LIVINGSTONE BORE - CON QUEL TRUCCO CHE MI SDOPPIA LA FOCE
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V

L'Astice VMi asciugai e aprii il trolley cominciando a mettere ordine. Ma, tanto quanto Gianni e Francesca erano stati ordinati, così io ero approssimativo e indolente. La doccia mi aveva rinfrancato ma non al punto di essere reattivo e brillante; buttai le mie cose sul letto e indossai un paio di jeans con una maglietta…
 

IV

L'Astice IVSalimmo nell'appartamento spazioso che possedeva e fin dall'inizio il profumo di pulito mi prese alla gola. Compresi che era un rimasuglio del passaggio di Gianni. Lui e la sua mania dell'igiene. Si poteva dire che era lui la donna di casa anche dopo che si erano separati da tre anni: passava spesso da lì,…
 

III

L'astice IIICi scambiammo un rapido bacio sulle guance e lei mise subito in moto per togliersi dal formicaio che brulicava intorno alla stazione e ci infilammo in piazza dei Cinquecento e poi su viale Enrico de Nicola e via Volturno. Dopo un po' eravamo sfuggiti alla strozza micidiale del centro della città eterna. Quando fummo…
 

II

L'astice IIIl viaggio fu abbastanza rapido con cambio batticuore alla stazione di Bologna. Tutti a correre per non perdere la coincidenza e maleducazioni assortite, poi la lunga distesa del nastro d'acciaio attraverso le colline toscane e le lievi alture delle campagne laziali. Il clima che si faceva più dolce e l'orizzonte che arrivava a toccare…
 

I

L'astice Gianni era morto. Schiantato con la sua piccola SMART fortwo cabrio sull'Aurelia, Là dove i lavori stradali erano segnalati ossessivamente ma non abbastanza per lui. Aveva preso il volo lungo un dosso e s'era catapultato in mezzo ai campi, schiacciandosi come una scatoletta. C'erano volute sei ore per tirare fuori quello che restava della…
 

Guarda che luna. Capitolo quattordicesimo.

Mi sentì mancare. tutto il quartier generale di mio padre aveva gli occhi puntati nella mia direzione. Nemmeno mi chiesi dove fosse finito Freddie Eberhard. Forse si era fatto piccolo come un pugno e tentava di dileguarsi. Lì, in piedi, la lingua mi si era inceppata e sentivo di tremare vistosamente mentre nessuna giustificazione mi…
 

Guarda che luna. Capitolo tredicesimo.

 Arrivammo a Trescore Cremasco che la luna si stava dissolvendo nel cielo. Ormai era un altro giorno e i ricordi della notte appena trascorsa galleggiavano come frammenti di sogno sull'aria, spargendosi ovunque per cercare rifugio dall'invadenza e dalla supremazia dell'alba umida. Mi presentai al quartier generale di mio padre, tentando in qualche maniera di averne…
 

Guarda che luna. Capitolo dodicesimo.

 "Hanno scoperto tutto: si tolga quella giacca, sottotenente Defant. Le risulterà più salutare." Feci come mi consigliava non prima di avergli suggerito la stessa cosa. Lui abbozzò e si tolse il panno gettandolo al lato della strada. Poi ci avviammo senza più speranze e con un oscuro presentimento nel cuore. Ogni tanto nel nostro cammino…
 

Guarda che luna. Capitolo undicesimo.

 Inizialmente camminavamo tenendoci per un braccio e stavamo attenti ad evitare i rialzi sopra le campagne imbevute di acqua: una delle posizioni preferite per i posamine di qualsiasi esercito. Dopo mezzora, però, con i nervi a fior di pelle, decidemmo di staccarci e di avanzare fianco a fianco. La fobia da mina ci stava distruggendo…
 

Guarda che luna. Capitolo decimo.

 Non rammento quanto corsi né quando arrestai la mia folle fuga. Ricordo solo che mi ritrovai in una buca poco profonda circondato dalla vegetazione. Ebbi appena il tempo di realizzare questa mia situazione che un'altra persona mi travolse brutalmente, costringendo ad appiattirmi contro il fondo della dolina. Imprecai ad alta voce mentre udivo i colpi…
 

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