Ordinaria Follia

Bologna.


Non sono morto.Tocco lo specchio un paio di volte prima di sincerarmene.Decisamente, non sono morto.Non ancora.Quando succederà spero solo di essere avvisato.Eh, simò, guarda che ti chiudiamo nella cassetta.La tua pelle in putrefazione inizia ad emanare un cattivo odore.E non basta il felce azzurra, nononononono.Hai ragione, risponderò. Nemmeno un paio di arbre magique sotto l’ascella.E poi che figura, merda, con tutti i cordellini di quei cazzo di alberelli aggrovigliati in quei pelacci setolosi.Il problema non è lo stress, bada bene.Nemmeno la piattezza delle idee.No.Il problema è l’assenza di problema.E questo è di per sè un bel cazzo di problema.Se qualcosa può andar male lo farà?Non ci ho mai creduto fino in fondo.Il tuo bicchiere è mezzo vuoto?Macchè, trabocca schiuma e macchia pure il bancone di legno; non vedo il sottobicchiere perciò, amico, fanculo.Siamo soddisfatti, ok, ma non è ancora il momento di farci i pompini a vicenda.Come detto, si, il problema è l’assenza di problema.E ad ogni modo, certo, sono ancora vivo.Per come possiamo esserlo tutti, in periodi come questi.Quindi, forse, un po’ troppo poco.