Ordinaria Follia

Il buon Gilberto.


C’è un cadavere sotto il letto.E non è quello del famoso scheletro dentro l’armadio.Niente segreti, colpe e paranoie.No,no.Soltanto l’ingombrante, nauseabondo tronco morto di un uomo sui sessantacinque.Come diavolo ha fatto a finire là sotto?Tzè. Qualche volta ci si sorprende ancora delle cose più banali.Ma da quanto tempo, cazzo, è rimasto là sotto?A giudicare dal colore e dal tanfo, direi almeno una decina di giorni.Dieci giorni.Almeno dieci giorni.Ho dormito dieci giorni con ottanta chili di carne morta come orsacchiotto di peluche.Come un cane da guardia, me ne andavo di casa sbattendo la porta e mai come in quei giorni potevo sentirmi più al sicuro.Dai ladri che seviziano la mia biancheria intima, per esempio.O dagli zingari che si aggirano fra le mie mura amiche alla ricerca dell’orologino dal pesante valore affettivo, oltre che economico.Diamogli un nome.Gilberto.Il buon Gilberto continuava ad appassire e a dispensare piccoli tremolii mentre io cagavo, scopavo, mangiavo, apparecchiavo, lavavo, mi scaccolavo.Il buon Gilberto dal buio del suo lontano mondo parallelo guardava tutto questo e mi giudicava, di fianco a quelle ciabattine nere bagnate dalla doccia della mattina.E quante volte avrebbe voluto dirmi che quella maglietta rossa era come un calcio nei coglioni, e che era ora che mi mettessi un vestito più serio, perdio, stai crescendo amico, cambia.Non poteva parlare, il buon Gilberto, non poteva comunicare.La sua visuale era parzialmente coperta dal lenzuolo che scendeva a cascata intorno al materasso.Quante volte, pensavo, le rete di metallo gli avrà colpito quella testa pelata tutta molliccia?Ma il buon Gilberto non poteva urlare, non poteva bestemmiare.Nelle prime ore dopo la morte poteva sfruttare la contrazione da rigor mortis per farsi sentire, ma non l’ha mai fatto.E’ rimasto fermo, impassibile, immobile.Per tutto questo tempo.Mi conosce fin troppo bene, il buon Gilberto.E’ bastato così poco perchè io mi ci affezionassi.Ma ora, mi dicono, deve andare in un luogo più sicuro.Faccio domanda in carta bollata, voglio tenermi Gilberto con me.Guardare insieme un film, bere una guinnes con lui in silenzio o parlando di cazzate senza sentire la necessità di dover obbligatoriamente ascoltare quello che lui aveva da dire.Perchè non aveva niente da dire, Gilberto.Ed è per questo, forse, che mi dispiace di essermi accorto troppo tardi di lui.E di non aver usufruito delle sue toste peculiarità.E’ per questo che il buon Gilberto mi mancherà.Anche, e soprattutto, se non immaginavo che esistesse.Guardarsi bene intorno, spesso, non è utile. E' necessario.