Post n°667 pubblicato il 11 Marzo 2009 da mustafeldur
E’ arrivata la primavera In questa casa a volte troppo triste è arrivata. Fuori pioveva ma io vedevo il cielo azzurro. E aveva il colore del sole, la freschezza della rugiada e il brio della gioventù. E parlava, raccontava, rideva ed era un piacere ascoltarla Era semplice, così giovane ma così matura. Avrei voluto farmi risucchiare dalla spirale e volteggiare in quell’aria magica ma sono rimasta invece ad osservare. Sarebbe durata un attimo la mia felicità e non è vero che un attimo è una vita. Così come era venuta, una mattina se ne è andata e fuori piove ancora ma non c’è tristezza in me perché quell’aria magica mi aveva già“toccata” e basta quel ricordo a rendermi felice. Ti aspetto ancora primavera forse fra tanto tempo, per rubarti ancora un po’ della tua spensieratezza e ridere e gioire un’altra volta insieme. Miro |
Post n°666 pubblicato il 20 Febbraio 2009 da sthe
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Post n°665 pubblicato il 16 Febbraio 2009 da prenda_e_oro
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Post n°664 pubblicato il 05 Febbraio 2009 da Voglio_Ridere
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Post n°663 pubblicato il 27 Gennaio 2009 da col_corpo_capisco
Uno di loro , anche solo uno di loro, penserà in quel momento ? Me lo chiedo spesso. E' possibile che nessuno di quei cinque abbia conservato un briciolo di umanità o più sempliciemente abbia usato il cervello? Nessuno nel branco pensa per un attimo " Che cosa sto facendo ? Cosa stiamo facendo a questa donna ?" Me lo chiedo. Me lo chiedo incessantemente. Cinque cervelli = nessuna anima. Eppure, avranno una madre , una figlia da qualche parte? Nemmeno per un attimo, vedendo una donna in mezzo al fango e infliggendole il più grande dei dolori, hanno potuto vedere, immaginare ,far balenare per un attimo davanti agli occhi la donna che ha dato loro la vita e la bimba alla quale hanno contribuito a dare la vita ??? O è il contrario ? Nel branco , esiste solo la violenza, e quella donna non era nemmeno " donna ". Era solo qualcosa tramite la quale potevano svuotarsi i coglioni invece della solita sega davanti a un film porno ??? Poi saranno tornati a casa, avranno bevuto, riso, come se nulla fosse. Avranno lavato via i segni. Mentre i segni c'è chi non li laverà mai più. Chi a lungo fermerà la sua vita in una sera di gennaio. Sono disgustata. Schifata. Credo che qualsiasa donna, in questi giorni, leggendo le notizie si sia immedesimata anche solo per cinque minuti...e abbia avvertito brividi di paura e smarrimento. Certo lo stupro esiste da sempre e ora se ne parla di più , credo, solo per l'efferatezza di questi due casi e per il coraggio di denuciare l'accaduto .Non solo queste ragazze hanno dovuto subire il dolore, la vergogna, la paura...ma ora l'ennesima beffa. Ci sono gruppi su facebook che inneggiano allo stupro di gruppo. Non so forse è l'effetto mediatico ? O più sempliciemente cervelli da lobotomizzare. |
Post n°662 pubblicato il 19 Gennaio 2009 da nolavola
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Post n°660 pubblicato il 08 Gennaio 2009 da col_corpo_capisco
Sophie viveva in un piccolo appartamento a Ile Saint Louis, uno dei posti più romantici di Parigi. Viveva al quinto piano di un modesto e grazioso palazzo, senza ascensore. Ma non le dava noia, anzi detestava l’ascensore, era uno dei suoi incubi ricorrenti.Era una sera fredda e buia, quella. Da dietro i vetri, lei spiava il mondo. Giù, le strade illuminate. Un negozio di antiquariato, un altro che vendeva pietre, un paio di ragazzi fermi a chiacchierare accanto alla gelateria Berthillon. Squillò il cellulare appoggiato sul tavolo. Non aveva voglia di rispondere. Lasciò che suonasse a vuoto. Non si mosse dalla finestra. Rialzò lo sguardo e lo lanciò in fondo, con gli occhi a cercare Notre-Dame. Giù, su Point Marie, del buon jazz saliva fino alla sua stanza e spesso allietava le sue notti solitarie. Immaginava la vita dei musicisti. Sognava di suonare con loro fino a notte fonda e di non avere spazio, tempo, casa. Sognava di uscire da quel locale e cambiare tutte le sere strada. Una sera poteva andare a place des Vosges, fino ad arrivare a Marais e la sera dopo avrebbe potuto scegliere di andare dall’altro lato del ponte, verso St. Germain e perdersi nel quartiere latino. Avrebbe camminato nella notte con il vento tra i capelli e una lunga sciarpa bianca per tenere a caldo i pensieri. Sorrise, tirando la tenda. Fuori c’era la neve. Dentro, il tepore di un camino acceso e un chiaroscuro nelle stanza. Lei indossava un Kimono di un colore bellissimo. Era un rosa pallido. Un colore che ricordava quello delle labbra, solo un po’ più chiaro. Indossava un paio di calze nere in microfibra. Le arrivavano alle ginocchia. Era bella, Sophie. Ma di una bellezza particolare. Non ostentata. Non costantemente alimentata. Una bellezza ribelle. Era una di quelle donne che non si notano per strada. Ma se ti mettevi fermo davanti al suo viso e ne studiavi i colori e le forme, non potevi non pensare che Sophie era bella. Era seduta in poltrona e sorseggiava un thè caldo. Era buono. L’avevo comprato il giorno prima. Era un thè alla vaniglia. Aveva un retrogusto dolce e quella dolcezza sembrava rendere più calda una serata come un’altra. Non aveva molta voglia di uscire. Anzi, nell’ultimo periodo stava benissimo in casa, circondata dalle sue cose, dai suoi oggetti che avevano vita, sempre. Passava le serate a scrivere o a leggere. Oppure cucinava,anche se non veniva nessuno a cena. Non più almeno. Non vedeva François da mesi ormai. Le mancava come l’aria. A volte sentiva di non avere un braccio. Altre volte, invece, di non avere la bocca per parlare, per riuscire a dare senso alle parole. Andò in camera da letto. Non accese la luce. Le piaceva camminare al buio. Era un buio che conosceva. Aprì il piccolo armadio che aveva comprato in un mercatino vicino casa. Era stato dipinto a mano dalla pittrice che glielo aveva venduto. Sulle ante erano state dipinte le quattro stagioni. Era color avorio. E poi c’era il verde delle foglie e il rosso delle rose.Lo adorava. Era particolare, come la sua bellezza. Lo aprì e prese il giradischi che conservava gelosamente nell’angolo a sinistra. Lo portò di là. E scelse tra alcuni vecchi vinili. Non ne possedeva molti. Aveva conservato solo quelli a cui teneva di più. Scelse quello che preferiva in quel momento. Mise il vinile sul piatto e vi appoggiò sopra la punta un po’ consumata. Un leggero rumore nell stanza. Solo una serie di fruscii, quando la punta baciò e sposò il vinile. Forever my darling our love will be true Always and forever I’ll love only you Just promise me darling your love in return May this fire in my soul dear forever burn… Chiuse gli occhi,Sophie. Mmmm Mmmmm Mmmmm Mmmm Le braccia a volteggiare nell’aria. E poi le mani a posarsi tra i capelli chiari e a scuoterli leggermente. Mmmmm Mmmmm Mmmm Mmmm Non pronunciava le parole della canzone, ma ne seguiva la musica con una specie di mugolio. Era un cantare senza voce. Cantare solo con i respiri. Era tenera. E bellissima,lì nella sera. Nella sua stanza. Con quella musica dolce e triste che sapeva di carillon. Ballava nella penombra, stretta nel suo Kimono rosè. Si strinse fra le braccia e pensò a François. A quando la teneva stretta e le sussurrava parole d’amore all’orecchio e tra le labbra (…Oh Sophie..Sophie…Je reve de t’avoir nuit et jour dans mes bras…je respire ton ame à l’odeur del lilas..). Pensò a quando ballavano insieme ascoltando quella musica, a quando lei saliva sui suoi piedi e si lasciava trasportare. Pensò a quando cucinavano insieme, a quando correvano per gli champs élysées senza una ragione, a quando facevano l’amore dovunque. Pensò a quella fame insaziabile, a quella sete di parole che ardeva a ogni ora del giorno e della notte. Pensò alla poesie lette sul divano, ai sogni raccontati, ai baci di ogni giorno e ogni giorno sempre nuovi. Pensò all’odore della sua pelle e ai suoi capelli bagnati, al gelato alla noisette da Berthillon, a quando gli restava sulle labbra e lei lo leccava ridendo .Una lacrima le rigò la guancia calda. Ma sorrideva, Sophie. Con le labbra sorrideva. La canzone era finita proprio quando non voleva che finisse. Si avvicinò al giradischi e riportò indietro la punta. La musica è una di quelle cose che ritornano sempre. Una di quelle cose che non ti tradiscono, non ti lasciano, non ti dimenticano. Mai.Lasciò il kimono, nell’angolo, ai piedi della poltrona rossa. Ballò da sola, nuda, nella sera.Cantava senza voce,solo con i respiri. Mmmmm Mmmmm Mmmm Mmmm…. Forever my darling our love will be true Always and forever I’ll love only you Just promise me darling your love in return May this fire in my soul dear forever burn… |
Post n°659 pubblicato il 19 Dicembre 2008 da Reopen
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Post n°658 pubblicato il 15 Dicembre 2008 da quattroAzero
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