Creato da: CarloCarlucci il 22/08/2004
"Pensieri oziosi di un ozioso"

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Post N° 2

Post n°2 pubblicato il 23 Agosto 2004 da CarloCarlucci

Ci sono versi, espressioni, che ci colpiscono in modo così... deciso, assoluto, da farci apparire qualunque cosa sotto una nuova luce.
E dopo averci colpito, si insinuano nei nostri pensieri, e forse ancora più sotto, proseguendo il loro lavoro in modo sotterraneo, ripetuto: sono versi che non si consumano, che non perdono il loro valore poetico, cioè creativo.
Questo ci significa che non li abbiamo ancora appresi fino in fondo, che ancora non riusciamo a circoscrivere, a definire, a incasellare e digerire il loro significato.

"... che il potente spettacolo continua..." ("That the powerful plays goes on...")

Perché è così straordinario, questo verso?
Il "potente spettacolo" è certamente una immagine straordinaria per definire la vita.
Ma perché "potente" (powerful): perché non ha usato "mighty", che - pur sinonimo - avrebbe pur avuto una connotazione almeno etimologica più pertinente, alludendo al potere creativo, al senso di possibilità attuabile?
No, "powerful", proprio nel senso di possente, poderoso.
Forse Whitman voleva proprio alludere alla forza inarrestabile, travolgente, della vita, più che alla sua attitudine creativa.
E tuttavia, ancora non ha usato "strong", proprio per significare che la vita deve la sua potenza, la sua forza, nient'altro che a se stessa, al suo essere vita, cioè istitutrice di esistenza.
Che cos'è, infatti, "potente"? Potente è ciò che ha potere, cioè "ha facoltà di", ma è anche ciò che travolge chi o cosa si oppone alla sua volontà, cioè è "possente".

Il "potente spettacolo continua". E continua finché c'è esistenza ad alimentarla. Continua malgrado noi, ma ci chiama al nostro contributo, affinché sia ancora più potente.
In questo sta la sua possanza, nell'arricchirsi, nel crescere, e nella impossibilità di opporsi.
Si può scegliere di esserne parte, contribuendo col nostro verso - qualunque verso - oppure tirarsene in disparte, cioè non vivere.
Questa è la opzione che Whitman presenta. Essere parte della vita, confrontandosi con gli altri, e arricchendosi dell'esser parte di questa potenza, di questa possanza.
Oppure non vivere.

Forse ora questo verso mi lascerà più quieto.

 
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