Creato da hyakynthys il 13/11/2006

ontology art

ontologia dell'opera d'arte

 

 

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Post N° 5

Post n°5 pubblicato il 11 Dicembre 2006 da hyakynthys

Ontologia dis-epistemica dell’essere-disarte….il pensiero poetante si eventua sempre quale ontoepistemica-disepistemica giacchè dis-getta sempre la dis-verità della dis-morfia dell’essere gestell-morfia della destinanza della formattanza templata dell’opera d’arte. Forse solo nell’intermittenza dell’essere-arte-disarte l’ontologia epistemica si eventua quale ontoepistemica-disepistemica-metaepistemica-euepistemica dell’essere e perciò com-prende l’ontologia ermeneutica-disermeneutica-metaermeneutica-euermeneutica-ontoermeneutica dell’essere dismittenza dell’opera d’arte. Mentre l’epistemica-tecnè discopre solo una varietà della verità, l’ontoepistemica-disepistemica dell’essere-creata dall’arte disvela le infinite varietà ontoermeneutiche-disermeneutiche dell’aletheia dis-gettata dalla dismittenza dell’opera d’arte. È l’essere che eventua la verità ontoepistemica-disepistemica quale messa-in-opera, ontomittenza, della comprensione delle infinite varietà dell’aleteia ontoermeneutica-disermeneutica dell’essere-arte-disarte: l’opera d’arte si com-prende e ci com-prende, ma nel com-prenderci comprende sia l’essere delle entità mondane epistemiche della tecnè, sia l’esserci-disesserci-disdasein, sia l’interesserci-disinteresserci, sia l’interessere-disinteressere. È l’ontoepistemica-disepistemica dell’imagine-disimagine, dell’imago-disimago, dell’ikona-disikona che si discopre giacchè l’epistemè-tecnè ha gettato l’oblio sulla loro ontogenesi-morfogenesi-dismorfica-ontomorfika per lasciare affermare solo la comprensione della volontà-disvolontà di potenza-dispotenza imperativa-disimperativa della figura della gestalt, degli ideali epistemici, della visione distopica ilemorfica-disilemorfica, della morfologia mitica-dismitica delle entità mondane kronotopiche. Mentre l’ontoepistemica-disepistemica dell’essere dell’imagine-disimagine, dell’ikona-disikona, dell’essere della poiesis-dispoiesis disgetta la com-prensione dell’essere ontologia onto-epistemica-disepistemica delle infinite varietà della verità dell’opera d’arte-disarte. Ma forse quel che può essere più importante sarà il disvelarsi dell’essere-nella-verità quale essere-la-verità per essere per la verità dell’essere creata opera d’arte dell’essere-in-verità ontoepistemica dell’essere-nell’epistemè quale essere-per-l’epistemè, la com-prensione-apprensione dell’essere-in-epistemè-opera d’arte. L’ikona ontodinamica dell’essere può essere com-presa solo dalla messa in opera, dalla dismittenza dell’opera d’arte, dalla ontomittenza dell’onto-epistemica della messa-dismessa in opera dell’essere arte-disarte. L’ontoepistemica non si svelò mai nel pensiero classico, e forse neanche nell’ontologia classica, men che mai nell’epistemologia ermeneutica, giacchè si è sempre conservata kriptata e custodita nell’essere dell’opera d’arte. Forse si è voluta sottrarre dalla mondità dell’esserci tecnè-epistemica per custodirsi quale disgettanza dell’ontoepistemè della verità-disverità dell’essere che consente la com-prensione e contemplazione della messa-dismessa in opera dell’aletheia-disaletheia dell’essere nella messa-dismessa in opera dell’essere-arte-disarte. Solo con l’eventuarsi del pensiero poetante si consentì all’ontoepistemica d’essere com-presa anche dall’esserci-pensante oltre che dal musagete-poetante. Aldilà degli eventi della destinanza ontokronotopica, nella nuova epochè dell’ontoepistemè la com-prensione dell’essere-arte-disarte è consentita proprio dalla messa-dismessa in opera dell’ontoepistemica nelle opere dell’arte com-prese e contemplate dal pensiero poetante pensante. Il dis-oblio dell’ontoepistemica consente l’insorgere di una nuova meta-epistemè-tecnè quale nuova metafisica-tecnè o in continuità con quella? Tutto è possibile. Qui ed ora il disoblio dell’ontoepistemè non ha ancora consentito nessuna meta-epistemologia-ermeneutica giacchè la com-prensione dell’essere opera d’arte-disarte non si lascia irretire nel fondamentalismo metafisico epistemologico ermeneutico, neanche dalla sua immagine mondana della metaepistemica. Forse la com-prensione dell’essere dell’ente potrà dispiegarsi anche nella possibile metaepistemè: qualora l’ontykona si sottragga dalla mondità per kriptarsi-decriptarsi solo nella dismittenza intermittente dell’essere opera d’arte-disarte. È possibile che in futuro l’esserci pensante possa dispiegare la meta-epistemica quale trascendenza della metafisica ermeneutica epistemologica: nulla da anticipare ai posteri: però nel corso della temporalità la metaepistemica non si è mai disvelata o si è discoperta assentemente presente solo nell’esserci pensante del pensiero poetante quale com-prensione dell’essere dell’entità dell’opera d’arte gettata dai loro musageti nella metamorfosi ikonica della dismittenza dell’essere arte-disarte dell’aletheia-disaletheia. È possibile che la metaepistemica consenta la messa in opera di un nuovo meta-paradigma metafisico-epistemico-ermeneutico quale com-prensione dell’esserci della verità della messa in evidenza dell’essere dell’ente nella mondità e mondanità dell’opera d’arte. Si pensa alla nuova forma ontodinamica dell’ontoimagine, anche nella sua essenza frattale o infinitesima-infinita-asintotica prossima alla quantica kronotopia planckyana. Forse da lì potrà sorgere una nuova meta-epistemica della tecnè epocale, tale da consentire l’emergere di un meta-paradigma che discopra la com-prensione dell’essere dell’entità, aldilà della classica metafisica-ermeneutica-epistemica. Ma è un evento ancora ancorato nel pensiero dell’essere o nella sua posterità ulteriore ultramondana, aldilà del bene e del male, quale oltresserci aldilà del nulla e del niente. Qui si disvelerà invece l’ontoepistemica che c’è già, consentita dalla messa-dismessa in opera della verità-disverità dell’essere arte-disarte, quale com-prensione-discomprensione dell’aletheia-disaletheia dell’ikona dell’essere nella mondità-dismondità, la quale si dis-oblia solo nella dis-gettanza, dis-mittenza intermittente dell’essere-opera-d’arte-disarte del musagete-dismusagete anacoreta in contemplazione della fuga-disfuga degli dei-disdei, anzi quella con-templanza-comprensiva-apprensiva è l’ontoepistemica della risonanza delle muse-dismuse abbandonate dagli dei fuggenti, ma sempre ritrovate dall’ontologia epistemica del musagete con-templante l’eventuarsi della messa-dismessa in opera del mito-dismito dell’ikona-disicona, dell’imago-disimago, della poiesis-dispoiesis dell’essere arte-disarte dell’essere. Ma l’ontoepistemica che ora c’è, c’è già stata o ci sarà, o è o sarà un’ontoepistemè che c’è, ma mai ci sarà o non c’è mai stata? Né il pensiero classico, né l’ontologia classica heideggeriana hanno disvelato quell’oblio-disoblio, né la meta-epistemologia quantica o frattale, probabilmente egemone nel futuro sapere della volontà di potenza imperativa, discoprirà o dispiegherà: solo nell’ontologia poetante-dispoetante della disgettanza intermittente dell’essere opera d’arte-disarte si dis-oblierà la com-prensione dell’essere arte quale ontoepistemè della matesis e della physis. Peraltro l’ontoepistemica della physis, quale com-prensione dell’essere attraverso la dismittenza dell’opera d’arte è già presente, c’è ed è stata e ci sarà, c’è già la metaepistemica dell’ontocronia imaginaria o la metaepistemica del vuoto quantico che dà alla luce la kronotopia immaginaria, si è già oltre l’epistemologia classica klonante grazie alla presenza del meta-paradigma della physis quantica del vuoto immaginario, morfogenesi della matesis negativa o della matesis immaginaria, quale possibile metaparadigma della metaepistemica futura. Attenti però l’ontoepistemica si dispiegherà solo quale com-prensione della physis e della matesis ontoparadigmatica, ma mai esisterà un paradigma ontologico per disvelare l’essere opera d’arte-disarte: giammai un ontoparadigma potrà irretire il libero dispiegarsi del dis-oblio della messa-dismessa in opera della verità-disverità nell’essere arte-disarte: giacchè l’ontologia della messa-dismessa in opera, della dismittenza dell’opera d’arte-disarte è sempre dis-epistemica, quale com-prensione-incomprensione della con-templanza-discontemplanza del mito-dismito della messa-dismessa giammai fuggitiva-disfuggitiva dell’opera del musagete-dismusagete con-templante le muse-dismuse abbandonate dagli dei-disdei in fuga-disfuga. Il musagete-dismusagete com-prende-discomprende poeticamente-dispoticamente-disepistemicamente: giammai cerca di affermare o imporre imperativamente un metaparadigma klonante per la comprensione della physis e della matesis, ma disoblia sempre e solamente la con-templatezza della disgettanza dell’aletheia-disaletheia dell’essere arte-disarte-disepistemica, disgettante la disvelatezza ontoepistemica o ontoparadigmatica quale gestell-disgestell della physis-disphysis o della matesis-dismatesis dell’ontokronia imaginaria. Si disoblierà nella sublime ontologia della con-temperanza mitica-dismitica del musagete-dismusagete nell’eventuale tramonto degli dei-disdei in fuga-disfuga abbandonanti le muse-dismuse risonanti la com-prensione ontoepistemica della conoscenza ontologica della loro presenza mitica-dismitica o mitopoietica-dismitopoietica.

 
 
 
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