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Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
non già perchè con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perchè sapevo che di noi due
le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.
Alle superiori trovavo quasi banali questi versi! Non si finisce mai di essere ignoranti... adesso a distanza di pochi anni ho riscoperto questa poesia, lucida e tagliente, terribilmente, orribilmente consapevole della vacuità, della totale relatività delle nostre vite. Tutti dobbiamo scendere queste scale,qualcuno con calma e serenità altri ruzzolando giù dai gradini, il buio rende incerta la nostra discesa, una luce fioca ci scalda le spalle. Fermiamoci allora su un pianerottolo e voltiamoci verso il ricordo.
Nota per il babbo: non preoccuparti della non scoppietante gaiezza di questo post, anche schopenhauer nelle sue opere odiava le donne, ma appena si alzava dalla scrivania...
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