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Post n°3 pubblicato il 29 Aprile 2005 da a4mani


Guidando verso casa sua ogni tanto lanciava uno sguardo verso di lei che rifletteva, con il viso impegnato in una sorta di smorfia che non le si addiceva, concentrata ancora su quel sogno. Tanto per fare il pavone e buttarla lì facendole notare come le leggesse nel pensiero, diceva:

- Ripensandoci, chissà perchè proprio una parrucca ottocentesca? e poi incipriarmi il naso...?
Lei si gira e lo guarda sorpresa ma solo per un istante poi sorride e gli risponde:

- Già, forse era un tuo modo per dimostrare che ti volevi cammuffare...o..che volevi tornare indietro nel tempo. In fondo se ci pensi sono stata io a cercare te e non viceversa.


Identificò al volo dal tono e dal contenuto stesso di quella affermazione che qualsiasi cosa avesse detto avrebbe dovuto prima soppesarla mille volte. Dove stava il tranello? Perchè nella sua mente lui dovrebbe volere tornare indietro? E indietro per chi? La buttò sull'ironia cercando di non sembrare superficiale:

- Eh eh beh, non vedo perchè dovrei voler tornare indietro, attualmente la mia vita lavorativa è in crescendo, sentimentalmente il mio cuore appartiene interamente alla splendida donna seduta al mio fianco, la salute sembra ci sia...tornare indietro per cosa? Di sbagli ne avrò sicuramente fatti ma ciò che ho ora li vale tutti.


Rispose con un sorriso un po' tirato quasi per fargli un piacere, poi lo tranquillizzò:

- Stai tranquillo non ti voglio addossare colpe che non hai. Solo che...
- Solo che? - Divenne un po' pressante, gli aveva messo una curiosità folle.
- Solo che niente. Così.

C'era da aspettarselo da lei. Ogni tanto partiva per i suoi viaggi mentali e non voleva portare nè bagagli nè altre persone con sè. Partiva col suo fardello di speranze, paure, gioie, dolori, tristezze, angosce, certezze e ritornava a volte con qualche pezzo in più, a volte con qualche pezzo in meno. Mai una volta che pareggiasse il conto.
Chissà cosa le frullava nella testa in quei momenti. Fermi a semaforo lui le accarezzò i capelli morbidi e le accompagnò il capo verso di sè, lasciando che le sue labbra si posassero sulla pelle profumata e liscia come seta della sua fronte. Lo sguardo che gli lanciò lei traboccava di dolcezza, lui in quel momento, per la prima volta, comprese appieno il concetto "finchè morte non vi separi": nel tardo pomeriggio di una giornata di fine aprile, col sole che entrava stancamente di traverso nell'abitacolo del suo monovolume, fermo ad un semaforo dopo aver baciato sulla fronte la donna della sua vita, ebbe l'illuminazione, e così, a caldo, senza pensare nemmeno per un istante alle conseguenze che avrebbe avuto quella domanda, lasciò che il suo lato impulsivo prendesse il sopravvento, e le chiese: "vuoi sposarmi?".

Dopo alcuni istanti non si era nemmeno reso conto di aver pronunciato lui quelle parole, gli sembrava di assistere a quella scena in terza persona.
 
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