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Creato da panta203 il 12/09/2008
 

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Post N° 39

Post n°39 pubblicato il 18 Gennaio 2009 da panta203

SENTENZA GEA: ORA RIDATECI I 2 SCUDETTI SCIPPATI! JUVENTINI LOTTIAMO UNITI!

Salvatore Nunziata ha scritto il 11 gennaio 2009 alle 5.16

LA SENTENZA della deci­ma sezione del Tribunale pe­nale di Roma è destinata, fa­talmente, a riaprire il proces­so sportivo di calciopoli, cele­brato nell’estate mondiale del 2006. Nel corso di quel giudizio la Figc, allora com­missariata ed affidata a Gui­do Rossi, decise che si sareb­be dovuto arrivare rapida­mente ad una decisione, ri­ducendo arbitrariamente i termini della difesa, elimi­nando illegittimamente un grado di giudizio, scegliendo uno ad uno i giudici che han­no cancellato due campiona­ti di calcio e molto altro. Il presupposto su cui si reggeva tutto l’impianto accusatorio argomentato dal Procuratore federale Stefano Palazzi era l’esistenza di un sodalizio criminale, diretto e coordina­to da Moggi, capace di condi­zionare l’esito delle partite di calcio ed in ragione di que­sta ipotesi, certezza assoluta ed incontrovertibile per i giu­dici sportivi, si decise di pu­nire nel modo più rigoroso possibile Luciano Moggi e, conseguentemente, la società Juventus.
Tanto era solida la certezza dell’esistenza di questa asso­ciazione a delinquere ad esclusivo beneficio dell’ex Di­rettore Generale bianconero, che non venne ritenuto né utile né doveroso ascoltare tutte le intercettazioni telefo­niche (come invece avverrà nell’imminente processo pe­nale di Napoli), poiché per la Figc era incontestabile l’ope­ratività della struttura ever­siva diretta ad alterare il reale e leale andamento de­gli incontri di calcio.
Ebbene, tutto questo risulta smentito da una prima sen­tenza del giudice statale, ben più autorevole di quello spor­tivo, considerata la lunghez­za del processo e la comple­tezza delle prove emerse. Ra­gionevolmente lo stesso dato emergerà nel processo di Na­poli ed a quel punto, Luciano Moggi e la società Juventus sarebbero legittimati a chie­dere la riapertura del proces­so sportivo “calciopoli”, il pri­mo per chiedere ed ottenere la propria riabilitazione per­sonale e professionale, la se­conda per vedersi riattribui­ti gli scudetti ingiustamente sottratti ed entrambi per il ri­conoscimento di un ingente risarcimento del danno, se­condo il mio parere di molte decine di milioni di euro, for­se insostenibile per le finanze federali.
Questo ragionamento parte da un elemento che non oc­corre mai dimenticare e cioè che il processo Gea non ri­guarda in alcun modo la Ju­ventus, ma solo Luciano Moggi & co.. Tuttavia, esiste un minimo comun denomi­natore a sostegno di tutte le ipotesi accusatorie, tanto pe­nali quanto sportive, la già ricordata esistenza di una fa­migerata “cupola” del calcio, con carattere associativo ed organizzato che, da oggi, un Tribunale della Repubblica ha accertato non essere mai esistita. Semmai, si discuterà in appello se possono esserci stati singoli, sporadici ed oc­casionali comportamenti da giudicare con maggiore at­tenzione (prevedo, comunque, che nel prossimo giudizio la sentenza sarà di assoluzione con formula piena, poiché in caso contrario la pressoché totalità dei Direttori sportivi dovrebbero essere penalmen­te condannati per aver limi­tato le smanie pecuniarie ed affaristiche di giovani calcia­tori, nonché dei loro procura­tori, avvinti da delirio di on­nipotenza), che, al massimo si sarebbero dovuti tradurre in blande sanzioni di inibi­zione temporanea, senza al­cun coinvolgimento della so­cietà Juventus. Con amarez­za non può non rilevarsi il diverso atteggiamento, inve­ce, assunto dagli organi del­la Figc.
Nel famoso caso Recoba, al­l’epoca tesserato dell’Inter, la Figc chiese un illuminante parere all’allora Presidente Emerito della Corte Costitu­zionale Vincenzo Caianiello, che consigliò, per lo scandalo dei passaporti falsi, una san­zione sportiva lieve, in attesa della sentenza penale che avrebbe potuto smentire i giudici federali, esponendo la Figc a gravi conseguenze. Nel caso di Moggi e della Juven­tus è stato fatto l’esatto oppo­sto!

PACO D'ONOFRIO
(docente all’Università di Bolo­gna e legale di Luciano Moggi)

 
 
 
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