Creato da obbligatus il 28/10/2006

Omotossicologia.

L'autismo si puo curare, grazie al Protocollo Montinari

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AIAS di Afragola

Post n°20 pubblicato il 12 Dicembre 2006 da obbligatus
Foto di obbligatus

Da dodici giorni il Direttore genarale dell'AIAS di Afragola, Dott. Ciro SALZANO, amico personale del Dott. Massimo MONTINARI ha incominciato lo sciopero della fame per sollecitare lo Stato ad intervenire contro un grave atteggiamento che possiamo definire "CAMORRISTICO" contro la libertà di cura di centinaia portatori di handicap che si rivolgono all'AIAS di Afragola. L'AIAS di Afragola, una delle poche strutture sanitarie convenzionate che lavorano seriamente in Campania, rischia di chiudere per un chiaro gioco politico-amministrativo del potere Regionale della Campania. L'AIAS da anni è al fianco del Dott. Montinari per consentirgli le ricerche sulla Sindrome Autistica, ma questo non è gradito a qualcuno che ha tutta la volontà di OSCURARE Montinari e la sua opera sanitaria.
E' lampante la volontà di minare tutte le strutture sanitarie e le singole persone vicine al Montinari: c'è qualcuno che non vuole che gli studi di Montinari vadano avanti.
La prima iniziativa camorristica è stata quella di privare il Congresso Internazionale sull'Autismo di Roma del 22-24 novembre scorso della sala della Regione Lazio per la presenza, tra i relatori , del Dott. Montinari; la seconda iniziativa è OSCURARE Montinari "mettendo in ginocchio" l'AIAS; quale sarà la prossima azione camorristica per mettere a tacere gli studi di Montinari?
Per farsi curare quale tessera di partito ci vuole?

 
 
 

nuovo blog

Post n°19 pubblicato il 10 Dicembre 2006 da obbligatus
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http://blog.libero.it/Psicologicamente/

blog sulla psicologia e riabilitazione cognitiva post farmaco - logopedica

 
 
 

"AUTISMO OGGI 3"

Post n°18 pubblicato il 07 Dicembre 2006 da obbligatus
Foto di obbligatus

 

            Si è tenuto a Roma, nei giorni 22,23,24 Novembre2006,  nella struttura sanitaria del San Raffaele, in via della Pisana 235, il III° congresso internazionale “AUTISMO OGGI. Disabilità intellettive e sindrome autistica”. Un approccio multidisciplinare: risultati della ricerca e proposte per favorire la qualità di vita .

 Dal congresso è emerso un dato importantissimo. Autismo, iperattività  ed epilessie farmacoresistenti hanno tutti una stessa matrice genetica, rilevabile attraverso la tipizzazione HLA.

 I bambini  osservati hanno un pacchetto di geni identico, lo stesso che predispone alla celiachia. I portatori di quello stesso aplotipo, anche se non sono affetti da patologie del comportamento ed epilessie farmacoresistenti, presentano nelle loro urine peptidi oppioidi come la glutomorfina e la casomorfina, sintomo di una permeabilità intestinale.  I peptidi oppioidi superano però la membrana ematoencefalica, determinando un accumulo neuronale ed un’inibizione della respirazione cellulare nella cellula neurale, soltanto in quei casi in cui è presente un’alterazione dei meccanismi enzimatici, propri della glia. E’ quindi una lesione della barriera emato-encefalica - su base autoimmunitaria- che determina la permeabilità e l’accumulo di radicali liberi nelle strutture mitocondriali degli Astrociti, inibendo lo scambio degli ioni ossigeno tra il vaso sanguigno e la cellula nervosa, con la comparsa di diversi quadri clinici associati a forme di epilessie farmacoresistenti, a stereotipie, a crisi ipercinetiche, sempre farmacoresistenti, ad alterazioni sensoriali.

Il Congresso è stato coordinato in modo egregio ed a volta anche divertente dai proff. Giorgio Albertini, Alessandro Merluzzi, Gampaolo La Malfa, Pietro Tommasetti, Ferdinando Montuschi ed Anna Maria Favorini.   

Una parte del congresso è stata dedicata a descrivere il già noto rapporto tra alimenti, intolleranze e iperattività nei bambini, da sempre argomentato dai medici C.Rizzo e M.Mandatori.

           Ma il nodo del congresso è stato  sviluppato da Massimo Montinari con la sua dissertazione sul “Ruolo delle intolleranze alimentari e dei metabolici oppioidi nella  sindrome autistica

Massimo Montinari ha messo a punto una dieta privativa di grano e di prodotti derivati dal latte che, accanto ad  una terapia omotossicologica mirata a drenare l'organismo ed a chelare i metalli tossici (mercurio e alluminio) sempre presenti in questi soggetti, è volta a  ripristinare le catene aminocidiche alterate instaurando un metabolismo normale.  

La ricerca ha confermato come il glutine e il latte vaccino ricoprano un ruolo fondamentale nelle encefaliti subcliniche  e come siano  coinvolti nella Sindrome Autistica (AS) e nei disturbi pervasivi dello sviluppo frequentemente associati ad altre sindromi,  ma anche che ogni persona con sindrome para-autistica debba essere trattata individualmente, sulla base dello studio  di esami ematochimici.

Il problema della ricerca della cura per l’autismo è stato affrontato in tutta la sua complessità nel congresso, partendo da una tesi del Prof. Shattock (University of Sunderland, GB): “La teoria dell’eccesso degli oppioidi” con  la quale egli sostiene da anni che diversi  peptidi con attività simile alla morfina (betaendorfine), nei soggetti affetti da sindromi autistiche, si vanno a  localizzare in eccesso in alcune zone cerebrali. Questi peptidi derivano dalla incompleta digestione del cibo, principalmente dal glutine e dalla caseina (casomorfina e glutomorfina) che dal tratto gastro-intestinale si versano nel sistema sanguigno, superano la barriera ematoencefalica ed entrano nel SNC esercitando i loro effetti. I peptidi vanno ad interferire con i neurotrasmettitori in tutti i maggiori sistemi del SNC.

E’ stata altresì dimostrata la correlazione tra tossicità alimentare, iperattività  ed epilessia farmacoresistenti dal Prof. Pelliccia. Il malassorbimento determina l’accumulo, a livello degli astrociti (cellule gliali che svolgono importanti funzioni di supporto per i neuroni e per  i vasi capillari e che sono preposte a mantenere l’integrità della barriera emato-encefalica)  di metalli pesanti (in particolare mercurio ed alluminio), di  sostanze tossiche che non dovrebbero essere nell’organismo umano e che vanno a danneggiare il corretto funzionamento delle sinapsi. L’azione dei metalli pesanti, con la conseguente insorgenza di una sindrome autistica (AS), non è correlata alle dosi “tossiche” degli stessi, ma all’azione diretta, anche di minimi quantitativi che sono in grado di agire sulla biochimica delle cellule nervose. La risposta immune contro il glutine causa anzitutto, come è noto,  un danno intestinale con  conseguente alterazione delle caratteristiche del sistema immune di tutte le mucose, sistema improntato all’induzione della tolleranza, facendo prevalere le citochine pro-flogogene .

Ogni alterazione della  complessa struttura anatomo-funzionale dell’apparato digerente e dell’intestino tenue in particolare, modifica il ruolo fondamentale nell’equilibrio del sistema immunitario. La mucosa intestinale del tenue è continuamente esposta ad una stimolazione antigenica da parte delle sostanze ingerite e della flora microbica presente nel lume. La produzione di radicali liberi circolanti è strettamente correlata alla disbiosi intestinale, al malassorbimento, all’azione di batteri patogeni, virus e parassiti presenti nel lume intestinale, come la presenza della candida (sempre ricorrente nei casi trattati) che ricopre un ruolo fondamentale nella produzione di amine tossiche. Tutti gli stati tossici sono noti per la loro possibilità di inibire l’attività mitocondriale delle cellule nervose con l’accumulo nelle stesse di radicali liberi che, in relazione al tipo di lesione presente, e agli aplotipi HLA individuati, determinano una inibizione delle funzioni biochimiche degli Astrociti con la comparsa di diversi quadri clinici associati a forme di epilessie farmacoresistenti (anzi, i farmaci in questi casi hanno spesso un effetto paradosso), a stereotipie, a crisi ipercinetiche, anche queste farmacoresistenti, ad alterazioni sensoriali.

Nel congresso è inoltre stato presentato il protocollo varato tra tutti i medici e i professionisti che - a vario titolo - si occupano di disturbi del comportamento e di autismo e che hanno aderito al congresso; protocollo varato con l’ARPA (Associazione per la Ricerca delle Psicosi e Autismo) per affrontare sinergicamente il problema, in una visione olistica: il neurologo si occuperà della valutazione e degli interventi riabilitativi, l'allergologo di valutare eventuali inolleranze o allergie, anche mediante l’utilizzo del mineralogramma del capello, in grado di testare l’accumulo di metalli pesanti nell’organismo,  ecc. ecc. Tutti avranno accesso ad una banca dati nella quale potranno riempire il campo di loro pertinenza e osservare anche gli altri aspetti di ogni caso seguito, in modo da coordinare osservazioni e interventi.

La ricerca ha dimostrato che, nel trattamento e nell’osservazione di bambini con sindrome autistica o disturbi pervasivi dello sviluppo, la dieta privativa di glutine e di latte vaccino ha dato risultati ottimali, così come la somministrazione di aminoacidi, in altri casi, ha fatto addirittura sperare in una terapia definitiva, in grado di “riparare”le catene aminoacidiche.

 

Prof.ssa Letizia Bernardi

 
 
 

Omotossicologia

Post n°17 pubblicato il 12 Novembre 2006 da obbligatus
Foto di obbligatus

sul presente link potrete scaricare l'intero documento

http://digilander.libero.it/montinari/omotossicologia.pdf

L'omotossicologia da Hahnemann a Reckeweg

  • Profilo storico
  • I principi dell'Omotossicologia
  • Il contributo di Reckeweg allo sviluppo dell'Omeopatia
  • La farmacologia Omotossicologica
  • Conclusioni
PROFILO STORICO

Berlino (Germania), anni '30.
Un giovane, appassionato e intraprendente medico tedesco, Hans Heinrich Reckeweg, intravede nelle moderne scienze, Biochimica ed Immunologia in particolare, le chiavi di lettura per spiegare i principi hahnemanniani su cui si fonda l'Omeopatia.
"...Un giorno costruirò un ponte tra l'Omeopatia e l'Allopatia".
Nel 1952, il "ponte" fu realizzato: nasceva l'Omotossicologia.

Omotossicologia Prospettiva per una sintesi della medicina(H.H. Reckeweg)

Alcuni hanno definito l'Omotossicologia "Omeopatia del 2000", altri vi hanno visto il punto d'incontro tra il geniale empirismo di Hahnemann, l'affascinante filosofia medica orientale e il rigoroso scientismo occidentale imperniato sulla sperimentazione oggettiva.
In estrema sintesi, l'Omotossicologia, pur affondando le sue radici nell'Omeopatia classica, volge lo sguardo alla moderna Fisiopatologia e a questa si rifà in sede di diagnosi, tornando però ad avvalersi di sostanze preparate secondo i canoni della farmacopea omeopatica in sede di terapia.
Oggi, a 50 anni dalla nascita dell'Omotossicologia, appare chiaro il grande contributo portato da Reckeweg alla Scienza medica: essere riuscito ad integrare, in un'unica visione, i principi di Hahnemann ed i paradigmi della moderna Medicina.
Grazie all'Omotossicologia, possiamo dire, l'Omeopatia è finalmente uscita dal fiero e superbo isolamento in cui l'avevano fatta precipitare gli stessi omeopati per confrontarsi, finalmente e ad armi pari, con la Medicina Accademica, trovando con questa un punto d'incontro, un linguaggio comune.

I PRINCIPI DELL'OMOTOSSICOLOGIA

L'Omeopatia antiomotossica o Omotossicologia (etimologicamente: studio dei fattori tossici per l'uomo) identifica nelle "omotossine" la causa cui ricondurre eziologicamente tutte le malattie.
Qualunque organismo è continuamente attraversato da un'enorme quantità di tossine esogene (batteri, virus, tossine alimentari, fattori di inquinamento ambientale, cataboliti di farmci di sintesi, stress emotivi, ecc.) ed endogene (prodotti intermedi dei diversi metabolismi, cataboliti finali, ecc.).
In accordo alla teoria di von Bertanlanffy, secondo cui l'organismo è un sistema di flusso in equilibrio dinamico, se l'omotossina non è particolarmente "virulenta" e se i sistemi emuntoriali sono efficienti, essa attraversa l'organismo-sistema di flusso senza determinare alcuna interferenza nella sua omeostasi, che resterà pertanto nella condizione di equilibrio, cioè di salute.
Se viceversa, o perchè la tossina è particolarmente "aggressiva" o perchè i sistemi di drenaggio emuntoriale non sono sufficienti, si determina un'alterazione dell'equilibrio, che l'organismo, nella sua naturale tendenza verso il mantenimento o il ripristino della sua "omeostasi ristretta" (Laborit), cercherà di compensare innescando meccanismi supplementari di tipo autodifensivo: le malattie.

Se per Hahnemann "la noxa è niente, il terreno è tutto", e negli anni successivi, da Pasteur in poi, ci si fossilizza invece in una guerra cieca e senza esclusione di colpi al "microbo", per Reckeweg la malattia è da interpretare come la risultante che scaturisce dall'interreazione tra noxa patogena, fattori ambientali e soprattutto reattività. Per citare il padre dell'Omotossicologia: "le malattie sono l'espressione della lotta dell'organismo contro le tossine, al fine di neutralizzarle ed espellerle; ovvero sono l'espressione della lotta che l'organismo compie naturalmente per compensare i danni provocati irreversibilmente dalle tossine". evidenziamo in qualche modo questa frase. Riportandola in un box accanto al testo o simili...".

Come è facile intuire si tratta di una visione biologica del processo di guarigione: con i farmaci omotossicologici si stimola la capacità di autoguarigione del paziente attraverso il ripristino delle sue capacità metaboliche, enzimatiche, immunologiche, emuntoriali, giungendo alla definitiva eliminazione del carico tossico responsabile del quadro morboso, cioè alla vera guarigione.
Ben altra direttrice seguono, viceversa, i farmaci di sintesi: la soppressione dei sintomi conduce ad un approfondimento della patologia nell'organismo, al blocco della sua capacità reattiva, o, spesso, alla cronicizzazione della malattia.
Partendo da queste considerazioni, il Dr. Reckeweg osservò e descrisse un fenomeno di grande interesse: la vicariazione, cioè lo spostamento della malattia da un tessuto all'altro, da un organo all'altro. La vicariazione può avere una prognosi positiva (in questo caso è detta "regressiva" e corrisponde al processo di guarigione naturale) o, viceversa, negativa (in questo caso è detta "progressiva" e coincide, per esempio, con il processo di cronicizzazione). Ebbene, con la terapia omotossicologica si noterà la cosiddetta vicariazione regressiva, cioè lo spostamento della malattia da organi più nobili e profondi verso organi o sistemi deputati all'escrezione delle tossine.
La grande capacità di sistematizzazione portò il Dr. Reckeweg a concepire un quadro sinottico, la Tavola delle Omotossicosi, coagulando in esso, insieme, il patrimonio diagnostico dell'Omeopatia, i fondamenti dell'Embriologia, le moderne acquisizioni di semeiotica medica e di fisiopatologia.
In base alla Tavola delle Omotossicosi, a seconda dell'entità dell'aggressione e dell'integrità del sistema difensivo autologo (che Reckeweg chiama Sistema della Grande Difesa), l'organismo manifesta quadri clinici differenti che si possono agevolmente classificare in 6 fasi.

Versione aggiornata della Tavola delle 6 Fasi (Direzione Medica - GUNA - I SEMESTRE 2004).

Tavola delle 6 fasi in formato pdf (1,1MB).

Nella sua Tavola, Reckeweg rappresenta i vari gradi di reattività attraverso i quali l'organismo cerca di mantenere o ripristinare la propria omeostasi, il proprio equilibrio, il proprio stato di salute. Ogni fase rappresenta l'espressione delle diverse capacità reattive (infiammatorie) dell'organismo.
È proprio l'inquadramento della patologia nella Tavola delle Omotossicosi ad orientare la scelta della strategia terapeutica.

IL CONTRIBUTO DI RECKEWEG ALLO SVILUPPO DELL'OMEOPATIA

Numerosi e diversi sono i contributi portati dall'Omotossicologia all'evoluzione del pensiero omeopatico.
Si è già detto della visione prospettica che Reckeweg propose per una Medicina integrata che coagulasse in sé Omeopatia e Allopatia, ma forse, ancor più di questo, la preziosa eredità che egli ci ha lasciato è quella di aver fornito le basi speculative per un'interpretazione dei principi dell'Omeopatia non più basata solo sull'empirismo ma sulla scientificità.
Con Reckeweg, i principi di similitudine, delle dosi infinitesimali, dell'individualità, su cui poggia l'Omeopatia, trovano finalmente un suffragio di veridicità scientifica e sperimentale.
Fra i lavori di riferimento più interessanti in questo senso ci piace citare il Test del cortisone di Hauss e collaboratori (1968), chiaro esempio di come l'effetto di una sostanza omeofarmacologicamente attiva vari al variare della propria concentrazione (principio delle dosi infinitesimali). Scopo dell'esperimento è valutare, in vitro, l'attività della sostanza fondamentale della matrice extra-cellulare, ovvero la sua reattività (o, se si preferisce, la sua "capacità di infiammarsi").
A tal scopo, 0,2 g di pelle di topo vengono messi in incubazione con 5 ml di una soluzione contenente S35 (cioè un isotopo dello Zolfo facilmente rilevabile e misurabile all'interno delle cellule) e varie concentrazioni di cortisone (potente farmaco antinfiammatorio), a partire da 5 mg fino a 0,000005 mg.
Scopo dell' esperimento è osservare se si verificano variazioni di assorbimento del S35 (indice di attività connettivale) col variare della quantita' di cortisone.
Ad alte concentrazioni di cortisone (5 mg) si osserva un effetto inibitorio, cioè le cellule in incubazione non includono il S35: il cortisone svolge pienamente la sua azione antinfiammatoria
Diluizioni molto più elevate, fino a 0,0005 mg di cortisone, hanno ancora un effetto fortemente inibitorio.
Quando il grado di diluizione del cortisone è pari a 0,00005 mg si verifica un inversione dell'effetto, e l' assorbimento del S35 da parte delle cellule di pelle di topo aumenta sensibilmente, superando anche il valore di controllo. La concentrazione 0,00005 g di cortisone in 5 ml di soluzione corrisponde ad una diluizione omeopatica decimale D8.
Quando il grado di diluizione del cortisone diventa 0,000005 mg in 5 ml (pari alla diluizione omeopatica D9) l' attività di inclusione del S35 da parte delle cellule diventa ancora più eclatante, cioè il cortisone da antinfiammatorio diviene pro-infiammatorio.

HAUSS W.H., JUNGE-HÜLSING G., GERLACH U.: Die unspezifische Mesenchymreaktion - George Thieme Verlag, Stuttgard, 1968.

Sempre su questo filone di ricerca, non si può non citare l'eccellente lavoro di Conney e Burns (1963): grazie a questo test in vivo trovano una dimostrazione scientifica tanto il principio delle dosi infinitesimali quanto il principio di similitudine.
Per via intraperitoneale vengono iniettate dapprima dosi massicce di metilcolantrene, un colorante della famiglia degli azulenici con forte potere epato-carcinogeno (simili esperienze vengono compiute anche con il CCl4): viene così provocata sperimentalmente una patologia degenerativa a carico del fegato.
Ai topi così pretrattati vengono somministrate dosi decrescenti dello stesso meticolantrene, fino ad arrivare a concentrazioni omeopatiche pari a D3-D4 (10-3-10-4): si osserverà, in questo modo, una regressione della forma degenerativa. Grazie alla Biochimica sappiamo perché: la dose infinitesimale di metilcolantrene funziona da induttore enzimatico stimolando l'epatocita alla sintesi di un enzima antitossico-specifico (laN-demetil-amino-ossidasi) in grado di neutralizzare le molecole tossiche di metilcolantrene (legge delle dosi infinitesimali o dell'effetto inverso). Ma non basta: ciò che più stupisce è che gli enzimi antitossico-specifici sono attivi non solo sul metilcolantrene che li ha indotti, ma anche su tutti gli azocoloranti, cioè verso i "tossici" simili al metilcolantrene (legge di similitudine).

CONNEY A.H., BURNS J.J.: In Advanc. Enzyme Regul., Vol I, Oxford: Pergamon Press, 1963.

LA FARMACOLOGIA OMOTOSSICOLOGICA

Il contributo di H. H. Reckeweg allo sviluppo dell'Omeopatia è andato ben oltre l'aver proposto le chiavi di lettura per l'interpretazione scientifica del meccanismo d'azione del rimedio omeopatico. Con la Casa HEEL GmbH, da lui fondata nel 1936, Reckeweg propone una Farmacologia originale ed innovativa: accanto ai rimedi omeopatici classici (derivazione vegetale, minerale, animale) egli introduce una serie di principi omeopatici "nuovi", che rappresentano l'attualizzazione omeopatica dell'Immunologia e della Biochimica: ecco comparire nuovi ceppi nosodici (veri e propri immunostimolanti), ecco i catalizzatori del Ciclo di Krebs ed i chinoni omeopatizzati (veri e propri stimolatori metabolici), gli organoterapici "Suis"(stimolatori della funzione e della struttura di tessuti ed organi), gli allopatici omeopatizzati (veri e propri antidoti ai danni jatrogeni causati dai farmaci di sintesi) e, soprattutto, la rivoluzionaria classe dei preparati composti, cioè delle composizioni ideali di rimedi, vere e proprie unità terapeutiche, ognuna specifica per ogni patologia.

CONCLUSIONI

Sono passati più di 200 anni dalla nascita dell'Omeopatia e i suoi principi e soprattutto i suoi rimedi non sono mai divenuti obsoleti.
È altrettanto vero che i progressi della Medicina e della Ricerca Medica, per parlare solamente degli ultimi 50 anni, sono stati straordinari e, soprattutto in campo diagnostico, impressionanti.
Si pensi alla Risonanza Magnetica Nucleare o all'Ecografia. Potremmo, oggi, farne a meno?
Siamo certi che se Hahnemann fosse nato, per esempio, nel 1921 anziché nel 1755, non avrebbe "inventato" il suo metodo diagnostico dell'interrogatorio omeopatico, certamente straordinario, innovativo per l'epoca, ma ai nostri occhi non scevro di limiti; è vero che i sintomi, indagati minuziosamente, sono le "parole" con cui si descrive la malattia, ma in pieno 2005 è giusto prescindere dall'esame obiettivo, dal fonendoscopio, dai dati di un emocromo o dai risultati di una TAC?
Anche Hahnemann oggi girerebbe per le corsie di un ospedale con lo stetoscopio al collo, e sicuramente nel suo studio, a fianco della Materia Medica e del Repertorio comparirebbero un diafanoscopio e un buon vademecum sull'interpretazione degli esami di laboratorio.
Anche Hahnemann, oggi, sarebbe un po' ... Reckeweg.
Eppoi, come possiamo non considerare che i principi della Farmacologia omotossicologica hanno modernizzato l'Omeopatia.
Oggi abbiamo a disposizione, grazie all'Omotossicologia, un metodo di cura biologico che fa ricorso ad una farmacologia omeopatica moderna, con un ampio ventaglio farmacologico e con delle solide basi di sperimentazione clinica; disponiamo di farmaci di alta qualità e in tutte le diverse forme farmaceutiche e soprattutto disponiamo di farmaci che rappresentano la sintesi perfetta fra antico e moderno, fra tradizione e avanguardia.

È partendo da queste considerazioni che ci sentiamo di dire che l'Omotossicologia, figlia illustre dell'Omeopatia hahnemanniana, ma storicamente aperta ai progressi della Scienza medica, sarà la medicina del III millennio, una Medicina che nasce dalla tradizione e appartiene al futuro.

 
 
 

Post n°16 pubblicato il 07 Novembre 2006 da obbligatus
 
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Sito Montinari

aggiornamento del sito

http://digilander.libero.it/montinari/index.htm

inseriti documenti download

http://digilander.libero.it/montinari/dispensa.pdf

inserite nuove sezioni

http://digilander.libero.it/montinari/omotossicologia.pdf

e documenti inediti per i profani guida pratica anche

sull'omotossicologia dalle origini a nostri giorni

 
 
 
 
 

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