rimasta a terra, ai piedi del letto sfatto nel quale lui era diventato un uomo.

Nella sua prigione senza tempo, Lilith, la regina nera, si richiuse nell'abbraccio delle ali nere. Socchiuse dolcemente gli occhi e rimase nel suo sonno che non era sonno. Peccato non poter rimanere dall'altra parte per un pò- pensò, godendosi la sensazione di aver strappato qualcosa di bello al mondo creato dal Signore. Intanto, nel suo letto, il vecchio stregone sognava la visita di tre angeli guerrieri, se ne spaventava moltissimo ed il suo cuore empio e corrotto dal male si fermava.


 
  Inviato da mr.moho @ 13:49:02 COMMENTI: 4  
   
Inviato da LaTaverniera il 16/05/2005 @ 16:01 via WEB  
Bella... bravo dj. Complimenti per la fantasia.  
    Inviato da mr.moho il 16/05/2005 @ 19:36 via WEB
 
    Grazie mille, e sempre un piacere scrivere qualcosa di apprezzato!
 
Inviato da suomi72 il 17/05/2005 @ 10:53 via WEB  
bellissima! :)  
    Inviato da mr.moho il 17/05/2005 @ 11:17 via WEB
 
    Meno male che vi e piaciuta, avevo dei dubbi se postarla o no, poi ho deciso che a me piaceva, quindi perche non condividerla con gli amici? Un abbraccio dal dj
 
   
 
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