Creato da: CarloCarlucci il 22/08/2004
"Pensieri oziosi di un ozioso"

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Post N° 20

Post n°20 pubblicato il 03 Settembre 2004 da CarloCarlucci

Che poi chissà quali istantanee hanno di noi gli altri. Perché infatti è così che funziona. Noi non siamo una istantanea, ma per gli altri sì, e alla fine il fatto di conoscere più o meno bene gli altri consiste nel numero di istantanee che si hanno di loro.
E' una esperienza strana, conoscere gli altri, che non perde nulla della sua stranezza per il fatto che la ripetiamo di continuo.
E' esattamente come conoscere qualcuno da distante, e vederlo nelle foto che ti manda. La prima ti crea subito la prima immagine definitiva. Poi ne vedi una seconda, e hai di fronte una persona diversissima, proprio un'altra persona. La terza, poi la quarta la quinta, somigliano più o meno ad una delle prime due, e talvolta hai fronte un'altra persona ancora, e sommandole tutte cominci a farti una immagine più completa. Ma sempre di UNA immagine si tratta, come se poi il volto di una persona non cambiasse con l'espressione, gli stati d'animo, le circostanze, e la luce persino. E per l'animo è la stessa cosa.
Alla fine la incontri e... trovi una persona diversa ancora, e in un movimento, un lampo degli occhi, uno scarto del volto, una espressione di un attimo, ritrovi il volto conosciuto in una delle foto, e ti sforzi ti fissarti in quella, di fermare in una immagine la persona che hai davanti.

Ora, io non sono questo granché di persona, ma è chiaro che mi scoccia venir male nelle foto. Capita, ovviamente, ma l'amor proprio è una faccenda seria, e come tale va presa. Anche chi fa mostra di non farlo è solo perché è sicuro di aver nascosto bene il lato più debole di sé. Ma insomma questo è un altro discorso. E i miei lati deboli immagino siano abbastanza scoperti, ma non so nemmeno dire quanto faccia per nasconderli.
Non credo però sia questo a fare di me una persona non troppo affidabile, o da prendere in ogni caso con le molle e con beneficio di inventario.
In apertura de L'ISPETTORE, Gogol' pose un proverbio russo particolarmente calzante, anche in questo caso, "E' inutile lagnarsi dello specchio, se il muso è storto".
Già, inutile lagnarsi se gli altri non hanno questa gran immagine di me. Magari non dipende dallo scatto. E una qualche ragione ce l'avranno, per vedermi così.
Certo, non credo di arrivare a far vomitare la gente, e se qualcuno lo fa, sono propenso a credere che abbia un imbarazzo di stomaco già di suo, che prescinde dalla mia modesta persona o da quel che posso mai dire o fare, e non lo credo per il mio solo amor proprio.
Ma insomma non sono questo granché, e me ne rendo conto benissimo.
Solo che, sì, hanno ragione Gogol' e il proverbio russo, ma c'è proprio bisogno di vedere sempre tutte le foto?

 
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Commenti al Post:
soulplace
soulplace il 03/09/04 alle 20:23 via WEB
probabilmente si... :o)
(Rispondi)
 
rossonotturno
rossonotturno il 03/09/04 alle 21:58 via WEB
Forse in ogni persona con cui interagiamo riflette una parte di noi...il fatto è che noi stessi per primi, diamo delle istantanee a noi stessi, ci diciamo di essere fatti in un certo modo, e così esterniamo l'immagine che abbiamo di noi stessi...gli altri ce la rimandano e noi ci sentiamo tranquilli...in un certo mo0do ci tranquillizza ri-conoscerci. Quanto di ciò che siamo è Reale, e quanto frutto di un certosino condizionamento sociale, morale, tramandato da generazioni? perchè dobbiamo considerare la vita e noi stessi sotto l'ottica degli opposti Giusto e Sbagliato? Perchè abbiamo così necessità d'incasellare tutto e tutti?
(Rispondi)
 
CarloCarlucci
CarloCarlucci il 03/09/04 alle 22:54 via WEB
Già, sì... avete ragione. E lo sapevo già eh? E' solo che ci sono fotografie che vorresti strappare. Non che ti cambi l'espressione, ma vivere un po' sereni qualche volta, no?
(Rispondi)
 
annie80sl
annie80sl il 04/09/04 alle 12:27 via WEB
Ho il vago sospetto che anche per noi stessi siamo un insieme di fotogrammi discordanti e una ricostruzione sequenziale logica è sempre una forzatura. Grazie per la dritta ;-)
(Rispondi)
 
CarloCarlucci
CarloCarlucci il 04/09/04 alle 13:13 via WEB
Potremmo anche dire che siamo la storia che lega insieme i vari fotogrammi... Così come un film non è che il senso che diamo alla sequenza delle varie immagini. Se riusciamo a trovare una buona storia, stiamo in pace con noi stessi.
(Rispondi)
 
rossonotturno
rossonotturno il 04/09/04 alle 21:13 via WEB
quindi, come in un film, devi considerne l'insieme. Non è che per considerare l'insieme di noi stessi dobbiamo prendere una distanza...in modo da vedere l'intero. Come? Forse imparando ad osservarci....più semplice dirlo che farlo
(Rispondi)
 
CarloCarlucci
CarloCarlucci il 04/09/04 alle 23:25 via WEB
E non lo è per niente, fare i conti con se stessi, infatti... :-)
(Rispondi)
 
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