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allevamenti intensivi
Post n°3 pubblicato il 16 Luglio 2009 da innocenti3
Carni e allevamenti intensivi ALLEVAMENTI INTENSIVI. MUCCHE E BOVINI: i trattamenti con ormoni d'origine animale, di sintesi, sperimentali, sicuramente non sono stati interrotti. In America i trattamenti con ormoni sono non solamente ammessi, ma incoraggiati, e continuano ad essere sperimentati: zeranolo, estradiolo, testosterone, progesterone, treribolone acetato sono in continua sperimentazione e inoculati in vitelli, mucche e tori. Riescono a farli crescere più velocemente del 50%. Per fortuna l'UE continua a tenere le proprie frontiere chiuse all'importazione di carne trattata con ormoni: l'ultimo rifiuto ufficiale data luglio 1999. Allora la ormai celebre (o famigerata?) W.T.O. (World Trade Organization) avrebbe ordinato di “lasciare che il bando venga disatteso", e gli USA hanno chiesto miliardi in risarcimenti. Ma in Europa l'importazione di carne americana è ancora vietata. In Italia le condanne penali della Cassazione si susseguono, poche ma senza soluzione di continuità, mentre l'Istituto Superiore di Sanità trova diversi corticosteroidi illegali nel latte, e 17-betaestradiolo nel siero bovino (usato per i vaccini). D'altronde, il D.lgs. 27/1/1992 n.118 vieta, è ovvio, la somministrazione di ormoni, ma li autorizza a scopo terapeutico e nel periodo successivo al parto, cioè: volendo, sempre. Dell'ormone D.E.S. (Dietilstilbestrolo), che provoca cancro al seno, è difficilissimo accertare la presenza, essendo attivo anche in dosi infime (parliamo di milionesimi di grammi). Secondo il Comitato Scientifico dell'Unione Europea, che doveva pronunciarsi a proposito del doping, anche dosi infinitesimali di queste sostanze danneggiano la salute umana, innescando tumori e alterando le risposte del sistema immunitario. Inoltre, i valori residuali di ormoni ritenuti innocui fino a dieci anni fa, sono oggi, grazie a dati scientifici più raffinati, considerati rischiosi per i consumatori, specialmente per i bambini in età pre-puberale. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ripetutamente messo sotto inchiesta i residui di certi farmaci veterinari nel cibo (solo tra il '97 e il '98): abamectina, clorotetracicline e tetracicline, il famigerato clembuterolo, cipermetrina, a-cipermetrina, neomicina, ossitetraciclina, spiramicina, thiamphenical, tilmicosina, xilazina, e ancora ceftiofur, cyfluthrin, danofloxacina, di-idrostreptomicina e streptomicina, fluazuron, flumequine, moxidectina, spiramicina. In Italia, è matematicamente certo (lo dimostra la sproporzione tra le ricette "ufficiali" e il numero di animali: solo 5 ogni 100) che i farmaci vengono acquistati sul mercato nero per non doverne segnalare l'uso. Poi, poco prima della macellazione, viene somministrato agli animali un fortissimo diuretico che cancella le tracce delle sostanze illegali. Nei mangimi può esserci ogni genere di rifiuti ripugnanti: carogne di animali, scarti dell'industria di trasformazione, lettiere o escrementi animali, residui della lavorazione dello zucchero, dell'olio, paglia trattata con ammoniaca, olii esausti di motori, addirittura i reflui inquinanti delle distillerie di whisky e di gin; in Francia finivano nei mangimi le acque nere, bollite, delle puliture dei macelli e delle stalle, "condite" con gli scarti della spremitura a caldo dei resti dei macelli. Il mais, che nella dieta dei poveri bovini ha sostituito il più costoso fieno, fermenta nel loro colon e favorisce la proliferazione di batteri, causa di pericolose infezioni che, in Italia, costringono ogni anno decine di bambini alla dialisi per danni ai reni. Nelle città non dotate d'inceneritore, diventano "farine per animali” le carcasse di animali raccolti dal la Nettezza Urbana (cani e gatti randagi, topi, ratti e pantegane). Anche gli animali portati dal proprio veterinario per la "morte dolce" fanno la stessa fine: attenzione, potremmo ritrovarci Fido o Micio nella catena alimentare! Addirittura, potrebbero essere reimmesse (con o senza il consenso dell'ASL) nel mercato dei sottoprodotti (art.5 c.1 del D.lgs suddetto) le carni e i derivati sottoposti a trattamenti vietati! Così, nei grassi degli animali si accumulano le diossine, pesticidi come il 4-4' D.D.T., D.D.E., D.D.D., E.D.T.A. e metalli pesanti come il cadmio (per colpa del quale nel '95 si è scoperto che una fettina di cavallo su due è fuorilegge), piombo, arsenico e cromo. Però, la sanzione (depenalizzata) per chi commercializza mangimi scadenti va da lire 600.000 a lire 3.000.000; se sono nocivi "per il bestiame... ammenda da lire 250.000 a lire 2.000.000” (art.22 l.15/2/1963, depenalizzata e aggiornata nel 1981). Importazione illegale di carne. Ne ha parlato con coraggioso tempismo Antonio Delitalia, dalle colonne de “Il Giornale" (16 giugno '97): "Ci sono due tendenze tutte italiane di fronte a un argomento scomodo e ingombrante: chiudere un occhio e fare finta di non avere visto, o spalancarli tutti e due e denunciare situazioni che travalicano la realtà. Il problema della carne contaminata da clembuterolo e affini rischia di essere uno di questi. Scomodo perché si parla di frode alimentare, ingombrante perché la carne arriva nel piatto di oltre quarantacinque milioni di italiani". L’Europa ha imposto il marchio di qualità, però il governo è inadempiente. Per evadere l'Iva si è creato un mercato clandestino lucrosissimo. Ma anche nell'importazione legale il controllo è possibile solo sulle mezzene, non sulla carne pezzata e confezionata che finisce sul banco di macelleria. E non ci sono solo veleni "artificiali". Come se non bastasse, anche i “contaminanti naturali" sono un'insidia per chi mangia carne: le aflatossine (un tipo di micotossine, sostanze tossiche prodotte dalle muffe) possono contaminare i cereali destinati a diventare mangime per animali prima e durante il raccolto o per immagazzinamento e conservazione sbagliati. Quando gli animali mangiano cibo contaminato, perdono peso e diminuisce la produzione di latte; i metaboliti di queste tossine infettano i tessuti animali commestibili, e si riversano nel latte. Sono pericolose per la salute umana concentrazioni di aflatossine superiori a 20 miliardesimi di grammo nei mangimi e a 0.5 miliardesimi di grammo nel latte! VITELLI: il sistema per mantenere la carne pallida, rosea e delicata consiste nel tenerli in condizioni enormemente innaturali. Al terzo-quarto giorno di vita, strappati alle madri inseminate artificialmente, vengono collocati ognuno in un box largo 40 cm . e lungo un metro e mezzo. I vitelli sono legati con una catena al collo per impedire ogni movimento (la catena potrà esser tolta quando saranno cresciuti tanto da occupare tutto il ristretto spazio del box). Essi non vedranno mai né paglia né fieno, poiché mangiarne potrebbe rovinare il tenue colorito delle carni. Gli studiosi, per questi poveri vitellini, parlano di stress acuto e cronico, le cui conseguenze sono immunodeficienza (i vitellini si ammalano), infezioni, necessità di antibiotici. Nutriti con budini semiliquidi iperproteici che causano un’inestinguibile arsura (l'acqua è loro assolutamente negata, per indurli a ipernutrirsi, mangiando più budino e più velocemente) e un’inarrestabile dissenteria per spingerli all'anemia al fine di sbiancare le carni, disordini digestivi e ulcere sono frequenti; sottoposti a cicli costanti di trattamenti antibiotici, dopo tredici-quindici settimane si portano al macello. L’allevamento intensivo di bovini e vitelli è anche un rischio ecologico e biologico, oltre che sanitario. I vitelli sono la “residenza” preferita di germi e infezioni, di Escherichia Coli 0157:H7, VTEC e STEC, parassitemie theileriali da Theileria buffeli, Neospora caninum (diffusa dal Canada all'Argentina, e in Spagna) e altre malattie epidemiche. Per esempio, nel novembre '99 un modello di simulazione dinamica realizzato dal Dipartimento di farmacologia, microbiologia e igiene alimentare della Scuola norvegese di scienze veterinarie di Oslo ha stabilito che, anche qualora l'importazione di carne di vitello in Norvegia cessasse nel volgere di due anni, per oltre dieci anni continuerebbero a crescere le infezioni da Taenia saginata nei vitelli domestici, e di conseguenza gli episodi epidemici di infezioni negli uomini. Nell'agosto del 1999 è stato isolato in Malesia un Enterococcus Faecium quasi invincibile, resistente alla vancomicina e a un'ampia gamma di antibiotici. E dov'era? Era in 10 campioni di tessuto molle di carne bovina. Carne trita. La carne trita è soggetta ad annerimento più di altri "tagli di carne”. Non possiamo escludere la possibilità che "additivi non consentiti” (come scrive la Pretura di Torino in una sentenza di condanna di un macellaio) vengano aggiunti per ritardare questo processo. Abbiamo iniziato a sospettare qualcosa di simile quando ci siamo accorti che i gatti di nostri amici, ghiottissimi di carne, invece annusavano con diffidenza e non assaggiavano neppure la carne trita quando gli veniva offerta. Comunque, nei supermarket, ove ormai spesso è confezionata "in atmosfera protettiva' (C02), è più difficile che quest'eventualità si verifichi. MAIALI… |
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il 22/08/2009 alle 00:15
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il 03/08/2009 alle 23:32
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