Ordinaria Follia

Il mio peggior amico.


Zum.Il fascio verde della macchina fotocopiatrice passa sotto il libro, lo scansiona ben bene, e poi torna indietro.Zum.Il palmo della mano rattrappita dal maledetto freddo del mattino tiene il tomo ben aperto, lo solleva, gira pagina e si riposiziona.Zum.Da pagina cinquantacinque a pagina centodue.Da pagina quaranta a pagina settantasette.Da pagina duecentoquattordici a pagina duecentonovantasei.Zum. Zum. Zum.Il rumore meccanico mi è ormai entrato nelle orecchie.Metabolizzato dal mio cervello, batte il ritmo insieme agli altri rumori del mio corpo.Come l’intestino che gorgoglia perchè, cazzo, questa mattina ti ho un poco snobbato, hai ragione, cercherò di provvedere quanto prima, ma per favore, ti prego, c’è gente, rimani calmo e trattieni il fiato. Bene così, bravo.Zum.L’occhialuto omuncolo delle fotocopie deve ancora riprendersi dalla nottata di sonno davanti alla tivvù satellitare, si vede, a giudicare dalle occhiaie pratica onanismo con costanza, è vegetariano, caga poco e male.Non fa sport, non ha alcun interesse, ma colleziona i sottobicchieri della birra quando il mercoledi sera va a vedere le partite di coppa nel pub dietro casa.Fuma molto, e preferisce le sigarette italiane, probabilmente le Ms.Costano poco e sono buone.Come la merda, ma tant’è.Posiziona rigidamente le ciabattine marroni sotto il letto, al centro del tappetino grigio coi rombi rossi, e quando dorme non si scompone di un centimetro, rimane immobile, un po’ come Gilberto. Il mattino si alza e non deve nemmeno rifare il letto.Divide la biancheria intima secondo i colori e le forme.Mutande bianche nel lato destro del primo cassetto.Mutande nere nel lato sinistro del primo cassetto.Boxer nel secondo, di fianco ai perizoma leopardati. In effetti non è sposato, e probabilmente è pure gay.Calzini neri nel secondo, calzini bianchi nel terzo.Le canottiere e le magliette della salute sono nel quarto.Si fa la barba tutte le mattine con le lamette usa e getta, e spesso si taglia ripensando al capezzolo turgido di Samanthachiamamisaròlatuatroia.Beve il caffè nella tazzina di vetro e lo dolcifica con il dietor, senza sapere nemmeno il perchè.Indossa sempre gli stessi colori, esce di casa alla stessa ora e fa la stessa strada per arrivare in mezzo ai suoi toner e alle sue risme di carta.Saluta il fruttivendolo davanti che sta ancora scaricando gli ultimi cesti di frutta, e mangia a sbafo una mela rossa buttandone via metà.Inveisce contro gli stronzi che scrivono frasi incomprensibili sopra la sua saracinesca, e fa una smorfia di dolore quando deve sollevarla fino in cima perchè, diamine, la sua povera schiena non è più quella di una volta. Vota rifondazione e legge l'Unità, che poi accartoccia nel cestino della bicicletta.Quando arrivano i clienti parla, parla come una mitragliatrice, parla in continuazione, vomita affermazioni, argomenta, motiva, giustifica, conia nuovi termini, chiede pareri, si confronta, inventa, polemizza, insulta, rincuora, consiglia, impreca.Come un Re immerso nel suo regno di carta e inchiostro, di copie a colori e di copie in bi/enne, di formati e di misure, di gente che va e di gente che viene, di fotocopie e di rilegature. Lui.Sarà lui il mio nuovo amico per i prossimi giorni, visto che questo cazzoso lavoro di bibliografia mi richiederà un notevole dispendio di bestemmie.E devo trovare la maniera giusta per mandarlo a fare in culo, quanto prima.Con eleganza, intendo. Ma con precisione, senza fraintendimenti.Alle otto di mattina preferisco confrontarmi con il cesso smerdato della stazione di Madrid.