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AREA METROPOLIS 2.0
Area personale
Scommettiamo?
Paderno e il Villaggio Ambrosiano sono quartieri diversi ma non tanto da non poter camminare insieme!
Varie cose li uniscono: le due scuole dell'infanzia e le due elementari appartengono all'I.C. De Marchi, le due parrocchie dal 1° settembre 2007 formano un'unica Comunità Pastorale con un solo parroco.
La nostra scommessa è che possiamo crescere insieme, valorizzando le rispettive risorse e potenzialità.
VITTORIA!!!
La scommessa è un blog di Paderno Dugnano Responsabile Giovanni Giuranna (da giugno 2014 consigliere comunale per la lista civica Insieme per cambiare).
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Messaggi del 22/12/2010
Il Consiglio Regionale della Lombardia ha approvato la riforma del sistema idrico integrato con i voti del PDL e della Lega.
Corriere.it: Servizio idrico, la riforma passa con i voti di Lega e Pdl. L'opposizione se ne va
Nessuna attenzione alla volontà di tanti cittadini che nei mesi scorsi hanno raccolto le firme per i referendum per l'acqua pubblica.
Il Forum dei Movimenti per l'acqua aveva portato avanti negli ultimi due mesi una campagna per la moratoria sulle scadenze previste dal “Decreto Ronchi” e dal "Decreto Calderoli", riguardanti rispettivamente i processi di privatizzazione del servizio idrico integrato e la soppressione delle Aato (Autorità d'Ambito Territoriale Ottimale). In attesa del referendum il Forum per l'acqua chiedeva lo stop delle privatizzazioni.
PDL e Lega non se ne curano e vanno avanti.
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Per chi non parte le vacanze natalizie sono un'occasione per conoscere più a fondo Milano e la ricchezza culturale della Lombardia. Segnalo con piacere la mostra "Sacro Lombardo" ospitata a Palazzo Reale fino al 6 gennaio.
Ecco come viene presentata sull'Osservatore Romano di oggi:
Il "Sacro lombardo" in mostra al Palazzo Reale di Milano
La Cenerentola dell'arte italiana
di Pietro Petraroia
La mostra "Sacro lombardo" (Milano, Palazzo Reale, fino al 6 gennaio 2011) ha un titolo singolare: mette insieme una problematica delicata, quella del sacro, che viene peraltro evocata nei contesti e nelle accezioni più diverse, con un'aggettivazione, "lombardo", molto specifica e a prima vista addirittura localistica. In realtà il tema dell'esposizione è attentamente definito: si tratta della pittura di soggetto cristiano cattolico fiorita tra la canonizzazione di san Carlo Borromeo, cinquecento anni fa, e l'elezione al pontificato del lombardo Achille Ratti (Pio XI) nel 1922.
A dispetto di questa apparente riduzione localistica, il curatore Stefano Zuffi, affiancato dal prefetto della Biblioteca e Pinacoteca Ambrosiana, monsignor Franco Buzzi, pone in evidenza con questa mostra una serie di temi di storia della ricerca e della comunicazione artistica, ispirate dalla fede cattolica, oggi assai significativi tanto per le comunità di fedeli quanto per gli appassionati di storia dell'arte. Occorre infatti ricordare che l'arte in Lombardia ha sofferto a lungo di un pregiudizio storiografico che dal xiii al xix secolo relega questo territorio alla periferia della ricerca artistica rispetto alle più celebrate scuole italiane di Venezia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli. Maria Luisa Gatti Perer, fondatrice e a lungo titolare della cattedra di Storia dell'arte lombarda presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, ricordava spesso questa prevenzione irragionevole che nel 1955 l'aveva spinta a ideare e realizzare la rivista "Arte Lombarda" oltre che a creare e dirigere l'Istituto per la Storia dell'Arte Lombarda (Isal); gran parte della sua vita e di tutte le sue risorse sono state dedicate a indirizzare e pubblicare studi rigorosi sulle arti in terra lombarda, formando centinaia di specialisti non soltanto italiani; eppure tutto ciò non basta ancora a superare del tutto l'antico pregiudizio.
Questa mostra, erede di una lunga serie di pubblicazioni scientifiche, catalogazioni, restauri, manifesta ormai con naturalezza l'importanza specifica della committenza ecclesiale nel dare origine proprio in Lombardia alla formazione e agli sviluppi di un'espressività artistica originale, che ha consentito a Milano, Bergamo e Brescia in primo luogo di essere area di sperimentazione, più che di ricezione, di innovative forme di espressività artistica, dialogando in modo molto efficace soprattutto con Venezia e Roma, talora con l'area di influenza emiliana: basti ricordare il ruolo degli artisti lombardi nella formazione del barocco romano.
La mostra, che pure tende a offrire una panoramica articolata e ampiamente rappresentativa di ricerche e tendenze nel periodo considerato (soprattutto se si consideri l'esplicito rinvio a una decina di chiese milanesi, immaginate come luoghi espositivi correlati) sottolinea di fatto soprattutto due fasi cruciali: il periodo iniziale, tra Carlo e Federico Borromeo, e l'ultimo, ossia il rifiorire intenso della committenza ecclesiastica in Lombardia nei decenni centrali dell'Ottocento, con la capacità di captare le tendenze più avanzate dapprima del Neoclassicismo (quasi raccogliendo e superando l'eredità del classicismo romano tardo-barocco) e poi delle innovazioni in direzione romantica e realista; né vanno dimenticati i molti artisti sei-settecenteschi presenti in mostra e, fra tutti, il Petrini.
Del resto, tra i dipinti esposti suggerirei di partire dalla tela di Filippo Abbiati raffigurante Papa Clemente viii approva l'ufficio di Lorenzo presentato dal vescovo Bascapè nell'anno 1600: una sorta di rievocazione storica che, alla fine del Seicento, celebra indirettamente la consapevolezza di una secolare vicenda di fede e arte tutta ancora imperniata sull'influsso e l'esempio della spiritualità di Carlo Borromeo, del quale il barnabita Bascapè fu infaticabile collaboratore e seguace.
Al centro della prima sezione della mostra, che non trascura gli apparati di contestualizzazione storica, è la figura del Cerano (Giovanni Battista Crespi), personaggio di spicco nell'età di Federico Borromeo, la cui presenza a Palazzo Reale va integrata con le opere nelle chiese milanesi (celebre il suo San Carlo in Gloria nella vicina San Gottardo, detta appunto "al Palazzo"); ma è tutto il gruppo dei protagonisti della pittura negli anni del cardinal Federico e del suo successore Cesare Monti che viene posto in dialogo grazie a un gioco di significativi rimandi compositivi e formali tra le opere scelte: Giulio Cesare Procaccini, Pier Francesco Mazzucchelli detto il Morazzone, Daniele Crespi e gli altri artisti del tempo evocati nel saggio in catalogo di Simonetta Coppa dedicato alla chiesa milanese di Sant'Antonio Abate.
La lunga vicenda, così lombarda, delle indagini sulla resa pittorica delle passioni umane, che nell'Ultima Cena di Leonardo trova il suo fondamentale caposaldo, continua a svilupparsi nell'arte di soggetto religioso in tutte le tele esposte, fino all'intenso esito dell'Erodiade di Francesco Cairo.
Tra gli artisti presentati colpisce il veneziano Andrea Celesti, a lungo attivo in area bresciana, presente in mostra con una sola opera, la Resurrezione di Cristo (inizio secolo xviii), che sembra rievocare consapevolmente i luminosi colori di Lorenzo Lotto; al Celesti don Giuseppe Fusari dedica in catalogo un saggio specifico, che auspicabilmente potrebbe preludere a una futura mostra monografica sull'artista.
Ma la sezione più sorprendente è forse proprio quella conclusiva, dedicata all'Ottocento e curata da Fernando Mazzocca: scorrendo tante opere, dal Diotti al Trécourt, da Hayez a Faruffini, da Mosè Bianchi alla stupefacente Madonna dei gigli di Gaetano Previati (1894), appare evidente come, al di là di marcate differenze di percorsi espressivi ma grazie a una rinnovata e potente committenza, l'ispirazione religiosa sia stata vivace promotrice di nuova arte in Lombardia, contribuendo a farne "il laboratorio artistico più avanzato in direzione sperimentale della penisola" in un percorso che si vorrebbe poter seguire anche nel XX secolo, nonostante la cesura potente delle Avanguardie.
(L'Osservatore Romano - 22 dicembre 2010)
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Ricevo dal Gruppo Consiliare PD di Paderno Dugnano e pubblico volentieri:
Un bilancio inemendabile
Paderno Dugnano, 22 dicembre 2010.
Esprimiamo forti perplessità sulla previsione di bilancio 2011, presentata ieri in Consiglio Comunale. Una proposta così fatta è inemendabile, tecnicamente figlia di un solo ragionamento “non ci sono soldi” prospettiva che da sola apre ad una montagna di considerazioni politiche.
Come può la Giunta perseguire i suoi obiettivi, quelli indicati sul piano triennale delle opere, quelli indicati nel diritto allo studio, quali obiettivi si vogliono raggiungere per la Città di Paderno Dugnano con quanto previsto negli investimenti.
Il giochetto contabile del “fondo svalutazione crediti”, giustificato con la non certezza dell’incasso, non può diventare una disponibilità di portafoglio per andare a coprire, durante l’anno, lamentele e mancanze di questo o quel settore, ci vuole una programmazione realistica.
E come può perseguire le necessità ordinarie con tagli effettuati sulla spesa corrente, giustificandoli in parte con i residui di fine anno che evidenziano il fatto che si sta “raschiando il fondo del barile”
Manutenzione strade (ordinario su spesa corrente): meno 150.000 euro
Fondo sviluppo risorse umane: meno 85.450 euro, regalo del decreto Brunetta
Contributi non abbienti: meno 25.000 euro
Contributi socializzazione e anziani: meno 16.963 e meno 4.708 euro
Centri di aggregazione: meno 27.655 euro
Contributi sport azzerati: meno 6.400 euro
Progetti educativi per scuole: meno 20.300 euro
Centri estivi: meno 5.827 euro
Su qualsiasi voce ci sono tagli rispetto al passato escluso sul costo degli assessori.
Infine si aumenta la Tarsu, vincolando l’appalto a 7 anni, prima ancora di vedere la qualità del servizio sia in termini economici che di qualità ambientale, facendo pagare ai cittadini l’ennesimo balzello sulla crisi e sulle incapacità del governo nazionale, dove Tremonti ha tagliato su tutto senza riuscire a ridurre il debito dello stato.
Noi chiediamo
di vincolare il “fondo svalutazione credito” alle voci di taglio più importanti
di stabilire le priorità della Città attraverso assemblee di quartiere
In questo bilancio manca la definizione delle priorità e soprattutto manca un progetto strategico per la Città, è un bilancio figlio acritico dei tagli voluti dal governo centrale che contrasta con l’idea stessa di federalismo di cui in tanti si riempiono la bocca.
Gruppo Consiliare Partito Democratico
Paderno Dugnano
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Ricevo dal consigliere comunale Mauro Anelli (PRC-PdCI):
Caro Giuranna,
questa è l'ultima interrogazione che il gruppo consiliare che rappresento ha protocollato oggi e se vuoi puoi tranquillamente pubblicarla per informazione ai nostri concittadini, visto che sul sito del Comune nulla si dice a proposito.
Anno nuovo tagli e aumenti per il trasporto pubblico, questo è il regalo che l'amministrazione provinciale riserva anche alla nostra città. Il tanto decantato NON METTEREMO LE MANI NELLE TASCHE DEI CONTRIBUENTI si risolve aumentando i costi dei servizi, tagliando gli stessi e diminuendo la qualità della vita.
Sperando che l'anno a venire porterà un'adeguata reazione a questo paese alla deriva, auguro a te e a tutti i tuoi lettori, buone feste.
Mauro Anelli
* * *
Al Signor Sindaco di Paderno Dugnano
Oggetto: Interrogazione URGENTE sul trasporto pubblico locale.
La società Brianza Trasporti, con un Avviso datato 13 dicembre 2010, comunica che dal 1 gennaio 2011 verranno soppresse le linee di collegamento “Nova–Palazzolo M. e Sesto San Giovanni-Bicocca (z219 e z221).
Ritenendo il trasporto pubblico locale strategico ed importante perché investe tutto il sistema della mobilità nell’hinterland verso il centro, pertanto con la presente chiediamo:
- Se è stata avvisata l’Amministrazione Comunale.
- Quali sono gli intendimenti che l’Amministrazione Comunale intende intraprendere per ovviare alla soppressione del servizio.
- Quali sono le motivazioni addotte da Brianza Trasporti.
- Come sono stati avvisati i nostri cittadini
In attesa di una risposta scritta chiedo che la presente venga discussa nel prossimo Consiglio Comunale.
Il capogruppo del PRC-PdCI
Mauro Anelli
Paderno Dugnano 18 dicembre 2010
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Guarda le foto del Presepe Vivente organizzato dagli Oratori di Paderno e del Villaggio Ambrosiano, ma soprattutto fermati a pensare.
Perché quest'anno il tradizionale Presepe Vivente ha preso le mosse dal Presidio Lares?
Un vezzo? Una concessione alla lotta sindacale? Un segno che sta a confermare l'impegno di lungo periodo del parroco don Gabriele e della Comunità pastorale a favore dei cassintegrati delle due note aziende padernesi?
L'editoriale di don Paolo Brambilla aiuta a mettere a fuoco la prospettiva corretta.
Il lavoro non è solo un fatto economico, ma esprime l'operosità dell'uomo chiamato a realizzare nella società il bene comune.
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