Ordinaria Follia

Vado a fare due passi.


Credo di essere morto.Virtualmente morto.Nello specchio vedo ciò che mi sta dietro, ampolline, boccette, vecchi shampoo con scadenza ottantanove rubati chissà dove quanti anni fa.Mi palpeggio il cazzo e, giuda, no, non sono morto.Forse mezzo morto, o forse mezzo vivo, un po come quel cazzo di bicchiere riempito a metà.Fanculo la banalità, hai ragione.Fanculo anche a me, mi dico nello specchio che non mi riflette.Io devo riflettere.Devo scegliere.Devo decidere.Devo girare, proseguire, attraversare.Devo prendermi per le palle.Devo muovermi di qui.Ma come faccio se non ci sono?Devo modellarmi, crearmi, riplasmarmi.Devo tracciare i miei contorni, riempirmi, colmarmi.E poi devo spostarmi, muovermi, scuotermi.Ecco cosa devo fare. Devo scuotermi.Certo che qualche posto è così maledettamente lontano che pare essere in un altro mondo.E lo è, per certi versi.E ci si accorge soltanto quando qualcuno, improvvisamente, scompare.Puf.E quel qualcuno non è Dio. O perlomeno non gli assomigliava affatto.