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Creato da: cerco1maturacalda il 30/08/2007
vivere le emozioni senza paura timidezza inibizione

 

 
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Post N° 8

Post n°8 pubblicato il 09 Ottobre 2007 da cerco1maturacalda

Spero che abbiate apprezzato il mio racconto anche se lungo, adesso
vorrei per chi ama il genere, raccontarvi un'altra mia esperienza, per
tanti assurda per tanti normale, specie per chi è bigotto; o aperto al
mondo del sesso!!!

Nella calda oscurità di una sala cinematografica, protetti e al
contempo nascosti: cosa c’è di meglio per provare il brivido della
trasgressione, del sesso proibito, del contatto fisico con persone
sconosciute?


Questo l’avevo spesso pensato e confesso che alcune volte mi ero
soffermato a scrutare nella sala, in momenti di distrazione o durante
proiezioni noiose,
le forme di donne vicine, a volte, richiamavano il
mio sguardo e, con un groppo di colpevole eccitazione alla gola, mi
domandavo se quel gesto provocante, che scopriva il candore delle loro
cosce, fosse un’innocente casualità oppure un invito. Mai avevo però
osato sfidare la sorte correndo il rischio di fare una brutta figura (o
peggio!) e tentato un approccio. Mi limitavo a fantasticare.
Una sera però accadde qualcosa che non poteva essere
equivocata. Una donna, con a fianco il suo uomo, (scoprii dopo essere il marito) si era venuta a sedere
a solo una sedia di distanza da me, in una sala semideserta, durante la
proiezione di un film di Tinto Brass. Il film era già di per sé
eccitante, ma la gonna di seta scura a pallini bianchi della signora lo
era ancora di più, siccome più la guardavo e più tendeva a scivolare
giù, lungo la coscia che lei aveva accavallato.

Indossava calze scure e
scarpe nere con tacchi alti e sottili, classiche ed eleganti. Aveva
gambe lunghe e meravigliosamente modellate, di quelle che ti gireresti
a guardare perfino per strada, figuriamoci in quella situazione.

Non credevo ai miei occhi, il cuore mi batteva a mille ed il pene, che si
era già eccitato alle avventure della protagonista del film, mi
scoppiava nei pantaloni.

Non potevo evitare di toccarmi per alleviare il
doloroso fastidio di quell’erezione incarcerata nella patta, lo avevo di marmo e, nel farlo
notai che lei se n’era accorta: mi stava guardando con la coda
dell’occhio!

L’orlo della sua gonna scivolò d’altri 5 centimetri
abbondanti e stavolta non era certo per caso. Lo splendore della sua
coscia si offriva ai miei occhi rischiarato nel buio dal tenue bagliore
rossastro della lampadina che segnalava le tende di velluto dell’uscita
laterale, a poca distanza da noi. Si mosse ancora ed ecco che la gonna
risalendo rivelava l’orlo superiore di un’autoreggente! Oddio! Non
capisco più nulla e salto!

Sì, salto sulla sedia accanto, proprio
attaccato a lei.

L’audacia di questa mossa sconvolge anche me, sono paralizzato dal
terrore. Con lo sguardo fisso sullo schermo, mi aspetto che da un
secondo all’altro possa capitare un finimondo: lei che protesta,
m’insulta, il marito che mi tira un pugno… Niente di tutto ciò. Non accade assolutamente nulla. Dopo qualche secondo mi arrischio a girare
lo sguardo: la sua coscia è tutta scoperta a solo pochi centimetri dal
bracciolo dove io avevo appoggiato il gomito. La testa mi gira
dall’eccitazione, mi sento quasi ubriaco. Fatico a controllare un
tremore che mi pervade per tutto il corpo. Più che pensare il gesto,
vidi la mia mano che si muoveva irresistibilmente, come se il tutto
dovessere essere normale o spontaneo, fino a sfiorare col dorso del
mignolo quella coscia, appena
sopra il ginocchio. Lì mi fermai per due o tre secondi, ancora timoroso
di una reazione avversa… che non ci fu.


Il calore della sua pelle e il meraviglioso contatto
vellutato con le sue calze sciolsero ogni mio freno ed in breve mi
ritrovai con la mano che esplorava avidamente l’interno delle sue
cosce, che, travolta dalla passione e cosciente della mia palpitante
eccitazione, lei aveva prontamente allargato, allungando al contempo la
sua mano sinistra sulla mia patta ad afferrare quel voluminoso pacco
rigonfio che oramai gemeva e stava per esplodermi nei pantaloni.

Nei minuti successivi fu come se i nostri corpi stessero
attendendosi l’un l’altro da secoli. Ci toccavamo famelici dappertutto,
incuranti dell’interesse che avevamo suscitato su uno dei pochissimi
avventori che, in piedi, ci osservava eccitato dal corridoio a due
metri di distanza. Io mi limitai, cogliendo uno sguardo impaurito negli
occhi di lei, a ringhiargli uno “Smamma!” che lo fece schizzare via con
la rapidità di un randagio bastonato.

Mi ritrovai ad un certo punto con la mano destra incastrata fra lo
schienale della sua sedia ed i suoi glutei, che li spingeva in avanti
contro la mia mano sinistra il cui pollice era profondamente penetrato
nella sua vagina fradicia di umori e mentre con l’indice le penetravo
nell’ano, che era altrettanto aperto e bagnato di piacere, le dissi le
mie prime parole: “Ti piace anche farti inculare, non è vero?”- “Sii”-
gemette lei, mentre con la sua mano sinistra si affannava
freneticamente a masturbarmi l’asta, che aveva da tempo liberato dalla
cerniera dei pantaloni. Nonostante lei avesse manifestato
inequivocabili segni di orgasmo per almeno due volte, cosa che mi aveva
eccitato oltre ogni dire e nonostante la sua mano fosse abilissima nel
masturbarlo su e giù dal glande alla radice, il mio pene non voleva
saperne di "arrivare" visto poi che desiderava troppo quella donna. Soprattutto ora
che avevo osato guardarla in volto, scoprendo che anche questo era
bellissimo. Volevo farla totalmente mia. Volevo prenderla riempirla farcirla e possederla!


Avevo completamente dimenticato l’uomo seduto al suo fianco e me
ne ricordai solo mentre le rivolgevo la parola per la seconda volta:
“Ho voglia di chiavarti!”. Lei si girò e parlottò con lui a bassa voce.
“Anch’io ti desidero tanto!”- mi disse infine – “ma non possiamo… Se
vuoi posso prendertelo in bocca nel bagno. Lui sarà presente.”- Io
risposi di sì con un filo di voce. – “Aspetta un minuto” – lei aggiunse
– “poi seguici nel bagno delle donne”.

Quando li vidi scomparire dietro le pesanti cortine di velluto
temetti che stessi per perderla per sempre, così non tardai molto ad
alzarmi a mia volta per seguirli. Non c’era nessuno che potesse notarmi
mentre risalivo la rampa di scale che separava la platea dal piano
della galleria, dove erano i bagni, così entrai risoluto nella toilette
delle donne. All’interno una delle due porte bianche era semiaperta. Li
vidi, erano dentro che avevano già cominciato a baciarsi. Entrai e
chiusi la porta a chiave. Girandomi vidi che la Bella si era chinata in
avanti verso di me, mentre il marito si accingeva chiaramente a
prenderla da dietro. Slacciai i pantaloni lasciandomeli cadere ai piedi
e abbassai gli slip. Lei afferrò prontamente il mio cazzo, ancora
eccitato e pronto, la cappella arrossata e turgida imperlata in punta
da una goccia di liquido trasparente, che lei leccò avidamente prima di
abboccare, famelica, l’asta. Mentre il marito stantuffava ritmicamente
da dietro, io afferrai dolcemente fra le mani quel volto grazioso e
stupendo e iniziai a pompare con il bacino. Sempre più forte, sempre
più a fondo. Finché i mugolii che lei emetteva a fatica, lacrimando per
il mio affare che a tratti pareva soffocarla, e i grugniti
inequivocabili del marito mi fecero capire che avevano raggiunto
l’apice del loro piacere. In silenzio, mentre il marito già si
ricomponeva rassettandosi i pantaloni, lei continuava a sbocchinarmi
aiutandosi anche con la mano, sempre più freneticamente. Niente. Il mio
pene, ormai duro come il marmo, sembrava congelato. Lentamente, con
dolcezza infinita fermai la sua adorata testa e la sollevai. “Sei la
dea del golino!”- e lei mi sussurrò, con lo sguardo abbassato. “Grazie
sei gentile e carino ma non mi interrompere, ho la mia sete da
dissetare... e con sempre più forza e voluttà continuava ritmicamente a
tempestare la mia cappella con la lingua, a farselo sparire in gola
come fosse una caramella, andò avanti ancora pochi minuti, ero allo
stremo, il marito era già uscito ed era nell'antibagno come se volesse
essere certo che non mi chiavassi sua moglie quella sera, non feci in
tempo a riflettere e pensare più di tanto... una fitta alle chiappe mi
fece caoire che stavo esplodendo e lei lo capì. ed estasiato... finii
quell'avventura la prima della mia vita, facendole gocciolare tutto
sulle labbra che lei prontamente e come promesso... bevve per
dissetarsi...


"mmm buono mi disse lei ”- risposi – “E’ stato stupendo incontrarti!”.


Il marito attendeva sull’uscio, lei mi passo accanto seguendolo fuori e richiudendo la porta dietro di sé.



Chiusi gli occhi e immaginai di spingerla con le spalle contro la
fredda parete di mattonelle e di sollevarle le cosce con le mie
braccia, penetrandola infine, così, impalandola contro quel muro lucido
e duro… non accadde ma... ero felicissimo della strana nuova e
bellissima esperienza (e golino) di quella sera da una sconosciuta di
cui non seppi mai il nome

 
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Commenti al Post:
ANNOIATA5
ANNOIATA5 il 11/10/07 alle 01:10 via WEB
Un bel bidet freddo? Fai semplicemente pena! :-(
(Rispondi)
 
cerco1maturacalda
cerco1maturacalda il 13/10/07 alle 12:28 via WEB
io far pena??? perchè mai poi scusa? se non gradisci, non hai gli stessi "appetiti" ed i tuoi piaceri son diversi, sei semplicemente pregata eventualmente di leggere e non rompere con insulti stupidi!!!! GRAZIE
(Rispondi)
 
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