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ontology art

ontologia dell'opera d'arte

 

 

stringheggia

Post n°59 pubblicato il 04 Agosto 2009 da hyakynthys
 

 
 
 

stringheggia

Post n°58 pubblicato il 04 Agosto 2009 da hyakynthys
 

 

 della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Firenze (a.a. 2001-02 e 2002-03) e presso il Corso

Commissario: Andrea Pinotti

CANDIDATO: PLESCIA Giacinto

Il dott. arch. Giacinto Plescia si è laureato in Architettura presso il Politecnico di Torino nel 1979 con una tesi in Analisi e modelli matematici dal titoloPer la critica della (non)Neutralità della scienza – per una teoria dell’inneutralità. Ha frequentato tra il 2003-04 e il 2006-07 due corsi di perfezionamento in Scienza ed epistemologia e un corso di Perfezionamento in Estetica ed ermeneutica delle forme simboliche presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università degli Studi di Firenze. Dichiara di aver partecipato a diversi progetti di ricerca e concorsi presso il CNR e altri enti, su argomenti relativi ad ambiti non pertinenti al settore scientifico-disciplinare oggetto di questa valutazione comparativa. Unitamente alla domanda, e non in separato plico, ha inviato due pubblicazioni: la prima (intitolata Ontologia della physis), che costituisce la tesi per il corso di perfezionamento in Filosofia dell’anno 2003-04, non è in alcun modo pertinente all’ambito disciplinare della presente valutazione comparativa; la seconda (intitolata Archematica della distopia), oltre a non essere pertinente all’ambito disciplinare della presente valutazione comparativa, è inoltre scritta con altri coautori senza che sia possibile discernere il contributo individuale del candidato.

Commissario: Fabrizio Desideri

Dopo essersi laureato in Architettura presso il Politecnico di Torino nel 1979 con una tesi in Analisi e modelli matematici dal titoloPer la critica della (non)Neutralità della scienza – per una teoria dell’inneutralità, il dott. arch. Giacinto Plescia ha frequentato tra il 2003 e il 2007 corsi di perfezionamento in Scienza ed epistemologia e un corso di Perfezionamento in Estetica ed ermeneutica delle forme simboliche presso l’Università di Firenze. Il dott. Plescia dichiara anche di aver partecipato a diversi progetti di ricerca e concorsi presso il CNR e altri enti, e tuttavia su argomenti non pertinenti al settore scientifico-disciplinare oggetto di questa valutazione. Solo unitamente alla domanda, e non con plico separato, ha inviato due articoli, il primo dei quali, Ontologia della physis, non risulta pertinente all’ambito disciplinare della presente valutazione; il secondo, Archematica della distopia, non risulta pertinente all’ambito disciplinare della presente valutazione comparativa, e risulta inoltre scritto in collaborazione con altri coautori senza che sia possibile discernere il contributo individuale del candidato.

Commissario: Salvatore Tedesco

Il dott. arch. Giacinto Plescia si è laureato in Architettura presso il Politecnico di Torino nel 1979 con una tesi in Analisi e modelli matematici dal titolo

disciplinare della presente valutazione comparativa; la seconda (intitolataPer la critica della (non)Neutralità della scienza – per una teoria dell’inneutralità. Ha frequentato tra il 2003-04 e il 2006-07 due corsi di perfezionamento in Scienza ed epistemologia e un corso di Perfezionamento in Estetica ed ermeneutica delle forme simboliche presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università degli Studi di Firenze. Dichiara di aver partecipato a diversi progetti di ricerca e concorsi presso il CNR e altri enti, su argomenti relativi ad ambiti non pertinenti al settore scientifico-disciplinare oggetto di questa valutazione comparativa. Unitamente alla domanda, e non in separato plico, ha inviato due pubblicazioni: la prima (intitolata Ontologia della physis), che costituisce la tesi per il corso di perfezionamento in Filosofia dell’anno 2003-04, non è in alcun modo pertinente all’ambito Archematica della distopia), oltre a non essere pertinente all’ambito disciplinare della presente valutazione comparativa, è inoltre scritta con altri coautori senza che sia possibile discernere il contributo individuale del candidato.

Commissario: Andrea Pinotti

GIUDIZI COLLEGIALI

 estetico nel suo complesso.

CANDIDATO: PLESCIA Giacinto

Il dottor arch. Giacinto Plescia si è laureato in Architettura presso il Politecnico di Torino nel 1979 discutendo una tesi in Analisi e modelli matematici dal titoloPer la critica della (non)Neutralità della scienza – per una teoria dell’inneutralità. Ha frequentato tra il 2003-04 e il 2006-07 due corsi di perfezionamento in Scienza ed epistemologia e un corso di Perfezionamento in Estetica ed ermeneutica delle forme simboliche presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università degli Studi di Firenze. Dichiara di aver partecipato a diversi progetti di ricerca e concorsi presso il CNR e altri enti, su tematiche relative ad ambiti non pertinenti al settore scientifico-disciplinare oggetto di questa valutazione comparativa. Unitamente alla domanda, e non in separato plico, ha inviato due pubblicazioni: la prima (dal titolo Ontologia della physis), che costituisce la tesi per il corso di perfezionamento in Filosofia dell’anno 2003-04, non è pertinente all’ambito disciplinare della presente valutazione comparativa e comunque oscura nel dettato; la seconda (intitolata Archematica della distopia), oltre a non essere pertinente all’ambito disciplinare della presente valutazione comparativa, è inoltre scritta con altri coautori senza che si possa individuare lo specifico contributo individuale del candidato.

VALUTAZIONE DEGLI ELABORATI DELLA PRIMA PROVA SCRITTA

L’elaborato svolge assai succintamente, seppur in maniera pertinente, il tema della genesi del sublime moderno nell’estetica del Settecento. Il nome di Burke è appena evocato, e assai scarna risulta la trattazione del sublime in Kant. In questi limiti, il dettato è chiaro e l’esposizione corretta. Manca qualsiasi riferimento sia alla differenza fra sublime antico e moderno, sia al motivo della genesi di quest’ultimo. In assenza di questi elementi di approfondimento, la trattazione è scarsamente originale.Commissario Prof. Fabrizio Desideri

La trattazione è piuttosto scarna, decisamente manualistica e fondata piuttosto riduttivamente su una lettura elementare delle origini della disciplina estetica, e per quel che riguarda nello specifico la questione del sublime in modo quasi esclusivo su Burke (del quale è offerta una lettura assai scarna), sul Kant della Terza Critica e la sua ripresa in Schiller; l’esposizione, con questi limiti, è tuttavia chiara e ordinata.Commissario Prof. Salvatore Tedesco

L’elaborato presenta un’architettura ordinata e si caratterizza per un’esposizione chiara dell’argomentazione. Questa è tuttavia solo parzialmente pertinente rispetto al tema assegnato su "La genesi del sublime moderno nell’estetica del Settecento", poiché carente nell’illustrazione del momento genetico del sublime moderno nei confronti del sublime antico (manca un approfondimento dei rapporti della cultura estetica settecentesca con l’antico trattato pseudo-longiniano), ed eccessivamente sintetica: gli autori trattati risultano essere solo Burke, Kant e Schiller, e le rispettive teorie del sublime sono più tratteggiate che non analizzate. Si avverte la mancanza di un più ampio riferimento al complesso dibattito settecentesco sulla questione del

sublime. Nel complesso lo scritto, privo di una sua originalità interpretativa, sconta i limiti di un approccio manualistico e l’assenza di un approfondimento storico-critico.Commissario dott. Andrea Pinotti

ELABORATO N. 2

La trattazione non è sempre pertinente al tema proposto, in quanto affronta la questione del sublime più in maniera speculativa che storico-critica. Per di più l’esposizione difetta di chiarezza e di sviluppo argomentativo. L’originalità è cercata più nello stile evocativo che nelle tesi sostenute, peraltro difficili da enucleare nella loro articolazione concettuale.Commissario Prof. Fabrizio Desideri

Dopo aver individuato, piuttosto brevemente, alcuni dei referenti antichi e moderni della questione del sublime, la trattazione vira decisamente verso un dettato affidato prevalentemente a una prosa evocativa, alquanto scarna nelle analisi effettivamente proposte. Proprio il carattere allusivo e pieno di suggestione della trattazione ne inficia alquanto la chiarezza espositiva, senza peraltro apportare significativi contributi di approfondimento teorico.Commissario Prof. Salvatore Tedesco

Il dettato è spesso di difficile comprensione a causa di una scrittura suggestiva, ma non circostanziata e supportata da analisi testuali. Pur elencando le caratteristiche che tradizionalmente accompagnano l’esperienza del sublime, quest’ultima è trattata soprattutto nelle sue origini antiche (Pseudo-Longino) e alla luce di autori novecenteschi (in particolare attraverso il filtro della terminologia ontologica di Heidegger), mentre manca, a parte un iniziale e finale fuggevole riferimento a Kant, ogni riferimento agli autori settecenteschi, come richiesto dal titolo del tema: ciò rende l’elaborato solo parzialmente pertinente rispetto al tema assegnato. La competenza scientifica della trattazione appare decisamente fragile.Commissario dott. Andrea Pinotti

ELABORATO N. 3

L’elaborato sviluppa il tema proposto delineando un quadro coerente e bene articolato della genesi del sublime moderno. Dopo aver richiamato la concezione antica del sublime espressa nel trattato dello Pseudo-Longino, viene analizzata la trasformazione di questo concetto a partire dalla traduzione secentesca di tale opera da parte di Boileau; a questo proposito, ampio spazio viene dato alla fortuna che la tematica del sublime conobbe nella filosofia e più in generale nella cultura inglese del Settecento: da Dennis, a Addison, alla cruciale opera di Burke, analizzata nella ricchezza delle sue articolazioni ed in particolare nell’opposizione fra bello e sublime che la connota. Tale opposizione è quindi ripresa nella parte conclusiva dell’elaborato, dove si affronta la posizione kantiana, della quale si mette bene in luce come il sublime non riguardi più la natura fuori di noi, ma un sentimento dell’animo umano: quello della nostra dignità morale e della nostra destinazione sovrasensibile. L’esposizione è sempre caratterizzata da chiarezza argomentativa, e dimostra una solida preparazione storica e buone doti di approfondimento teorico originale.Commissario Prof. Fabrizio Desideri

La trattazione, ampia, ricca e ben informata, muove dalle origini antiche della questione del sublime, illustra i caratteri della "riscoperta" del trattato longiniano da parte di Boileau, e procede quindi verso l’estetica settecentesca. Convincente l’analisi del dibattito inglese, da Dennis, a Addison, oggetto di una lettura approfondita, a Baillie e Akenside, alla svolta decisiva costituita attorno alla metà del secolo da Burke, la cui teoria del sublime è letta per un verso sullo sfondo delle analisi storiche sin lì condotte, per l’altro attraverso una messa in parallelo della

tematizzazione del bello e del sublime. L’analisi procede ulteriormente con la disamina della posizione kantiana, analisi anch’essa condotta con piglio sicuro. In conclusione la trattazione è chiara, ricca e ordinata, scientificamente assai valida e senz’altro piacevole alla lettura.Commissario Prof. Salvatore Tedesco

L’elaborato, di ampio respiro storico-critico, analizza approfonditamente le vicende della categoria del sublime dalle origini antiche nel trattato dello Pseudo-Longino fino agli esiti tardo-settecenteschi kantiani. L’arco temporale esaminato permette un confronto convincente fra sublime antico e moderno: quest’ultimo è colto nel suo nascere contemporaneamente al costituirsi dell’estetica come disciplina autonoma. A tal riguardo, muovendo dall’interpretazione tardo-seicentesca di Boileau e dai rapporti del sublime con il bello nella tradizione classicistica, si segue il progressivo svincolarsi del concetto di sublime dalla tradizione retorico-stilistica. Dopo aver dedicato particolare attenzione all’ambito britannico (Dennis e Addison interpreti del

GIUDIZI COLLEGIALI

ELABORATO N. 1Paradiso perduto di Milton, ed Edmund Burke, di cui vengono illustrati la differenziazione fra pleasure e delight e la concezione del terribile), lo scritto si conclude sottolineando l’esito kantiano di questa parabola, contrassegnato da un fondamentale equilibrio fra potenziamento e depotenziamento. Sotto il profilo della pertinenza al tema assegnato, della competenza scientifica e dell’originalità della trattazione, l’elaborato si rileva pienamente soddisfacente. Commissario dott. Andrea Pinotti La trattazione è piuttosto scarna, limitandosi a citare l’opera di Burke senza analizzarne le scansioni concettuali relative all’opposizione fra bello e sublime. Appena manualistico è poi l’esame del sublime nella Terza Critica di Kant. Manca infine un’illustrazione del momento genetico del sublime moderno nei confronti del sublime antico. Nel quadro di questi limiti l’esposizione è comunque chiara e ordinata. L’elaborato risulta nel complesso solo parzialmente pertinente al tema assegnato, rivela una limitata competenza scientifica, ed è scarsamente originale sotto il profilo storico-critico.

ELABORATO N. 2La trattazione non è sempre pertinente al tema proposto, in quanto affronta la questione del sublime più in maniera speculativa che storico-critica. L’esposizione manca di chiarezza e non è supportata da adeguate analisi testuali. Manca, a parte un iniziale e finale riferimento a Kant, ogni riferimento agli autori settecenteschi, come richiesto dal titolo del tema. Nel complesso l’elaborato risulta carente sul piano della competenza scientifica e privo di originalità interpretativa.

ELABORATO N. 3L’elaborato sviluppa il tema proposto delineando un quadro coerente e bene articolato della genesi del sublime moderno. L’esposizione è caratterizzata da chiarezza argomentativa e dimostra un’ottima competenza scientifica quanto all’oggetto trattato. Il quadro storico delineato è di ampio respiro, muovendo dalla riflessione antica, mostrandone analogie e differenze con l’impostazione moderna, ed esaminando nel dettaglio il dibattito da Boileau a Dennis, da Addison a Burke. Molto pertinente risulta essere la parte dedicata a Kant. Per questi motivi l’elaborato rivela una solida preparazione storica e buone doti nell’approfondire in maniera originale l’argomento assegnato.

VALUTAZIONE DEGLI ELABORATI DELLA SECONDA PROVA SCRITTA

Il tema è svolto in maniera solo in parte pertinente, non venendo concettualmente articolata la questione della dimensione cognitiva o meno del giudizio estetico. Si tratta per lo più di una rassegna di posizioni contemporanee, da Garroni a Stiegler, intorno al nesso fra estetica, ontologia e tecnica. Nessun riferimento esplicito vi è alla tesi kantiana relativa al giudizio estetico come anticipazione della forma di una conoscenza in generale. Interessante ma non adeguatamente sviluppata l’opposizione fra orientamento disorientamento del pensiero. Sotto il profilo dell’originalità, la trattazione è carente. Non risulta chiara, ed è per di più slegata dal resto della trattazione, l’affermazione conclusiva secondo cui il nesso fra giudizio estetico e cognizione andrebbe visto alla luce di una filosofia dell’esposizione.Commissario Prof. Fabrizio Desideri

La trattazione affronta la Terza Critica e più in generale la riflessione kantiana attraverso alcune recenti letture italiane e francesi. La rassegna è essa stessa piuttosto carente, e solo parzialmente aderente al tema proposto; la continua alternanza fra i diversi riferimenti rende l’esposizione poco chiara, e scarsamente evidente la proposta di una tesi interpretativa coerente.Commissario Prof. Salvatore Tedesco

L’elaborato offre una sintesi, limitata al panorama italiano e francese, delle principali posizioni del dibattito filosofico degli ultimi decenni intorno alle implicazioni cognitive e ontologiche dell’estetica kantiana. Pur dimostrando un’apprezzabile capacità nell’esaminare le differenti posizioni, non appaiono sempre nettamente individuabili la tesi interpretativa e la corrispondente prospettiva critica dell’autore dell’elaborato rispetto alle tesi altrui, soprattutto considerando che il concetto di "filosofia dell’esposizione" (con cui si chiude la trattazione e al quale l’elaborato sembrerebbe affidare la propria tesi) non viene chiaramente esplicitato e argomentato, e ciò impedisce pertanto di accertare un’eventuale originalità di tale posizione. Non adeguatamente focalizzata risulta infine la relazione fra giudizio estetico e cognizione: ciò rende l’elaborato non pienamente pertinente rispetto al tema assegnato.Commissario dott. Andrea Pinotti

ELABORATO N. 2

La trattazione non è pertinente al tema assegnato, l’esposizione manca di chiarezza e di articolazione concettuale, ripetendo termini filosofici come "episteme", "parousia", "logos", "Gegenstand", più evocandone la suggestione che articolandone i concetti. Piuttosto che sviluppare il rapporto fra giudizio estetico e cognizione, si evoca il tema del sublime kantiano, e la differenza stabilita dallo stesso Kant fra bellezza libera e aderente. In una trattazione che dimostra scarsa competenza riguardo al tema trattato non si può di conseguenza parlare di originalità.Commissario Prof. Fabrizio Desideri

La trattazione non è coerente col tema proposto. Il dettato si riduce a una variazione su alcuni temi fissi, scelti per il loro potere evocativo e più volte iterati, piuttosto che autenticamente approfonditi e fatti oggetto di analisi critica. Assai scarsa la competenza scientifica mostrata, e addirittura non valutabile l’originalità teorica, in assenza di qualsiasi presa in carico dei temi proposti dalla traccia assegnata.Commissario Prof. Salvatore Tedesco

La trattazione, caratterizzata da un linguaggio evocativo e da un oscuro gergo filosofico, ridondante di termini tecnici appartenenti alla lingua greca e tedesca non adeguatamente giustificati, rende impossibile l’accertamento di una sufficiente competenza scientifica e di un’eventuale originalità

delle posizioni assunte. Sotto il profilo della pertinenza rispetto al tema assegnato, relativo al giudizio estetico e alle sue implicazioni cognitive, l’elaborato è del tutto inadeguato.Commissario dott. Andrea Pinotti

ELABORATO N. 3 analitica.Commissario dott. Andrea Pinotti

GIUDIZI COLLEGIA

ELABORATO N. 2

La trattazione non è pertinente al tema assegnato, l’esposizione manca di chiarezza e di articolazione concettuale. Assai scarsa la competenza scientifica mostrata, e addirittura non valutabile l’originalità teorica, in assenza di qualsiasi sviluppo adeguato del rapporto tra cognizione e giudizo estetico.EL n. 2 appartengono al sig. PLESCIA Giacinto gli elaborati n. 3 appartengono alla sig.ra CANTELLI ChiaraOMISSIS

nde in maniera soddisfacente al primo

.Commissario dott. Pinotti Andrea

 

 

 

CANDIDATO PLESCIA GIACINTO

Il candidato risponde in maniera vaga alla prima questione, non chiarendo cosa intenda per "ontologia della physis"; rispetto alla seconda domanda la risposta è stata solo parzialmente pertinente; nella terza domanda il candidato ha rivelato gravi lacune storico-critiche circa l’opera platonica in relazione alla questione della bellezza. Commissario prof. Desideri Fabrizio

Il candidato risponde al primo quesito ricorrendo in maniera allusiva ed evocativa ad una terminologia non sufficientemente padroneggiata; non coglie in modo sufficiente il senso delle relazioni fra sublime antico e moderno; infine risponde in modo del tutto insufficiente al terzo quesito.Commissario prof. Tedesco Salvatore

Nel rispondere alla prima domanda il candidato non esamina con sufficiente chiarezza argomentativa il rapporto fra estetica e ontologia; nella seconda risposta si rilevano imprecisioni relativamente alla teoria pseudo-longiniana e kantiana del sublime; quanto alla terza domanda, il candidato mostra una lacunosa conoscenza dei dialoghi platonici relativi alla filosofia del bello.Commissario dott. Pinotti Andrea

GIUDIZI

CANDIDATO PLESCIA GIACINTO

 

Il candidato risponde in maniera vaga alla prima questione, non chiarendo cosa intenda per "ontologia della physis"; rispetto alla seconda domanda non coglie in modo sufficiente il senso delle relazioni fra sublime antico e moderno; quanto alla terza domanda, il candidato mostra una lacunosa conoscenza dei dialoghi platonici relativi alla filosofia del bello.

DESIGNAZIONE DEL VINCITORE


 

 

 
 
 

mylly-e

Post n°57 pubblicato il 04 Agosto 2009 da hyakynthys
 
Tag: mylly

mmylly

 
 
 

mylly

Post n°56 pubblicato il 04 Agosto 2009 da hyakynthys
 
Tag: mylly

mylly

 
 
 

nulleggia

Post n°55 pubblicato il 28 Luglio 2009 da hyakynthys
 

 P L E S C I A
5 minuti fa
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I L C A N T O D I C A ...
6 minuti fa
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M. P O N S T
7 minuti fa
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Un Modello Di Topologico ...
8 minuti fa
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I L C A
18 ore fa
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I L C A
18 ore fa
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Un Modello Di Topologico ...
2 giorni fa
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M. Ponty
2 giorni fa
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Imp Plescia
2 giorni fa

 
 
 

ontology

Post n°54 pubblicato il 21 Giugno 2009 da hyakynthys
 

Commissario Prof. Emma Mandelli Aderenza al tema – Il candidato svolge il tema con teorie interessanti e aperte per il tema in oggetto Chiarezza ed efficacia – sempre chiaro fa uso di termini particolari per ogni argomento affrontato. Approfondimento – Discorso molto largo trova un canale per indicare un canale di ricerca. Efficacia dei contenuti – appaiono organizzati i contenuti raccontati. Commissario Prof. Giuseppe Moglia Aderenza al tema e ai contenuti disciplinari: tema svolto in modo ampio, Chiarezza ed efficacia: si intrecciano estesi, profondi, significati su percorsi ati Approfondimento: sviluppato Efficacia dei contenuti: il progetto di ricerca adeguatamente esplicitato. Commissario Prof. Rocco Sinisgalli Di valore la struttura....La “tekné”, il disegno e il progetto. Ontologia strutturale del progetto e il suo dispiegamento storico. Ontologia delle immagini

 
 
 

g8

Post n°53 pubblicato il 11 Aprile 2009 da hyakynthys
 
Tag: g8

g8

 
 
 

pleromas sublime

Post n°52 pubblicato il 09 Marzo 2009 da hyakynthys
 

 
 
 

pleromas

Post n°51 pubblicato il 08 Marzo 2009 da hyakynthys
 
Foto di hyakynthys

PLEROMA 1

to the memory of David Tudor

Pleroma 1

Generator

Generator Pleroma 1

Pleroma

is an extended realtime multi-channel electroacoustic performance for live

computer. It explores the global behavior of hyper-chaotic analog circuits modeled in

the digital domain. These non-linear circuits exhibit an immense range of sonic

behavior, all generated from the equivalent of three sine-wave oscillators linked

together in a nonlinear feedback path. The emergent complexity results from the

dynamical attributes of cross-coupled chaotic states interacting in a multi-dimensional

phase space. My role as composer/performer of this "chaos" instrument is to explore

various regions of these behaviors in a manner analogous to the exploration of a

physical terrain. While I can influence the complex sonic behaviors, I cannot control

them beyond a certain level of mere perturbation, the amount of which is constantly

changing. The experience is often tantamount to surfing the edge of a tide of sound

that has its own intrinsic momentum.

My fascination for these sounds has less to do with the underlying mathematics, or

the current fashion of applying complexity science to music, than with the similarity

these sounds have to natural sound environments where the same dynamical

properties might be operating. These sounds excite me because they are so physically

reminiscent of the global sound behaviors that emerge from natural habitats such as

swamps, forests and oceans.

The score consists of: 1) a “patch” diagram with interconnection details in the

software program ; 2) a set of performance instructions and a possible user

interface layout; and 3) a chart of values for thirteen composer created presets within

the patch. A performance of can be any duration between a

minimum of 20 minutes and a maximum of 40 minutes.

The thirteen presets can be viewed as zones where particular chaotic behaviors reside.

The opening and closing of switches within the presets determines various

combinations of structural coupling between distinct chaotic circuits, allowing different

behaviors to arise. The composition is a charting of transitions between these different

zones of behavior that arise from a fundamental generative structure and its behavioral

diversity, much like a genetic code.

A performance of 1 is intended for either a four or eight channel sound

system surrounding the audience. In the latter

 
 
 

ermeneutica quantica

Post n°50 pubblicato il 08 Febbraio 2009 da hyakynthys
 
Tag: quanta

Version:1.0 StartHTML:0000000168 EndHTML:0000012234 StartFragment:0000000568 EndFragment:0000012217

 


 


Il chaosmos è infinito, è infinitesimo


 


 


di


 


 


Giacinto Plescia


 


 


 


 


Esiste una discrasia o un vuoto o un intervallo, o un niente, o un nulla, o una tabula rasa, o un “apeiron” tra la regione della topologia fluttuante, o di Planck e la cronospazialità immaginaria di Hawking: o, se si desidera, tra Wheeler e la teoria delle supercorde di Veneziano, al presente evoluta in teoria delle varietà o membrane di Scheroh, Schwarz,Khuri, Minasian, Lu,Duff, Witten, Howe, Howe,Kellogg, Hull,Townsend, Polchinsky, Dirichlet, Banks, Shenker, Susskind e altri.


 


Se quella assenza interpretativa non esistesse, si penserà che qualcuno abbia risolto il principio di indeterminazione.


 


Ma così, non ci sarebbero più problemi di cromodinamica quantica, o supergravitazionale o relativistica.


 


Esiste, invece, tra la dimensione 10 - 35 e la 10- 18, ove si calcola l’unificazione di tutte le interazioni fondamentali,una mondità o un cosmo infinitesimo o un chaos, meglio un chaosmos infinito, tutto da esplorare.


 


Forse lì non c’è il nichilismo assoluto , non regna l’instabilità fluttuante del tempo e della spazialità, ove il principio di indeterminatezza si svela quale principio ermeneutico o d’interpretanza catastrofica.


 


Si potrà invece classificare una varietà topologica che disveli un’area, ove fluttuino singolarità metastabili,interpretabili con una nuova ermeneutica quantistica, o se non si creasse suscettibilità, una vera e propria ontologia quantica.


 


Là nella dimensione metastabile, compresa tra il 10- 18 ed il 10- 33, vigerà sempre ed eternamente il principio di indeterminatezza, ma sarà presente, o apparentemente assente,l’ermeneutica dell’interpretanza morfogenica, o morfologica od ontologica.


 


C’è un chiasma di interagenza tra le due o tre mondità: la stabile o cronotopica immaginaria; la instabile, fluttuante e chaotica; la


metastabile e metamorfica od ontologica, ove si svela la morfologia dell’ermeneutica quantica.


Lì le singolarità si eventuano in trivarietà a densità assoluta o relativa.


 


Quando gli eventi virtuali trovano una morfogrnesi chaosmica in sé, la loro metastabilità si disvelerà in una trivarietà a curvatura positiva o negativa, genesi di eventuale materia, o energia, o antimateria.


 


La morfogenesi subquarkica è l’evento metastabile che genera più interessere: se si desidera interpretare la sua morfologia dinamica superficiale,l’ermeneutica coinciderà con le teorie delle supercorde o delle membrane, ove le dimensioni energetiche sono eventuabili con la supersimmetria quantistica o graviquantica; se invece si immergesse la sonda nell'intimità chaosmica della varietà, scelta trinitaria per consentire una simmetria con gli eventi graviquantici, si disvelerà la mondità autentica della ontologia quantica.


 


La trivarietà vuota, nella sua spazialità topologica, è abitata dall’orbita di un superquark, o gluone, o gravitino, o leptone, o neutrino virtuale nel toroide di destra, sinistra, centro; ma anche nella spazialità animata nucleare si eventueranno presenze vuote, o nulle, o neutre, o virtuali, o immaginarie.


 


La loro morfologia sarà super simmetrica ai graviquark o fotogluoni, ma con incastri inifitesimi ed infiniti dalla dimensione 10- 18 fino alla topologia fluttuante del 10- 35. Si è in presenza di varietà supersimmetriche virtuali ed immaginarie e metastabili,supergravitazionali,le quali si eventuano nel nucleo eccentrico animato della trivarietà del subquark, o subgluone, o subgravitone declinabili e classificabili con un ermeneutica quantica in: morfoquarks, o ontoquarks, o archiquarks infinitesimi o chaosmici: ove sarà impredicibile ed imprevedibile l’essenza ontologica, ma previsibile ed interpretabile l’essenza morfologica e topologica, tanto da eventuare, anche una possibile epistemologia o modellistica matematica computabile, ma, già da ora l’essenza di una ontologia quantica.


 


Là, si disvelerà l’essere chaosmico infinito ed infinitesimale degli arkquarks: essenze virtuali ed immaginarie della cronotopia supersimmetrica delle trivarietà metastabili, nella dimensione di Gödel, prossime e comprese tra la dimensione di 10- 18 e quella di


10- 33.


 


Al di là , o se si desidera al di sopra, della regione instabile di Planck o al di qua, o al di sotto, della regione stabile o iperstabile del tempo immaginario di Hawking, c’è l’area metastabile e chaosmica virtuale ed immaginaria di Gödel, ove s’eventuano le varietà dell’ermeneutica quantica, o graviquantica, interpretabile e classificabile con l’ontologia quantica.


 


Le singolarità morfogeniche disvelano modelli di arquarks orbitanti intorno ad eccentrici ontoquarks: supersimmetrici e dimensionalmente sinestetici, si danno quale fondatezza degli eventi virtuali ed immaginari metastabili,interpretabili quali prodromi delle super


stringhe, o supergravità,supercorde, o membrane unificanti le interagenze fondamentali, oppure potranno essere la morfogenesi degli eventi disvelati nelle dimensioni dell’alterità chaosmica: buchi neri, sinergie delle cronotopie, solitoni virtuali, tempo immaginario originario, metastabilità topologica della regione fluttuante di Planck.


Lì, nell’universo, si presenteranno quali singolarità infinite; nella microfisica quali physis infinitesima.


 


Le presenze di ontoquarks nell’animato vuoto eccentrico degli archiquarks, o la loro assenza, eventueranno i modelli supersimmetrici dei gravifotoni o dei leptoni, la loro carica elettromagnetica, la super gravità o gravità quantica e l’interagenza deboleforte.


 


Dentro la monade trivarietà è possibile fermarsi nell’interpretanza superficiale o dimensionale, o, se si desidera, è consentito inoltrarsi nella ermeneutica ontologica della physis, fin là ove disvelasse l’instabilità assoluta o il chaos fluttuante di Planck.


 


Quelle singolarità metastabili chaosmiche, potranno essere, più formalmente, dei vari attrattori quantistici o attanti quantici.


 


Meglio: gli arkquarks possono essere attrattori quantistici, prossimi alla teoria della supergravità o superstringhe, o supercorde, o supermembrane supersimmetriche o alle teorie della grande unificazione delle interazioni fondamentali, là ove sarà vigente il principio di indeterminatezza, ma la cui morfologia sarà interpretabile con l’ermeneutica quantica.


 


L’ontoquark potrà essere, invece, l’attante quantico, strano o chaosmico,che dà alla luce le singolarità metastabili dal nulla,eternamente instabile, del kaos di Planck lì vigerà, come sempre, l’indeterminatezza, ma la morfogenesi topologica, virtuale e immaginaria, può essere passibile d’interpretanza con l’ontologia quantica.


 


La sinestesia tra l’attante e l’attrattore chaosmici, o strani, o virtuali, o immaginari, darà senso all’essere degli eventi morfogenici metastabili: quando le orbite topologiche della trivarietà saranno abitate dagli ontoquarks e le trisfere animate eccentriche vuote, l’attante arkquark disvelerà le interegenze leptoniche,gravimagnetiche, neutriniche,gluoniche,fotoniche.


 


Qualora le orbite della trivarietà topologica si presentassero vuote, mentre le eccentriche animate trisfere abitate singolarmente, o totalmente, o perzialmente dagli ontoquarks, l’attante arquark svelerà le supersimmetrie nucleari dell’interagenza forte, le forze elettrodeboli, i fenomeni polari, i paradossi della quinta antigravità o supergravitazionali, le singolarità chaosmiche dei buchi neri aggettanti e dissipanti raggi fotonici.


 


Si è in presenza d’una ermeneutica quantica, utile per creare il sintagma delle interagenze fondamentali ma lì si eventuerà la morfogenesi primigenia della ontologia quantica della physis animata.


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 
 
 

xyasm

Post n°49 pubblicato il 01 Febbraio 2009 da hyakynthys
 
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 l'essere. CHIASMA


 


Lì è non-ente, niente, nulla o verità che si biforchi in ontica fenomenica ideale della purezza  e transcendenza ontologica o transontologica  dell'evento invisibile.


La svelatezza.


Proust è in/visibile a Proust, è  presentemente  assente o  assentemente presente. 


Il sogno è una  splendenza.Ereignis  Dasein  dell'Essere  nel  Dasein.


 


 


 


 


 


'essere invisibile  Dasein è il  Nulla nell'Essere. Essere  invisibile  è  l'essere  nulla.


L'aporia  essere-invisibile versus essere-visibile Dasein estatico.


Essere invisibile è però essere-visibile-Dasein dell'essere, essere-invisibile-visibile? Leibniz disvelò l'essere-invisibile.


Leibniz svelò l'essere-invisibile  nel Dasein fenomenico o o


LA M-THEORY ED I QUALIA DYNAMICI


L'IN/VISIBILE STRUTTURA NEURALE DEL CERVELLO.


 


 


O purezza invisibile o nulla. Svelare l'invisibile nulla dell'essere fenomenico. E' nulla invisibile nel campo visivo dell'essere.


/visibile ontologia in interazione: Pitkänen ci dà  una topologia geometrica-dynamica,  Rene Thom la Catastrophe Theory dell' in/visibile.


Per l'ontopologia Thom svelò la Teoria della Catastrofe in/visibile. Thom disvelò la catastrophe-in/visibile.


René Thom è  l'archegete  della catastrofe-in/visibile.


In/visibile-topologia  o topologia-in/visibile, è la spazialità curva del flusso  in/visibile o catastrophe in/visibile. 


Catastrofi in/visibili nello spazio pieghevole, o tempo che si piega, appare, può essere il tempospazio o spazio in/visibile.


Lo spaziotempo può essere  visualizzato nello spazio-catastrophe dell' in/visibile catastrofe.


Thom svelò lo spazio vuoto in/visibile della  monade invisibile. O In/visibili microtubi spaziali  quantici.


L’ interpretazione consente l' Ontologia dell' in/visibile.


 


 


 


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Ontologia  in/visibile o invarianza delle strutture in/visibili, o campo dei quanta di fluttuazione in/visibile.In/visibile vuoto fluttuante.


 Il vuoto di fluttuazione è  in/visibile schiuma, è schiuma di bolle con due superfici o macrosphere.


 


Bolle  di superficie infinitamente sottili o in/visibili nulle-membrane.


Schiuma di vuoto  fluttuante  in/visibile, è una differenza asimmetrica dei quanta nel tempo di  una  in/visibile struttura neurale del cervello.


 


E ' l' in/visibile indeterminatezza  dell'essere ontologia dinamica quantica.


Tale architettura consente la stabilità delle singolarità. Eddington prima e poi Eccles  idearono le fluttuazioni   in/visibili.


 


Pitkänen svelò i salti quantici dell'intenzionalità.


Pitkänen ideò la struttura intenzionale in/visibile  nello spazio-tempo e pensò strutture in/visibili di microtubi  vuoti quantici.


Pitkänen costruì un modello geometrico in cui il vuoto  si  lascia  attraversare da in/visibili flussi nel vuoto e pensò quantiche fluttuazioni di tubi  in/visibili di spazio-tempo.


 


Attrattore in/visibile frattale dell'instabilità:  in/visibile attrattore di instabilità capace di formare nuove strutture di biforcazione.


L'instabile in/visibilità  biforca la stabilità frattale o instabilità  quantica di Mandelbrot.


È la struttura  spaziale-temporale dell'in/visibile stringa quantica.


 


L'infinita/visibile dinamica quantica o cromodinamica quantica delle singolarità invisibili-visibili di Kaluza o invisibile struttura dello spazio-tempo o chiasma  della struttura invisibile  quantica di spazio-tempo,  o visibilità supersimmetrica o stringa  in/visibile nello spazio invisibile dello spaziotempo-singolarità. 


L'in/visibile singolarità visibile  è la curvatura dello spazio-tempo.


 


 


 


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Se lo spazio-tempo-curvatura è invisibile curva eventi invisibili, come la singolarità curva il tempospaziale, il tempospazio in/visibile.


Tempo invisibile dello spazio-tempo.


La struttura è  in/visibile spazio-  tempo strutturale  quantico.


La corda in/visibile è la topologia ontologica o ontopologia quantica di Möbius con infinite-dimensioni invisibili di infinite Topologie di superstringhe.


 


Topologica stringa  in/visibile dello Spazio-tempo o spazio-tempo a topologia in/visibile. 


L'in/visibile intenzionalità  topologica dynamica Intenzionalità o Platonia di flusso topologica, flusso invisibile, flusso in/visibile  è il flusso dell'esserci  in/visibile tangente invisibile topologia, è il flusso in/visibile.


 


IIn/visibile Leibniziane  monadi Topologiche. M. Pitkanen disvela  l'in/visibile M-Theory-Topologica ontodynamica:essere infinita in/visibilità dell’essere nella latenza, custodita, curata per eventuarsi nella epokè dinamica della radura dell’Essere, dell’Essere diradato, sgombro, libero d’Essere nell’abisso, senza nulla, senza niente, senza fine, senza tramonto, senza eclisse, lì si dà, si getta alla presenza nella radura, nella topologia dell’Essere, quale ontologia dell’Essere dinamico, il Gegengrund  o  fondale che si eventua nella varietà della gettatezza della  dynamis, è la radura dinamica che custodisce, kriptata, latente la cura dell’Essere Gegengrund  in/visibile   o  fondale  degli spazitempi ove si getta dinanzi, davanti l’Essere in/visibile della  dynamis.


 


I luoghi sono quelli che l’esserci si trova di fronte non ad un orizzonte del mondo, o ad una prospettiva mondana, o ad un tramonto o eclisse cosmici, ma l’Essere è    abitato  dynamicamente dall’orizzonte e dalla prospettiva dell’Essere senza fine, senza declino,senza tramonto, senza eclisse, quale eterno ritorno della risonanza dell’Essere  in/visibile.


 


 


 


 


 


 


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Solo così si eventua l’epochè  in/visibile della singolarità ontopologica dell’Essere. 


L'in/visibile differenza ontologica tra il Gegenstand  che ci viene in-contro  in/visibile e si getta alla presenza, per abitare l’Essere che contempla la radura  ove  si  eventui la differenza  nell’ontologia dinamica, quale presenza che abita il luogo ove non ha mai abitato né l’entità, né l’Esserci, né la mondità, né la metafisica, ma solo la risonanza dell’Essere in/visibile che ci viene in-contro. 


L'in/visibile Gegenstand si getta ed abita l’Essere quale in/visibile ontologia: si incontra l’Essere ove l’Essere si dispone nella contemplazione, nell’ascolto,nella visione,nella sensibilità e nel pensiero in/visibile dell’Essere di fronte, dinnanzi, davanti che ci viene incontro, nel Gegenstand  o   fondale in/visibile delle radure,  dei vuoti ontologici, ove l’essere si eventua per essere contemplato e per abitare l’essere di fronte, oltre che abitare  solo il mondo.


Quando un luogo, una radura, un vuoto sono abitate dall’Essere in/visibile che si getta e che viene in-contro all’Essere, si eventua la presenza in/visibile qui ed aldilà del mondo, o lo spazio vuoto, la radura ove è custodito, curato, evocato e contemplato il Gegenstand-in/visibile dell’Essere che viene incontro per abitare il mondo, o l’ikona dell’Essere, l’essenza dell’Essere, l’Essere  in/visibile-Essere ontologico.


Si eventua così nello spazio e nel tempo del mondo la differenza ontologica: si presenta la topologia dell’Essere-in/visibile di là e di qua in ontopologia fluttuante dell’Esserci, del mondo ontologico in/visibile.


Il mondo dell’Essere-in/visibile si getta invisibile, indicibile, inaudito, all’assenza presente.


La Topologia dell’essere in/visibile topologia animata dell’Essere che trascende l’Esserci,  è l’Essere in/visibile ontologico: è invisibile, indicibile, inaudito, estatico;è anzi l’unico che dà senso, stabilità, l’impianto, la Gestell in/visibile dell’Esserci, dell’Esser qui, dell’Esser là, dell’Esser aldilà.


 


 


 



 


 


 


 


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CAP. 9


 


HUSSERL: LO SPAZIO IN/VISIBILE  O SPAZIO INTUITIVO E SPAZIO GEOMETRICO A-EUCLIDEO.


 MERLEAU-PONTY :LO SPAZIO PRE-CATEGORIALE  O GRUND-IN/VISIBILE  O ZENTRALKÖRPER


 


La topologia in/visibile è la Gestell del mondo e dell’Essere animato, quale Esserci che ci viene in-contro nella sua morfogenesi di Essere animato in/visibile.


Giacchè solo quell’Essere è  l'in/visibile che ci potrà salvare, o curare, o consolare, nel vuoto ontologico, nella radura  dal nihilismo in/visibile, nella singolarità del nulla, quale Gestell in/visibile: Essere che ci incontra e avviene, si getta nell’Essere  in/visibile dell’Esserci Topologia in/visibile chiasma dell’Essere. 


L’Esserci  in/visibile che ci viene in-contro, quale Gegenstand  in/visibile o  fondale  è la donazione di misura, la misurata topologica che abita visibile l’invisibile, l’indicibile,l’inaudito, l’indecidibile svelato infinitamente o  l'in/visibile singolarità dell’Essere vivenza nell’Esserci, sia quale vivenza della mondanità, infinita, indicibile,inaudita.


L’Essere in/visibile che vi viene in-contro o che si in-contra è l’essere animato che dalla latenza kriptata, custodita, curata,della radura della Topologia dell’Essere, si eventua visibile quale misura del tempo e dello spazio o visibilità all’infinito, un’armonia  in/visibile dell’entità pensante.


 L'esseri animati è la sensazione in/visibile  della visione della dynamis  del flusso in/visibile,  o flusso e flussi nel nulla.  


L'in/visibile flusso dei flussi. Flusso immateriale e  in/visibile al di sopra della Krisis. 


l'infinita  in/visibilità dell'evento.


 


 


 


 Proust disvelò il pensiero  poetante  in/visibile:è l’essersi che c'è  o  si  eventua  dal  nulla,  è ideale apparire nell’essere la più apparente   o  apparenza  ideale, evidenza  della  purezza.


Proust  dis-velò  la verità aldilà  dell'adeguatezza  già  nella  monade quale  singolarità  o punti métaphysique, o  metafisici punti  prioritari  dell'essere  delle entità. 

 
 
 

xyasm

Post n°48 pubblicato il 31 Gennaio 2009 da hyakynthys
 
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 spaziali in/visibili o varietà spaziali differenziali, è lo spazio dell'esserci o spazitempo o struttura ontopologica  in/visibile della spazialità del mondo. Lì  c'è  la  transvisione  dell'essere pensante che contempli la transcendenza dei    fenomeni   ideali  o l'invisibile.   L'apeiron  dei  quanta  è già senza  fine o una  abissalità  senza  fondale  ove  c'è  l'evento-in/visibile, lì si  dà  diafanè  la transvedenza  in/visibile,  quale  klinamen  o  ab-scissa  dell'archè  o  dell'eventurarsi   o    svelatezza  della singolarità-in/visibile,  o  ereignis della  splendenza.  A  quella  transvisione  quantica  si  aggiunse  nel  corso  del  tempo  una  dinamica  quale  coniuganza  dell' essere  abissale in/visibile che  si evidenzia nella  svelatezza   senza  fine,   quale  risplendenza:  qui  la  purezza  è  l'abnegarsi in/visibile fenomenica o in/visibile-intermittenza,   tanto  da   evidenziarsi in  diafanè   fenomena-noumenica. La  geometria o   matematica  innata nelle stelle è  inerente  nel  kosmos   o  è    kosmesi o  varietà-monade dell'essere visibile,  nella sua purezza d'essere-in/visibile: lì  un attimo  è l' istante,  c'è   l'evento, c'è l' EREIGNIS  in/visibile o dispieganza dell' Essere evento in/visibile dell'Ereignis. Ereignis è il  pensiero  che si pensi in/visibile, pensiero dell'essere  in/visibile, o  evento  dell' essere. Il pensiero in/visibile è  l' originale  pensiero   dell'essere  perchè  è  il  pensiero  dell'evento  in/visibile  dell'essere  abissale,  è  dispieganza nello spazio-tempo dell'evento. La verità dell'essere in/visibile   eventuanza,   è   l' Ereignis-in/visibile,  ed è   l' Essere  verità dell' Essere-in/visibilità  dell' essere. La morte non è un evento che ponga fine al Dasein in/visibile: è sempre  presente nel Dasein-in/visibile, come possibilità di impossibilità del suo essere-in/visibile. La morte è in/visibile nulla,  l'altro-che-entità,  il  non  ente,  il  niente  o l' Ereignis in/visibile dell' Ereignis o EREIGNIS   della  svelatezza  in/visibile,  quale  chiasmevento e fondamento della verità  ecstatica, l'al di là in/visibile transinfinita. La sua qualità è il suo  essere-per-sé o  transinfinita   in/visibilità non più al di fuori di essa, ma in sé   quale  essersi in excstasi:  il suo essere al di là  e  al  di  sopra,   o  sempre  nell'oltre  dell'eventuarsi in/visibile dell' essere  quantica infinità,  è   la differenza tra   l'equilibrio instabile  o  transtabile,  è  il  muoversi  transinfinito  dell'essersi  in   dispieganza   o  dell'essere  dell'ente  dinamico, o  l'eventuarsi  in Dasein-in/visibile,  o   Essere  EREIGNIS   Dasein  dell'Essere  nel  DASEIN. Nel rivelarsi  Dasein  dell'Essere  c'è  l'eventuanza del Dasein  dell' Essere  transinfinito,  transinfinita  matematica  o  topologia  dell'essere  Infinito  o  transfinito,  o  in/visibile-apeiron  dell'essere.  Il Dasein Ontologico dell'  Essere è l'Essere nella sua verità,  o si  dà quale Essere  nell'eventuarsi dell' Essere o è l'Essere-in/visibile, Dasein in/visibile, oltre che  essere mistero dell' essere.  Essere in/visibile Dasein quale evento dell' essere  evento in/visibile dell' Essere in sé, o  dell'Essere che si mostri  o  si  dimostri  in/visibile. Essere in/visibile-Dasein della verità dell'essere. La verità dell'essere   è  la transinfinita in/visibilità, o Ereignis del Dasein dell' essere. Dasein è in/visibile-essere,  o  è  la verità in/visibile dell'essere. Dasein quale  aletheia in/visibile dell' Essere. Dasein che consenta all'Essere  la   transinfinita in/visibilità nel  Dasein,  o   Essere  EREIGNIS  in/visibile del Dasein  dell'Essere DASEIN-in/visibile. Nel rivelarsi Dasein  dell'Essere c'è  l'evento del Dasein in/visibile dell' Essere  transinfinito, o Essere evento  transinfinito dell' Essere excstasi della verità dell' Essere in/visibile Dasein. L' Essere intuizione di  forme dell' essere fenomenale, o  topologia  dell'essere   nous  o  noumenica, o   essere   superiore  dell'ideale  quale  transontologia  dell'essere e topologia dell'esserci,   quale  transinfinito abissale sempre di  fronte, gegenstand-imago, sempre  aldilà,  oltre trascendenza   dell'essersi   sempre di fronte con l'imago transinfinita, con  la transtabilità, asimmetrie nella  simmetria, decostruite dall' instabilità  della spazialità           transinfinita  in exkstasis.  Transvisione   della   transcendenza  excstatica  dell'essersi,   o transcendenza  dell'essere  estensione dell'essere senza  fine, senza  confine e senza transtelos, è  transevidenza In-fondata e  imago  abissale,  excstasi che si dà   nel mondo, c’è  nell'essersi  excstatica   transinfinita,  è l'evento della verità  dell'essersi  imago  in/visibile. Il suo luogo transcendentale  è  l'imago,   quale    topologia  dell'essere  o  spazialità  transinfinita  sempre  oltre  o  aldilà   delle ontologie regionali, della  fenomenica  o epistemica, perchè   il Gegenstand si  svela  sempre   quale spazialità  della verità, è  l' Abgrund dell' imago  in/visibile transcendentale, quale  verità della   transcendenza  la quale precede e rende possibile  ogni altra  verità fenomenica   o  epistemica  o  empirica  o  noumenica. Qui  c'è  il mostrarsi  della Verità,  singolarità   davanti-alla-sguardo, o   senso dell’essere come evento priorità  prima  del  fenomeno, si disvelò  così          l’intenzionalità in/visibile topologica-transcendentale  superiore della conoscenza  epistemica. È l'in/visibile-imago  fondersi  abissale quale in/visibilità che si sottrae  o  si  annulla,  si  nega   o  è  l'abnegarsi   spaziale  e temporale della transcendenza  fenomenica,   si svelò  lì il Gegenstand  che ci sta di-fronte quale  imago in/visibile: il  Gegen-stand  che  ci sta di-fronte  è  l'eventuarsi  dell'in/visibile Gegen-stand dell'essersi, sempre  al  di  là  della  vivenza  o  della  mondità  o  mondanità  o  della Fenomenica  o  noumenica. Nell’evidenza  si dà  La fenomenicità del fenomeno  eccede quella evidenza   per essere  la  transvedenza  excstatica   dell'essersi o   eccedenza della libertà,  o  l’eccedenza   excstatica  dell'imago-in/visibile.   La spazialità  è  la struttura ontologica  dell'eventuarsi  dell' in/visibile o  nella  razionalità epistemica  o  della  fenomenica  o  noumenica, è  l’intenzionalità  dell'evento dell’essere-nel-mondo: non è più   solo  fenomeno o  noumeno, ma  si dà  quale  imago-in/visibile dell'Ereignis  dell'essersi.  Si dà  quale event-in/visibile  dell'essere. L’imago  è  l’apparire nella luce del  fenomeno  dell' apparenza,  è l’essere, è libera  singolarità, o singolarità in  perenne  transcendenza.  La  singolarità  è  l'imago  dell'essersi  o singolarità  del visibile, o  lo stabilirsi   è  il  luogo dell' evento dell' apparenza libera  o  del  mostrarsi dell' essere.   L'in/visibile non-ente, niente,  nulla, o evento dell'essere  in eccedenza  sempre   al di là della natura calcolata,  o  della sua matematizzante   fenomenica ideale  o  noumenica.  Il visibile è una forma dell'icona  del  lasciar-essere l'eventuarsi, o  lì c’è  il  mostrarsi  o il manifestarsi dell'abnegarsi dell’essere. Il “luogo” si  dà  nell'epigenesi  quale evento dell' imago in/visibile consenso, evento  del senso  dell'Essere  o   La   transEVIDENZA  o  transvedenza  excstatika in/visibile.  L'in/visibile  è la forma dell'eventuarsi dell'essersi  purezza dell’evento, o incompletezza dell’evento  fenomenico,  categoriale, noumenico, quale Gegenstand  o  singolarità  o  monade  in/visibile:  è  la  vaga  erranza  nel mondo, è  la  singolarità  dell'evento, è   il  nulla  o  l'abnegarsi  dell'essersi. L’evento senza  fine, senza transtelos, senza translogos, è  la  libertà cronotopica della  mondità o  della  mondanità. L’evento è  la  differenza  ontologica  dal   fenomeno  o  noumeno  è l’al di là del  fenomeno e del  noumeno,  è l’al di là della temporalità, transinstabile equilibrio del nulla senza fine  e  senza perché,  o solo  epigenesi  dell'Ereignis-in/visibile Singolarità. L'in/visibilità si dà nella singolarità o  nella transcordanza, quale concordanza dell’evidenza in/visibile. L'in/visibilità è il  mostrarsi  dell'evento  dell'essersi  quale evento in/visibile,  o  singolarità  quale  enigma  dell'essersi:   singolarità in/visibile. La  singolarità si  dà  quale  evento  dell'essersi  senza  fine, senza nulla, senza tempo.  È fondamento dell' eterno ritorno o singolarità       a-temporale  che non ‘rappresenta’ nulla,   è “solo” se stessa, pura apparenza  o evento  della singolarità: aldilà  del  fenomeno della  purezza  o  noumeno. È la singolarità che eventui  se stessa,  fonda l'evento  dell'essere. Qui è la singolarità in/visibile a  gettarsi  o  abnegarsi nella  dispieganza dell' eidos,  o  evidenziarsi  o  mostrarsi. L’eidos dell'imago,  o  della singolarità  iconica si  eventua  aldilà  della purezza  fenomenica  o noumenica,  quale  evento di-fronte, o  Gegen-stand che  si  eventui  dal  nulla, così  è  ideale Platonica, nell’essere la più apparente  o  apparenza  ideale, evidenza  della  purezza, verità aldilà  dell'adeguatezza   ideale. La verità  della singolarità  dell'evento: l’essere  è l'evento-singolarità   o  alterezza in/visibile. E' IL PENSIERO DELl'icona-singolarità dell'evento della  dissonanza nella consonanza,  quale  transonanza  o  discordanza   nella  concordanza: tra il transvisibile  pensare  c'è  l'evento  dell'essere luce  del pensiero, la luce  si    pensa o  si  eventua  nel  pensiero  poetante dell'esserci. L’immagine  dell'imago  del mondo sensibile o dell’idea  Platonica,  è Essa stessa  un’idea  o  l'idea  dell'in/visibile,  o  meglio il pensiero della  fenomenica  o  noumenica. Nel colore c’è il pensiero, per Proust, e non solo pensa, ma è  l'evento  dell'essere invisibile, indicibile. Il  pensiero abita il colore o abita il suono quale translogos exstatico, i colori pensano, i profumi raccontano mondi e idee,  il colore pensa da sé. L’esserci in/visibile non è altro che il suo essere evento-singolarità  ed  è  la  verità  della singolarità,  quale estaticità  dell’evento in/visibile o  il  rivelarsi, o  mostrarsi  o  abnegarsi  o manifestarsi  della Transcendenza.  Platone svelò  la visibilità  o  luminosità  o  splendezza. Platone  Ideò La verità nell’apparenza. L’adaequatio  res et intellectus  è  un’ intuizione eidetica libera della  presenza fenomenica  o  noumenica. L'in/visibile è invece  sempre eccedente, è   l'ecxstasi nel suo esserci.     L'in/visibile  è nel luogo in cui non ha luogo nulla, nulla che non sia l’aver-luogo del  luogo stesso, una figura che si configura e si costella, quando sono sospesi significato, causalità,cronologia e intenzione. L'in/visibile è  il  Gegen-stand  della  spazialità: un di fronte  o rivelarsi senza Grund,  o  senza  fondo  o  senza  fondatezza, è l’eccedenza excstatica. Non è mai una semplice presenza  ideale,  o  fenomenica  o  noumenica, è  l’evento  della  singolarità,   o  la   Differenza ontologica   del pensiero in/visibile,  è  l'Essere  in/visibile. L'essere  Differenza  è  l'evento  in/visibile.  Più nel profondo è l’Essere in/visibile che  si  dà  quale  evento  ontologico dell'essersi! L'immagine non esiste è il velato in/visibile nello spazio. Psiche non è  carne. La carne è psiche. Psiche è da nessuna parte e non  è una cosa. E' l'interiorità, senza  interiorità. Non ha alcuna esteriorità. E ' visibile-invisibile, è un mito in/visibile. Apre il mito-immagine ed è il velato o è  una stringa di    immagini, e consente di interpretare e riflettere. Nel corso del tempo l'Essere-in/visibile svela e vela se stesso, si manifesta e si ascolta, è l'evento che si eventua, scompare, è l'increspatura dell'onda, è l'abisso di cui non si può mai trovare il fondamento nè temporalità, si esprime e si occulta, oblia  e  disoblia, è l'abisso del non-fondamento, in cui affonda l' Erlebnis  del senso del non-fondamento. L'esser-in/visibile ontologia dell'abisso del non-fondamento o ‘flusso’ temporale, è una monade-in/visibile,  flusso  intenzionale in/visibile, è sintesi passiva, intuizione in connessione  trascendentale. Husserl svelò l'intenzionalità in/visibile fondante dell’epoché fenomenica già nelle intenzioni in/visibili. La meraviglia come inizio della filosofia  Platonica o dissomiglianza o  differenza  o increspatura dallo sfondo o  dal  nulla, contrasta con il dissimile, esercita l'intenzionalità in/visibile del volgersi-verso, sia che lo  svolgersi segua  o  insegua. E. Husserl  svelò l'in/visibile passività transcendentale  monadica e fenomenica della vivenza. La monade è vivenza che dà e  si dà in sé in/visibile nell'agire e  patire, in-oblio e  dis-oblio, è l'in/visibilità monadica che  si eventua. Appare evidente la Bildung-in/visibile, essere-in-verità la monade fenomenica-noumenica: evidenza l' epoché fenomenica o monade ontologica in/visibile, o intersoggettività monadologica decostruttiva o cura o intenzionalità delle in/visibili evidenze, le evidenze sono assentemente presenti nell’epoché fenomenica o verità fenomenica, o eidetica o eidos-in/visibile infinito, intenzionalità  visibile e invisibile, evento in/visibile  dell'INTENzionalità  o Intenzionalità in/visibile o intenzionalità ontologica.  L’intenzionalità in/visibile è l’intenzionalità dell'esserci  aletheia dell'intenzionalità.  L’intenzionalità in/visibile si  dà senza  perchè. L’intenzionalità è l’essere intenzionalità,  è  intenzionalità ontologica in/visibile.  L’intenzionalità  ontologica  invisibile è  l' essere intenzionalità ontologica  del mondo, l’intenzionalità dell' essere in/visibile INtenzionalità. L’intenzionalità dell' essere è l'armonia  a-fenomenica  invisibile  è  visibile evento dell'intenzionalità  dell'esserci  prima  che  possa  essere  visione  o  intuizione  nello  spaziotempo.   L'essere  pensante  disvela l'armonia  afenomenica  quale  chiasma delle  singolarità  penrosiane  svelate  anche  quali  superstringhe, e recentemente  m.  pitkanen  ha disvelato le intenzionaità leibniziane invisibili  ontopologiche, o in/visibilità ontologiche o l'essere  monadi ontologiche. Husserl già nel visibile-spazio e Corpo-Spazio svelò  il visibile  nell'invisibile-spaziale. Kant intuì la spazialità connettendola alla cosmicità ed al corpo, nello spazio è  lo spazio cosmico  della spazialità, contro la relatività leibniziana dell' invisibile in essere. L'essere invisibile  Dasein è il  Nulla nell'Essere. Essere  invisibile  è  l'essere  nulla. L'aporia  essere-invisibile versus essere-visibile Dasein estatico. Essere invisibile è però essere-visibile-Dasein dell'essere, essere-invisibile-visibile? Leibniz disvelò l'essere-invisibile. Leibniz svelò l'essere-invisibile  nel Dasein fenomenico o óntico, lì  è ontologia invisibile. Leibniz pensò l'invisibile infinita esserità infinitamente invisibile,  ontologica  in/visibilità. Leibniz  svelò l'essere-Dasein- in/visibile? O essere invisibile-visibile-invisibilità dell'essere nel tempo dell'essere invisibile, o  essere visibile dell'essere slancio,  invisibilità  dell'essere. Leibniz disvelò l'invisibilità ontologica.  Leibniz  ideò l'essere invisibile essere-visibile dell'essere o essere in/visibile dell' essere ontologicamente invisibile, o struttura ontologica invisibile.  La dinamica invisibile è un evento. La struttura invisibile è estatica. Leibniz svelò l' in/visibile essere, Leibniz immaginò la  monade in/visibile e  Svelò  La fenomenica invisibile struttura delle interazioni dell' essere quale fenomeno invisibile  ma tangibile.Cos’è il tempo invisibile?O qualia invisibili o intenzionalità invisibili, o eventi invisibili? O l’essere invisibile  fenomeno dell'essere  In-visibile,  in-audito, visione  fenomenica dell'intenzionalità invisibile Nel tempo invisibile, o fenomeno stabile dell'essere  immateriale struttura dell’invisibile,  è nel mondo in/visibile. È un’immagine invisibile?! L’invisibile ontologico? O essere fenomenico  in/visibile o fenomenologica dell' in/visibile. Husserl ideò il fenomenico flusso invisibile o la fenomenica  invisibile o fenomenica visibile dei fenomena intenzionali, o  la struttura invisibile dell' essere fenomenico o  qualia invisibili, o immaginazioni invisibili del visibile: la visione che vede, il dolore che soffre, l’accorgersi che si accorge, l’interrogarsi che si domanda, il  flusso del vedere l'invisibile  flusso invisibile. Perché invisibile? O purezza invisibile o nulla. Svelare l'invisibile nulla dell'essere fenomenico. E' nulla invisibile nel campo visivo dell'essere. Heidegger svelò  L’esistere nell' esser-ci, l’esser-nello-slargo? Chi è l’invisibile  mondo? È spazio invisibile che ci abita.  Gli invisibili  spazitempi? fenomeni invisibili? cos’è l’invisibile fenomeno invisibile? evento invisibile, tempo-spazio a-Euclideo? Ontopologia dynamica  in/visibile? topologie dynamiche  quantiche quale ontologia in/visibile? In/visibile ontologia in interazione: Pitkänen ci dà  una topologia geometdynamica,  Rene Thom la Catastrophe Theory dell' in/visibile. Per l'ontopologia René Thom svelò la Teoria della Catastrofe in/visibile. Thom disvelò la catastrophe-in/visibile. René Thom è  l'archegete  della catastrofe-in/visibile. In/visibile-topologia  o topologia-in/visibile, è la spazialità curva del flusso  in/visibile o catastrophe in/visibile.  Catastrofi in/visibili nello spazio pieghevole, o tempo che si piega, appare, può essere il tempospazio o spazio in/visibile. Lo spazitempo può essere  visualizzato nello spazio-catastrophe dell' in/visibile catastrofe. Thom svelò lo spazio vuoto in/visibile della  monade invisibile. O In/visibili microtubi spaziali        quantici. Tale interpretazione consente l' Ontologia dell' in/visibile. Ontologia  in/visibile o invarianza delle strutture in/visibili, o campo dei quanta di fluttuazione in/visibile. In/visibile vuoto fluttuante. Il vuoto di fluttuazione è  in/visibile schiuma, è schiuma di bolle con due superfici o macrosphere. Bolle  di superficie infinitamente sottili o in/visibili nulle-membrane. Schiuma di vuoto  fluttuante  in/visibile, è una differenza asimmetrica dei quanta nel tempo di  una  in/visibile struttura neurale del cervello. E ' l' in/visibile indeterminatezza  dell'essere ontologia dinamica quantica. Tale architettura consente la stabilità delle singolarità. Eddington prima e poi Eccles  idearono le fluttuazioni   in/visibili. M. Pitkänen svelò i salti quantici dell'intenzionalità. Pitkänen ideò la struttura intenzionale in/visibile  nello spazio-tempo. Pitkänen pensò strutture in/visibili di microtubi  vuoti quantici. Pitkänen costruì un modello geometrico in cui il vuoto  si  lascia  attraversare da in/visibili flussi nel vuoto. Pitkänen pensò quantiche fluttuazioni di tubi  in/visibili di spazio-tempo. Attrattore in/visibile frattale dell'instabilità:  in/visibile attrattore di instabilità capace di formare nuove strutture di biforcazione. L'instabile in/visibilità  biforca la stabilità frattale o instabilità  quantica di Mandlebrot. È la struttura  spaziale-temporale dell'in/visibile stringa quantica. L'infinitin/visibile dinamica quantica o cromodinamica quantica delle singolarità invisibili-visibili di Kaluza o invisibile struttura dello spazio-tempo o chiasma  della struttura invisibile  quantica di spazio-tempo,  o visibilità supersimmetrica o stringa  in/visibile nello spazio invisibile dello spaziotempo-singolarità.  L' in/visibile singolarità visibile  è la curvatura dello spazio-tempo. Se lo spazio-tempo-curvatura è invisibile curva eventi invisibili, come la singolarità curva il tempospaziale, il tempospazio  in/visibile. Tempo invisibile dello spazio-tempo. La struttura è  in/visibile spazio-  tempo strutturale  quantico. La corda in/visibile è la topologia ontologica o ontopologia quantica di Möbius con infinite-dimensioni invisibili di infinite Topologie di superstring. Topologica stringa  in/visibile dello Spazio-tempo o spazio-tempo a topologia in/visibile.  L'in/visibile intenzionalità  topologica dynamica Intenzionalità 

 
 
 

omphalos

Post n°47 pubblicato il 06 Gennaio 2009 da hyakynthys
 

: Being is something productive, essence [something] endowed.
Distribution
in Being
8>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>><
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>:
Real of this
it should be
observed
8>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>><
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>:
l´ogos: A Real Being is a being, which [is] in fact
through its own essence, and further is suited to exist
apart from cogitation of the mind.
Distribution
in being is
either
8>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>><
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>:
First, or because
the same
is uncreated.
On the one
hand, a first
Being exists,
because it exists
from itself.
Second, or
sprung from the
first [being], or
created. On the
other hand, a
second being
exists because
it exists from
another.
9>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>=
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>;
Of these two
varied are
the species,
which in five
classes are
distributed
8>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>><
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>:
1. Being is
either
8>>>>>>><
>>>>>>>:
Uncomplex, which is able to be
comprehend through itself by
one simple conception.
Complex, which is not able to be
comprehended through itself by
one simple conception.
2. Being is
either
8>>><
>>>:
Absolute, which has no respect to
something.
Respective, which exists in respect
to something.
3. Being is
either
8>>>>>>>>><
>>>>>>>>>:
Universal, which is suited to exist
in many things through essential
communion.
Singular, which has an individual
essence, in other words according
to nature not in fellowship
with anything.
4. Being is
either
8>>>>>>>>><
>>>>>>>>>:
Without matter Immaterial,
which is free from all compacting
of matter either sensibile or
intelligible
In matter Material, which is
composed of some compacting of
matter.
5. Being is
either
8>>>>>>>>><
>>>>>>>>>:
Permanent, which possesses its
whole essence simultaneously,
without change and addition of
essential parts.
Successive, whose essence consists
in continual change and addition
of essential parts.
Rational or of reason. It is a Being of reason, which is
touched by the cogitation of a single mind according to the
mode of a real Being, and apart from this it is nothing. It
is called a Being fictitious, & Imaginary.I. Infinity is an actuality of infiniteness
because it is infinite. It is either
8>>>>>>>>><
>>>>>>>>>:
Absolute, through which a Being simply is infinite. 1 It separates from a being, cui inest, as much
by passive potentiality as by every actuality of limitation, termination, and dimension. 2 And it
does not consist in some unbounded extension of a Being according to quantity, or in negation of
a consumation of perfection: but capable in excellence of highest perfection.
Restricted, through which a Being secundum quid is infinite. It is a single actuality of limitation,
termination, and dimension, ab Ente, cui inest excludit, not in fact in itself, but in respect of our
observation, or perception, or other circumstances.
i. Finity is an actuality of finiteness, because it is finite. It limits simply as much by passive potentiality as
by an actuality of limitation, termination, and dimension.
K. Illocality, is the immunity of the Being first and uncreated by anything of a place absolutely really and
properly called, in which it must exist, by need and necessity. It is also called by the name Ubiquity &
Omnipresence, because through this the first Being is ubiquitous and omnipresent.gg. Supreme simplicity is a property of God, according to which he is most simple, having no part in
any real composition.
ddd. Supreme perfection,
is a property
of God according
to which he is
most perfect having
no part in any defect.
The classes of
species of this are
five.
8>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>><
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>:
1. Supreme
8>>>>><
>>>>>:
Infinity, which is a perfection of God, according to which he is absolutely infinite, having no part in any
determination, limitation, and random measurement.
Ubiquity, which is a perfection of God, according to
which he is omnipresent, having no part in any location
of existence.
2. Supreme
8>>>>><
>>>>>:
Immutability, which is a perfection of God, according
to which he absolutely is immutable, having no part in
any passive potential for receiving change in himself.
The species as it were of this are
8>>><
>>>:
Absolute necessity, according to which God simpliciter
in his essence is not able to have it in another way.
Absolute immortality, is according to which God at no
times is dead, and also is not subject to death.
Eternity, which is a perfection of God, according to which he is free from beginning, succession, and ending.
3. Supreme
8>>>>>>>>>>>>><
>>>>>>>>>>>>>:
Goodness, which is a perfection
of God, according
to which he is best having
no part in anything bad.
This is either
8>>>>>>>><
>>>>>>>>:
Absolute, according to which God in himself is good, without respect to creatures.
This is called natural good.
Respective, according to which
God is good towards his creatures.
This is called moral good.
It is either
8>>>>>>>>>><
>>>>>>>>>>:
General, which God administers to all his
creatures; which kinds are: love and general
benignity.
Special which God administers
to creatures endowed with
reason, particularly to the human
genus. Which kinds are:
8>>>>>><
>>>>>>:
Veracity.
Fidelity.
Mercy.
Justice.
Mercy.
& c.
Blessedness, which is a perfection of God, through which he
himself is bound together in himself, needing no other good.
4. Supreme
8>>><
>>>:
Wisdom or omniscience, which is a perfection of God, according to which he is perfectly wise, subject to no
error of ignorance.
Power or omnipotence, which is a perfection of God, according to which he is able to will and do all things,
which are not opposed to his nature & do not involve a contradiction.
5. See pl.GG. Created substance,
is that which has its
origin from God in
time. In it generally
are selected considerations
8>>>>>>>>>>>>>>><
>>>>>>>>>>>>>>>:
1.
8>>>>>>>>>>>>><
>>>>>>>>>>>>>:
Essence, which is the first act of a created substance, through which it
is what it is. It is distinct from a created substance
8<
:
In reason.
In reality.
Accidents of a created
substance are either
8>>>>>>>><
>>>>>>>>:
Properties idioms, which are
8>>>>><
>>>>>:
Composition, which is a property according to which a created
substance is composite.
Created perfection, wich is a property, according to which a created
substance is in its own genus and order perfect. The species
of this are see .
Motions, which are actions, according to which a
created substance is said to move or experience.
These are either
8<
:
Actions
Passions
9=
;
Indeed every created substance ei-
2. Distribution. In- ther moves something or is moved.
deed every created
substance is either
8<
:
Spirit. See HH.
Body. See LL.
 The species of created
perfection are
8>>>>>>>>><
>>>>>>>>>:
1.
8<
:
Finitude
Locality
9=
;
Indeed every created substance is finite and local.
2.
8<
:
Mutability
Time
9=
;
Indeed every created substance is mutable & in time.
3.
8>>><
>>>:
Natural
goodness
Power of
movement
9>>>=
>>>;
Indeed every created substance is good naturally and suited for moving.HH. Spirits may
be considered
8>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>><
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>:
1. l´ogos. Indeed a spirit is a created substance, having no part in corporeal form.
2. Affections,
which are
8>>>><
>>>>:
1. To be produced immediately out of nothing.
2. To be without matter and form, having no part in matter or form.
3. To be without magnitude and parts, having no part in magnitude or pieces.
4. To be imperceptible through itself.
5. To be in a place without occupying or filling up a spatial location.
3. Species. Indeed
a Spirit is
either
8>>>>>>>>>>>>>>>>>><
>>>>>>>>>>>>>>>>>>:
An Angel, which is
a perceiving spirit,
immortal, through
itself free from
union with any
body, established
in service of God
and man. Considerations
of this
[are]
8>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>><
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>:
1. Quality: which is either
8>>>>>>>>>>>>>>>>><
>>>>>>>>>>>>>>>>>:
Innate, which is a faculty
8<
:
Of perceiving.
Of willing.
Of moving location.
Adventitious, it [is] either
8>>>>>>>>>>><
>>>>>>>>>>>:
Intellectual, which is
the knowledge of an
Angel which it has concerning
things. It is either
8>>>>>>>>>>>>>>><
>>>>>>>>>>>>>>>:
Natural, depending
on a
natural relevation.
Supernatural,
depending
on a supernatural
relevation of
God.
Moral, which is a habit, through which
an Angel is disposed to moral actions.
2. Movement, which is
either
8>><
>>:
Action,
either
8<
:
Internal.
External.
9=
;
Each is either
8<
:
Natural.
Moral.
Artificial.
Passion.
3. An Ethical Distinction
in

Good
Bad

angels, concerning which [see] the holy Theology.
Substantial Form, see KK.LL Body, is a created
substance, fitted
through itself
by dimension. Of
this it should be observed
8>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>><
>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>>:
1. Affections which are
8>>>>>>>>>>>>>>>><
>>>>>>>>>>>>>>>>:
1. To be of some size through itself, & extended in
8<
:
Length
Width
Depth
2. to be mensurable.
3. to be terminated in surface.
4. To have a figure through itself.
5. To have position, order & remote parts.
6. to occupy & fill a certain spatial location.
7. to be divisible through itself into corporeal parts.
8. to support a reason of bounding of place, from beginning, to end.
9. to be perceptible through itself.
10. [sic] to be continuous or continguous with another body.
2. Distribution, Indeed
every body is
either
8>>>>>>>>>>>>><
>>>>>>>>>>>>>:
Immaterial, which
is produced out of
no matter. The
species of this are
8>>>>>>>>><
>>>>>>>>>:
The Supreme heavens, which is the body
created by God immediately out of nothing,
that it may be the home of spirits,
men, and created things. The proper adjunct
of this is to be
8>>>>><
>>>>>:
Most ample.
Most capacious.
Most brilliant
In the highest location of the world
above the remaining visible heavens assembled
& established
First matter which is the body created by God immediately out of nothing, that it
may be the primary material principle of natural bodies.
Material, which is
produced out of
something material.
It is either
8<
:
Natural, is treated in natural philosophy.
Artificial, which is treated in the arts present in mechanics.

 
 
 

lamor...

Post n°46 pubblicato il 01 Gennaio 2009 da hyakynthys
 
Foto di hyakynthys


Autore..............:  Di_Monderose , G. P.  

Titolo..............: La morte non è niente / G. P. Di Monderose
Pubblicazione.......: Carrara : Società editrice apuana, 1989.
Descriz. fisica.....: 52 p. ; 17 cm
Collezione..........: Minime variazioni ; 1.
Num.standard........: ISBN 88-7149-028-2.
Numero di record....: CFI0155112
Natura bibliografica: Monografia
Paese di pubblic....: Italia
Tipo materiale......: Materiale a stampa
Localizzazione......: Bibl. Nazionale Centrale di Firenze
Collocazione........: GEN A02 03821
Inventario..........: CF0049340595 199102021 v.

 
 
 

Marilyn Monroe, un mistero lungo 45 anni

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Schubert Op. 100

Post n°41 pubblicato il 01 Dicembre 2008 da hyakynthys

 
 
 

Post N° 40

Post n°40 pubblicato il 23 Ottobre 2008 da hyakynthys

katastrofy: gi@cinto
gi@cinto pl@: ontologistsx.........http://www.lulu.com/giacinto53.

 
 
 

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