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Post N° 18

Post n°18 pubblicato il 19 Gennaio 2007 da hyakynthys
 

L’Essere “mithos”, quale essere animato nel mondo mitico è la misura di tutto: del kosmo che c’è e del mondo che non c’è, o è invisibile, indicibile, inaudito, mitico, magico, estatico; l’Essere “mithos” è anzi l’unico centro gravitazionale che dà senso, stabilità, pace, e soprattutto e per lo più dà l’impianto, la creazione, la Gestell al mondo dell’Esserci, dell’Esser qui, dell’Esser là, dell’Esser aldilà.

La topologia del “mithos”, quale storia mitika del mito della Physis è la Gestell del mondo e dell’Essere animato, quale Esserci che ci viene in-contro nella sua morfogenesi di Essere animato: e perciò da contemplare e da venerare.

Giacchè solo quell’Essere è “mithos” della physis che ci potrà salvare, o curare, o consolare, o guidare nel destino nella sorte, nell’avventura della storia mitika del “mithos”.

La Topologia dell’Essere “mithos” è implementata nella bistabilità dei sentieri che si biforcano: c’è la superficie della Gestell fondante il mondo dell’Esserci, virtuale, trascendente, immaginario, metafisico, etico, poetico, estetico, sinergetico, cosmico, epistemico, ermeneutico, ma c’è, quale eterno ritorno nella superficie supersimmetrica,l’Essere animato che ci viene incontro nel vuoto ontologico, nella radura libera dal nichilismo, nella singolarità kaosmica del nulla, quale Gestell: contro-Essere, Essere che ci incontra e avviene,si getta nell’Essere ma anche nell’Esserci, per abitarvi con il senso del “mithos” della Physis o dell’Essere animato.

La storia del mito è stata, ed è,sempre interpretata quale volontà di potenza della metafisica imperativa influente: non c’è una storia poetante del mito, né una storia ontologica, né una storia mitica, né una storia ontologica, né una storia mitica nel senso di Topologia del “mithos” dell’Essere più che del mondo o della mondanità.

Il futuro della libertà di ricerca della storia mitica del “mithos” si presenta nel plesso, o nel chiasma, dell’Essere storia della Gestell mitika dell’Esserci e del mondo, e storia della Gegenseyn dell’Esser mitiko che ci in-contra, che avviene in-contro, quale risonanza dell’Essere animato sempre, eternamente ritornante nell’aldiqua dall’aldilà.






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L’Esserci mitiko che ci viene in-contro, quale Gegenseyn è la donazione di misura, la misurata topologica del “mithos” e della storia mitika del “mithos” animato che abita poeticamente l’Essere, oltre che il mondo e l’Esserci, si eventua quale stabilità del Kaos, morfogenesi visibile dell’invisibile, koinè, linguaggio comune etico ed etnico dell’indicibile, dell’inaudito, mistero dell’indecidibile, mistico svelato del mito eternamente ed infinitamente interpretato ermeneutica del vuoto silenzio della singolarità del “mithos”, quale storia mitika del “mithos”.

La storia mitika dell’Esser “mithos” è la storia dell’abbandono, della kriptazione, della latenza, dell’oblio dell’Essere ontologico nell’Esser animato: sia quale vivenza dell’Esserci, sia quale vivenza della mondanità eterna, infinita, mitica, indicibile, inaudita.

L’Essere che vi viene in-contro o che si in-contra è l’essere animato che dalla latenza kriptata, custodita, curata, della radura della Topologia dell’Essere, si eventua imperativamente quale misura del tempo e dello spazio, dell’etica e dell’estetica, del kosmo e del Kaos, del bene e del male.

Ma quella gettatezza dell’Esser “mithos” non è semplicemente imperativo metafisico della volontà di potenza quella è solo la sua metamorfosi teocratica, influente, altrimenti il “mithos” sarebbe solo una delle varietà ermeneutiche, epistemiche, estetiche,astronomiche l’Esser gettati, quale “mithos” dell’Essere animato dà stabilità alla più complessa Ontoteologia o Teoontologia.

Aldilà del bene e del male, anzi quale fondatezza che eventua ora l’uno ora l’altro o annienta sia l’unità, sia l’alterità la storia che si getta, quale storia mitika del “mithos” si presenta sempre nella sua varietà ontoteologica influente che si dà, che ci viene in-contro, che si in-contra nei sentieri interrotti del “mithos”, quale metastabilità del Kaos, orizzonte prospettico dell’Esser animato che dà senso all’Esserci, alla vivenza, alla creazione, alla mondità, all’aldilà.

L’Essere animato che si in-contra si getta nell’Esserci, nel mondo, nella vivenza quale impianto imperativo stabile della volontà di potenza dell’Essere Mithos: è la Gestell dell’Essere animato che ci viene in-contro, non quella metafisica, o etica, epistemica, ma quella metastabilità che annienta il Kaos, il nulla, il niente oltrechè l’Esserci preesistente, per fondare la Topologia del “mithos” dal nulla, dall’invisibile, dall’inaudito, dal vuoto cosmico.

La Topologia dell’Essere “mithos” che ci in-contra abita mistericamente il fondamento dell’Esser animato, dell’Esserci della vivenza del mondo: abita la stabilità della Gestell quale venire in-contro della presenza che ci in-contra nell’Essenza dell’Essere.

La stabilità dell’Esser animato è la storia mitika del “mithos” quale controkaos e risonanza che ci presenta davanti di fronte al Kaos per Essere Gestell topologica della radura, del vuoto dell’invisibile, dell’indicibile, dell’inaudito: la storia del “mithos” è la storia dell’Esser di fronte al Kaos, quale Essere animato che ci viene in-contro e che si in-contra nella essenza della vivenza, dell’Esserci, della mondità.

La storia del “mithos” è la storia sia mitika della metastabilità dell’Esser animato che si presenta, si eventua, ci in-contra nella fondatezza dell’Essere, dell’Esserci quale vivenza, del mondo, dell’Essere aldilà.

Il Metaodoseyn è il sentiero ininterrotto del Gegenseyn: eterno ritorno della risonanza dell’Essere che ci viene in-contro, e che si getta alla presenza dell’Essere che si in-contra di fronte, dinnanzi, quale evento dell’Essere animato.






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Il gettarsi incontro nella metastabilità della presenza sia quale volontà di presenza o teocrazia,sia quale dono della misura del “mithos” o Ontoteologia, la storia mitika del “mithos “dà senso all’imperativo categorico del Gegenkaos Essere di fronte, davanti, incontro al Kaos del mondo.

Ma la sua presenza si eventua anche nel gettare nell’essenza del fondamento dell’Esserci e della vivenza l’incontro dell’Essere animato, quale Topologia dell’Essere o varietà dell’Essere ontologico.

La storia del “mithos” sarà la storia dell’interfaccia, intervolto, interessere animato che ci viene incontro nel sentiero dell’Essere.

Il campo del “mithos” e l’intervolto dell’interessere topologico animato.

I sentieri del campo del “mithos” sono la risonanza dell’eterno ritorno della storia del “mithos”.

Il campo mitiko è l’intervarietà della Topologia dell’Essere quale campo metamorfico che dà ortogonalità all’abisso, dà la visione dell’Essere animato all’invisibile, dà ascolto al silenzio inaudito, dà seno al ”mithos” getta i sentieri dell’essere animato nell’Abgrundseyn, nel senza fondo delle fondamenta dell’Essere: il campo mitiko è la Gestellsein dell’Abgrundseyn, l’impianto della metastabilità che s’eventua nei sentieri dell’abisso.

La storia del “mithos” è la storia del campo sacro, quale intervarietà della topologia dell’essere animato.

Il campo sacro è la metastabilità, la Gestell dell’abisso, dell’Abgrundseyn, dell’interessere, dell’intervolto, dell’interfaccia ortogonale imperativo dell’aldilà che si eventua quale vuoto cosmico, radura dell’invisibile, silenzio dell’inaudito, indicibile.

Il campo sacro del “mithos” è la risonanza dell’eterno ritorno dell’Essere animato che si getta nella storia quale storia del “mithos”.

Il campo sacro del mondo è la Gestell nell’Abgrundseyn, quale ortogonalità imperativa senza fondo nell’aldilà, oltre l’orizzonte, oltre il tramonto della storia, oltre la fine della storia, oltre l’eclisse del mondo della storia classica.

Il campo sacro del “mithos”, la Gestell mitika, l’impianto mitiko ove l’Essere animato che avviene, si getta dall’aldilà, ci viene in-contro e si incontra nella Gegenseyn quale Essere aldilà che si presenza di fronte, davanti, dinnanzi quale intervolto, dell’invisibile, indicibile, inaudito del mito nella volontà di potenza metafisica influente, nell’Etica, nell’Estetica, nella Noetica, nell’Ermeneutica.

Il campo del “mithos” sacro si presenta sempre aldilà della semplice teocrazia, quale volontà di potenza della metafisica ideale dell’aldilà, nella sua intervarietà di ontoteologia o Teontologia: evento che si incontra nei sentieri Seynweg della gettatezza dell’interessere animato quale intervolto interimmagine dell’Abgrundseyn, dell’Essere abissale che si in-contra nella radura topologica, nel vuoto ontologico, cosmico, nelle singolarità nichiliste della cronotopia immaginaria.

La differenza ontologica tra il campo sacro della storia mitika e la storia classica del “mithos” si eventua nella differenza tra la storia della volontà di potenza dell’Esserci metafisico e la storia della Topologia dell’Essere animato che ci viene incontro, che si in-contra, di fronte quale Gegenseyn dell’aldilà, dell’abisso, quale matastabilità, Gestell dell’Abgrundseyn.

La storia del campo sacro è la storia mitika dell’immagine dell’Essere che ci in-contra di fronte: intervolto dell’immagine, Interbild.

Il campo del “mithos” è la Bildseyn dell’abisso che ci sta sempre di fronte, ci abita e che ci in-contra quale aldilà.




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Ma il campo sacro del “mithos”, si presenta anche quale metastabilità, impianto, struttura ontologica,in qualità di salvezza, cura, pensiero poetante della Physis.

La storia del campo sacro del “mithos” è anche la storia dell’Essere al potere del mito: ma solo nella sua varietà di Bildseyn, di immagine dell’Essere animato, mai quale volontà di potenza della metafisica dell’immagine del mondo.

Anzi il campo sacro del “mithos” con la sua Bildseyn influenza la mondità, mai può essere soggetto, giacchè la sua fondatezza si disvela sempre dalla metastabilità dell’abisso, dell’invisibile, dell’indicibile, dell’inaudito, dell’aldilà che si presentano di fronte, davanti, in-contro alla mondanità, e si gettano nella sua fo ndatezza senza essere mai fondati.

In quel senso il campo sacro del “mithos” è libero, è più libero, dalle immagini del mondo: la storia mitika del “mithos” è la libertà dalla volontà di potenza della metafisica nichilista, della fine della storia; è più libera, giacchè abbandona le immagini del mondo per gettare in-contro le immagini dell’Essere animato.

Il campo mitiko non è stato, e non sarà mai una nuova metafisica, se mai è la Teontologia, senza essere ontologica: si eventua invece quale alterità, senza essere differenza, e quale relatività senza essere dispiegamento.

Il campo sacro del “mithos” è la radura ove si getta e si incontra sempre di fronte l’evento dell’immagine dell’Essere animato.

La storia del “mithos” è la storia dell’accadere della presenza, volontà e potenza dell’immagine dell’Essere che si dispiega dall’abisso, dall’aldilà, dall’invisibile, dall’indicibile, dall’inaudito: che decostruisce il tempo e l’immagine del mondo, dell’Esserci, della metafisica imperante nichilista.

Il campo sacro del “mithos” crea lo spazio alla Bildseyn che si eventua dalla metastabilità dell’Abgrundseyn, ma non dà fondatezza alla Grundseyn: si svela in-contro, di fronte, in relatività, quale immagine dell’Essere mai fondata, né fondabile dalla immagine del mondo, o dell’Esserci, o della Physis: Teontologia della Bildseyn quale intervolto, intervarietà della Ikonaseyn del pensiero poetante.

Il campo sacro del “mithosdella Physis è la storia della differenza del venirci in-contro dell’Essere e del suo gettarsi nel mondo, nella Physis cosmica: in qualità di immagine dell’Essere che si eventua, quale Essere animato metastabile dell’intervarietà dell’Abgrundseyn: nella sua varietà della semplice gettatezza nella storia dell’Esserci, o dell’Essere al mondo.

Mai mondo nell’Essere o volontà d’Essere mondità dell’immagine dell’Essere.

Daseyn e Bildseyn sono i sentieri del campo sacro del “mithos” ove si eventua l’in-contro la Gegenseyn della Physis ontologica .

Lì la risonanza dell’Essere che ci in-contra, dà senso alla Teontologia, quale alterità della metafisica nichilista, in relatività con l’ontologia poetante della Physis .

La storia di quell’in-contro si in-contra nella risonanza della storia del “mithos”, quale storia dell’immagine d’Essere che si getta di fronte all’immagine del mondo o dell’Esserci: Bildsetn che si getta in-contro al Daseyn.

Il campo sacro del “mithos” della Physis è quella Topologia ove la storia mitika si eventua quale Bildseyn del Daseyn, ed anche dell’immagine del mondo, attraverso l’immagine dell’Essere animato in relatività con l’immagine dell’Essere che si getta dall’aldilà, dall’invisibile, dall’abisso, Abgrundseyn, indicibile, inaudito.






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Ma il campo sacro del “mithos” della Physis ontologica è anche la Topologia metastabile della Bildabgrundseyn: immagine dell’abisso dell’Essere o dell’Essere abissale che si getta nella storia del “mithos”.

In qualità di Bildabgrundseyn il campo sacro del “mithos” si metastabilizza in Bildgestellseyn, ikona della sua struttura ontologica, ove si eventua l’incontro tra l’Essere animato, Bildseyn e l’immagine dell’Esserci.

Il campo sacro del “mithos” della Physis è al tempo stesso stabile ed instabile:la sua stabilità è relativa all’Essere animato che si eventua quale essere mitiko: dall’abisso dell’Essere ci viene incontro e in-contra l’Esserci ed il mondo, la Physis e la sua struttura ontologica.

E’ stabile nella Gestell dell’immagine dell’Esser mitiko ma instabile nell’Abgrundseyn intermittente la Gegenseyn,quale risonanza dell’Essere poetante della Physis.

L’anfibologia del campo sacro del “mithos” dà alla sua Gestellseyn l’essenza della metastabilità in relatività con l’ontologia, quale Teontologia, in relatività con l’immagine dell’Esserci e del mondo quale teokrazia della storia classica del “mithos”.

Quella differenza è essenziale, perché crea la biforcazione tra l’immagine della storia mitika e l’immagine del mondo della storia del “mithos” della Physis .

Il sentiero nel campo sacro del “mithos” dell’immagine della storia del “mithos” della Physis è stato interrotto, giacchè la storia si è dispiegata, ed anche, o immagine della volontà di potenza della metafisica o teocrazia.

La Teontologia, quale immagine dell’Essere mitiko che si getta nella immagine della storia del “mithos” non è più presente né nel mondo, né nel sacro mondo, né nel mondo sacro, né nell’Esserci del sacro campo del “mithos” della Physis .

Solo la libertà di ricerca eventuerà nel futuro un’immagine della storia del “mithos” quale gettatezza dell’Esser “mithos” animato, che si disvela dall’abisso dell’aldilà.

Solo così il campo sacro del “mithos” della Physis quale campo animato dell’immagine o interimmagine della storia del “mithos” eventua la storia del mondo animato, mentre fin’ora la storia del mito si è presentata nell’interpretazione dell’immagine del mondo imperativa ed influente, quale volontà di potenza metafisica sull’immagine della storia del mito della Physis.

Nella storia del “mithos” della Physis si eventua una interferenza: quale immagine della storia del campo sacro del “mithos” che dà la misura non solo al mondo, all’immagine del mondo, all’Esserci, alla vivenza, al nulla ma anche purtroppo all’essenza fondamentale dell’Essere, la storia mitika libera, esprime, disvela la verità, ma anche la occulta, la oblia, la kripta sotto la parvenza della cura, della latenza che custodisce conserva, accudisce, consacra e contempla.

L’interferenza ontologica nella differenza ermeneutica del capo sacro del “mithos” della Physis dà la misura della sua volontà di potenza imperativa kategorica, ma anche la valenza dell’Esser mito quale sentiero, di libertà di svelatezza della libertà, di contemplazione che dekripta l’evento dell’incontro che ci incontra nel chiasma dell’Esser animato, quali immagine in relatività con l’Essere ontologico.

Quella interferenza che appare originariamente nel campo sacro del “mithos” della Physis, ma anche si eventua in altri campi quale la Psychè o la Physis o la koinè, disvela la differenza ontologica tra l’Essere-sé dell’Esserci nel mondo e l’esser-sé quale Selbstsein: nella storia del “mithos” della Physis c’è sempre la trivarietà della Topologia dell’Essere: Seyn, Daseyn, das Selbstseyn ove l’Esserci o l’Essere è indeterminato, ma sempre in relatività quale Daselbstseyn: Esserci sempre nell’Essere-sè e nell’Essere al di là dal sé, dal Selbstseyn, senza paradossi di identità o di principi logici di contradizione, anzi quelle evenienze non fanno altro che confortare l’imperativo categorico del campo sacro del “mithos” della Physis.





Pag. 12

L’interferenza di quella presenza, nel campo sacro del mito ontologico della storia mitika del “mithos” della Physis dà la misura dell’ indeterminatezza, dell’invisibile, dell’infinitesimale, dell’indicibile, dell’inaudibile, del bene e del male, ma anche della das Selbstsein dell’adilà del bene e del male, dell’aldilà del mondo e del nulla, dell’aldilà del tempo e dello spazio, dell’aldilà della cronaca e della storia mitika, dell’adilà dell’etica e dell’estetica, dell’aldilà della guerra e della pace.

Nell’interferenza ontologica quelle varietà sono solo episodi eventuali dell’immagine del campo sacro del “mithos” che dà la misura dell’Esserci quale Essere-sé nell’Essere animato nel mondo animato, nella Physis animata.

La storia mitica del “mithos” è creatrice di storia,non solo nel suo campo sacro del“mithos” della Physis, ma in generale e nel senso della globalità, quale evento della nuova libertà: libertà d’Essere animata in qualità di varietà della das Selbstsein: Esserci, Essere mitiko, Essere in relatività con l’Essere aldilà.

La nuova libertà d’Essere animata è creatrice di storia del campo sacro del “mithos” della Physis, ma anche di quello immaginario, virtuale, ortogonale, metafisico influente nichilista, decostruttivo, ermeneutico, epistemico, etico, estetico, sinergetico.

Il campo sacro del “mithos” quale storia sacra del “mithos” della Physis sarà così il fondamento della nuova libertà: libertà d’Essere contemporaneamente, quale das Selbstseyn, Esserci, Essere alterità nell’aldilà, Essere mitiko dell’Essere animato.

Il campo sacro del mithos così è, non l’unico, ma il più evidente nella creazione della storia, sia Gestell, sia Gegen-Gestell: o meglio, e di più, è il Gegen-Stell: l’impianto della storia mitika della Physis, struttura ontologica che ci viene incontro dall’adilà, dall’alterità, ma che ci in-contra nel sentiero dell’Essere animato.

Il Gegen-Stell, la sua struttura ontologica, è la metastabilità che ci viene incontro, quale presenza che ci incontra nel campo sacro del “mithos” della Physis per impedire il declino nel nulla, nel kaos, nell’abisso, nell’Abgrundseyn.

La storia mitika che crea la storia dell’immagine del mondo, è la presenza metastabile dell’aldilà, dell’alterità che ci incontra sempre di fronte, per interferire nel declino, nel klinamen abissale della metafisica nichilista tramontante, eclissante.

Ma affinchè appaia la presenza della storia del “mithos” della Physis nel campo mitico interferente non è sufficiente il sapere dell’Esserci e del mondo, ma indispensabile dispiegare il sapere dell’Essere animato che si eventua di fronte e ci incontra dall’alterità dall’aldilà.

Il campo mitiko della storia del “mithos” della Physis si presenta nel mondo della storia solo attraverso il sapere del fondamento dell’Essere animato, il quale s’eventua sempre quale interferenza che ci incontra sempre di fronte, e viene ad abitare poeticamente il sacro campo della storia mitika dell’Essere animato.

Solo il sapere dell’Essere consente di essere sempre di fronte ed incontro all’Essere mitiko nell’equilibrio del campo sacro del “mithos”

 
 
 
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