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Blog di Giovanni Giuranna - consigliere comunale della lista civica Insieme per cambiare di Paderno Dugnano

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GIOVANNI PAOLO II: BEATO, NON PERFETTO

Post n°1899 pubblicato il 12 Maggio 2011 da Giuranna
 

Vignetta di don Giovanni Berti - Diocesi di Verona (www.gioba.it)

 

Ieri su PadernoForum Gianluca Mercuri ha presentato il libro di Galeazzi e Pinotti (Wojtyla segreto. La prima controinchiesta su Giovanni Paolo II, edito da chiarelettere), che critica la scelta della Chiesa cattolica di beatificare con tanta solerzia il Papa Giovanni Paolo II.

Sull'argomento esistono anche altre pubblicazioni, tra cui l'opuscolo Santo? Dubito a cura della redazione di Adista, che rovescia lo slogan che campeggiava in piazza S.Pietro il giorno del funerale di papa Wojtyla. Sull'ultimo numero di Adista Notizie è interessante leggere anche l'intervista allo storico Daniele Menozzi: Wojtyla beato: la Chiesa si autocelebra.

Che dire?

Il discorso sarebbe lungo e certamente noioso per la maggior parte dei lettori del blog. Cerco pertanto di sintetizzare il più possibile.

1. Il dato di fatto da cui prendo le mosse, come credente, è la decisione del papa Benedetto XVI di beatificare il predecessore e proporlo ai fedeli come testimone affidabile. Per la Chiesa cattolica infatti la beatificazione/canonizzazione rientra in quegli "atti definitivi del Papa nell’esercizio del suo magistero ordinario universale"  (vedi Prolusione del Card. Angelo Amato - 10 gennaio 2011). Di conseguenza a tale atto magisteriale "spetta da parte dei fedeli un assenso di fede fondato sulla persuasione dell’assistenza dello Spirito santo al magistero".
La Chiesa cui appartengo mi propone di accogliere con fede la Beatificazione di Giovanni Paolo II. Per quanto mi riguarda non ho difficoltà a credere che Karol Wojtyla abbia vissuto una vita - come dice S.Paolo - "nascosta con Cristo in Dio" (Col 3,3). Ha avuto fede in Cristo e ha cercato di seguirlo con tutto se stesso, dando chiara testimonianza al mondo dell'ispirazione che lo muoveva.

2. Per evitare equivoci e fraintendimenti occorre però precisare che nel linguaggio cristiano "santità" non è sinonimo di "perfezione": in altre parole il santo non è affatto un tipo inossidabile, immune da difetti, errori, peccati... Anzi, lo Spirito trasfigura una povera esistenza rendendola partecipe del mistero di Dio!
Un santo si trova a suo agio nelle parole pronunciate da Maria nel Magnificat: "Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente". Non ama il piedistallo, perché sa che è Dio che trasforma e rende prezioso ciò che prezioso non è. In questa prospettiva gli errori e i limiti di un santo assumono una luce
nuova .

3. Che Giovanni Paolo II - insieme al bene compiuto - abbia commesso sbagli e abbia avuto molti limiti, è cosa per me fuori di dubbio. Faccio un solo esempio su cui varrebbe la pena di riflettere maggiormente: sul caso "pedofilia nella Chiesa" il tanto criticato Benedetto XVI (Ratzinger) si è dimostrato più coraggioso e disposto a far emergere il problema del beato Giovanni Paolo II (Wojtyla). Si potrebbero annotare molti altri aspetti discutibili del pontificato wojtyliano, ma ora non serve.
Insomma, mi sembra un bene che noi cattolici impariamo a guardare con occhio critico a ciò che succede nella Chiesa. Scriveva don Primo Mazzolari: "Non c'è verace adesione alla Chiesa, la quale si possa sottrarre al momento critico" (La più bella avventura, pubblicato nel 1934).

4. Aggiungo un paio di considerazioni personali: avrei preferito minor fretta nei confronti della beatificazione di Giovanni Paolo II (lo slogan "santo subito" mi è parso fin dall'inizio una forzatura non opportuna). E mi piacerebbe vedere maggiore premura nei confronti di altre cause che invece procedono con lentezza o addirittura sono ferme (per esempio quella di Monsignor Oscar Arnulfo Romero, arcivescovo martire di San Salvador).

Concludo con una nota autobiografica.

Dall'11 al 15 aprile 1984 (avevo 17 anni!) ho partecipato con entusiasmo al Giubileo internazionale dei giovani in occasione dell'Anno Santo della Redenzione 1983-84. Durante quei giorni intensissimi (era il primo grande appuntamento dedicato dal papa ai giovani, da cui negli anni successivi presero forma le Giornate Mondiali della Gioventù) ho avuto modo di stringere la mano a Giovanni Paolo II mentre passava sulla camionetta in Piazza San Pietro. Non vi dico l'emozione!

L'episodio mi è tornato in mente il 1° maggio scorso: posso dire di aver dato la mano a un Beato! E mi piace pensare che era una mano di carne. In altre parole: avevo davanti un uomo che - con tutti i suoi limiti - ha cercato di seguire il Signore.

Chi nega i limiti di Giovanni Paolo II per esaltarne la santità non credo che faccia un buon servizio al vangelo.

 

 


 
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