Creato da oscar3155 il 20/10/2004
L'amicizia è lo stare bene insieme con un bel sorriso e condividere i

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Ottobre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
  1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30 31      
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

Ultime visite al Blog

oscar3155PROVVY70gesu_risortoannunz1claudiafaroL.u.c.eacida.acidoantheascarelisabetta.alvitiailata76petrucci17polvaredi_fatavaleria.rossi2Pablito_CEsaraisabel2008amuchina7
 

Ultimi commenti

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

Messaggio #2 »

Post N° 1

Post n°1 pubblicato il 03 Novembre 2004 da oscar3155

U curticchiu


 


Il cortile dove abitavo da piccolo era formato da 8 case e da 6 famiglie.


Al centro del cortile vi era il pozzo.


Fin da piccolo ho mosso lì i primi passi e ho giocato con amici e fratelli nel cortile.


Gioco del calcio, nascondino, “acchiappareddu” ed altri giochi.


Lu zu Minicu e la za Maria, erano veramente miei zii, con i figli molto più grandi di me dediti all’agricoltura.


D’estate, quando si pulivano le mandorle, ci si riuniva attorno e lavorando si parlava di tante storie…spesso ascoltavo in silenzio e incantato.


Lu zu Minicu, ragazzo del ’99, nato nel 1899, partecipò alla prima guerra mondiale con il suo mulo…raccontava di bombe, cannonate, di case distrutte, di soldati che saltavano in aria perché avevano calpestato delle mine… nel suo immaginario pensava che la guerra mondiale avesse coinvolto tutto il mondo…anche la sua terra…il suo paese…pensava che al ritorno a casa non avrebbe più rivisto i familiari…la casa…ma, ritornando nel 1919, era rimasto leggermente ferito ( ma c’era chi insinuava che avesse lì trovato la “morosa”) trovò la casa…i genitori ….i fratelli e in più una sorella di 3 anni (mia madre).


Accanto alla casa di lu zu Minicu , c’era quella di Peppi Nofriu e della za ‘Tunicchia, “la culu di pagghia”, donna dal sedere enorme che bascullava quando camminava… pensavo che  il suo sedere fosse riempito di paglia come allora erano i materassi. Peppe Nofriu, persona dura, bruta nel tono delle parole e abbruttita nello sguardo,che comandava la moglie a bacchetta, ma era affettuosissimo con noi bambini. Dicevano che era stato in galera perché aveva sparato ad una persona. Questa famiglia era poverissima… un po’ tutti si adoperavano a darle qualcosa…ma mentre la za ‘Tunicchia ringraziava commossa lui faceva il duro, il sostenuto, l’indiano. Era anziano di età ma dicevano che era ancora “giuvani” perché lavorava, faceva il pastore, alle dipendenze di un altro.


La loro casa era formata da una stanza, non molto grande, dove c’era lu fuculari, il letto, un tavolo e 2 sedie. Nella stanza accanto vi era la stalla dell’asinello…non avevano il bagno ed usavano la stalla per i loro bisogni. Si lavavano nella pila , che serviva anche per lavare i pochi abiti che avevano.


C’era anche la signora Angelina, “la mangiacori”, era una brava persona ma la “giuria”, il nomignolo, che portava dietro proveniva dai suoi genitori che dovevano essere persone senza scrupoli morali, che lei non frequentava. Lei invece era una persona dolce, sensibile e affabile. Il marito signor Rino, lavorava nella cava di tufo di Misilbesi e viaggiava con il motore. Persona di poche parole, silenziosa, gli piaceva ascoltare.


Accanto alla loro casa vi era quella di lu zu Peppe Madonna e della za Rusidda, persone dolci e allegre specie lu zu Peppe Madonna, che giocava e scherzava con noi. In estate, ogni sera ci si riuniva a raccontare storie e aneddoti. Il nipote della za’ Rusidda, che era stato in America, raccontava della morte di Kennedy, presidente degli Stati Uniti, della mafia.


Quando veniva a trovare gli zii portava l’anguria, lu muluni, che offriva a tutto il vicinato. Per renderlo fresco lo calava con una cesta nel pozzo.


Tutti erano affettuosi con noi ragazzi e quando si faceva il pane, allora il pane si faceva in casa, un chichireddu o la sciavata era per noi ragazzi.


All’imbrunire, quando tornavano dalla campagna li aiutavo ad dar da bere ai muli o all’asino(quello di lu zu Peppinofriu). Mi piaceva tanto giocare con gli animali, li cavalcavo, li “governavo” (mettevo il fieno nella mangiatoia) e li chiamavo con il loro nome.


Poi nel 1968, venne il terremoto, tutti abbandonarono quel cortile. Quella comunità negli mesi successivi scomparve come una folata di vento fa cadere le foglie ingiallite dagli alberi…oggi le case sono state ricostruite dai figli o dai nipoti. Il cortile è ritornato ad essere abitato dagli eredi di quella comunità. Il pozzo non c’è più e, forse, scomparendo il pozzo è scomparsa anche quell’armonia e amore che c’era una volta.


Non abito più lì, ma ogni volta che passo e vedo quel cortile mi sembra di vederli tutte quelle persone genuini con la loro dolcezza, simpatia, semplicità e fratellanza fra loro.


Si aiutavano a vicenda nel fare il pane, nei lavori di campagna e nel darsi consigli per coltivare il terreno, nel far assaggiare le primizie della terra. Non esisteva il diritto e il dovere…esisteva lo star bene insieme.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Commenti al Post:
amoildeserto
amoildeserto il 03/11/04 alle 20:45 via WEB
E’ come se fra i tuoi personaggi, figure reali, debba arrivare, da un momento all’altro, padron ‘Ntoni, Bastianazzo, la Mena, zio crocifisso, Piedipapera …………………ma, mi pare, senza conflitti e contrasti. Come nei Malavoglia arriva il progresso, in questo caso, mosso da un terremoto, con onde d’urto che continuano nel tempo…tutto distruggono ma non ricordi.
(Rispondi)
 
blue.tears
blue.tears il 24/01/05 alle 06:17 via WEB
Ciao Oscar..sei bravissimo a raccontare! complimenti!sembra di tornare indietro nel tempo quando tutti si volevano bene...
(Rispondi)
Occhi_di_Gatta14
Occhi_di_Gatta14 il 02/02/05 alle 10:28 via WEB
siciliano come ammia ?? wowwowoowow ...viva la sicilia !! :-))
(Rispondi)
Deuter
Deuter il 03/02/05 alle 02:59 via WEB
Ciao Oscar.Ti ho letto per caso ma non credo al caso. Quanti ricordi e mi domando se hai memoria di: Niculinu Acquasanta, u zu Turiddu (il gelataio), u zu Tanu immurutu, i cacacitu, a za Nedda a panittera, sutta a San Micheli nto Ràbatu...ti abbraccio, Maurizio.
(Rispondi)
fiordibrughiera
fiordibrughiera il 28/06/05 alle 10:42 via WEB
Camilleri? ahahaha! Camilleri ti fa un baffo a tortiglione, oscar !!!! Racconto scritto in modo magistrale, non manca nulla:linguaggio scorrevole, simpatico e accattivante; ottimo il ritmo; giusti i tempi della narrazione, in un crescendo che cattura; privo di sbavature e di eccessi; calibrato nei dialoghi ! Le mie più vive congratulazioni !!!!!!!!!!!! Hai scritto dell'altro ? perché non pubblichi? Bravo ! Fiore
(Rispondi)
farfalla104
farfalla104 il 06/08/05 alle 17:25 via WEB
Antiche realtà, ma ancora attuali , si intersecano nei racconti, dando della Sicilia un' immagine veritiera fatta di mafia,enigma, anonimato, potere ma anche famiglia,unione e odore di pane. Il tutto avvolto in un linguaggio scorrevole ed ironico molto piacevole .Grazie.
(Rispondi)
veronicadgl6
veronicadgl6 il 14/11/05 alle 00:35 via WEB
credo che non ci sia altro da aggiungere , gli altri hanno già detto tutto , complimenti davvero ,un sorriso Veronica.
(Rispondi)
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963