Creato da Blordo il 10/09/2005

Ordinaria Follia

Chiaro come un lago senza fango; così limpido come un cielo d'estate sempre blu.

 

 

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Il buon Gilberto.

Post n°91 pubblicato il 04 Ottobre 2006 da Blordo

C’è un cadavere sotto il letto.
E non è quello del famoso scheletro dentro l’armadio.
Niente segreti, colpe e paranoie.
No,no.
Soltanto l’ingombrante, nauseabondo tronco morto di un uomo sui sessantacinque.

Come diavolo ha fatto a finire là sotto?
Tzè.
Qualche volta ci si sorprende ancora delle cose più banali.

Ma da quanto tempo, cazzo, è rimasto là sotto?
A giudicare dal colore e dal tanfo, direi almeno una decina di giorni.

Dieci giorni.
Almeno dieci giorni.

Ho dormito dieci giorni con ottanta chili di carne morta come orsacchiotto di peluche.
Come un cane da guardia, me ne andavo di casa sbattendo la porta e mai come in quei giorni potevo sentirmi più al sicuro.
Dai ladri che seviziano la mia biancheria intima, per esempio.
O dagli zingari che si aggirano fra le mie mura amiche alla ricerca dell’orologino dal pesante valore affettivo, oltre che economico.

Diamogli un nome.
Gilberto.

Il buon Gilberto continuava ad appassire e a dispensare piccoli tremolii mentre io cagavo, scopavo, mangiavo, apparecchiavo, lavavo, mi scaccolavo.

Il buon Gilberto dal buio del suo lontano mondo parallelo guardava tutto questo e mi giudicava, di fianco a quelle ciabattine nere bagnate dalla doccia della mattina.

E quante volte avrebbe voluto dirmi che quella maglietta rossa era come un calcio nei coglioni, e che era ora che mi mettessi un vestito più serio, perdio, stai crescendo amico, cambia.

Non poteva parlare, il buon Gilberto, non poteva comunicare.
La sua visuale era parzialmente coperta dal lenzuolo che scendeva a cascata intorno al materasso.
Quante volte, pensavo, le rete di metallo gli avrà colpito quella testa pelata tutta molliccia?

Ma il buon Gilberto non poteva urlare, non poteva bestemmiare.

Nelle prime ore dopo la morte poteva sfruttare la contrazione da rigor mortis per farsi sentire, ma non l’ha mai fatto.
E’ rimasto fermo, impassibile, immobile.
Per tutto questo tempo.

Mi conosce fin troppo bene, il buon Gilberto.
E’ bastato così poco perchè io mi ci affezionassi.
Ma ora, mi dicono, deve andare in un luogo più sicuro.
Faccio domanda in carta bollata, voglio tenermi Gilberto con me.

Guardare insieme un film, bere una guinnes con lui in silenzio o parlando di cazzate senza sentire la necessità di dover obbligatoriamente ascoltare quello che lui aveva da dire.

Perchè non aveva niente da dire, Gilberto.
Ed è per questo, forse, che mi dispiace di essermi accorto troppo tardi di lui.
E di non aver usufruito delle sue toste peculiarità.

E’ per questo che il buon Gilberto mi mancherà.
Anche, e soprattutto, se non immaginavo che esistesse.

Guardarsi bene intorno, spesso, non è utile.
E' necessario.

 
 
 
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Ve lo dico io di cosa parla Like a Virgin. Parla di una ragazza che rimorchia uno con una fava grossa così. Tutta la canzone è una metafora sulla fava grossa. Parla di una figa che scopa come una matta a destra e a sinistra, giorno e notte, mattina e sera. Cazzo.cazzo, cazzo-cazzo, cazzo-cazzo, cazzo-cazzo, cazzo! Finchè un bel giorno incontra un tipo cazzuto alla John Holmes. E allora..vai alla grande! Cioè uno che con l'attrezzo ci scava i tunnel, come Charles Bronson ne "La grande fuga". Lei ci da dentro come una maiala fino a che sente una cosa che non sentiva da un secolo: dolore. Dolore! Le fa male. Non dovrebbe perchè la strada è bella che asfaltata, ormai, ma quando il tipo la pompa le fa male. Lo stesso dolore che sentì la prima volta, capite? Il dolore fa ricordare alla scopatrice di quando era ancora vergine. E quindi, Like a Virgin.

 
 
 
 

Questa particolare storia si svolge in un cesso pubblico. Perciò devi conoscere tutto di quel cesso pubblico. Devi sapere se c'erano gli asciugamani di carta o il getto d'aria calda. Devi sapere se i pisciatoi avevano le porte oppure no. Devi sapere se c'era il sapone liquido o quella schifossissima polvere rosa che si usava al liceo. Devi sapere se c'era o no l'acqua calda, se c'era puzza. Se qualche pezzo di stronzo schifoso bastardo figlio di puttana aveva schizzato di diarrea una delle tazze. Devi sapere tutto quello che riguarda quel cesso. Perciò quello che devi fare è raccogliere tutti i dettagli e farli tuoi. Le cose importanti da ricordare sono i dettagli. I dettagli rendono la storia credibile.

 
 
 
 

Sono sepolto in questo buco, prendo meno di un negro alla catena, lavoro anche nel giorno di riposo, quelle cazzo di saracinesche si sono bloccate, ho a che fare con i peggio balordi di questo pianeta, puzzo di lucido da scarpe, la mia ex ragazza è in catalessi dopo aver scopato con un cadavere e la mia attuale ragazza si è ciucciata trentasei cazzi.
Deciditi o cachi o tiri su le braghe. O cachi, o braghe.
Parlo di quello che ti senti, questa incapacità che hai di migliorare il tuo stato. Te ne stai li a lamentarti che la vita ti ha fregato, ti avessi mai visto prendere la responsabilità di dare una svolta alla tua situazione. Se ti fa schifo questo posto, e chi ci viene, e se ti caca il cazzo di essere qui il tuo giorno libero, ma perchè allora non ti licenzi?  Tu che fai il melodramma sei naturale come uno che caca dalla bocca.

 
 
 
 
 

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