OrchideanelleMutande

Vivo in una palude, abbracciato a un tronco d'albero. Sono rarissimo fiore, un'orchidea fantasma che si nutre di poca luce e che ha ritrovato la luce del sole

 

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L'orchidea esce dalle mutande

Post n°18 pubblicato il 03 Marzo 2008 da orchideanellemutande

E va in libreria.

A chi mi conosce e a chi no desiderio annunciare questa novità nella mia vita. Il mio primo romanzo esce, tra giugno e settembre 2008. E, a dispetto delle case editrici che chiedono soldi per pubblicare (ricoprendo l'autore di centinaia di copie con cui può divertirsi a fare origami per trent'anni), non ho pagato nulla.

Non ho mai voluto farlo. Per principio, raccogliendo decine di lettere con scritto "... desideriamo informarla che il suo manoscritto non rientra nella nostra linea editoriale..." e lettere con fiumi di complimenti che preludevano richieste di soldi.

Sono soddisfatto, non riesco ancora a gioirne e so che ci vorrà un po'. Ho scritto ben 28 versioni del romanzo. Ho lavorato per 5 anni e la scrittura si evolveva di pari passo con la mia evoluzione interiore, col superamento dei traumi primari che mi stavano fottendo la vita, con un duro lavoro di analisi, di ascolto del mio corpo (ci vorrà una vita per riuscirvi appieno), con la scoperta di una dimensione spirituale fatta di letture (le più disparate), di Kabbalah, di Quarta Via.  Ma anche di continua scrittura, di lavoro quotidiano per cercare un lavoro, di lotta contro la frustrazione per la difficoltà nel trovarlo.  Come molti di voi certamente sanno per esperienza personale, riavviare un motore interiore dopo aver smantellato pezzo dopo pezzo e in modo implacabile un'esistenza immaginata, con la determinazione ad andare fino in fondo, non è cosa facile. Bisogna volerlo, dando vita ad una sottile linea rossa che unisce mente, cuore e sesso. Bisogna puntare tutto, rischiare tutto e non chiedersi se si vincerà o meno.

Ad un certo punto mi sono ritrovato con un vuoto siderale tra le mani e ho avuto una paura fottuta, scegliendo però di farci i conti. Le stampelle fittizie che ero certo mi sorreggessero si erano sbriciolate. Uscito da una sex-addiction ventennale ho avvicinato per la prima volta l'universo donna meraviglioso, e abbracciandolo poco a poco ho potuto conoscere il mio lato femminile più tenero: quello che peraltro mi permette di scrivere racconti per due riviste settimanali le cui lettrici sono donne,  ma anche quello che mi ha permesso di avvicinare gli studi di Counselor Umanistico-Esistenziale. E' una sorta di psicologo che impara ad ascoltare la persona, mettendola al centro, rispettandone i valori, dando grande importanza alle sue capacità e potenzialità, creando il terreno perché possa far fluire liberamente emozioni e sentimenti, spesso compressi nella vita di tutti i giorni, con l'obiettivo di affrontare il problema portato alla mia attenzione da una nuova prospettiva, più creativa e con più fiducia, autostima, vigore. 

Da quel vuoto, di cui parlavo poc'anzi, sono ripartito e ho alleggerito il bagaglio, ho affrontato ciò che può capitare nella vita di tutti i giorni, ho perso un fratello che è morto piangendo (desidero morire sorridendo, a occhi aperti di fronte al mare, sazio di giorni), ho rinuciato a macchina, cose, frequentazioni di persone alle quali non avevo più nulla da dire. La mia famiglia s'è trovata di fronte a un Bruno che non riconosceva più: totalmente non rispondente all'immagine che si erano creati e che anch'io avevo contribuito a consolidare: perché solo così potevo essere meritevole d'amore, funzionante rispetto a un copione prestabilito. Adesso l'impegno è costruire un rapporto nuovo con le mie sorelle e mia madre, per quanto sarà possibile, non cercando più di cambiare ognuna di loro (con grande presunzione e arroganza) perché ciò significa essere ancora invischiati nella piccola nevrosi "papàmamma" con pianti e urla per tenere insieme un cordone ombelicale che puzza di finto. Molto più semplicemente ascolto e mi chiedo sempre: "Cosa senti Bruno? Cosa provi? Qual è la tua emozione? Perché hai vergogna a manifestarla?". Ho scoperto che altre modalità rappresentano solo meccanismi di difesa. Il nemico più grande è sempre quello che alberga dentro di noi e mai uno esterno (gli spartani insegnano, e non solo loro). La storia è piena di esempi lungimiranti.

Siete tutti invitati alla presentazione di "Un'orchidea nelle mutande", la prima, che si terrà a Roma dove vivo.

Presto comunicherò data e luogo.

Bruno. Con Amore

 
 
 
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Un blog di: orchideanellemutande
Data di creazione: 29/11/2007
 
 
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