Creato da innocenti3 il 10/07/2009

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NERO PAPI

Post n°12 pubblicato il 21 Agosto 2009 da innocenti3



ROMA - Si chiama Graziana Capone, meglio nota come Angelina Jolie da Bari, il che è tutto dire. Intima di Berlusconi tanto da avere con lui quasi un filo diretto telefonico. A pranzi e cene occupa il posto a fianco del premier. Non lo chiama " papi," ma è la sua preferita. Ha avuto il privilegio di essere una delle tre ragazze che insieme a Berlusconi hanno trascorso momenti di intimità ristretta al centro Messeguè di Todi dove il cavaliere ognitanto si reca per rimettersi in forma.

Naturalmente quando va lui il centro chiude ai comuni mortali. Solo il presidente del consiglio e le sue amiche più intime. Sempre naturalmente "papi" ignora il "mestiere", la " professione" che svolgono. Angelina Jolie, in una intervista disgustosa, lo spiega bene. Le viene chiesto cosa vorrebbe fare in futuro, lei risponde prontissima: " la ministra, poi si accontenterebbe di prendere il posto dell'avvocato Ghedini , il "tutore" giudiziario del presidente. Ma il bello deve ancora venire. La Jolie barese si paragona a Veronica Lario e,come per Ghedini, ne prenderebbe volentieri il posto. Per concludere paragona il suo Silvio a Gesù .

" Lasciate che i fanciulli vengano a me": Silvio è proprio così, dichiara l'adorante Angelina da Bari. Forse sbaglia genere quando parla di fanciulli, ma tutto fa brodo per una che " non è in vendita" ma vuol fare la ministra. Naturalmente siamo in attesa che Berlusconi, il quale avrebbe autorizzato l'intervista rilasciata a Novella 2000 dalla sua fans, smentisca le " calunnie". Nel frattempo torna alla ribalta Noemi Letizia di cui si erano perse le tracce. La si ritrova in Sardegna, a Porto Rotondo, poco distante dalla villa di Berlusconi che lei, a differenza di Jolie, chiama " papi". Arriva con una " barca" di amici napoletani, forse il giro di Lele Mora, Corona, personaggi simili.

C'è anche un fidanzato ma dura solo un giorno, è uno di Carramba boys scelto per l'occasione. Noemi uno ne prende uno ne lascia, tutto per i media. Fa la bella vita, diventa la "reginetta" di Porto Rotondo, locali notturni, vip , magari qualcuno poi finisce in manette, ha brutte storie con la giustizia, ma nel " giro" si fa finta di niente. Gira a profusione lo champagne, quello francese non lo spumante italiano, bevanda da poveracci. Si stappa la bottiglia e si fa la guerra con gli spruzzi. In tempo di crisi economoca propriop quello che ci voleva. Ma niente, lì a Porto Rotondo c'è la vita. Si aspetta che faccia un salto anche " papi". Noi siamo contenti per le belle vacanze sarde di Noemi. Naturalmente per lei sarà tutto pagato, a che servono gli amici? Papà Letizia, messo comunale napoletano, non crediamo sia in grado di coprire una vacanza di così gran lusso.

Che si tratti di un regalo di "papi"? Una cattiveria messa in circolazione dai soliti calunniatori. A proposito di smentite, Berlusconi ancora non ha detto una parola sui gusti che gli sono stati attribuiti, dal suo amico Tarantini, socio in affari con personaggi accusati di spaccio di cocaina, in tema di vestiti che devono indossare le ospiti delle "cene simpatiche". Vestitini corti, rigorosamente in nero. Facendo qualche scorribanda su alcune spiagge italiane, potendoci permettere solo due lettini e quando va bene un ombrellone, abbiamo scoperto che il "nero papi" va alla grande. Lo vendono marocchini e senegalesi nei loro mercatini ambulanti, un carrello con quattro ruote pieno di vestiti da donna. Il nero, molto corto, primeggia. Chiedi loro: ma il vestito nero che c'entra con il mare, la spiaggia?Sorridono per la sciochezza che hai detto. " Nero papi", per la sera, come piace al tuo presidente.

http://www.dazebao.org/news/index.php?option=com_content&view=article&id=6141:q-nero-papiq-il-vestino-che-piace-a-berluisconi-simil-gesu-per-jolie-da-bari&catid=97:vita-sociale&Itemid=297

 
 
 

BRAVO MINISTRO...COMPLIMENTI!!!!!!!!!!!

Post n°11 pubblicato il 20 Agosto 2009 da innocenti3

Caro Ministro Brunetta, permette una domanda sulla corruzione?
di bastiano
insegnante di storia dell’arte, imprenditore dei beni culturali, libero pensatore disorientato a sinistra


Pochi sanno che tra i primissimi atti del Governo Berlusconi c’è stata la soppressione dell’Alto Commissariato contro la corruzione nella Pubblica Amministrazione.

Si tratta di un Governo il cui capo non è incriminato per aver corrotto David Mills, il proprio consulente esperto in paradisi fiscali, affinchè testimoniasse in modo da evitargli un mare di guai nei processi che lo vedevano coinvolto, solo grazie al Lodo Alfano.

Sembra un controsenso ma è la tragedia in atto nella scena del teatro politico italiano.

Un governo che promette di sconfiggere la mafia ed è guidato da un partito fondato da due personaggi: uno condannato a nove anni, in primo grado, per mafia, l’altro condannato in via definitiva per corruzione in atti giudiziari.

Anche il dichiarato impegno dello stesso governo contro la corruzione cozza contro decisioni esattamente contrarie ad ogni intervento utile per contrastare e reprimere il fenomeno.

Il dicastero del ministro Brunetta ha ereditato le funzioni dell’anticorruzione ed ha presentato il suo primo atto di analisi e indirizzo del fenomeno corruzione.

Caro Ministro Brunetta, ho accolto con sincero interesse i suoi propositi di migliorare il funzionamento della Pubblica Amministrazione.

Interesse che è scemato nel constatare la discrasia tra la risonanza mediatica ed i reali effetti prodotti dal suo “piglio decisionista” che sembra accanirsi contro categorie più deboli del pubblico impiego mentre usa guanti vellutati quando deve agire con le alte sfere che detengono e maggiori responsabilità dell’inefficienza.

Con uno dei primi atti - il Decr. L. n.112 con l’art. 68, comma 6, lettera a) recante "disposizioni urgenti per lo sviluppo economico" il suo governo ha soppresso l’Alto Commissario per la prevenzione ed il contrasto alla corruzione, creato nel 2003, le cui competenze col nome di SAET sono state trasferite al Suo Ministero.

Nel corso del Consiglio dei Ministri del 27 febbraio scorso, Lei, Ministro Brunetta ha illustrato i contenuti del Primo Rapporto al Parlamento sull’attività del Servizio anticorruzione e trasparenza (SAeT) del Dipartimento per la Funzione pubblica.

Con tutto il rispetto, signor Ministro, considero la relazione (me la sono letta tutta) una COLOSSALE PRESA IN GIRO, oserei dire anche offensiva dei suoi concittadini.

Per sua memoria ne riporto uno stralcio, tratto dal sito del Governo: (testuale)
http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/servizio_anticorruz_trasparenza/

"Nelle conclusioni del Rapporto vengono evidenziati quali sono gli elementi più importanti per combattere la corruzione: la volontà politica, (sic!) la pressione dell’opinione pubblica, e gli strumenti adatti per analizzare, valutare e trattare il rischio corruzione.

Insomma, per sconfiggere la corruzione, secondo Lei non servono strumenti di indagine scientifica (intercettazioni, comparazioni, rigorose statistiche sulle aggiudicazioni, profili dei componenti le commissioni d’appalto, albo dei dirigenti responsabili dei procedimenti, autority regionali presenti nel territorio, sanzioni immediate per coloro che tralignano)

Ma, secondo il Suo Ministero è SUFFICIENTE la VOLONTA’ POLITICA, la PRESSIONE DELL’OPINIONE PUBBLICA!!!!

Si tratta di azioni per le quali SUO governo non dimostra molta passione, visto che vuole ridurre al 10% le intercettazioni e sta per approvare norme che limitano il diritto di cronaca, l’unico strumento per formare la pubblica opinione.

Mi scusi la franchezza, signor Ministro, da socialista (serio) ad ex socialista (sennò non farebbe ste figuracce) lei pensa che nessuno si sia accorto che della lotta alla corruzione al Suo governo non gliene può fregare di meno?

Come farà a far digerire al Capo del Suo Governo - il quale, glielo rammento nel caso se lo fosse scordato, è sfuggito ad un processo per corruzione solo grazie ad una legge ad personam - qualsiasi iniziativa seria finalizzata a reprimere il fenomeno? Lei è perfettamente conscio della sua impossibilità di praticare quel sano istituto che prende il nome di “buon esempio”

Mi dimostri, se può e se vuole, che Lei vuole combattere questo fenomeno molto più pericoloso e dannoso dei tanto odiati fannulloni.

La corruzione, come ha detto la Corte dei Conti, sta devastando la nostra debole economia ed è permeata in tutti i gangli della P.A. I corrotti ed i corruttori non sono affatto una piccola minoranza ma stanno condizionando le procedure sfruttando l’impotenza degli strumenti repressivi e la pavidità della parte sana del paese che preferisce adeguarsi per sopravvivere o al massimo tacere.

Il Suo rapporto, caro ministro Brunetta, si conclude così - e spero davvero Lei lo abbia presentato senza averlo letto altrimenti sarebbe davvero da preoccuparsi:

Il SAeT, dunque, vuole essere, anche se per il momento solo nelle intenzioni, una struttura all’avanguardia nel panorama europeo ed internazionale. Le premesse per diventarlo ci sono tutte e la volontà di esserlo dovrebbe trasparire con evidenza dal presente rapporto.

Solo per galateo le risparmio, ministro Brunetta, che cosa TRASPARE da questo suo vergognoso "Rapporto" che ha minor peso dell’aria fritta.

Ogni altro commento guasterebbe.

So benissimo che non risponderà. Questa lettera sta nel suo sito dal 16 marzo 2009 e, nonostante vari solleciti, non s’è degnato di rispondere.

Del resto la capisco. All’imbarazzo dell’ammettere che a capo del suo governo c’è chi sulla corruzione ha fondato il suo impero mediatico, e politico, lei preferisce un più igienico silenzio.

Un vero peccato per la sua intelligenza e, mi permetta, per la sua dignità di moralizzatore di cui mena fiero vanto.

fonte: http://www.agoravox.it/Caro-Ministro-Brunetta-permette.html

 
 
 

VERGOGNA!!!!!!!!!!!!

Post n°10 pubblicato il 15 Agosto 2009 da innocenti3



di Antonio Di Pietro

C'e' una notizia che pochi italiani conoscono, una porcata estiva degna di questa compagine di governo.

Il ministro della Cultura Bondi ha rifinanziato per il 2009, con soldi pubblici, la Fondazione Craxi. Fin qui, sapendo che il Pdl accoglie in Parlamento condannati per ogni sorta di reato, anche per associazione mafiosa, nulla di che stupirsi: siamo consapevoli di essere di fronte ad un partito ad immagine e somiglianza dei suoi fondatori Berlusconi e Dell’Utri.

Ma quando si apprende che le fondazioni intitolate a Pertini, Di Vittorio e D'Annunzio non riceveranno un euro, questo deve indignarci.

Le fondazioni hanno il compito di promuovere la cultura nel Paese: quali valori vuol promuovere la Fondazione Craxi di cui sua figlia Stefania è presidente?

Su Wikipedia si legge: “La Fondazione Craxi è una fondazione nata il 18 maggio 2000 allo scopo di tutelare la personalità, l'immagine, il patrimonio culturale e politico di Bettino Craxi attraverso la raccolta di tutti i documenti storici che riguardino la sua storia politica”. Mi viene il dubbio, leggendo questa definizione, se nel “patrimonio” di cui parla siano inclusi anche le migliaia di fascicoli giudiziari prova del suo vero valore politico.

Craxi non era uno statista, è stato solo il fondatore del sistema dei finanziamenti illeciti ai partiti, un incallito corrotto e corruttore che ha distrutto il sistema economico italiano fondandolo sul meccanismo clientelare piuttosto che su quello meritocratico. Un meccanismo per cui appalti e lavori pubblici finirono nelle mani del miglior offerente invece che del più capace.

Un uomo alla cui ombra sono cresciuti, come nel peggiore dei vivai, i politici di prim’ordine che ora guidano i partiti italiani.

Un uomo i cui insegnamenti sono alla base della sfiducia nelle istituzioni e nella politica del primo partito italiano: quello degli sfiduciati, che raccoglie oggi il 50% dei cittadini con diritto di voto.

Una fondazione, quella Craxi, che scioglierei oggi stesso, poiché rifinanziata attraverso il medesimo sistema creato dall’individuo a cui è dedicata: quello del clientelismo. Propongo altre fondazioni ai politici e sodali del Bettino d’Hammamet, dispersi nei maggiori partiti politici italiani: quella dedicata a Mangano o a Rocco Muscari.

Nei prossimi giorni darò spazio ad un’altra fondazione all’altezza della precedente: la Fondazione Agnelli, dedicata all’omonimo corruttore, meglio conosciuto dai politici sotto le spoglie di senatore a vita Giovanni Agnelli.

 
 
 

berlusconi in rosso

Post n°9 pubblicato il 08 Agosto 2009 da innocenti3

di Marco Travaglio - 8 agosto 2009

Oggi partono le ronde, ma questa non è una notizia. Il braccio destro del fornitore di mignotte del presidente del Consiglio è in galera per spaccio di droga, ma anche questa non è una notizia.



Ieri Al Pappone ha detto che la crisi non c’è e minacciato i giornalisti, almeno quei pochi che non sono suoi dipendenti e non vorrebbero diventarlo (“delinquenti” quelli di Repubblica, nemici quelli del Tg3), ma anche questa non è una notizia.
L’altroieri a Milanello aveva auspicato interviste e conferenze stampa senza domande, ma anche questa non è una notizia. Il Corriere della sera s’è portato avanti e ha nascosto la notizia dell’Espresso su Cappuccetto Cicchitto indagato a Pescara con un titolo da Settimana Enigmistica (“Abruzzo, accuse sulle candidature pdl. Coinvolto Cicchitto: calunnie, ho spiegato tutto ai pm. Ipotesi archiviazione”), ma anche questa non è una notizia. La notizia, intesa come fatto sorprendente, tipo uomo che morde cane, è la lettera aperta di Nichi Vendola, governatore della Puglia e segretario di Sinistra e Libertà, a uno dei pm antimafia di Bari che indagano sulla sua vecchia giunta, Desirèe Digeronimo. Farà piacere agli elettori della cosiddetta “sinistra radicale” sapere che il loro leader definisce un’indagine giudiziaria “strumento di una campagna politica e mediatica che mira a colpirmi”, a “costruire scientificamente la mia morte”, in cui “i briganti prendono il posto dei galantuomini”. Dopodichè pretende di scegliersi il pm che più gli aggrada, intimando alla Digeronimo di “astenersi per la ovvia e nota considerazione che la sua rete di amici e parenti le impedisce di svolgere con obiettività l’inchiesta”. Le insegna il mestiere, invitandola a spogliarsi di “una mole di carte trattenute dalla Procura antimafia” mentre avrebbero “attinenza con eventuali profili di illiceità nella Pubblica Amministrazione”. La accusa di aver acquisito “atti che costituiscono il processo di gestazione di alcune leggi, come se le leggi fossero sindacabili dall’autorità inquirente”. E conclude brillantemente con un ultimo copia-incolla del prontuario berlusconiano anti-giudici: “polverone”, “spettacolarizzazione delle indagini”. Mancano solo il “giustizialismo” e la “giustizia a orologeria”, e poi pare di sentir parlare un Berlusconi, un Ghedini o un Bondi qualsiasi. Il tutto dalle labbra di Nichi Vendola, già icona dell’antimafia “de sinistra”, già paladino della legalità e della questione morale, già animatore degli incontri di Libera con don Ciotti e col fior fiore della magistratura più impegnata. E’ bastato che i magistrati cominciassero a ronzare nei suoi paraggi, e il compagno Nichi è diventato come tutti gli altri politici. Un Berlusconi Rosso. Che non ce l’ha, beninteso, con la magistratura in generale né con tutti i magistrati: solo, bontà sua, con quelli che si occupano di lui o dei suoi amici.
Proprio come il Cavaliere, il quale non s’è mai permesso di prendersela con i pm di Vipiteno o di Peretola: ma solo con quelli di Milano, Palermo, Napoli e via via delle altre procure che s’imbattono nei reati suoi e della sua corte. Naturalmente la pm Digeronimo, iscritta a Magistratura democratica (la corrente che Berlusconi considera popolata di “toghe rosse”…) non ha il dono dell’infallibilità: può darsi che abbia commesso errori, e perfino abusi. Nel qual caso, a un potente come il governatore di Puglia, non mancano le sedi a cui rivolgersi: il Csm (ultimamente molto sensibile alle lagnanze dei politici contro i magistrati che indagano “troppo”), i vertici della Procura di Bari, il Gip, il Riesame, l’Appello, la Cassazione e così via. Il fatto è che di questi abusi e/o errori, nella sua incredibile lettera aperta al “suo” pm, non c’è traccia.
La competenza del pool antimafia o di quello specializzato nei reati contro la Pubblica amministrazione la decide il procuratore capo, non l’amico degli indagati. Le indagini sulle leggi regionali non violano affatto l’insindacabilità – prevista dalla Costituzione – dei “voti dati” nelle assemblee elettive: se uno, per dire, si vende una legge in cambio di tangenti, è un corrotto e deve finire in galera. Ciò che viene punito non è l’aver votato una legge, ma l’aver ricevuto qualcosa in cambio. Le leggi, tanto per essere chiari, si fanno gratis, non a pagamento. Quanto alla “spettacolarizzazione dell’inchiesta”, non si capisce di che parli questo signore: non risultano interviste della pm incriminata, risulta invece che la sua indagine sia stata doverosamente seguita da alcuni mass media, visto che riguarda un vorticoso malaffare intorno alla giunta Vendola. Ma questa si chiama informazione, non spettacolarizzazione.
Quanto, infine, alla “rete di amici e parenti” che dovrebbe indurla a sloggiare, Vendola avrebbe il dovere di fare nomi e cognomi, anziché alludere con linguaggio obliquo: finora si sa che la Digeronimo era sposata con un imprenditore poi finito in politica col centrodestra, da cui però è separato da 8 anni, e che fra i suoi amici c’è la sorella di Vendola, Patrizia. Tutto qui o c’è dell’altro? Se non ci fosse dell’altro, verrebbe da dubitare della sanità mentale di un leader che in un sol giorno, con una sola lettera di nessuna utilità per lui e per la sua parte politica, ha buttato alle ortiche un patrimonio di credibilità conquistato in vent’anni di battaglia anche nobili. Ha gettato nella costernazione milioni di elettori che l’avevano votato proprio perché si illudevano di una sua “diversità” dal resto della casta politicante. E ha fornito il destro a gente come Fitto e Gasparri di rinfacciargli, rispettivamente, “un atto arrogante e intimidatorio” (parola di uno che ha fatto sguinzagliare gli ispettori di Alfano contro i magistrati che lo stanno processando) e “un linguaggio mafioso” (senti chi parla). Intanto ha seguitato a non rispondere alle questioni politiche (quelle penali si vedranno) grosse come una casa che hanno dato via allo scandalo della Sanità pugliese: il suo assessore dimissionario Alberto Tedesco, di cui opposizioni e Idv denunciavano da anni i conflitti d’interessi famigliari, sempre difeso da Vendola finchè fu inquisito per corruzione e dunque prontamente promosso senatore dal Pd; e i rapporti del governatore con alcuni figuri legati a brutti giri di rifiuti che avrebbero minacciato a picchiato un giornalista coraggioso, Alessio Dipalo. Il mese scorso Nichi sembrava aver compreso la portata dello scandalo, infatti aveva azzerato l’intera sua giunta, rifacendola tutta nuova. Tutta, tranne un elemento: se stesso. Squadra che perde si cambia, fuorchè l’allenatore-presidente che l’ha scelta. Comodo battere il "mea culpa" sul petto degli altri.


http://antefatto.ilcannocchiale.it

 
 
 

vecchia piccola borghesia

Post n°8 pubblicato il 03 Agosto 2009 da innocenti3

Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia
non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia.

Sei contenta se un ladro muore o se si arresta una puttana
se la parrocchia del Sacro Cuore acquista una nuova campana.
Sei soddisfatta dei danni altrui ti tieni stretta i denari tuoi
assillata dal gran tormento che un giorno se li riprenda il vento.
E la domenica vestita a festa con i capi famiglia in testa
ti raduni nelle tue Chiese in ogni città, in ogni paese.
Presti ascolto all'omelia rinunciando all'osteria
così grigia così per bene, ti porti a spasso le tue catene.

Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia
io non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia.

Godi quando gli anormali son trattati da criminali
chiuderesti in un manicomio tutti gli zingari e gli intellettuali.
Ami ordine e disciplina, adori la tua Polizia
tranne quando deve indagare su di un bilancio fallimentare.
Sai rubare con discrezione meschinità e moderazione
alterando bilanci e conti fatture e bolle di commissione.
Sai mentire con cortesia con cinismo e vigliaccheria
hai fatto dell'ipocrisia la tua formula di poesia.

Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia
io non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia.

Non sopporti chi fa l'amore più di una volta alla settimana
chi lo fa per più di due ore o chi lo fa in maniera strana.
Di disgrazie puoi averne tante, per esempio una figlia artista
oppure un figlio non commerciante, o peggio ancora uno comunista ... ex
Sempre pronta a spettegolare in nome del civile rispetto
sempre fissa lì a scrutare un orizzonte che si ferma al tetto.
Sempre pronta a pestar le mani a chi arranca dentro a una fossa
e sempre pronta a leccar le ossa al più ricco ed ai suoi cani.

Vecchia piccola borghesia, vecchia gente di casa mia
per piccina che tu sia il vento un giorno, forse, ti spazzerà via.

 
 
 

le menzogne della tv

Post n°7 pubblicato il 02 Agosto 2009 da innocenti3



Tutto ciò che l'italiano medio conosce, lo deve alla televisione. Ma l'italiano medio non sa che la televisione mente in modo sistematico o, se lo sa, se ne infischia e se la beve tutta. La televisione è nata per mentire e vendere fumo, è nata per fare propaganda, per soggiogare in maniera subdola le coscienze, per poterle modificare.
Chi crede di informarsi accendendo il televisore è solo un ingenuo.
Occorre sapere che la tv è sempre manipolata e maipolante e che i programmi sono progettati per un pubblico di 12 anni di età media. Questo non lo diciamo soltanto noi, ma fior di studiosi.
Ora si dà il caso che il primo ministro del nostro governo detenga il potere di tutte le reti nazionali e che lo stesso primo ministro, plurinquisito, corruttore, piduista, voltagabbana, puttaniere, stia letteralmente nascondendo la verità agli italiani. Gli esempi da fare sarebbero tanti, troppi, ma quello relativo alla ricostruzione delle zone terremotate d'Abruzzo è veramente inconcepibile. La tv mostra Berlusconi trionfale, sul tetto di una nuova palazzina a piantare la bandiera italiana (manco fosse Armstrong sulla luna) e tutti i cronisti, pseudogiornalisti, a emanare dispacci di regime sugli ottimi risultati ottenuti dal governo e sulla promessa che entro il 30 di novembre (massimo dicembre) si daranno le case ai cittadini sfollati. Quattro mesi di bugie e non sono ancora finite. La realtà è ben diversa, quattro palazzine di cemento appena costruite non dànno un tetto a 50 mila sfollati. Conoscendo Berlusconi, non ci stupirebbe sapere che quelle palazzine siano state costruite per fare da scenografia alla messinscena della bandiera italiana con le riprese dall'elicottero. L'Italia è offesa da quel gesto!
La realtà è diversa, i terremotati d'Abruzzo sono incazzati all'inverosimile, ma la tv non lo fa vedere, non mostra le proteste dei cittadini (proteste clandestine, visto che -pensate un po'- sono state vietate), non rivela il fatto che vengono sequestrati striscioni e che loschi e arroganti energumeni con occhiali neri urlano in faccia ai manifestanti 'quello che bisogna fare lo decidiamo noi, è chiaro'?.
E' tutta una menzogna, in cui gli italiani vivono beati e beoti. Tutto è falso, anche le cifre dell'ISTAT, anche le informazioni circa il numero degli studenti bocciati (più alto, secondo il Ministero, ma solo per giustificare la severità di una 'riforma' che, in verità, è stata severa soltanto con i lavoratori della scuola, mandandoli a spasso con un calcio in culo). False sono le informazioni, le promesse di Berlusconi e tutti i dati emanati dalla televisione. Persino le notizie di cronaca non rivelano il vero stato del Paese, poiché i direttori dei TG scelgono ad hoc le notizie, in base a quel che conviene al governo. Allora, ad esempio, si cercano con il lanternino notizie di stupri commessi da stranieri per giustificare una legge anticostituzionale con ronde annesse. Si nascondono i morti sul lavoro per far sembrare che in Italia non esista il problema. In compenso, se muore un militare, la prima pagina è sempre garantita, come minimo!
E' tutto falso, signori! Le interviste sono montate ad arte, tagliando le parti sconvenienti, eliminando testimonianze scomode o piazzandole in punti di facile rimozione cerebrale.
E che dire di questa fantomatica pandemia da influenza suina -che suina non è più- e contro la quale la tv sta vendendo terrore (e vaccino) a tutto spiano? A tal proposito, per inciso, abbiamo realizzato delle VERE interviste su questo argomento, per vederle cliccate QUI o sul banner 'il nostro Youtube'.
La televisione dipinge un paese di tette e culi, dove ogni prostituzione è lecita per far carriera, salvo ingerenze clericali e scomuniche papaline (ma mai rivolte al vero puttaniere d'Italia).
Nota a piè di pagina: non è un caso se gli studi televisivi di tutto il mondo, quando c'è un golpe o una guerra, vengono immediatamente occupati militarmente e gestiti dalle autorità preposte alla propaganda. Una propaganda che sostituisce quella precedente. Una menzogna che sostituisce quella precedente. Avanti così, italiani imbecilli!

http://italianimbecilli.blogspot.com/2009/08/la-televisione-e-la-menzogna-permanente.html

 
 
 

not my president

Post n°6 pubblicato il 24 Luglio 2009 da innocenti3
Foto di innocenti3

 
 
 

delitto di stato

Post n°5 pubblicato il 24 Luglio 2009 da innocenti3

Delitto di Stato
DELITTO DI STATO

Di Solange Manfredi



Un libro che consiglio di leggere.


Nell'avviso al lettori gli autori scrivono:


Caro Lettore,
prendi fiato: stai per fare un salto nel tempo, una corsa a ritroso nella storia italiana, per scoprire il mistero del complotto che potrebbe aver provocato la morte di Enrico Mattei, il presidente dell'Eni precipitato nel 1962 con il suo aereo nella campagna di Bascapè.


Ma stai per scoprire qualcosa di più.

Che questo complotto sarebbe stato orchestrato "con la copertura degli organi di sicurezza dello Stato", e poi occultato in un intreccio di omertà e depistaggi pronti a ricompattarsi ogni volta che, nella storia del Paese, qualcuno minaccia di rivelarne il segreto.


Per questo motivo sarebbe sparito nel nulla a Palermo il giornalista Mauro De Mauro, eliminato in circostanze misteriose per volontà di un mandante invisibile. Per questo motivo lo scrittore Pier Paolo Pasolini, ucciso ufficialmente in una assurda lite tra froci, sarebbe rimasto vittima di un agguato studiato a tavolino.


Come si legano i tre delitti? Un filo nero come il petrolio avvolge la fine di Mattei, De Mauro e Pasolini.


E' quanto afferma, nella sua complessa inchiesta giudiziaria sulla fine di Mattei, il pm Vincenzo Calia, costretto dopo nove anni di indagini a concludere il fascicolo con una richiesta di rinvio a giudizio per non aver raccolto prove sufficienti a inchiodare i colpevoli alle loro responsabilità"
.


E' una inchiesta che mette in evidenza il meccanismo più volte sottolineato in precedenti articoli di questo blog. Un meccanismo fatto di:


- servizi segreti
- false informazioni date per depistare le indagini
- testimoni non ascoltati, o morti
- indagini non eseguite
- fascicoli spariti, ecc ...


Lo stesso schema, lo stesso identico meccanismo, che si attiva ogni qual volta una strage, o un omicidio, devono restare impuniti.


Il meccanismo si mette in moto spesso ancor prima che la vittima predestinata venga uccisa. Un meccanismo che, attraverso la calunnia la diffamazione, porta all'isolamento che precede l'esecuzione. Infatti, Mattei (come Moro, Falcone, Biagi e tanti altri) continuamente minacciato, venne deriso quando palesò tali avvertimenti e nei suoi confronti partì una violenta campagna stampa che lo accusava di essersi minacciato da solo per guadagnare appoggi, simpatie e favori.
Strage di Stato.


Mattei morirà il 27 ottobre 1962 a Bascapè per l'esplosione in volo del suo aereo insieme al pilota Irnerio Bertuzzi e al giornalista statunitense William Mc Hale. Il disastro verrà frettolosamente archiviato come incidente (e qui la mente non può non correre ad Argo 16, Ustica, Moby Prince, ecc..).


Ci vorranno 30 anni perché si arrivi a parlare di attentato. Perché?


Il pm Calia lo scrive a chiare lettere:


E' facile arguire che tale imponente attività, protrattasi nel tempo, prima per la preparazione e l'esecuzione del delitto e poi per disinformare e depistare, non può essere ascritta – per la sua stessa complessità, ampiezza e durata – esclusivamente a gruppi criminali, economici, italiani o stranieri, a Sette (...o singole...) sorelle o servizi segreti di altri Paesi, se non con l'appoggio e la fattiva collaborazione – cosciente, continuata e volontaria – di persone e strutture profondamente radicate nelle nostre istituzioni e nello stesso ente petrolifero di Stato, che hanno eseguito ordini o consigli, deliberato autonomamente o col consenso e il sostegno di interesse coincidenti, ma che , comunque, da quel delitto hanno conseguito diretti vantaggi".

Omicidio di Stato


Negli anni a seguire altre persone moriranno, tutte perché rischiavano di far scoprire il delitto. Tra queste il giornalista Mauro De Mauro e Pierpaolo Pasolini.


Entrambi avevano cercato, e capito, la verità su quella strage. Entrambi erano pronti a divulgarla. Entrambi vengono uccisi.


Ma il libro evidenzia anche un dato in più, ovvero "l'ambiguo" ruolo svolto da alcuni ufficiali dell'Arma dei Carabinieri.


Dopo l'omicidio di Mauro De Mauro, Graziano Verzotto, senatore DC accrediterà, quale movente dell'omicidio del giornalista, la pista del traffico di droga salvo, 20 anni dopo, dire al pm Calia:

"Ammetto di aver depistato, su suggerimento dei carabinieri".


Ma nel libro si legge anche altro riguardo le attività svolte da alcuni carabinieri in quegli anni.


Stupro di Stato


Nel marzo 1973 Franca Rame è vittima di uno stupro.


La sentenza di rinvio a giudizio del giudice Guido Salvini sull'eversione nera sosterrà poi che la violenza a Franca Rame, se non ordinata, fu suggerita, da ufficiali dei Carabinieri della divisione Pastrengo....E' la strategia della tensione. Il lavoro "sporco" dello Stato.


Gli uomini dello Stato


Ma ciò che più allarma è quanto viene riportato a pg. 150 del libro "Profondo Nero", in cui si legge:


"Fin dal primo momento, infatti, l'Arma gira al largo dal delitto Mattei. Quando Elda De Mauro, dieci giorni dopo il sequestro, ne chiede conto all'allora colonnello Carlo Alberto Dalla Chiesa, che comanda il reparto operativo dei Carabinieri di Palermo, l'ufficiale risponde secco: "Signora non insista. Se fosse vero, sarebbe un delitto di Stato, e io non vado contro lo Stato".


E' un delitto di Stato? Non vai contro lo Stato?


Ma cosa è lo Stato?


Lo Stato è il rappresentante del popolo, e agisce per conto del popolo e nel nome del popolo.

NOI deleghiamo tutte le funzioni allo Stato tramite lo strumento costituzionale dell’elezione, e queste devono essere esercitate solo ed esclusivamente nell’interesse del popolo.


Il popolo non ha mai autorizzato lo Stato a commettere stragi, omicidi e stupri


Se qualche (è un eufemismo) rappresentante del popolo ha ordinato (e ordina) attentati, omicidi e stupri non lo fa certo in nome del popolo italiano, né tanto meno, nel suo interesse.


Cosa significa, dunque, "delitto di Stato"? E' un assurdo.

Ma ancora più assurdo è che un militare, davanti ad una ipotesi investigativa che riguarda soggetti istituzionali, non faccia il proprio dovere e giustifichi tale omissione (ovvero reato) con la motivazione: "non vado contro lo Stato"!


Però, forse, questa frase spiega il perché in Italia tante stragi e tanti omicidi siano rimasti senza colpevole (se non, in alcuni casi, qualche piccolo esecutore), ne ricordiamo qualcuno, senza pretesa di completezza (tralasciando i "suicidati" e i morti in incidenti perché altrimenti ci vorrebbe una enciclopedia.)



Omicidio Mattei
Strage di Piazza Fontana
Omicidio Mauro De Mauro
Strage di Gioia Tauro
Omicidio Feltrinelli
Strage di Peteano
Strage alla questura di Milano
Strage di Piazza della Loggia
Strage dell'Italicus
Omicidio Pasolini
Strage di Via Fani e omicidio Moro
Omicidio Pecorelli
Strage di Ustica
Strage di Bologna
Omicidio Italo Toni e Graziella De Palo
Omicidio Roberto Calvi
Strage del rapido 904
Strage di Pizzolungo
Omicidio Mauro Rostagno
Attentato dell'Addaura
Strage del Moby Prince
Strage di Capaci
strage di via d'Amelio
Omicidio Ilaria Alpi

Se così stanno le cose, se le forze dell'ordine non ritiengono di dovere la propria fedeltà al popolo ma al buracrate di turno, anche se mafioso, delinquente o assassino, è la gente onesta, e che vuole rimanere onesta, che, probabilmente, deve tremare.

http://paolofranceschetti.blogspot.com/2009/04/delitto-di-stato.html

 
 
 

signoraggio

Post n°4 pubblicato il 16 Luglio 2009 da innocenti3

 


La grande frode del
debito pubblico
"Se volete rimanere schiavi dei banchieri e pagare il costo della vostra stessa schiavitù, continuate a lasciargli creare la moneta e controllare il credito della nazione." [Sir Josiah Stamp, vecchio governatore della banca d'Inghilterra]

"Chiunque controlli l'ammontare del denaro circolante in un paese e' il padrone assoluto della sua industria e del suo commercio. E quando capisci che l'intero sistema e' facilmente controllato, in un modo o nell'altro, da una ristrettissima elite, non avrai bisogno che qualcuno ti spieghi come nascono i periodi di inflazione e deflazione". [James Garfield, 20mo Presidente Usa]
sabato 13 ottobre 2007

Il Signoraggio bancario e la frode del debito pubblico
(cosa significa essere schiavi)

Il signoraggio è la più colossale truffa che sia mai stata organizzata nella storia. È il mezzo usato da pochi uomini per ottenere un potere supremo: il potere di controllare, governare, intere nazioni. Eppure probabilmente non sapete niente a riguardo, perché se i media non parlano di un argomento, questo di conseguenza è come se non esistesse. Ma il signoraggio è il problema mondiale più serio che esisti, perché è il padre di ogni malessere economico e sociale.

In parole povere:

Per emettere moneta, tutti gli Stati del mondo li hanno sempre chiesti in prestito a delle Banche Centrali private, che creano questo denaro dal nulla, semplicemente stampandolo.
Il debito pubblico, lungi dall'essere dovuto alle incompetenze dei politici, è in realtà il debito che lo Stato, noi, abbiamo nei confronti di queste Banche Centrali usuraie, e ammonta a tutta la moneta emessa, più gli interessi mai emessi.

Definizione di signoraggio

Il signoraggio è il reddito percepito da chi emette moneta, pari alla differenza tra il valore facciale della moneta, detto valore nominale, e il suo costo di produzione, detto valore intrinseco.


Il 98% della moneta circolante è moneta scritturale (vale a dire virtuale come assegni, carta di credito etc.), il restante 2% è moneta fisica, a sua volta costituita per il 98% da banconote e per il 2% da monete metalliche. Il valore intrinseco delle moneta scritturale è nullo (basta memorizzare i soldi nei computer). Per le monete metalliche il costo è di 20 cent circa a moneta, e per le banconote è sempre un valore irrisorio intorno ai 5 cent di euro (quanto costa la carta e l'inchiostro?).

È importante sapere che dopo il 15 Agosto 1971, con l'abolizione da parte del presidente Nixon degli accordi di Bretton Woods del 1944, la moneta emessa non ha nessuna contropartita aurea. Vuol dire che non esiste più convertibilità con le riserve di metalli preziosi come l'oro (nelle nuove banconote infatti non compare più la scritta "Pagabili a vista al portatore", proprio perché non si attinge più alla riserva aurea per creare moneta, e di conseguenza non può neppure essere convertita).
La moneta oramai viene creata dal nulla, semplicemente stampandola.
Con la abolizione delle riserve, la moneta non ha più un valore creditizio, ma un valore indotto, vale a dire prende forma dall'accordo e per convenzione di chi la utilizza come mezzo di scambio.
Siamo noi che diamo un valore alla moneta, tanto è vero che, come ha detto il professore di diritto Giacinto Auriti, se prendiamo un governatore e lo spediamo su un isola deserta a stampare moneta quella moneta non acquista un valore perché non c'è nessuno che la accetta e la utilizza.

Emissione della moneta


Arriviamo al nodo cruciale: chi crea ed emette la moneta?
Mentre le monete di metallo sono coniate ed emesse dallo Stato, la moneta scritturale e le banconote sono create, stampate, dalle Banche Centrali Nazionali (nel nostro caso Bankitalia SpA per conto della Banca Centrale Europea o BCE, in America la Federal Reserve, in Inghilterra la Bank of England) che sono però banche private a tutti gli effetti (su Bankitalia leggetevi anche questo).

Analizziamo la truffa: come avviene l'emissione del denaro della Banca Centrale


L'emissione del denaro da parte della Banca Centrale, avviene solo in contropartita a Obbligazioni emesse dallo Stato al corrispettivo valore, che la nostra BC (Bankitalia) acquista indirettamente attraverso l'acquisto di titoli di stato sul mercato di questi titoli.
Semplice esempio: quando lo Stato ha bisogno di un milione di euro, emette titoli di Stato (come BOT, CCT etc..) da un milione di euro. Per chi non sapesse cosa sono questi titoli: sono come dei "pagherò" che alla scadenza (hanno una vita che può variare da 3 mesi ad alcuni anni) lo Stato ripagherà ai loro proprietari, dandogli capitale più una percentuale di interesse (a seconda del titolo).
Quando Bankitalia acquista questi titoli dal valore di un milione, crea un milione di euro dal nulla (stampa in banconote solo il 2%) e lo cede allo Stato, che a sua volta paga gli stipendi i sevizi etc...
La Banca Centrale ora proprietaria di questi titoli, può subito venderli alle banche e ai risparmiatori. In ogni caso, una volta scaduto il periodo di vita, lo Stato dovrà dare al possessore dei titoli il capitale più una percentuale di interessi.


Per semplicità ho tralasciato il tasso di sconto, cioè l'interesse sul prestito di denaro deciso dalla BCE stessa!

Ecco la colossale truffa: la Banca Centrale si appropria del reddito da signoraggio di tutta la moneta emessa (sia scritturale che le banconote). Questo è testimoniato dal fatto che ponga al passivo nel suo bilancio tutta la moneta emessa non come sarebbe corretto al valore tipografico, ma al suo valore nominale.

Si comporta come se la moneta fosse di sua proprietà all'atto dell'emissione, come se ci fosse ancora una riserva a cui attinge per creare denaro. Ma quella riserva non c'è più!

Inoltre, non c'è nessuna norma né Europea né Italiana, che dica di chi è la proprietà della moneta. Dopo l'abolizione degli accordi di Bretton Woods, la moneta perde il valore creditizio, non rappresentando più un debito per la banca. Di conseguenza, avendo un valore indotto, la proprietà della moneta appartiene alla collettività.

La Banca non può (per logica) prestare quel denaro poiché non è di sua proprietà, ma purtroppo avviene proprio così.
Facendo leva sul riflesso condizionato causato dall’abitudine secolare di dare sempre un corrispettivo per avere denaro, le banche centrali hanno emesso la moneta col corrispettivo del debito, cioè “prestandola”. In tal modo i grandi usurai non si sono solo limitati ad espropriare i popoli dei valori monetari, ma li hanno indebitati di altrettanto, caricando, sin dall’origine, il costo del denaro del 200%.
[...]
La riserva aveva un significato quando la banconota era convertibile in oro a richiesta del portatore. È diventata ormai una ridicola sceneggiata, per mascherare la truffa dell’emissione con cui la banca centrale consegue un arricchimento parassitario pari alla differenza – duplicata dall’equivalente prestito – tra costo tipografico e valore nominale della moneta. (Giacinto Auriti)
[http://www.signoraggio.info/sovranita_monetaria_auriti.htm]

 
 
 

allevamenti intensivi

Post n°3 pubblicato il 16 Luglio 2009 da innocenti3

 

Carni e allevamenti intensivi
Tratto da “Quattro sberle in padella”, Stefano Carnazzi e Stefano Apuzzo

ALLEVAMENTI INTENSIVI.
Sembrerà un consiglio rivoluzionario, ma certo va alla radice del problema: evitare ogni prodotto proveniente da allevamenti intensivi.
“Allevamenti intensivi” sono i capannoni industriali, nati negli anni Sessanta, in cui sono rinchiusi decine, centinaia, migliaia di animali (in America ci sono feedlots con dentro 100.000 e più capi di bestiame) in condizioni infernali, privati di libertà di movimento, dell'aria e della luce del sole, rinchiusi in gabbie, costretti alimentazione forzata, immunodepressi.
Le condizioni di vita degli animali, tali da suscitare pietà, sono oggetto di continue battaglie delle associazioni animaliste.
Ma non è solo questione di pietà: la concentrazione degli animali e il regime alimentare forzato aumentano lo stress, le malattie e la pericolosità microbica e sono la causa prima e principale della diffusione a raggiera dei veleni e dell'esplosione degli scandali alimentari (“mucca pazza”, "pollo alla diossina” e vedremo quali altri). La "modernizzazione" zootecnica ha riempito i cibi di residui di stimolatori dell'appetito, antibiotici (metà della produzione mondiale di antibiotici è destinata alla zootecnia), erbicidi, stimolatori della crescita, larvicidi e ormoni artificiali. Proprio l'abuso di antibiotici in zootecnia è all'origine del fenomeno della resistenza che da 20 anni tanto preoccupa gli scienziati e le cui percentuali in Italia sono quintuplicate dal ' 92 a oggi: lo sviluppo di pericolosissimi superbatteri resistenti a tutti i trattamenti farmacologici (l'ultimo, lo streptococco VISA, che ha già ucciso 4 persone negli USA e due anziani in Scozia - e si è già avuto il primo caso in Italia; in USA in un sacco di mangime per polli sono stati trovati batteri resistenti a tutti gli antibiotici!). Molte altre malattie, l'afta epizootica, l'Aids bovino (Biv), la salmonellosi, l'encefalopatia spongiforme bovina sono consustanziali all'allevamento intensivo. Ecco i metodi di allevamento di alcune specie.

MUCCHE E BOVINI: i trattamenti con ormoni d'origine animale, di sintesi, sperimentali, sicuramente non sono stati interrotti. In America i trattamenti con ormoni sono non solamente ammessi, ma incoraggiati, e continuano ad essere sperimentati: zeranolo, estradiolo, testosterone, progesterone, treribolone acetato sono in continua sperimentazione e inoculati in vitelli, mucche e tori. Riescono a farli crescere più velocemente del 50%. Per fortuna l'UE continua a tenere le proprie frontiere chiuse all'importazione di carne trattata con ormoni: l'ultimo rifiuto ufficiale data luglio 1999. Allora la ormai celebre (o famigerata?) W.T.O. (World Trade Organization) avrebbe ordinato di “lasciare che il bando venga disatteso", e gli USA hanno chiesto miliardi in risarcimenti. Ma in Europa l'importazione di carne americana è ancora vietata.

In Italia le condanne penali della Cassazione si susseguono, poche ma senza soluzione di continuità, mentre l'Istituto Superiore di Sanità trova diversi corticosteroidi illegali nel latte, e 17-betaestradiolo nel siero bovino (usato per i vaccini). D'altronde, il D.lgs. 27/1/1992 n.118 vieta, è ovvio, la somministrazione di ormoni, ma li autorizza a scopo terapeutico e nel periodo successivo al parto, cioè: volendo, sempre. Dell'ormone D.E.S. (Dietilstilbestrolo), che provoca cancro al seno, è difficilissimo accertare la presenza, essendo attivo anche in dosi infime (parliamo di milionesimi di grammi). Secondo il Comitato Scientifico dell'Unione Europea, che doveva pronunciarsi a proposito del doping, anche dosi infinitesimali di queste sostanze danneggiano la salute umana, innescando tumori e alterando le risposte del sistema immunitario. Inoltre, i valori residuali di ormoni ritenuti innocui fino a dieci anni fa, sono oggi, grazie a dati scientifici più raffinati, considerati rischiosi per i consumatori, specialmente per i bambini in età pre-puberale.
Le ricorrenti malattie dei bovini provocate dalle condizioni-limite in cui vivono costringono a terapie antibiotiche senza sosta. All'esame anatomo-patologico si rileva un'incidenza elevata di lesioni muscolari dovute all'uso di sostanze xenobiotiche.
La dipendenza della zootecnia dall'industria farmaceutica presenta questi riflessi negativi

-         sofferenza e patologie iatrogene negli animali;
-        
residui pericolosi negli alimenti d'origine animale;
-         gravi rischi epidemiologici per selezione microbica;
-         alterazioni del processo di depurazione con peggioramento dell’inquinante;
-         rischi mutageni per i principi emessi nell'ambiente.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ripetutamente messo sotto inchiesta i residui di certi farmaci veterinari nel cibo (solo tra il '97 e il '98): abamectina, clorotetracicline e tetracicline, il famigerato clembuterolo, cipermetrina, a-cipermetrina, neomicina, ossitetraciclina, spiramicina, thiamphenical, tilmicosina, xilazina, e ancora ceftiofur, cyfluthrin, danofloxacina, di-idrostreptomicina e streptomicina,     fluazuron, flumequine, moxidectina, spiramicina. In Italia, è matematicamente certo (lo dimostra la sproporzione tra le ricette "ufficiali" e il numero di animali: solo 5 ogni 100) che i farmaci vengono acquistati sul mercato nero per non doverne segnalare l'uso. Poi, poco prima della macellazione, viene somministrato agli animali un fortissimo diuretico che cancella le tracce delle sostanze illegali.
Hanno luogo anche trattamenti con farmaci sperimentali.

Nei mangimi può esserci ogni genere di rifiuti ripugnanti: carogne di animali, scarti dell'industria di trasformazione, lettiere o escrementi animali, residui della lavorazione dello zucchero, dell'olio, paglia trattata con ammoniaca, olii esausti di motori, addirittura i reflui inquinanti delle distillerie di whisky e di gin; in Francia finivano nei mangimi le acque nere, bollite, delle puliture dei macelli e delle stalle, "condite" con gli scarti della spremitura a caldo dei resti dei macelli. Il mais, che nella dieta dei poveri bovini ha sostituito il più costoso fieno, fermenta nel loro colon e favorisce la proliferazione di batteri, causa di pericolose infezioni che, in Italia, costringono ogni anno decine di bambini alla dialisi per danni ai reni. Nelle città non dotate d'inceneritore, diventano "farine per animali” le carcasse di animali raccolti dal la Nettezza Urbana (cani e gatti randagi, topi, ratti e pantegane). Anche gli animali portati dal proprio veterinario per la "morte dolce" fanno la stessa fine: attenzione, potremmo ritrovarci Fido o Micio nella catena alimentare! Addirittura, potrebbero essere reimmesse (con o senza il consenso dell'ASL) nel mercato dei sottoprodotti (art.5 c.1 del D.lgs suddetto) le carni e i derivati sottoposti a trattamenti vietati! Così, nei grassi degli animali si accumulano le diossine, pesticidi come il 4-4' D.D.T., D.D.E., D.D.D., E.D.T.A. e metalli pesanti come il cadmio (per colpa del quale nel '95 si è scoperto che una fettina di cavallo su due è fuorilegge), piombo, arsenico e cromo.

Però, la sanzione (depenalizzata) per chi commercializza mangimi scadenti va da lire 600.000 a lire 3.000.000; se sono nocivi "per il bestiame... ammenda da lire 250.000 a lire 2.000.000” (art.22 l.15/2/1963, depenalizzata e aggiornata nel 1981).
La Confcommercio , su impulso del DM 13/4/99, ha avviato a fine '99 una ricerca per censire gli intermediari che immettono in commercio additivi, miscele, prodotti proteici, amminoacidi e simili, tentando di ricostruire l'intero iter della fabbricazione. Ne vedremo delle belle.
Perfino nelle mangiatoie dei disgraziatissimi animali si annidano veleni: uno studio condotto in Europa nella primavera ' 98 ha rivelato che una mangiatoia su tre era contaminata da antimicrobici non dichiarati, una su quattro a concentrazioni elevatissime: clorotetraciclina (C.T.C.) nel 15% dei casi, sulfonamidici nel 7%, penicillina nel 4%, trattamenti ionoforetici nel 3%, e tutte le concentrazioni di sulfonamidici erano sufficienti per lasciare residui tali da causare danni al tessuti, alle mucose, da contatto.

Importazione illegale di carne. Ne ha parlato con coraggioso tempismo Antonio Delitalia, dalle colonne de “Il Giornale" (16 giugno '97): "Ci sono due tendenze tutte italiane di fronte a un argomento scomodo e ingombrante: chiudere un occhio e fare finta di non avere visto, o spalancarli tutti e due e denunciare situazioni che travalicano la realtà. Il problema della carne contaminata da clembuterolo e affini rischia di essere uno di questi. Scomodo perché si parla di frode alimentare, ingombrante perché la carne arriva nel piatto di oltre quarantacinque milioni di italiani".
Il problema assai grave è quello dell'importazione di carni clandestine, che, per evitare l'Iva, sfuggono qualunque accertamento sanitario. E dal Triveneto gli allevatori fanno sapere che il 10% della carne importata è al clembuterolo. Dal momento che importiamo circa il 50% della carne bovina che consumiamo, il problema ha dimensioni preoccupanti. Non allarmistiche, ma preoccupanti. Dice Vincenzo Dona, segretario generale dell’Associazione consumatori che ha elevato frequenti proteste, senza però ottenuto risultati apprezzabili: “I controlli sono inadeguati, e fanno acqua più di una bistecca al cortisone".

L’Europa ha imposto il marchio di qualità, però il governo è inadempiente. Per evadere l'Iva si è creato un mercato clandestino lucrosissimo. Ma anche nell'importazione legale il controllo è possibile solo sulle mezzene, non sulla carne pezzata e confezionata che finisce sul banco di macelleria.
Un documento ministeriale certifica l'avvenuta intossicazione collettiva di Assisi per carne al clembuterolo, la cui responsabilità, ridotta a pochi allevatori, ricade su tutti.
“Il problema esiste" diceva nel '97 il prof. Agostino Macrì, responsabile del servizio veterinario dell'Istituto superiore di sanità. E va risolto perché riguarda la salute.
Ma nulla è stato fatto.

E non ci sono solo veleni "artificiali". Come se non bastasse, anche i “contaminanti naturali" sono un'insidia per chi mangia carne: le aflatossine (un tipo di micotossine, sostanze tossiche prodotte dalle muffe) possono contaminare i cereali destinati a diventare mangime per animali prima e durante il raccolto o per immagazzinamento e conservazione sbagliati. Quando gli animali mangiano cibo contaminato, perdono peso e diminuisce la produzione di latte; i metaboliti di queste tossine infettano i tessuti animali commestibili, e si riversano nel latte. Sono pericolose per la salute umana concentrazioni di aflatossine superiori a 20 miliardesimi di grammo nei mangimi e a 0.5 miliardesimi di grammo nel latte!
Infine, lo stress innaturale e perpetuo causa un accumulo di adrenalina che realmente avvelena la carne, la cui assunzione può essere nociva per l'uomo. Motivi dello stress: condizioni di vita, alimentazione forzata, interminabili trasporti di ore e giorni con carri bestiame fermi alle frontiere o nei porti senza alcun supporto vitale, niente acqua, niente riposo, niente riparo dal sole torrido o dalla pioggia. Unica speranza, la morte.

VITELLI: il sistema per mantenere la carne pallida, rosea e delicata consiste nel tenerli in condizioni enormemente innaturali. Al terzo-quarto giorno di vita, strappati alle madri inseminate artificialmente, vengono collocati ognuno in un box largo 40 cm . e lungo un metro e mezzo. I vitelli sono legati con una catena al collo per impedire ogni movimento (la catena potrà esser tolta quando saranno cresciuti tanto da occupare tutto il ristretto spazio del box). Essi non vedranno mai né paglia né fieno, poiché mangiarne potrebbe rovinare il tenue colorito delle carni. Gli studiosi, per questi poveri vitellini, parlano di stress acuto e cronico, le cui conseguenze sono immunodeficienza (i vitellini si ammalano), infezioni, necessità di antibiotici. Nutriti con budini semiliquidi iperproteici che causano un’inestinguibile arsura (l'acqua è loro assolutamente negata, per indurli a ipernutrirsi, mangiando più budino e più velocemente) e un’inarrestabile dissenteria per spingerli all'anemia al fine di sbiancare le carni, disordini digestivi e ulcere sono frequenti; sottoposti a cicli costanti di trattamenti antibiotici, dopo tredici-quindici settimane si portano al macello.
Avete mai visto gli occhioni spaventati di un vitello portato al macello?

L’allevamento intensivo di bovini e vitelli è anche un rischio ecologico e biologico, oltre che sanitario. I vitelli sono la “residenza” preferita di germi e infezioni, di Escherichia Coli 0157:H7, VTEC e STEC, parassitemie theileriali da Theileria buffeli, Neospora caninum (diffusa dal Canada all'Argentina, e in Spagna) e altre malattie epidemiche. Per esempio, nel novembre '99 un modello di simulazione dinamica realizzato dal Dipartimento di farmacologia, microbiologia e igiene alimentare della Scuola norvegese di scienze veterinarie di Oslo ha stabilito che, anche qualora l'importazione di carne di vitello in Norvegia cessasse nel volgere di due anni, per oltre dieci anni continuerebbero a crescere le infezioni da Taenia saginata nei vitelli domestici, e di conseguenza gli episodi epidemici di infezioni negli uomini. Nell'agosto del 1999 è stato isolato in Malesia un Enterococcus Faecium quasi invincibile, resistente alla vancomicina e a un'ampia gamma di antibiotici. E dov'era? Era in 10 campioni di tessuto molle di carne bovina.
Nota di demerito speciale per il fegato di vitello e di bovino adulto, che molti ritengono "prelibato". Il fegato si impregna di tutte le sostanze nocive assimilate da un organi

Carne trita. La carne trita è soggetta ad annerimento più di altri "tagli di carne”. Non possiamo escludere la possibilità che "additivi non consentiti” (come scrive la Pretura di Torino in una sentenza di condanna di un macellaio) vengano aggiunti per ritardare questo processo. Abbiamo iniziato a sospettare qualcosa di simile quando ci siamo accorti che i gatti di nostri amici, ghiottissimi di carne, invece annusavano con diffidenza e non assaggiavano neppure la carne trita quando gli veniva offerta. Comunque, nei supermarket, ove ormai spesso è confezionata "in atmosfera protettiva' (C02), è più difficile che quest'eventualità si verifichi.
Ragù. Sfuggono all'etichettatura i conservanti e gli additivi di cui è impregnata la "carne secca per minestre" e la "carne secca per preparati di minestre o salse". I più pericolosi sono i gallati di propile (E310), di ottile (E311), dodecile (E312), di eritorbati...

MAIALI…

 
 
 
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