Creato da paoloalbert il 20/12/2009

CHIMICA sperimentale

Esperienze in home-lab: considerazioni di chimica sperimentale e altro

 

Messaggi di Giugno 2013

Dal Benzoino... al Benzile

Post n°238 pubblicato il 26 Giugno 2013 da paoloalbert

-"Chissà con chi mi verrà in mente di "sposare" questo benzoino? E che "figli" genererà?"-

Così avevo terminato la discussione sulla condensazione benzoinica il 20 aprile scorso.
Ora è maturato il previsto piccolo seguito: come l'aldeide benzoica aveva generato il benzoino, ora il benzoino ha generato un successore... e non è finita: c'è anche un motivo di aggancio che prendo come innocente pretesto per il lavoretto odierno.
Durante la navigazione mi sono imbattuto in un interessante lavoro svolto nel paese degli Ayatollah, presso l'Istituto Pasteur di Teheran.
I bravi Ashnagar, Gharib e Amimi sono partiti niente meno che dalle mandorle... per produrre la 5,5-difenilidantoina (fenitoina)!
Dicono i tre chimici che siccome la fenitoina (un importante farmaco antiepilettico, anticonvulsivante, antiaritmico e ansiolitico) viene importata in Iran sull'ordine delle 5 ton annue, hanno provato a produrla partendo da un materiale economico e facilmente accessibile nel loro paese, appunto le mandorle!

Qualsiasi modo ingegnoso di arrangiarsi mi riesce sempre stimolante e mi ha fornito lo spunto per provare a fare la fenitoina.
Però ho saltato il primo autarchico e altissimo scalino (la cui resa sarebbe inferiore allo 0,5%...) e anzichè dalle mandorle sono partito dalla buona benzaldeide, già usata per fare il benzoino citato all'inizio.

[Apro una parentesi: vicino al mio lab è sempre vissuta, fin da quand'ero bambino e anche prima, una bella e grande pianta di mandorle AMARE, ricche di amigdalina... Ora si dà il caso che l'anno scorso anche quell'albero sia morto stecchito, come purtroppo vedo spesso accadere nella natura che mi circonda. Tanti antichi castagni di quattro-cinque secoli secchi e morti nell'arco di un decennio... e così via per altre grandi piante. Niente è eterno, ma sembra che negli ultimi tempi gli accadimenti naturali che fanno passare dal verticale all'orizzontale abbiano subito una preoccupante amplificazione e accelerazione].

Poichè il prodotto finale che mi sono proposto sarà argomento di un post successivo, vediamo ora la sintesi dell'intermedio di oggi, ovvero il benzile.

Benzoino      Benzile formula

                          Benzoino e Benzile

Come si può vedere, il benzile è un prodotto dell'ossidazione del benzoino, che può essere effettuata in due modi principali: per ossidazione con acido nitrico oppure (più elegantemente) con un metodo catalitico con acetato di rame.
Avendo poca materia prima a disposizione ho scelto il primo metodo, del quale ero più sicuro.

Materiali occorrenti:

- Benzoino C6H5-CH(OH)-CO-C6H5
- Acido nitrico HNO3
- Etanolo
- Vetreria opportuna


- In palloncino da 100 ml porre 15 ml di HNO3 conc. e aggiungere a piccole porzioni mescolando 3 g di benzoino.
Riscaldare su bagno d'acqua bollente (o con termomanto a circa 100° con termometro immerso nel pallone) per circa un'ora e mezza.
Si nota subito l'inizio dell'ossidazione dallo svolgersi di fumi rossi di ipoazotide NO2; eseguire quindi l'esperienza sotto cappa o in un luogo adatto alla situazione.
(Nel mio caso ho una finestrella immediatamente sopra il bancone, che fa tiraggio naturale verso tutto ciò che di gassoso si svolge dai miei alambicchi).

 

Benzile 1

 

Alla fine della reazione, quando non si svolgono più ossidi di azoto, gettare la soluzione in 60 ml di acqua ghiacciata, e mescolare per favorire la cristallizzazione in un solido giallo.
Filtrare alla pompa e lavare bene con piccole porzioni di acqua fredda per eliminare tutte le tracce di acidità residua e ricristallizzare poi da etanolo.

 

Benzile 2

 

Il benzile (un alfa dichetone) si presenta nel mio caso come una polvere microcristallina gialla, praticamente inodora, p.f. 95° Conducendo la ricristallizzazione in maniera molto più lenta di come ho fatto questa volta, si otterrebbe una forma cristallina migliore anzichè una polverina abbastanza insignificante, ma lo scopo era solo ottenere il prodotto come intermedio (purtroppo ho perso l'immagine finale).

Il  benzile è molto fotosensibile: mettendolo al sole scurisce immediatamente per azione dei raggi ultravioletti, che innescano reazioni radicaliche di cross-linking; è usato infatti come promotore di polimerizzazioni.


Il prossimo step, fra un po' di tempo, sarà la trasformazione del benzile nella finale 5,5-difenilidantoina.

 

 
 
 

La Hexbeam prende forma

Post n°237 pubblicato il 17 Giugno 2013 da paoloalbert

La Hexbeam (che tradotto solo per l'occasione suona più o meno come "antenna direttiva esagonale") è una bella e interessante antenna per onde corte inventata da Mike Traffie N1HXA (USA) appena una dozzina di anni fa.
E' prodotta per il mercato radioamatoriale da aziende straniere specializzate in questo settore e si sta diffondendo nel mondo grazie alle sue notevoli potenzialità.
Mi sono accinto, abbandonando un poco gli esperimenti chimici, alla costruzione di una versione aggiornata (G3TXQ) di questa antenna, la cui peculiare caratteristica è la risonanza contemporanea sulle cinque principali bande radioamatoriali HF superiori (14-18-21-24-28 MHz), con un buon guadagno e direttività (in parole poverissime significa che è come se amplificasse il segnale verso una determinata direzione).
Il tutto unito ad una estrema leggerezza e scarsa presa al vento, nonostante le dimensioni ragguardevoli (l'"esagono" ha un diametro di circa sette metri).

La foto mostra l'antenna posta a terra durante l'interminabile fase di taratura; ogni filo di quella specie di ragnatela deve avere una esatta lunghezza da ottimizzare, e tutte le lunghezze sono interdipendenti...
Alla base si intravvede il ponte di misura autocostruito (pure quello...) indispensabile per portare in frequenza un'antenna di questo tipo.
Quando (spero fra non molto) la Hex "salirà" al posto che le compete la descriverò in maniera più dettagliata, sperando che il ciclo solare con le sue macchie, del quale ho parlato l'anno scorso, tenga duro un altrò po' e ci regali ancora qualche discreto periodo di buona propagazione intercontinentale.

 

Hexbeam

La Hexbeam

 
 
 

Sintesi del p-Amminobenzoato di etile

Post n°236 pubblicato il 06 Giugno 2013 da paoloalbert
Foto di paoloalbert

Quando posso, mi piace fare qualche piccolo collegamento tra la mia chimica sperimentale e la storia di questa scienza.
Anche l'etile-p-amminobenzoato, alias benzocaina, alias anestesina, ha una sua storia, che riassumo in due parole.

A Eberbach (Germania) c'è una azienda a conduzione famigliare (giunta ormai alla quarta generazione) fondata da Eduard Ritsert nel 1903. Il dottor Ritsert era interessato negli ultimi decenni del secolo diciannovesimo a trovare un sostituto della cocaina come anestetico, ma che non possedesse i suoi evidenti effetti collaterali.
Trovò la soluzione nel 1890, quando sintetizzò e verificò l'efficacia dell'estere etilico dell'acido p-amminobenzoico come anestetico locale: azione rapida, persistenza fugace e, quello che più conta, relativamente innocuo.
A questa sostanza diede anche un bel nome commerciale: la chiamò (per dirla all'italiana) "Anestesina".
Confermando in oltre un secolo il valore della scoperta, la Ritsert produce ancora oggi alcuni presidi farmaceutici a base di benzocaina.
(Attenzione al suffisso "-caina": quasi sempre è sinonimo di "anestetico locale").

Vista la mia empatia chimica verso gli esteri (oltre che per tante altre sostanze...) poteva mancare l'amminobenzoato di etile? Certo che no, e allora... mano agli alambicchi!

Materiale occorrente:

- acido p-ammonobenzoico NH2-C6H4-COOH
- etanolo CH3-CH2-OH
- acido solforico H2SO4
- sodio idrossido NaOH
- vetreria opportuna

Esistono varie procedure per la sintesi della benzocaina, ma principalmente esse si basano sull'esterificazione diretta acido/alcol secondo Fischer. Non metto la reazione ma solo la formula del prodotto.

 

Benzocaina formula

Ho seguito questa procedura:

- In un pallone da 100 ml porre 5 g di acido p-amminobenzoico e 35 ml di etanolo, mescolando fino a portarne in soluzione il più possibile. Ora aggiungere goccia a goccia, raffreddando e mescolando vigorosamente, 5 ml di acido solforico concentrato.
Si forma presto un precipitato bianco e denso, che richiede un mescolamento energico e il raffreddamento del pallone; non aver fretta nell'aggiunta dell'acido.

 

Benzocaina 1

Terminata questa fase sistemare il pallone su un termomanto con refrigerante a ricadere e regolare la temperatura per un tranquillo riflusso per un'ora e mezza.
Dopo un poco, col riscaldamento la miscela ritorna perfettamente limpida, di colore leggermente rosato, come è alla fine del riflusso.

 

Benzocaina 2Nel frattempo preparare una soluzione al 10% di NaOH.

Alla fine lasciar raffreddare e poi aggiungere, goccia a goccia sempre mescolando vigorosamente per non creare concentrazioni locali dannose, la soluzione di soda, controllando spesso il pH della soluzione.
Terminare l'aggiunta quando tutto l'acido residuo sarà stato neutralizzato e il pH diventerà basico, circa 8.
Si sarà formato ancora un precipitato bianco, denso, e tutta la miscela verrà trasferita in un becher contenente 500 ml di acqua, nella quale il prodotto si separa in leggeri cristallini.

 

Benzocaina 3

 

Filtrare su buchner e lavare a piccole porzioni per eliminare totalmente i sali solubili residui.
Ho poi ricristallizzato il prodotto grezzo (di colore leggermente beige) con circa 40 ml di etanolo quasi bollente, aggiungendo a piccole porzioni acqua molto calda fino ad inizio intorbidamento; a questo punto lasciar raffreddare lentamente, lasciar riposare e filtrare di nuovo.
Si ottiene una polvere bianca in cristallini aghiformi, inodora.

 

Benzocaina 4

 

Resa 3,1 g (51%), del tutto accettabile. Ho verificato anche il p.f. per verificare la purezza e ho trovato 92° (teorico 89-92°) quindi mi ritengo pienamente soddisfatto.

Riguardo gli usi ed il principio d'azione di questo semplice anestetico rimando come al solito alle notizie facilmente reperibili in rete alla voce "benzocaina".
Nel mio caso il p-amminobenzoato di etile non ha anestetizzato nessuno (se non un leggero intorpidimento della punta della mia lingua usata immediatamente come test) ed è poi finito nella sua bottiglietta, in buona compagnia con gli altri esteri.

 
 
 

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