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In Italia, secondo le ultime statistiche sanitarie, vi sono milioni di bambini e ragazzi affetti da paramorfismi dell’età evolutiva, questi sono costituiti in massima parte da atteggiamenti viziati che possono essere correggibili, ma che, se non opportunamente trattati, possono evolvere in dimorfismi che sono costituiti da vere e proprie deformità di ossa ed articolazioni che interessano il tratto colpito. I paramorfismi principali sono: atteggiamenti scoliotici, ipercifosi dorsale ed iperlordosi lombare. I dimorfismi principali sono le scoliosi vere, le ipercifosi secondarie ad osteocondrosi vertebrali, il piede piatto, il ginocchio valgo e la tibia vara. Queste affezioni, allo stato iniziale sono di lieve entità e quindi possono passare inosservate a genitori, medici curanti ed insegnanti, ma possono essere individuate da personale medico esperto e qualificato nelle fasi più precoci, consentendo così di poter attuare i provvedimenti preventivi necessari. I fattori etiologici dei paramorfismi e dismorfismi sono molteplici, oltre a quello idiopatico della scoliosi, di cui non si conosce la causa, sono riconosciuti , quali fattori e concause, le predisposizioni eredo-familiari, la carenza di attività motorie, gli atteggiamenti viziati che spesso i bambini assumono durante le ore di studio o guardando la televisione o quando sono al computer ed il sovraccarico conseguente a cartelle e zainetti pieni di libri.
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Post n°81 pubblicato il 27 Marzo 2010 da the.orthopedic
Mostra: STRINGS & FLOWERS Inaugurazione: venerdì 9 aprile 2010 ore 18,30 - presentazione Francesca Brandes, seguirà rinfresco, primo piano, aula conferenze Marian Papahagi Sede:Istituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica – Nuova Galleria, Palazzo Correr (Campo Santa Fosca) Cannaregio 2214, Venezia Orario: tutti i giorni 16 -19,30 , festivi anche mattino 10,30 - 13 Info: tel. 041 5242309/5242057 ,E-mail:istiorga@tin.it ,www.icr.ro/venetia/ La poetica di Paola Volpato si muove ricercando forme che possano ricomporre il caos-labirinto vitale da cui sempre riparte alla ricerca di equilibri nuovi, attratta all'altro capo dal mito dell'eleganza della forma prima e alle sue multiple dimensioni di esistenze. STRINGS & FLOWERS fa riferimento alla teoria fisica delle stringhe, a quella ricerca di una formula elegante che - nel tentativo di unificare la teoria della relatività con le teorie dell'elettromagnetismo – non fa che aprire nuove dimensioni oltre quelle da noi percepite. Nella serie di lavori Flowers? già presentati recentemente a Napoli a Castel dell' Ovo, l'artista trasforma, con un trattamento alchemico e raffinato, materiali recuperati dal vissuto quotidiano in un nuovo equilibrio di bellezza, nato da accostamenti di diversi livelli mnemonici e temporali. In questi nuovi lavori sono le stesse opere a lasciarsi fisicamente divenire e ad aprirsi a diverse composizioni ed interpretazioni, in una multi visionarietà spazio-temporale. Le istallazioni di materiali trasparenti e le sculture di creta sono parti componibili e sovrapponibili, si moltiplicano così le potenzialità delle opere in un rimando continuo a dimensioni diverse di lettura ed il cui incontro è continuamente modificabile. Ne nasce un movimento di auto-generazione che, mentre si offre aperto al nostro personale punto di vista, rimane anche potenzialmente “altro”. Un lavoro che supera la staticità dell'opera e che sembra indicare dimensioni possibili, inaspettate vie di fuga, una consapevolezza di irraggiungibilità, una nuova più alta sospensione su cui Paola Volpato fa aleggiare un sorriso arcaico di contemplazione. “L'artista, fin dalla manipolazione dei materiali e nella pratica pittorica pare seguire quello che è lo stesso processo organico del fiore: il suo sparire nella terra, il suo sedimentarsi, il suo risorgere alla luce. Un circuito esistenziale che va e ritorna senza fine, come il lavoro inesausto di una tessitrice. Pare persuasa che ogni elemento, anche il più usurato, rimanga un immenso giacimento di informazioni e di rinascite, segni mutanti, percorsi infiniti, viaggi enigmatici, e non per arrivare ad un senso, ma, paradossalmente, per conquistare l’incessante “meraviglia della sua perdita”. E’ un fare immagine anche con ciò che appare muto e senza storia (con lo scarto, il residuo, lo straccio) - quasi ad affermare che non c’è un punto stabilito, un’immagine nota, accertata, ma solo una zona di confine. “(estratto dalla presentazione di Luigi Meneghelli , 2009) Con preghiera di pubblicazione e diffusione |
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