Ah!
Non c’è niente di meglio che discorrere con i burocrati dell’università.
Vadaaffanculo.
Ha il permesso per dire questo?
Ci vuole la richiesta, firmata dal preside della facoltà, timbrata dalla segreteria e convalidata dal Magnifico Rettore.
Anche per mandarla affanculo?
Certo.
Anche per mandarmi affanculo.
Mi cascano i coglioni quando devo fare qualcosa che rientra nell’ambito universitario.
Oltre a studiare sociologia di ‘sta minchia, intendo.
Oltre a studiare metodologia e analisi di due palle grosse come due angurie.
Psicologia del glande rigonfio.
O teoria dello scroto esausto.
Cose così.
Mi viene voglia di vanificare cinque anni di studio e di esami.
Mi viene voglia di cancellare cinque anni di battaglie con quegli assistenti cazzoni di due anni più grandi di me che mi guardano con l’aria di saperne un bel po’ e poi quando parlo di cinema anni quaranta e cito Blasetti mi rimangono a guardare col faccino di merda come per dire “Ma questo cosa cazzo dice?”.
Mi viene voglia di dimenticare cinque anni di lezioni sulla commedia all’italiana con il docente che per due ore mi legge l’opuscolo del dvd che avevo visto il giorno prima.
Mi viene voglia di entrare nella rete internet universitaria e disegnare tanti piccoli cazzetti pelosi, dopo aver cancellato tutti i dati di tutti gli studenti di tutti gli anni dal millenovecentodue ad oggi che con tanta costanza e pazienza avevano catalogato.
Mi viene voglia di irrompere nella macchinetta automatica e cagare fra le briciole di caffè unte e appiccicose, mescolando ben bene avendo cura di non lasciare grumi troppo grossi.
Mi viene voglia di prendere a schiaffoni quella testa pelata della portineria che ascolta le canzoni di Battisti con l'Ipod.
Mi viene voglia di fracassare il lavandino del cesso colpendolo col tronco del corpo del bidello al piano D.
Mi viene voglia di prendere a calci nei coglioni tutti i docenti correttamente disposti in file orizzontali.
Mi viene voglia di vomitare in faccia al Magnifico Rettore dopo aver ingurgitato birravinogineamari e averli coadiuvati con un panino con crauti e cetriolini in salamoia.
Mi viene voglia di fare tante cose, cazzo, ma per il momento e allo stato attuale, in attesa della laurea, solo una è possibile.
Mettersi a novanta e accettare passivamente il pesante fardello burocrate universitario.
Magari con un poco di vasellina.