Ordinaria Follia

I passatelli secchi al tartufo mi hanno rotto il cazzo.


Volare è utile, atterrare è necessario.Certo, direi.Decollare è soltanto una sottigliezza, una sottigliezza piacevole ma soltanto un piccolo, insignificante dettaglio.Ma è durante il decollo che avverti quella vaga sensazione di panico che aleggia proprio di fianco al vano portabagagliamano, che le hostess con tanta cura richiudono in una continuo click a effetto domino.Clickclickclickclickclickclickclickclick.Quella sensazione di panico che tutti provano nel momento in cui la terra sotto i piedi si allontana sempre di più e il muso dell’aereo si impenna sempre più su, e sempre più su, e taglia le nuvole con le sue ali tremolanti, e sobbalza in alto e in basso e a destra e a sinistra, e accende le spie col disegnino della cintura che è assolutamente vietato togliere.I motori a massima potenza fanno uno strano rumore? Dio mio. Pensi allo stormo di uccellacci del cazzo che si disintegrano all’interno della turbina mandando a puttane un motore.Pensi alla cara e vecchia statistica che sottolinea come sia il decollo il momento più pericoloso di un volo.Pensi a quella vite spanata che il sig. Martelli non ha stretto abbastanza in fase di revisione e che tutta tremolante sta per spiccare il volo a strapiombo dritto in testa al vecchio che passeggia col nipotino.Sottigliezze, queste.Piccoli, insignificanti dettagli.La classe in gita delle medie abbandona le limonate e l'erotismo sottopatta e urlicchia proprio come al cinema si urlava per il vampiro che succhiava il collo alla figona idiota: urla insopportabili, perchè inutili. Discutibili. Opinabili.Vorresti piuttosto sentire le urla di chi precipita a trecento all’ora roteando su stesso decine e decine e decine di volte.Invece no, no, tutto  si stabilizza col suono secco di una spia che si accende e con il comandante che farfuglia di temperature a bordo e orari vari.La fusoliera si posiziona in orizzontale e tu puoi slacciare la tua fottuta cintura, puoi allungare le braccia comprimendo le mani fra loro e sentire che tutto intorno a te si ammorbidisce e si distende, puoi dire al ciccione di fianco a te di farti passare perchè devi prendere il giornaletto che hai nel vano portabagagli.L’odore sgradevole della cingomma alla menta masticata avidamente dal ciccione si confonde ai suoi certo e ai suoi si mentre scavalchi quelle gambe budinose e ti ritrovi proprio al centro di quel grande ammasso di ingegneria che vola a cinquemilametri.Ed è proprio in quel momento, proprio in quell’esatto momento che ti rendi conto di volare.Volare verso una destinazione precisa, che hai scelto qualche tempo prima e per la quale hai deciso di aspettare al check in che l’odioso omino rompesse il cazzo sul peso della tua valigia.Per l’atterraggio quanto manca? ore?, minuti?, secondi?Non ha importanza.L’importante è scendere da quell’aereo e trovare agilmente l’uscita senza perdersi  in un tripudio di scritte e di razze ma procedendo, a testa alta, verso il traguardo.E se mentri cammini riesci a pestare una merda anche dentro l’aereoporto beh, amico mio, non avvilirti: pensa che c'è sempre stato qualche stronzo, prima di te, che non è riuscito nemmeno ad arrivare al cesso.