Dentro un'Ostrica
il bello e il buono si celano all'occhio superficiale
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Fissavo quell’incantevole perla seduta sullo scoglio. Alle spalle il vulcano spento faceva da spettatore a questo mio pensiero. Quanto l’ho desiderata negl’anni. Eppure ora che era li inerme, avvolta da un telo madreperlaceo, triste e confusa, non ho osato per l’ennesima volta di rubarla.
L’unica perla che avrei voluto possedere e che forse non possiederò mai.
Forse la lucentezza che mi scivola tra le mani è la causa di questo mio vuoto fra le dita. Rimangono solo i profumi e le sensazioni dello scorrere del tatto. Poca cosa nelle notti insonni, poca cosa per le giornate dove l’unica compagnia sono il sole e le onde del mare.
A volte fisso l’orizzonte e mi immagino, o meglio fantastico su come sarebbe stato quell’istante in cui lo sfioro furtivo delle mie labbra violassero quello sguardo malinconico di questa mia perla rara.
Passano gli anni ma mi sento ancora come quando da adolescente la vidi per la prima volta e quando per la prima volta fantasticai di rapirla nelle mie fantasie.
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