Ordinaria Follia

Ho quasi paura.


Probabilmente, improvvisamente mi tramuterò in uno di quei patetici figli di baldracca che scrivono sul blog racconti personali che, verosimilmente, non interessano a nessuno.Il problema è che oramai, davvero, non si riesce piu a capire un cazzo.L'irish pub gestito da napoletani si sta lentamente svuotando fra le urla dei "uagliò" che hanno appena assistito alla partita; orde di ragazzini ubriachi sorvegliano l'orologio perchè, fanculo, fra un poco scatta il corpifuoco e tocca tornare a casa da mamma e papà. Giovinezza.Io e il mio compare sostiamo al banco con aria distratta, vagamente feriti nel sacco scrotale per ciò che di norma c'è da fare nel buco di merda della città in cui ci troviamo incatenati, e cioè unbelcazzodiniente.Sorseggiamo Hoegardeen con acuta avidità, immergendoci nei piaceri soavi della schiuma cruda che gigioneggia nella bocca e scende piu giù, e ancora più giù, fino a quando per l'ennesima volta dobbiamo chiuderci al cesso e pisciarla fuori nella turca balorda smerdata da qualche stronzo di cazzone. Occore fare attenzione allo schizzo che rimbalza nella parete carenata e torna indietro cercando di puntigliare i jeans, con le gambe che devono muoversi all' indietro, curando però di non far deragliare di troppo il flusso giallognolo che provocherebbe soltanto un aumento esponenziale del danno. E' un procedimento particolarmente importante per l'ubriaco orinatore di birra.Torno di là e ad aspettarmi al banco c'è un tipino carino, piccoletta, con un discreto paio di tette e un viso estremamente sensuale: non fate caso ai commenti ma questo era esattamente quello che pensavo mentre camminavo e, facendo il vago, controllavo se il jeans fosse rimasto lindo dalla prova toilette di cui parlavo sopra.Continuo a pasteggiare il mio vaso di birra mentre questa inizia ad ammaliarmi con futili discorsi del cazzo su ciò che questa città offre; futili discorsi perchè purtroppo sono nella sua stessa condizione e il il fatto che mi venisse ricordato in quel momento, davanti ad una cazzo di birra assieme ad uno dei miei migliori amici, sinceramente mi dava un po sulle balle.Fatto sta che rimasi ad ascoltarla, annuendo, sorridendo, guardandola negli occhi che guardavano me e che sembravano chiedermi "andiamo immediatamente via che ti trombo tutto dalla doppia punta dei capelli all'alluce.O forse, certo, era solamente, estremamente ubriaca lercia.Ingurgitò un paio di shortini come si butta giù la pasticca per il mal di testa, e lentamente la faccia si deformava assumendo sembianze quasi demoniache. Nulla di più eccitante, probabilmente.Il problema però si manifestò poco dopo: un paio di compagnucce le ronzarano intorno per qualche secondo studiando bene il da farsi, e poi le si avvicinarono sussurrandole qualcosa nell'orecchio; avranno avuto si e no 14 anni, e forse c'era Zio Mimmo che già le aspettava minaccioso all'uscita del locale curandosi di mantenere intatta la verginità delle proprie nipoti.Mi decisi a chiedere l'età della simpatica shortina, e i sospetti divennero tragiche realtà: non aveva nemmeno la metà dei miei anni, vaffanculo, nemmeno l'età per guidare uno stracazzo di cinquantino.Guardai il mio compare che rideva sotto i baffi mentre ordinava un'altra birretta.I tempi cambiano, inesorabilmente, e probabilmente noi poveri stronzi siamo già fuori tempo massimo.Arriveremo a scopare la figlia del nostro compagno di banco, cazzo.Arriveremo a provarci con la sorellina del vicino di casa che fino a un paio di anni prima si accomodava nella parte superiore del carrello della spesa della mamma che per farla contenta le comprava i ritornelli del mulino bianco.Arriveremo, improvvisamente, a vedere la chiamata "mamma" nel cellulare di colei che in quel preciso momento sta facendo cose che mamma non può neanche immaginare.Probabilmente occorrerà apporre una targa nel petto di ognuna di queste con la scritta attenzionesonopiùcheminorennemasonovestitadabaldracca.Non lo so.Detto fra noi, inizio ad avere paura.