L’idea denunciata da Marchionne qualche giorno fa sull’International Herald Tribune parlava dei problemi che lo spread genera sul settore automobilistico. In un primo momento in molti avranno pensato ad un "lamento" da parte dell’AD di Fiat (Milano: - ) , ma analizzando più nello specifico ci si è resi conto che trattasi di dato di fatto acquisito da tempo, sia nel settore finanziario che in quello delle imprese che sono maggiormente rivolte all’estero. Inizialmente Marchionne ha accusato la Volkswagen (Xetra: - ) riguardo la pratica degli sconti applicati sul mercato automobilistico dalla casa tedesca, i quali danneggerebbero il settore. Nell’intervista l'amministratore delegato di Fiat parlava di “concorrenza sleale” e di situazione del mercato dell’auto molto difficile e con una sovraccapacit produttiva. A parte Fiat anche i francesi di Renault (Other OTC: - ) e Peugeot (Amburgo: - ) avevano lamentato problemi di sovraccapacit . In particolare si accusano i tedeschi di avvantaggiarsi del costo del denaro più basso rispetto ad altri. Nella realt i problemi dell’auto sono stati segnalati anche su Bloomberg dove si parla della capacit di WV di finanziarsi a tassi bassi. Questo fenomeno è ben visibile soprattutto negli ambienti bancari. In breve succede questo: le banche tedesche riescono a finanziare le imprese tedesche (ma non solo) a tassi più bassi rispetto a quanto possano fare le banche italiane, spagnole o greche. Le banche dei paesi in difficolt , cioè quelle con spread elevati, si indebitano sui mercati con prestiti obbligazionari, ma per farlo devono offrire un tasso di interesse allettante (quindi alto). Per esempio l’ultimo prestito obbligazionario di Intesa a tre anni è stato offerto un rendimento al 4,99%; nello stesso periodo Deutsche Bank (Xetra: - ) ha piazzato un prestito decennale offrendolo all’1,75%. Chiaro è che quando le imprese richiedono prestiti alle banche tedesche, queste possono concederli a tassi diversi e sicuramente molto più bassi. Parimenti le imprese tedesche hanno costi decisamente inferiori rispetto ad imprese italiane o irlandesi, pesando sulla produttivit di quest’ultime. Ciò potremmo farla passare come “concorrenza sleale” subita dai paesi mediterranei a vantaggio di quelli più solidi come, l’Austria, Olanda o Germania. Mi viene da dire “è lo spread bellezza”. , Questo è purtroppo il riflesso della crisi che passando per lo spread arriva all’economia reale. L’Italia cosi come altri paesi vengono tagliati fuori. O non si prestano soldi ad imprese e famiglie o nel caso contrario si presta a prezzi molto alti. La mancanza di un unione bancaria in Europa è una delle cause di questo male e la mancanza di un unione politica fa il resto. Questo purtroppo genera maggiori alterazioni nel sistema, dove le imprese dei paesi nordici ricevono “aiuti” proprio da Italia e Spagna, perché viene concesso loro un vantaggio competitivo. |
Inviato da: ambrosiadossi88
il 25/08/2016 alle 12:33
Inviato da: cjeannine0000
il 25/07/2014 alle 12:24